Indubbiamente, un corso di content management, scrittura creativa o narrativa mi farebbe bene e mi piacerebbe pure, ma non sono pronta a prendere anche questo toro per le corna. Per compensare il fatto che non dedico alla mia formazione il tempo e le energie che essa richiederebbe, leggo tantissimi e-book, pdf, opuscoli, newsletter, che parlano di blogging.
Dopo un anno di lettura attenta e onnivora, posso affermare che tutto questo materiale è prodotto a servizio dei blog con scopo di lucro. Blog corporate, ma anche blog di imprenditori, consulenti, professionisti, artigiani, la cui finalità è attirare un potenziale cliente con contenuti “interessanti” per poi dirottarlo garbatamente verso beni o servizi a pagamento. Da marketer, continuo a pensare che i blog siano uno strumento eccezionale per parlare di sé e del proprio business, e che se ben gestiti possano davvero fare la differenza in termini di credibilità e solidità della relazione. Un ottimo esempio è questo, che fa parte di un progetto di comunicazione studiato, coeso e molto sinergico.
La maggior parte dei guru di web marketing dà consigli assolutamente sensati: scegli una nicchia tematica, delinea il profilo del tuo lettore tipo, scrivi cose interessanti per chi ti legge, esprimiti con chiarezza e per paragrafi, offri delle call-to-action irresistibil, pubblica con frequenza regolare. Altri propongono tecniche per generare post accattivanti partendo dalle keyword più ricercate, da Google Trends, o dalle best practices di altri blogger. Non mancano indicazioni sulla scelta delle immagini, i tutorial per produrre infografiche, risorse e fonti da cui attingere materiale.
In queste pubblicazioni ho ritrovato lo stesso scollamento teoria-realtà che provai dinanzi alle testimonianze cui ho assistito durante l’università e il master: i relatori -solitamente ex top manager in multinazionali, riconvertitisi a consulenti- passano ore a raccontarti dei loro investimenti multimilionari in advertising e delle crescite a due cifre avvenute sotto la loro dirigenza (rigorosamente ottenuta a 24 anni: forse che nei primi anni ’80 per diventare dirigente bastasse fare le divisioni in colonna?), mentre l’audience è composto da figure junior impiegate a 1000 euro al mese in un’azienda che non ha budget manco per pagargli le ferie.
Mi sembra che i guru del blogging si scordino l’esistenza di una grandissima fetta della blog-torta, per comodità ribattezzata ” personal blog” che non ha l’obiettivo di monetizzare. Laddove monetizzare non significa necessariamente “attirare potenziali clienti”, ma anche “essere remunerati per dire la propria opinione” o “fare endorsement di sorta dietro compenso” (che è una maniera elegantissima per dire markette, spero si apprezzi la delicatezza) o “sfruttare il traffico del proprio sito per veicolare advertising” (ovvero inserire sul blog dei banner pubblicitari).
In altre parole, la maggior parte dei blog non è nata per vendere: esiste un numero incredibilmente alto di persone che hanno deciso di dedicare una quota del proprio tempo a produrre dei contenuti a titolo gratuito: riflessioni, humour, ispirazione e intrattenimento, prevalentemente. Molti di essi sono ben scritti, e io li seguo con piacere (alcuni li ho menzionati qui).
Ma molti altri -la maggioranza- fanno pietà. Queste persone non sono degli influencers, non vantano alcuna autorevolezza o expertise specifica, non sono dei professionisti del web né della scrittura. Sono letti da una manciata di cristiani, prevalentemente amici/parenti/altri blogger. I più evoluti hanno una fanpage Facebook con cui condividono i loro post, che a loro volta ottengono in media 3 likes e 1 commento, (quest’ultimo, solitamente, a opera di un corteggiatore delle scuole medie). Siccome io sono -di primo acchito, s’intende- una persona giudicante, mi chiedo con quale coraggio queste persone rendano pubblici i loro pensieri. Poi sopraggiunge la parte buona ed empatica di me -quella che nascondo accuratamente sotto strati di adipe e presunzione- e mi riempio di tenerezza pensando che dietro a quei post sgrammaticati e sconclusionati ci siano esseri umani che sentono, provano sentimenti, sviluppano pensieri e ubbidiscono all’istinto atavico di metterli nero su bianco.
