LA SITUAZIONE DI PARTENZA
L’appartamento si trova in un quartiere centrale di Torino, all’interno di un condominio primi ‘900. Era originariamente composto da due unità immobiliari adiacenti: un bilocale (privo di servizi igienici e riscaldamento, disabitato da 30 anni) e un quadrilocale abitato ma profondamente da ristrutturare. Le abbiamo quindi unite, ottenendone un appartamento con doppia esposizione (strada + cortile) con 1 sola finestra e 5 porte finestre. Questo è un bene perché, trovandosi l’appartamento al primo piano, ogni fonte di luce è preziosa.

Questa è la situazione originale. Sì, siamo pazzi.
LA GESTIONE DEGLI SPAZI
Lo spazio disponibile è stato così ripartito: ingresso living su una grande zona giorno (stretta e lunga) che include cucina e soggiorno, un corridoio su cui si aprono 2 camere da letto, uno studio e un bagno cieco. Una delle camere, da letto, quella padronale, apre a sua volta su un secondo bagno finestrato e una cabina armadio cieca.
I lavori più importanti sono stati: togliere i pavimenti, creare un impianto di riscaldamento a pavimento, rimuovere gli intonaci marci vecchi e rifarli, restaurare gli infissi interni ed esterni attrezzandoli di doppi vetri, rifare ex novo l’impianto elettrico, ripristinare le volte originali in 3 locali e controsoffittare gli altri ambienti. In ultimo, rinnovare i bagni, posare ovunque il parquet in rovere e decorare le pareti in bianco ottico. Se qualcuno si sta per caso domandando se ci siamo infilati la salopette di SuperMario per dedicarci personalmente alla manovalanza, mi duole rispondere No, siamo inetti a vivere. Per nostra fortuna, la direzione lavori è stata affidata all’ottimo Michele che ci ha sollevato dall’onere di coordinare le maestranze e ci ha lasciato solo l’onore di prendere decisioni.
IL METODO GYNEPRAIO
Ci siamo spartiti le aree di influenza secondo il solito e congruo criterio di equanimità che regola ogni nostra decisione: a voi-sapete-chi la zona giorno, a me tutto il resto. Il che si è rivelato una grossa fregatura per 2 motivi:
- il rapporto superficie zona giorno vs zona notte è 1 a 2 >> io ho lavorato di più
- la fetta maggiore del budget se l’è usata lui >> nella zona notte ho riciclato alcuni miei mobili e fatto scelte meno care. Per contro, devo dire che mi ha lasciato carta bianca su tutto, quindi ho potuto dare sfogo ad alcuni desideri reconditi. Potrei avere esagerato col rosa, ecco.
Siccome voi-sapete-chi è un vero metrosexual, è partito a produrre centinaia di cartelle di screenshot, collage e presentazioni animate. Istintivamente, avrebbe scelto in base a criteri puramente estetici e assolutamente slegati da qualsiasi considerazione pratica. Con il mio buon senso e il mio talento da archistar, ho imposto abbiamo definito un metodo di lavoro ragionevole: analisi delle necessità e delle restrizioni, definizione di uno stile, scelta della palette colori e della shopping list. Tutto questo, per ogni ambiente. Ma siccome ho pietà di voi, inizio con la zona giorno.
LE DECISIONI
Siccome alcune cose non ci sono state ancora consegnate, vi tocca qualche estratto delle mie board di Pinterest e alcune foto di repertorio delle aziende da cui abbiamo acquistato. Abbiamo scelto una cucina lineare bianca, dotata di penisola, priva di maniglie, con cappa invisibile e pochi pensili. Per riscaldare l’ambiente già pericolosamente simile ad una sala operatoria, abbiamo ricavato -nella parete opposta- due enormi nicchie mensolate dove disporrò a vista stoviglie, tazze, piccoli elettrodomestici. Purché belli e bianchi, s’intende. Quelle 3 volte che riuscirò a mettere in piedi qualcosa di commestibile, mangeremo su un tavolo rotondo color rovere con sedie bianche e rovere (coordinate agli sgabelli della penisola). La frangia degli igienisti rimarcherà che questa cucina richiederà attenzione e igiene, vista la preponderanza del bianco. Ma rispondo con un sonoro FOTTESEGA perché finalmente disporrò sfondi idonei per il mio profilo Instagram.
Converseremo di fronte a una libreria in alluminio, seduti su un divano grigio melange. Oltre ai libri, i tocchi di colore saranno due poltrone gialle e qualche pianta verde che acquisterò quando avrò capito come non farle morire sarò convinta.
Infine, visto che l’ambiente cucina+soggiorno ha una bellissima e grandissima volta, abbiamo pensato di non attaccare lampadari ma solo applique da parete, poco invasive ed essenziali. Per massimizzare la presenza di luce e garantirmi comunque il privilegio di vivere una vita in mutande, abbiamo scelto delle sontuosissime tende bianche IKEA. Certo, ci stava un cotone egizio, ma purtroppo il budget di voi-sapete-chi era finito. D’altronde, non è un manager.
LE (SEMITRISTI) CONCLUSIONI
La produzione di questo post mi ha generato soddisfazione e frustrazione in egual misura. Sono contenta perchè ho capito -ancora una volta- che spiegare ad altri ti fa comprendere meglio quello che già credevi di sapere. Sono incazzata come una iena perchè, dal punto di vista iconografico, il risultato è irrealistico, freddo e impersonale, per nulla rappresentativo di quanto andiamo cercando. Mi farò perdonare con degli scatti più belli a ristrutturazione finita. Anzi, se ci sono fotografi volontari, scrivetemi in privato.
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI
Divano Tacchini, poltrone Chairs & more, libreria Rexite, cucina Del Tongo, tavolo+sedie+sgabelli Hay, applique Artemide e Flos, tende+bastoni Ikea.
8 Comments
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Roberta
Novembre 17, 2014 at 6:40 am
Curiosità: quale camera verrà utilizzata come studio? Quella di fronte alla padronale o l’altra?
Adoro le piantine!
Grazie, mi hai tirato su il morale in questo grigio lunedì mattina.
gynepraio
Novembre 17, 2014 at 7:02 am
Verrà usata l’altra, cioè quella in fondo al corridoio! Sono contenta di averti tirato su, se Dio ce la manda buona la prossima settimana provo a scrivere un post sulla zona notte. A presto!
siboney2046
Novembre 18, 2014 at 8:47 am
Adesso sono veramente curiosa di vedere il risultato finale!
gynepraio
Novembre 18, 2014 at 11:20 am
Se ti dicessi che lo sono anche io? Anzi, diciamo che non sto più nella pelle.
ottoinchiostro
Novembre 23, 2014 at 2:10 pm
“Siccome voi-sapete-chi è un vero metrosexual, è partito a produrre centinaia di cartelle di screenshot, collage e presentazioni animate.” Sono per terra dal ridere! In realtà dovrei solo piangere poichè mi trovo alla fase zero della tua situazione, ovvero mercoledì andiamo dall’architetto per la casa nuova e quello ha già prodotto “del materiale”… Un abbraccio solidale:)
gynepraio
Novembre 23, 2014 at 3:15 pm
Anche noi, ovviamente, ci siamo appoggiati ad un architetto per le pratiche catastali e burocratiche. Mi aveva anche fatto qualche rendering, ma non mi sono stati d’aiuto perché erano, parole di voi-sapete-chi, “abbastanza bulgari”. Spero il vostro sia più creativo! In bocca al wolf
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