
Vademecum per utenti di coupon – qualcuno dovrà pure spiegarvelo
Ieri ero tutta un pensiero contorto (grazie Murakami grazie) ho fatto l’unica cosa in grado di rasserenarmi: la lista delle cose in cui sono brava. Al posto numero 1, le gaffes. Al numero 2, l’esecuzione di Hallelujah di Jeff Buckley nella doccia. Al numero 3, azzeccare le offerte dei coupon. Quindi, ecco la mia prima guida su come diventare esperti couponer e massimizzare la goduria dell’avvenuto risparmio.
Cerchiamo di chiarirci. Questo questo non è il posto né il post per voi se:
- Siete consumatori abitudinari e fedeli e l’idea di leggere Novella 2000 sulla poltrona di un’altra parrucchiera vi fa sentire delle traditrici. Non è il caso di autoindurvi un trauma così violento.
- Siete ricchi e non v’interessa risparmiare. Fortunati voi.
- Non avete bisogni superflui e non dovete ingegnarvi per soddisfarli.
- Possedete entrambe le caratteristiche di cui sopra, ergo vi stimo tantissimo e v’invidio pure.
Tutti voialtri, poracci, cultori del vorrei ma non posso, amanti del nuovo e del rischio: benvenuti nel mio mondo fatto di occasioni prese al volo.
A cosa servono i coupon?
- A fare esperienze che si farebbero già ma a un prezzo minore. Ad esempio, la ceretta, che costa in media 28€ e che io non pago mai più di 10€. Ho pensato che la ceretta la devo fare comunque e che, nel centro in cui andavo prima -tra turni, licenziamenti e gravidanze- sul mio vello pubico avevano operato almeno 15 collaboratrici tutte diplomate in una scuola di estetica e perfettamente in grado di portare a termine il compito. Anche la ceretta peggiore del mondo non vi causerà danni cerebrali irreversibili. Se la cera è troppo calda/fredda, se vi resta un’autostrada di pelo sul polpaccio, se avete stalattiti di ghiaccio alle orecchie e volete abbassare il condizionatore, basta fare quello che fareste normalmente: lo dite e loro si adegueranno.
- A fare esperienze che amiamo ma che non facciamo a causa del prezzo. Ad esempio, i massaggi rilassanti o i trattamenti ristrutturanti per capelli. Io non posso oggettivamente permettermi di spendere 60€ ogni volta che ho voglia di farmi impastare un’oretta, soprattutto perché questa voglia ce l’ho una volta al mese. Siccome Dio li fa e poi li accoppia, anche le mie amiche non possono permetterseli e quindi glieli regalo anche.
- A fare esperienze sconosciute la cui prova è troppo cara. Ad esempio, le cavitazioni, la luce pulsata, l’applicazione di smalto semipermanente, il corso di trucco personalizzato. Sono tutte cose che ho provato con soddisfazione e che consiglio caldamente: nulla vi vieta, una volta testato il servizio, di rivolgervi ad una persona della quale vi fidate maggiormente (vedi qui). Io non sono solita comprare i coupon del ristoranti perché sono sempre per coppie ed io sono
zitellasingle, quelli dei viaggi perché preferisco organizzarli autonomamente, né articoli tecnologici perché non so valutarli. - only the brave. Se siete molto coraggiosi/e, potete anche rischiare di più. Le visite mediche o i trattamenti dentistici, ad esempio. Mi rendo conto di avere un attaccamento alla vita pari a zero, comunque io l’ho fatto e sono ancora qui a scriverne.
Quali dettagli bisogna guardare per uscire indenni dalla selva oscura di offerte?
- La sede. Se dista 40km da casa vostra, va da sé che non è conveniente.
- L’orario. L’orario di apertura o di disponibilità del servizio è sempre dichiarato. Se non è compatibile con le vostre esigenze, lasciate perdere.
- Il sito. Quasi sempre è disponibile e può dare qualche dettaglio in più. Se nella home del centro estetico c’è Belen Rodriguez, fatevi domande.
- Il numero di telefono. Se avete un dubbio (“con sopracciglia intendete shaping completo o semplice pulizia dell’arcata inferiore?”, “utilizzate cosmetici testati sui chihuahua?”), chiamate. Se il telefono è un cellulare, fatevi domande.
- Il personale. Se nonostante tutti questi controlli ancora dubitate, passate di persona e interrogate il titolare o una collaboratrice.
Quali sono le armi per difendersi dalla frustrazione del couponer?
