
Cronache da un matrimonio: gareggiate nello stimarvi a vicenda
Il matrimonio è come il maiale: non si butta via niente. Ma io non mi riferisco al matrimonio in quanto contratto! Parlo del colorito ricevimento che suole seguire la cerimonia e che -complice qualche bicchiere di troppo, nonostante i buoni propositi– diventa occasione di scoperta.
E no, non alludo a quelle leggende metropolitane in cui a funerali&matrimoni nascono mille storie d’amore. Mi riferisco alle interessanti dinamiche che scaturiscono dalla combinazione di persone attorno ad uno stesso tavolo -di solito assemblato con logiche cabalistiche – che diventano conversazioni, poi confessioni, dopo comizi, quindi riflessioni e infine post.
Prendi un dato di fatto, cioè che tantissime persone hanno tantissimo da dire e da dare. Aggiungi il libero arbitrio, per cui ognuno può scegliere la sua rete di rapporti e dare ad essi una impronta originale, creando amicizie bellissime, fatte di fiducia e reciprocità. Ma poi, ci si impantana sempre in relazioni amorose con persone deprecabili, dalle quali si accettano parole e gesti da far tremare le vene e i polsi, che mai perdoneremmo ad un amico o a un familiare.
Per poi ritrovarsi, a rapporto incompiuto finito, in una stanza dove tutto è attutito, una sorta di hammam in cui fa caldo, c’è umido, vedi appannato e il rumore di fondo dell’acqua che scorre copre tutto. Splash, splash, splash, schizzi di disperazione. Blub, blub, blub, idromassaggio di cattivi pensieri. Gratt, gratt, gratt, scrub di fastidio.
Io credo che se chiedessimo ai nostri amanti lo stessa soglia di stima che ci aspettiamo dai nostri amici, non riusciremmo a guardarli negli occhi e in quell’hammam non ci entreremmo mai. Perché la risposta alla domanda-spartiacque “Da un mio amico lo accetterei?” sarebbe quasi sempre NO.
PS Paolo, lo so che con questa frase -acutamente citata da una commensale e da me riciclata con blasfema sicumera- tu volevi esortare alla fratellanza i membri delle prime comunità cristiane. Non prenderla a male, considerala la mia personale illuminazione sulla via di Damasco.
lareginanera
Ottobre 9, 2013 at 12:05 pm
Questa volta niente ironia: hai ragione.
Ma pretendere da un fidanzato quanto pretendiamo da amici e familiari è davvero sbagliato?
Io penso di no. Anzi, dovremmo pretendere persino di più.
È che il terrore della solitudine del nuovo millennio ha abbassato la soglia, secondo me. Ci si accontenta troppo.
gynepraio
Ottobre 9, 2013 at 12:10 pm
Il criterio “due pesi, due misure”, per quanto mi riguarda, sarà abolito.
lareginanera
Ottobre 9, 2013 at 12:47 pm
Mi piaci, ragazza!