Lo so che hanno scritto di tutto e di più sull’argomento, ma sento che a questo dibattuto tema manca ancora la mia opinione. Un influencer è una persona che, in virtù della propria autorevolezza su un determinato argomento, è in grado di condizionare e dirigere le scelte della propria claque di seguaci -solitamente racimolati su social network-. Un influencer possiede uno stile di vita (laddove stile a volte è sinonimo di tenore) così bello da produrre un effetto imitazione nei suoi followers. Nel grande crogiolo dello stile di vita, rientrano l’abbigliamento, il make-up, i viaggi, la cucina, l’arredamento e in generale tutto ciò che definirei “visual”. Evidentemente, l’ammirazione, l’immedesimazione, l’imitazione, il sogno, pure l’invidia, passano tutti dalla vista.
Non mi vergogno di ammettere che leggo e seguo molte influencer. Per lavoro, perché sono una cartina al tornasole di ciò che è cool molto più rapida e intelligibile di altre fonti. Sotto sotto sono anche una persona sportiva, e trovo che ci sia una abilità sottile nel creare una personalità e riconoscibilità comunicativa senza utilizzare i mezzi di comunicazione di massa. E’ relativamente facile disporre di un parterre di fans se balli nuda in prima serata su Canale 5; crearsi una propria visibilità sui social network con un lavoro di fino, senza degli advisors che ti aiutino nelle scelte stilistiche, con il tuo budget personale e magari con un aspetto fisico normale richiede del talento. E io il talento, insieme alla bellezza e al buon gusto, lo riconosco sempre.
Credo che questa analisi sia un po’ troppo professionale, in effetti. Perché le reazioni delle follower medie, dinanzi ad un buon lavoro dell’influencer, sono raccapriccianti.
1-autolesionismo, disturbi alimentari, depressione e suicidio. Quando l’invidia per l’influencer è troppa, la morte è l’unica soluzione.
2-estasi di santa Teresa. Perché le influencer sono troppo, troppo, troppo belle e bisogna dirglielo sempre.
3-nomi, cose, città. Perché sbattersi in giro per negozi o spulciare gli e-commerce, se c’è l’influencer? Non limitiamoci a chiederle il brand, parliamo di customer care e perché no, pure di resi.
Oltre a suscitare suicidio, estasi e domande, le influencer hanno un altro talento arcano: rendere desiderabili cose brutte. Lo chiameremo “effetto Federica Moro”: esiste ed è stato testato sulla mia pelle sensibile all’età di 8 anni. Mia madre e mio padre, quelle volte in cui mi comportavo veramente male*, usavano sempre la stessa minaccia: “Finisci questo anno scolastico e poi basta, a settembre t’iscriviamo in collegio”. Io il collegio me lo immaginavo come quello di Lovely Sara: avrei trascorso la mia infanzia a pulire con la lingua i pavimenti sporcati dalle scarpette di vernice delle bambine ricche e viziate come Lavinia. Rabbrividivo, tornavo a più miti consigli, mamma ti prego no, venivo prontamente perdonata, non lo fare mai più.
Quella minaccia funzionò giusto 2 anni di elementari perché nel 1990 su Italia1 arrivò College. Federica Moro mi aiutò a rivedere la mia idea di collegio. Ma quali angherie? Quali pasti a base di finocchi bolliti? In collegio si facevano sport nobili come tennis ed equitazione, si imparava il francese, e, soprattutto, si flirtava tantissimo con i cadetti biancovestiti che abitavano due numeri civici più in là. Abbasso la disciplina, evviva la malefatte, evviva le punizioni, evviva il collegio, evviva me!
16 Comments
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la funambola
Gennaio 7, 2015 at 8:24 pm
almeno prendessero le stan smith nere…
gynepraio
Gennaio 8, 2015 at 5:57 am
In realtà quelle bianche hanno un loro fascino, un po’ tennista, un po’ Micol Finzi-Contini…
Gloria Taugenichts
Gennaio 9, 2015 at 3:51 pm
In effetti io le ho comprate con l’idea della “scarpa facile per andare in biblioteca con jeans e cardigan”. Povera illusa. Per bilanciare l’effetto anti-pene devo indossarle non in PMS, skinny neri, caviglia scoperta, top effetto dieta-istantanea, molto trucco e capello sciolto.
