Quando tornai dalla mia vacanza dell’amore, cioè quella in cui mi innamorai davvero su serio realmente, passai nella ridente Romagna a trovare mia nonna e sua sorella, la zia Wilma. Scritto proprio con la W, come quella dei Flintstones: e tra tutti mi miei antenati, non me ne sovviene una più cinematografica. Magra come un chiodo, ipocondriaca, un matrimonio lampo alle spalle, capelli lunghi rossi, svariate parrucche nell’armadio, sempre con una sigaretta lunga in bocca, costantemente rintanata in una mansarda dove cuciva su una Singer degli anni ’50 (che lei chiamava “il mIo atelier”) tranne rare comparsate nel pollaio dove era solita ammazzare a mani nude galline e conigli.
Mi vide e disse. “La bambina –18 anni, vi ricordo– c’ha una faccia strana, forse si è innamorata?”, alché mia madre disse “Eh sì, Wilma, abbiamo una new entry, e stavolta è roba che scotta”. Mia zia si fece raccontare la vicenda (ancora non era successo il Gran Disastro) e alla fine mi chiese: “Ma quanti anni ha il ragazzo?”. Io risposi che che lui ne aveva 21. E lei, come se nulla fosse, mi guardò con occhi delusi e mi disse: “Ah, ma allora ha già fatto l’amore con qualcuna prima di te”. Mentre mia madre era occupata a praticare la manovra di Heimlich a mio padre, in procinto di soffocare dopo un accesso di tosse imbarazzata, io guardai la zia e le dissi timidamente: “Eh, temo di sì”.
Che preoccupazione strana, pensai, dinanzi ad una storia d’amore nascente dispiacersi di non essere la prima amante. Piuttosto, come faremo io e il ragazzo di Varese a vederci? Riuscirò a non farmi segare di nuovo all’esame di guida, che dovrò andare a trovarlo tutti i weekend e mica posso prendere 5 regionali ogni volta? Suo padre gli lascerà in eredità lo studio dentistico superavviato e frequentato dai vips, che io da grande voglio comprarmi la Birkin? Queste erano le domande che mi ponevo, altro che rammaricarmi per la sua (e la mia, NDR) verginità perdute. Oggi però, che abito a 2 isolati dal mio fidanzato, ho già distrutto 3 macchine e mi sono rassegnata a comprarmi solo borse di Zara in saldo, mi rendo conto che non avremo nessuna prima volta, perché abbiamo già provato tutto con qualcun altro, e che non ci resta nulla di integro da donarci, che sia solo mio-per-te o tuo-per-me. Non avremo mai autentici stupori. Quando mi rode questo pensiero, cerco di calmarmi canticchiando un mantra del 1992: “alla fine è lo stesso, perché tanto non l’hai mai fatto come l’hai fatto con me“. Ma non ci credo, perché non è lo stesso. PS Scrivendo, mi è sorto il sospetto che la zia Wilma volesse in realtà suggerirmi di trovarmi un toy-boy. Se sapesse che son finita con una ben più vecchio di me, come sarebbe delusa. PPS Per la cronaca, la zia Wilma non c’è più. E’ in cielo che insegna agli angeli a fumare le Diana Slim.
4 Comments
Leave a reply Annulla risposta
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Silvia
Giugno 16, 2014 at 10:45 am
Dici?
Io invece quella frase di Jovanotti la sto vivendo davvero.
Con la persona giusta anche le cose che ho già fatto con altri hanno preso un colore diverso, sembrano nuove.
Effettivamente alla fine non è lo stesso, è diverso, è… meglio! Perchè puoi apprezzare la differenza :).
gynepraio
Giugno 16, 2014 at 1:13 pm
Ma infatti E’ TUTTO MEGLIO. Solo, non è nuovo!
marghe
Giugno 16, 2014 at 1:01 pm
se pensi di aver già provato tutto con qualcun altro, hai poca fantasia 😉
gynepraio
Giugno 16, 2014 at 1:12 pm
C’è una parte di me che la vede come te…Credo che mi manchi soprattutto lo stupore negli occhi di quando vedi o fai una cosa per la prima volta. Proverò con il parapendio.