Post Image
By gynepraio14 Gennaio 2015In Personale

gestire gli altarini della convivenza

C’è gente che a 32 anni non ha fatto il passo e vive ancora con i genitori. C’è chi ha dato dignità alla propria relazione sposandosi e/o riproducendosi. E poi ci sono gli ostinati, gli irriducibili, gli highlander: quelle persone che, non contente di come gli è andata la prima volta, si ostinano a ripercorrere la perigliosa strada della convivenza. Sono quelli cui si è già liquefatta una quasi-famiglia tra le mani ma che nonostante ciò vogliono riprovarci. Sono quelli che un altro mondo è possibile. Sono quelli come me, insomma.

Se c’è una cosa bellissima del mio ritorno alla convivenza, è questa nuova aura di competenza e professionalità con cui posso blaterare sull’argomento.

D.“Signorina Valeria, cosa pensa dell’annoso tema del tubetto di dentifricio mal spremuto, in relazione alla convivenza?”
R.“Mi perdoni David (mi trovo da Letterman, ndr), a quale convivenza fa riferimento? La prima o la seconda?”

altarini convivenza

Lo faccio ridere garbatamente

Devo dire che voi-sapete-chi è stato molto trasparente nei mie confronti: ho 40 anni, vivo solo da 15, non ho mai convissuto, non mangio carboidrati dopo le 16, per il resto va abbastanza bene tutto. A parte, ecco, un paio di altarini. Per quanto bene o lungamente conosciate il vs partner, ci sono cose che apprenderete solo vivendo insieme e che, in scala di gravità, possiamo dividere in 3 categorie: le simpatiche deformazioni, le leggi morali, i sintomi pericolosi.

LE SIMPATICHE DEFORMAZIONI

Le simpatiche deformazioni sono tenere e ridicole: non sono necessariamente delle pecche e non sono imputabili alla cattiva volontà dell’altro. Nel caso del mio secondo convivente, non sono neanche riconducibili all’educazione materna. Sono solo delle abitudini, apprese chissà dove, che hanno scavato un solco nella sua memoria, si sono sclerotizzate, sono ormai connaturate in lui.

La notizia brutta è che sono inestirpabili. Quella bella è che fanno molto ridere. Tipo, voi-sapete-chi è un ragazzone pulitissimo che si sottopone a svariate docce al dì e si lava scrupolosamente ogni orifizio. Tuttavia, si ricorda dei cottonfioc solo se li vede. Dove li vede? Nel mio bagno, perché io li tengo vicino al lavandino. Pertanto, se io gli chiedo di svuotare il mio cesto della biancheria e fare una lavatrice, con la scusa lui prende un cottonfioc e se lo passa. Se alle 3 di notte va a fare pipì nel mio bagno, uscendo preleva un cottonfioc e se lo passa. Se vede me che mi passo un cottonfioc, per solidarietà ne prende uno e se lo passa anche lui.

convivenza

Ne abbiamo fatti fuori 100 in neanche 3 settimane

LE LEGGI MORALI

Le leggi morali si distinguono per essere prive qualsiasi utilità o fondamento logico. Sono solo dei paletti posti a scopo preventivo, per frenare una generica deriva etica. Voi penserete: niente stereo alto dopo le 22, comprare solo frutta di stagione, contare fino a 10 prima di insultare il prossimo. E invece no.

Non mettere gli indumenti che sono stati usati per correre nello stesso cesto degli altri, gli asciugamani a nido-d’ape-color-bianco-ospedale-di-Calcutta assorbono meglio di quelli in morbida-ciniglia-color-cioccolato, e soprattutto la più recente: non si chatta davanti alla TV.

  • Amore, vieni a vedere un film con me?
  • (arriva zompettando davanti alla tele) Eccomi!
  • (lui si avvede che lei, giacchè il film è una purga, dopo 10 minuti ha già estratto il cellulare) Ah ma se devi stare su Whatsapp con le tue amiche, allora te ne vai nell’altra stanza.
  • (espressione strafottente da adolescente arrabbiata) Scusa, ma che te ne frega? Che fastidio ti do?
  • Non stai attenta, non segui la vicenda.
  • (raccatta il cellulare e se ne va impettita sbattendo la porta) Tanto mi faceva cagare comunque.

    convivenza

    Erano questioni non posticipabili

Che si fa se non si hanno leggi morali, come me? Semplice: se ne inventa qualcuna seduta stante, sfruttandone l’ingenuità per punirlo della sua tracotanza.

  • Che faccio, svuoto la lavastoviglie?
  • (lo guarda con occhi affettuosamente stupiti) Oh, sì, grazie! Ricordati di svuotarla dal ripiano più basso a quello più alto. Guarda controluce ogni stoviglia e verifica che non ci siano aloni. Poi asciugale individualmente e riponile nel posto giusto.
  • (lavora alacremente) Ok. Così va bene?
  • Sì certo, bravo. (Si ferma, si ricorda la scena della chat sul divano, le balena in mente un’idea). Dopo ogni lavaggio è obbligatorio smontare il filtro e lavarlo manualmente con acqua e aceto.
  • (Incredulo) Ogni volta?
  • Sì, amore. Ogni volta. Altrimenti, tempo 6 mesi e la lavastovlglie è da buttare.