- Il tempismo. Il problema ricorrente dei coupon è non riuscire a prenotare quando lo si desidera. Ma il vero couponer agisce con raziocinio e non istintivamente. Per gli acquisti del tipo 1 (ceretta, parrucchiere) comprate il nuovo pacchetto almeno un mese prima che scada quello vecchio e avrete tempo per riservare il trattamento nuovo e rispettare eventuali ciclicità. Per gli acquisti del tipo 2 e 3, non si tratta di bisogni irrinunciabili visto che avete atteso tutta la vita: quindi la storia dell’urgenza non regge. Una buona norma, comunque, è cercare di prenotare subito dopo la fine della promozione per usufruire del diritto di recesso entro 10 giorni. Se proprio non ce la fate, esiste la possibilità di recedere dall’acquisto anche dopo 10 giorni indicandone le motivazioni: nel mio caso sono SEMPRE state accolte.
- L’allenamento. Per diventare astute come faine, occorre farsi le ossa: quindi, registratevi alla newsletter di 4 o 5 società e, per un certo periodo, leggetele sempre per familiarizzare con i prezzi, i meccanismi, le offerte più frequenti e quelle più rare. Basta scorrerli e vi verrà l’occhio selettivo, come il mio e come il suo:
Stronza, non te le frega proprio niente degli esercenti?
Esistono numerose polemiche sugli effetti negativi che una politica di sconti aggressivi avrebbe sull’andamento di una azienda e addirittura sul settore di appartenenza, L’infedeltà del consumatore è antica quanto quella del marito: noi tutti, a parità di performance, preferiamo pagare meno. Chi si ostina a pagare di più per una prestazione nella media, è perché cerca altri comfort. L’esercente intelligente non spera certo di salvare i profitti di fine anno con una promozione, ma solo di crearsi dei clienti potenziali e di fidelizzarli con un buon servizio. Infatti, molti negozianti, una volta goduto il coupon, vi ripropongono “privatamente” l’offerta, addirittura migliorandola. Inoltre, stare 48 ore su una newsletter ricevuta e letta da moltissimi abitanti di un centro urbano (es. Torino) costituisce di per sé una pubblicità molto più economica, che so, di un redazionale sull’edizione locale di un quotidiano (La Stampa). Se un esercente/professionista non padroneggia questi concetti, forse gli manca l’ABC dell’imprenditoria, non è idoneo a gestire un business autonomo e avrebbe vita dura comunque.
Pe
Agosto 28, 2013 at 1:30 pm
Io con i coupon ho avuto parecchie delusioni, ad eccezione del dentista del quale ora sono una fedele cliente.
I ristoranti jap avevano tutti delle porzioni così scarse che i sushi li dovevi guardare con la lente di ingrandimento per riuscire a prenderli con le bacchette, l’estetista era scocciata che non ci guadagnava niente proponendo gli sconti e la pizzeria aveva chiuso definitivamente (però di quest’ultimo abbiamo almeno avuto il rimborso).
Non so se ritenterò, sono state esperienze decisamente frustranti.
gynepraio
Agosto 28, 2013 at 2:03 pm
Anche a me, in un paio di casi, è successo. Il mio consiglio, soprattutto per evitare di incappare in personale depresso e deprimente, è di fare un salto prima di acquistare o anche solo di telefonare. In extrema ratio, puoi dire che sei una blogger e che probabilmente recensirai il servizio.
annagiulia28
Agosto 28, 2013 at 4:24 pm
Ecco, vivere a Torino mi manca (anche) per questo: le offerte per “Pisa e dintorni” sono di solito localizzate tra Firenze e l’appennino tosco-emiliano. Comunque, Real Time dovrebbe produrre un reality sui couponer di internet, altro che i “pazzi per la spesa” statunitensi…
gynepraio
Agosto 28, 2013 at 4:34 pm
Io mi iscriverei, OVVIAMENTE.
Anonimo
Agosto 30, 2013 at 5:01 pm
Amica, hai dimenticato una categoria FONDAMENTALE: quelle esperienze che non faresti mai e di cui non hai assolutamente bisogno, ma visto che costa solo 20 euro perchè no. E così sommi 20 di qui, 15 di là e alla fine hai spendacciato come mai nella tua vita. E vai in rosso a fine mese. Questo ovviamente succede alle teste di cazzo come me.
gynepraio
Agosto 30, 2013 at 5:09 pm
tipo il bungee jumping? o le pulizie domestiche, nel mio caso?
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