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By gynepraio25 Agosto 2014In Personale

Un gioco a premi per la mia cabina armadio

Una mia ex collega mi rivelò, non senza orgoglio, di essersi interamente pagata gli studi in biologia partecipando a “La ruota della fortuna” e “Chi vuol esser miliardario” (ancora non c’era l’euro). Nessun trionfo epocale, ma vinse giusto quei 20 milioni che servirono a pagare tasse e libri.

Qualche giorno fa sono andata (senza un altrimenti annoiatissimo voi-sapete-chi: a lui ormai interessano solo i colori) a richiedere preventivi per la cabina armadio. Ho passato le 48 ore seguenti a studiare una via per procurarmi i soldi che ci servono. Scartate le modalità palesemente illecite, mi sono risolta a iscrivermi a L’eredità e sperare che una serie di eclatanti botte di culo mi conducano alla ghigliottina, gioco nel quale, immodestamente, me la cavo piuttosto bene. Stavo aprendo il portone di casa, in procinto di chiamare voi-sapete-chi e comunicargli a bruciapelo questa idea brillantissima quando qualcosa nell’androne ha attratto la mia attenzione.

Ammucchiate vicino ai contenitori della carta, c’erano una dozzina di scatole di Luisaviaroma, una di Vuitton, una di Chanel, una di Ferragamo, due di Moncler, una di Manolo Blahnik, una di Isabel Marant. Tutte perfettamente nuove, nient’affatto impolverate, ordinatamente ammucchiate. Da alcune sporgevano nastri, scontrini, lembi di carta velina. Stavo per salire la prima rampa quando ho pensato che nella cabina armadio che ancora non ho -e che, vi ricordo, non so come pagare- sicuramente mi serviranno delle  scatole -possibilmente non degli Ordinett a fiorelloni- per metterci dentro i collant, i guanti, le sciarpe, i costumi da bagno, le borsette, le cinture. Ho anche pensato che abito solo al secondo piano, e che in un paio di giri avrei dovuto farcela a portare su tutto, no?

Poi se una getta via delle cose, l’importante è che esse vengano correttamente smaltite, no? Poco importa che se ne occupi l’Amiat oppure una vicina di casa, no? Quindi ho controllato attentamente che non ci fosse nessuno.cabina armadio

Precauzione del tutto inutile, visto che nel condominio, ad agosto, eravamo rimasti giusto io e le blatte germaniche che infestano il piano interrato. Ho caricato le scatole e me le sono portate tutte su (aggiornamento del 17 gennaio 2015: eccole qui!)

cabina armadio

Ti vergogni? NO. Sei invidiosa? COME UNA GAZZA LADRA. Sono belle? DA MORIRE.

Una volta entrata in casa, mentre le sistemavo religiosamente, ho iniziato a sommare, moltiplicare, pensa un numero, estrai la radice quadrata, fai la giravolta, falla un’altra volta, fai la riverenza, fai la differenza e ho detto a voce alta: qui dentro c’erano 30.000 euro di vestiti. Che infame la vita: in questo condominio di ricconi, abita una donna che può popolare la sua cabina armadio con 30.000 euro di abiti e scarpe di lusso, mentre io non ho nemmeno i soldi per comprarmela, la cabina armadio (e comunque la riempirei con stracci in poliestere comprati in saldo da Zara, NDR).

Due sere dopo, verso le 11, ero sul balcone che fumavo una sigaretta e facevo esperimenti di photocropping come questo, quando ho sentito un bel diverbio tra vicini. Vuoi la scoppiettante felicità di non essere più sola nel condominio, vuoi la mia totale assenza di discrezione, ma l’occasione era troppo ghiotta per non accucciarmi come un birdwatcher e ascoltare attentamente i litigi dei ricchi. Che non somigliano affatto alle discussioni di noi poracci, sguaiati e col vaffanculo sempre in tasca: i ricchi non urlano, essi sibilano. Niente argomenti miserrimi come le corna e il tubetto del dentifricio mal spremuto: i ricchi non accusano, essi recriminano.

