
velocità di crociera
Sapevo che il processo di invecchiamento imborghesimento dei miei genitori avrebbe raggiunto sempre nuove e raccapriccianti vette. Si sono comprati il navigatore satellitare. Addirittura un Blackberry tablet, negli ultimi giorni. Prendono gli Omega3.
All’appello mancava solo lo sdoganamento finale, l’esperienza massima, sì, proprio lei: la crociera ai Caraibi. Una settimana. Partono sabato da Fort Lauderdale. Solito giro. Tanti sorrisi, personale di servizio col grembiulino bianco, specchi ovunque, passerelle rosse.
Quando me l’hanno comunicato, ho fatto uno sforzo immaginativo fortissimo cercando di figurarmeli a bordo. Niente, non mi riesce di pensare a due persone meno idonee. E in effetti, lo riconoscono anche loro.
Mi sono ricordata che avevo messo da parte una citazione tratta da “Una cosa divertente che non farò mai più”, del solito Foster Wallace, reportage di una crociera ai Caraibi effettuata dallo scrittore, imperdibile perché altamente istruttivo oltre che esilarante (qui un assaggio). Questa citazione non me l’ero appuntata per farci un post, ma per leggerla ogni tanto come un mantra. Per ricordarmi:
-da dove vengono l’ossessione per l’ordine e la pulizia
-il labile confine tra caretaker e maniaco
-allarmarmi se mi dicono “sei un’ottima padrona di casa”
-che tipo di moglie non voglio essere
-che brava madre è la mia (anche se sta inspiegabilmente andando in crociera)
-mai fare una crociera.
Ma ora che ci penso, è il contrappunto a questo post di lunedì, in cui si parlava dell’importanza dei gesti gratuiti di amore verso il prossimo. GRATUITI, APPUNTO.
“L’invisibile, maniacale, donna delle pulizie fornisce l’esempio più chiaro di quanto sia raccapricciante tutto questo. Perché, a pensarci bene, non è esattamente come avere una mamma (…): una mamma ti pulisce la camera perché ti vuole bene -sei tu il centro, sei tu in qualche modo il vero fine delle pulizie. Sulla Nadir, invece, una volta esaurito il senso di novità e di comodità, comincio a scoprire che tutta questa cura fenomenale non ha niente a che fare con me. Ed è stato particolarmente traumatico rendermi conto che Petra pulisce la cabina 1009 in modo così straordinario semplicemente perché ha l’ordine di fare così. (…) Infatti mi avrebbe pulito la cabina in modo altrettanto straordinario anche se io fossi stato un coglione. (…) Voglio dire, se il viziare, se la gentilezza radicale non sono motivate da un affetto forte e quindi né ti danno la certezza né ti aiutano a rassicurarti che insomma non sei un coglione, quale profondo e significativo valore vuole avere tutta questa condiscendenza e pulizia? (…) La sensazione non è molto diversa da quando siete ospiti a casa di qualcuno che fa cose come intrufolarsi la mattina per rifarvi il letto mentre siete sotto la doccia, vi piega i panni sporchi o li mette in lavatrice senza chiedervelo prima, vi svuota il posacenere dopo ogni sigaretta che fumate, eccetera. Per un po’, una padrona di casa del genere vi sembra fantastica e vi sentite curati, apprezzati, rassicurati e degni. Ma dopo un po’ cominciate a intuire che la padrona di casa non si comporta così per affetto o riguardo verso di voi, ma più semplicemente obbedisce agli imperativi di qualche sua nevrosi personale che ha a che fare con la pulizia domestica e con l’ordine…e questo significa, visto che obiettivo e oggetto finale della pulizia non siete voi quanto la pulizia e l’ordine in sé, che la vostra partenza sarà per lei un sollievo.”
dellemiebrame
Gennaio 11, 2014 at 8:22 am
Ah ah ah, quanto è vera la cosa della donna delle pulizie…Io sono un esempio paradossale di questa cosa: la donna delle pulizie pulisce la casa in modo impeccabile, ma affatto in modo impersonale. Lascia tangibili segni di una sorta di affetto che nutre nei miei confronti. Non so se sia per affetto materno, di solidarierà verso un certo squilibrio che avverte in casa da quel punto di vista o che. Sta di fatto che fa anche cose che non le sono richieste, ed io sono convinto le faccia per piacere. Sull’altro versante, invece, è proprio come hai scritto. Gesti precisi e sottolineati in quelle tre cose che probabilmente la urtano della mia gestione casalinga, col represso desiderio che io parta e mi allontani un po’ per non averle sempre sotto gli occhi, e tutto il resto fatto spannometricamente. Non ho l’illusione di essere un figo in un caso ed un coglione nell’altro. Mi sento un coglione in entrambi i casi 🙂
gynepraio
Gennaio 11, 2014 at 2:54 pm
Ti senti un coglione? La mia colf mi fa sentire tale molto spesso, ma la amo ugualmente. Leggi qui http://gynepraio.com/2013/10/23/chi-trova-una-colf-trova-una-colt/
dellemiebrame
Gennaio 11, 2014 at 8:36 pm
Ah ah ah, schietta e diretta come la vorremmo tutti. Pensa invece se fosse una di quelle lisciose che ti ingolfa di complimenti per raschiare un euro in più e poi quando non ci sei fa diventare la tua casa la SUA casa. Tu lavori e lei mangia i pop-corn sul tuo divano guardando bbiutiful, tu lavori e lei organizza il circolo del the con le amiche, e magari schiaccia pure un pisolino nel tuo letto. Tolto che probabilmente lo faranno comunque tutte. Ho sempre pensato che quello che loro fanno in due ore noi lo faremmo in quattro, per cui se ti dice che ne ha fatte quattro ci credi, mentre invece due ore di sbattimento e poi due ore di fiesta y tapas!!
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