 

I SINTOMI PERICOLOSI

I sintomi pericolosi sono comportamenti che la scienza concordemente considera preludi alla sindrome maniaco-depressiva. Al momento posso dormire serena nel mio letto: voi-sapete-chi non manifesta segnali preoccupanti. Ma se volete, vi posso fornire qualche esempio.

  • tendenza ad attribuire malesseri fisici, facilmente spiegabili, a cause che non c’entrano un cazzo: cefalea —> il frigorifero in cucina emette radiazioni (più probabile: lavoro tutto al giorno davanti a dei programmi di rielaborazione statistica e ho perso 4 diottrie), nausea –> ho bevuto dal bicchiere dov’erano rimasti residui di detersivo (più probabile: ieri mi sono strafogato due etti di schiacciata calabra).
  • improvviso e ingiustificato sospetto che nell’aria vi sia alta concentrazione di un elemento chimico della tavola periodica di cui voi non conoscevate l’esistenza (solitamente è radioattivo: coincidenze? Noi non lo crediamo)
  • paura che lo stiate avvelenando somministrandogli metodicamente alcuni alimenti. Trattasi tendenzialmente di ingredienti banditi nella cucina materna, ma vi risparmio i risvolti edipici che è tardi.
  • vittimismi e complottismi

Come si gestisce la situazione? Purtroppo non basta inventare una storiella e godersi il dolce gusto della vendetta: si tratta di opporsi fermamente all’avanzata della follia, oppure accettarla con rassegnazione. Se io dovessi trovarmi di fronte a un pericoloso sintomo, probabilmente cambierei fidanzato*. Ma se in questa descrizione avete ritrovato il vostro compagno di vita, i casi sono due:

a) possedete una pazienza, tolleranza, dedizione che io non sono in grado di immaginare

b) state anche voi manifestando dei pericolosi sintomi e in questo momento canticchiate questa canzone

*spoiler retroattivo: infatti l’ho cambiato

 

 

 

svgLe influencer, College e l'effetto Federica Moro
svg
svgLamentarsi non solo il lunedì, ma tutta la settimana

8 Comments

  • marghe

    Gennaio 14, 2015 at 10:45 am

    mi fai spaccare, sto ridendo fortissimo!
    noi dopo più di 4 anni stiamo ancora cercando un equilibrio, ma mi sa che è una ricerca infinita. Abbiamo un nanetto duenne che ce lo sconvolge, questo equilibrio domestico, ogni volta che sembriamo avvicinarci! Praticamente ogni pochissimo tempo dobbiamo rivoluzionare i ritmi, le abitudini, ricollocare tutti gli oggetti… che fatica ma anche che ridere: in fondo è divertente, non ci si annoia mai!
    comunque sentire i tuoi racconti e vedere le foto della tua casa perfettamente ordinata mi dà nuovi spunti per migliorare combattendo la nostra disordinite cronica

    svgRispondi
    • gynepraio

      Gennaio 14, 2015 at 6:39 pm

      Mi consola sapere che non solo io sto cercando di capire dove sbattere la testa. In quanto alla, casa, la riordino prima di fare la foto, no? E’ il mio personalissimo sintomo pericoloso, la mia anticamera della psicosi.

      svgRispondi
  • marghe

    Gennaio 19, 2015 at 9:45 am

    io sto incanalando le mie psicosi facendo un puzzle, davvero liberatorio (sia per me che per gli altri!)

    svgRispondi
  • Barbs LeCupcake

    Maggio 1, 2015 at 11:47 am

    Io torno sempre a questo post. Ci ho pensato sai? E ho trovato le mie.
    Mi piacerebbe inoltre votare la mozione per cui queste informazioni debbano essere specificate nelle introduzioni:
    “Sono Barbara. Momentaneamente residente in Italia, laureata in filosofia ma disoccupata. Affetta dalle simpatiche deformazioni di non asciugare i piatti dopo averli lavati e di non stirare le lenzuola. Piacere.”

    Barbs

    svgRispondi
    • Barbs LeCupcake

      Maggio 1, 2015 at 11:50 am

      PS: Ho anche il sospetto che la natura mi faccia male. Se sto sei ore all’aperto sto fisicamente male. Ho anche scoperto di essere allergica. Quindi non è assolutamente un sintomo pericoloso inventato.
      #recidiva

      svgRispondi
  • Carrie

    Giugno 11, 2015 at 6:46 am

  • SilviaNavo

    Giugno 11, 2015 at 7:19 am

    Quanta verità! Quanta saggezza! Io che mi sto preparando psicologicamente alla convinvenza non so se riderne spassionatamente o preoccuparmi per eventuali sintomi pericolosi!

    svgRispondi
    • gynepraio

      Giugno 13, 2015 at 2:22 pm

      Ridi grassamente. Tanto i sintomi pericolosi sono come i brufoli, sono imprevedibili e per uscire aspettano solo il momento in cui rilassi.

      svgRispondi

Leave a reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

archivio