-Emanuela, io non so se ce la faccio ancora.
-Come sarebbe a dire “non ce la faccio”? A me lo dici, “non ce la faccio”? A me che ho lasciato Milano, la mia città, per venire a vivere qui? La mia vita, i miei interessi, le mie cose?
-Emanuela, suvvia, quali interessi? Non hai mai lavorato.
-Cosa c’entra? Io per venire qui da te ho mollato tutto, e tu stai sempre chiuso in clinica (lui è un chirurgo estetico, mi aveva già informata la parru del pianterreno) e io mi annoio, e poi mi manca il mio bambino.
-Emanuela, ha 18 anni e anche a Milano non ci stavi mai insieme. Io lavoro per me e per te, ma ho bisogno di un po’ di collaborazione da parte tua: se siamo una coppia dobbiamo cercare di stare insieme nelle difficoltà.
-Ma quali difficoltà? Si può sapere quali, che son qui che mi faccio in quattro per te? Che cosa vuoi? (a questo punto si sono spostati dalla cucina alla camera da letto, alchè io mi sono dovuta praticamente arrampicare sull’unità esterna del condizionatore per continuare a sentire)
-Emanuela, possono capitare dei mesi difficili. Luglio è stato un po’ morto, a volte le clienti non pagano, e poi ci sono state le ferie, domani ripartiamo e poi…
-E poi cosa? Di cosa stai lagnandoti? Basta, io sono stufa di tutto quest…
-Emanuela, Cristo, QUESTO MESE HAI SPESO 30.000 EURO DI VESTITI!

Ma quale Eredità, quale Carlo Conti. Mediaset, rinnovami il palinsesto, rifammi OK, il prezzo è giusto.

PS. Di lì a poco son partite le danze.

svgLa ristrutturazione e 'a pendenz'
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svgpiacere alla suocera è facile se sai come farlo

13 Comments

  • Francesca

    Agosto 25, 2014 at 8:19 am

    sì ma trentamila euro di vestiti non ce la faccio nemmeno a scriverli! Che invidia! Io niente cabina armadio..ammucchio tutto nel comune armadio che ho in camera! sigh!

    ps: usi un’app particolare per fare photocropping?

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    • gynepraio

      Agosto 25, 2014 at 8:24 am

      E siccome piove sempre sul bagnato, l’Emanuela, che ho visto oggi mentre scendeva le scale, è pure una gran figa.
      Per il photocropping uso Bezel, rigorosamente gratuita che devo risparmiare per comprarmi la cabina armadio!

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  • Aluzza

    Agosto 25, 2014 at 8:31 am

    Approfitta della maretta nella coppia, magari metti in giro qualche pettegolezzo magari non proprio strettamente aderente alla realtà e accalappiati il chirurgo (pure ESTETICO, fai la Nancy Brilli della Crocetta).

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    • gynepraio

      Agosto 25, 2014 at 8:41 am

      Mi servirò a tal scopo della parru del pianterreno. A me il dottore non interessa, ma se vuoi, lo destinerei a te (gran bel tipo, tra l’altro). Sappi però che ha 2 bambine dal precedente matrimonio e le deve tenere un weekend sì e uno no (me l’ha detto la parru).

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  • Emanuela

    Agosto 25, 2014 at 11:20 am

    Puoi chiedere al chirurgo se vuole provare con me? Anche io mi chiamo Emanuela (così non deve sforzarsi di ricordarsi il nome giusto) e 30.000 euro in vestiti non mi sognerei mai di spenderli. Che dici? Si può fare? Eh? Eh? (occhi a lemure).

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    • gynepraio

      Agosto 25, 2014 at 11:39 am

      Ok, parlo con la parru, delle mediazioni e dei matrimoni combinati si occupa lei.
      PS Beata te che non te lo sogneresti, perché io da 2 settimane sogno SOLO quello

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      • Emanuela

        Agosto 26, 2014 at 6:18 am

        Se riesci a combinarmi la cosa, sappi che le scatole te le farò trovare piene, e non vuote come le ha lasciate quella egoista! 🙂
        Comunque pensa a quante cose puoi fare con 30.000 euro…tipo viaggiare!! Che gli abiti poi passano di moda così in fretta..

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  • Tunnel

    Agosto 27, 2014 at 5:36 am

    Meravigliosa la signora Emanuela, che si annoia tutta sola e spende trentamila euracci dell’amico chirurgo. Ha la mia completa stima! Non esserne invidiosa… le scatole che hai gentilmente smaltito dureranno più della felicità per l’acquisto del loro contenuto….

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    • gynepraio

      Agosto 27, 2014 at 5:41 am

      Lo spero, anche perché per portarle su ho perso 2 anni di vita.

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      • Tunnel

        Agosto 27, 2014 at 5:42 am

        😀 😀 😀

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  • Kella

    Gennaio 17, 2015 at 9:44 am

    La bellezzitudine di quelle scatole!
    Un giorno tutta questa immeritata povertà sarà vendicata.
    Puadre ha una (piccola) cabina armadio e io gliela invidio da morire. Ma poi non ci hanno messo nemmeno mezzo quadretto con frase motivazionale, niente ordine cromatico e pure le mensole ciliegio. Non se la meritano, la cabina armadio umpf!

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