sara
Gennaio 12, 2015 at 6:24 pm
Scusami, ma si vede chiaramente che i commenti che hai illustrato al punto 1 sono ironici… Credo siano ben poche le ragazze che davvero si suiciderebbero per questo motivo, e se lo fanno hanno sicuramente altri problemi più gravi. Le influencer hanno un grande potere, ma credo che le persone siano ancora capaci di ragionare con la loro testa. Per il resto, bellissimo articolo.
gynepraio
Gennaio 12, 2015 at 8:03 pm
Sono anche io persuasa che nessuno insaponi la corda vedendo la foto di una influencer, e meno male, aggiungerei. Mi stupisce però che così tante persone si sentano in animo di notificare un sentimento di malessere. Perché certamente lo esasperano e ci ironizzano, ma comunque si parla di invidia, insicurezza, senso si inferiorità, stati d’animo non esaltanti, e lontani da quelli che dovrebbe suscitare l’influencer. Che credo voglia essere una fonte di ispirazione.
ELISA
Gennaio 13, 2015 at 6:53 am
Ti seguo e ti leggo e guarda un po’ nella seconda vignetta ho riconosciuto un mio commento nonchè la risposta della persona CHE SEGUO PERCHE’ MI PIACE e mi sono permessa di farle una banalissima domanda..non mi pare di averla stalkerizzata per avere delle informazioni su quel benedetto maglione.
P.S. credo sia uno dei pochi commenti del genere che ho fatto, anzi..uno dei pochi in generale…complimenti per il tempismo con il quale sei riuscita a screenshottarlo.
gynepraio
Gennaio 13, 2015 at 7:11 am
Non credo di aver mai usato la parola stalking riferita a questo caso. La mia ironia non era rivolta a te (altrimenti non avrei occultato il nick) o alla tua domanda o alla sua legittimità, ma all’affollarsi di commenti di identico stampo intorno ad una fotografia.
federica
Gennaio 14, 2015 at 9:01 am
Ok ti amo.
gynepraio
Gennaio 14, 2015 at 9:14 am
prendo atto.
manu
Gennaio 14, 2015 at 4:29 pm
perchè ti ho scoperta solo ora??
gynepraio
Gennaio 14, 2015 at 6:41 pm
Me lo chiedo anche io! Ma adesso non mollarmi qui in questa valle di lacrime e pensierini
Chiara
Gennaio 22, 2015 at 8:30 am
Ho scoperto da poco il tuo blog, ora è una droga. Condivido tutto! Io le Stan Smith le ho da almeno 8 anni e le uso brutalmente quando faccio lezione di danza. Il loro stato attuale è talmente brutto che magari potrebbe diventar di moda 😉
gynepraio
Gennaio 22, 2015 at 8:43 am
Brava Chiara, sei già la mia ballerina drogata preferita.
siboney2046
Gennaio 26, 2015 at 11:39 am
Oh, finalmente qualcuno lo scrive nero su bianco!
Quando ho visto che le Stan Smith brulicavano su Instagram mi è venuto male, perché ho capito che il prezzo sarebbe lievitato come il pane. E la cosa mi ha fatto incazzare non poco perché io acquisto le Stan Smith dalla terza media. Io odio le scarpe da ginnastica e le ritengo un acquisto del tutto inutile, tuttavia mi serve un paio di scarpe da poraccia quando vado alle poste del paesello o in panificio e ovviamente le Stan Smith (le ultime hanno almeno 7 anni) sono le uniche che possiedo (che lascio sempre allacciate pronte all’infilamento del mio piedino da cenerentola, alias un 41). Spero che la moda passi in fretta che adesso non ho intenzione di pagare un rene le scarpe che prima erano a 40 euro perché non se le filava nessuno!
UnaLola
Settembre 5, 2015 at 11:20 am
Ho ceduto alle Stan Smith nonostante un fisico per niente filiforme e non c’è specchio che tenga: quel bianco candido mi fa impazzire.
Ps. Sei una delle ragioni per cui ancora non apro un blog, mi sentirei troppo poco interessante. (brava)
gynepraio
Settembre 5, 2015 at 4:51 pm
Tu le Stan Smith puoi metterle, perchè sei bella e dotata di un nome meraviglioso (a adesso vado in bagno a commuovermi per quello che hai detto sul blog)