Forse queste persone si sono date delle motivazioni sul perché continuino a scrivere: lo fanno per liberarsi, ma anche per ricordarsi, per rendere più veri i loro pensieri. Magari sono persone con velleità letterario-giornalistiche. Oppure si rilassano scrivendo racconti, e Carver manco sanno chi sia.
Il bisogno di fondo, però, è autoaffermarsi: non imporsi, ma dichiarare la propria esistenza, raccontare di sé nella speranza che a qualcun altro interessi, che la pensi allo stesso modo, oppure diversamente, e abbia voglia di discuterne. Non tutti hanno la pretesa di raggiungere un grande pubblico o si sentono vocati alla celebrità: ci sono blogger che scrivono nella speranza che una, e una sola persona, e proprio quella lì, legga le loro parole.
In ogni caso, si scrive per essere letti. Non credete a un blogger che dice di scrivere per se stesso.
Altrimenti, anziché un dominio, si sarebbe comprato un quaderno.
21 Comments
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Pinocchio non c'è più.
Aprile 7, 2015 at 12:34 pm
Cavolo oggi sei stata tecnica e professionale al massimo. Condivido in pieno il pensiero di fondo. (Anche se sono andato a cercare su Wikipedia il significato del 90% delle parole che hai scritto).
gynepraio
Aprile 7, 2015 at 1:04 pm
Ogni tanto sfodero il mio gergo lavorativo, così, per darmi un tono!
la funambola
Aprile 7, 2015 at 1:56 pm
anche io mi sono chiesta molte volte
1. perchè certe persone hanno un blog?
2. perchè io ho un blog?
Non ho trovato una risposta esaustiva per nessuna delle due domande, ma di sicuro concordo che si cerca un contatto. Ad esempio per me è ( oltre a chissà quali altre motivazioni) un modo per conoscere persone che hanno interessi molto simili ai miei, alcune delle mie amiche sono, appunto, carissime amiche, ma non potrei parlare con loro in modo costruttivo di moda etc. Ho un mio diario, ma a quanto pare mi interessa anche un confronto, opinioni di altre persone, discussioni…
gynepraio
Aprile 8, 2015 at 11:13 am
L’occasione mi sarà gradita per scrivere delle motivazioni per cui ho aperto un blog. Adesso sono pronta, prima no.
Marghe
Aprile 7, 2015 at 5:07 pm
Infatti io ho comprato un quaderno!
gynepraio
Aprile 8, 2015 at 11:14 am
Eppure qualcosa mi dice che saresti una brava blogger…
marghe
Aprile 12, 2015 at 10:18 am
Grazie per la fiducia ma NO, non lo sarei 😛
Però in effetti ci ho pensato per un po’ e ho letto tante tantissime cose sul tema, mi è rimasto molto interesse per il fenomeno ma da semplice utente…
marghe
Aprile 12, 2015 at 10:19 am
Ah, attendo con ansia nuovi consigli di arredamento degli interni!
ogginientedinuovo
Aprile 7, 2015 at 6:46 pm
Ok, vado a comprarmi un quaderno… Mi hai convinta.
gynepraio
Aprile 8, 2015 at 11:18 am
Il quaderno è geloso, elitario, possessivo. Va bene per le cose inconfessabili, o delicate, da proteggere. Tutto il resto, opportunamente vestito a festa, può diventare una storia, per il piacere di tutti.
seleapi
Aprile 8, 2015 at 3:22 am
io invece non sono del tutto convinta. non influenzo neanche l’opinione della mia cricetina, in dieci anni di blogging è già molto se ci ho ricavato un caffè offerto da qualcuno.. eppure credo ancora, sostanzialmente, di scrivere per me stessa (se blogspot non fosse gratuito, e se la scrittura a mano non facesse venire i crampi, probabilmente avrei comprato un quaderno).
Barbs LeCupcake
Aprile 8, 2015 at 10:35 am
haha stavo per scrivere praticamente le stesse cose 😉
ho un’idea romantica del blog, spero in un commento o nell’essere linkata a qualche terza parte, della serie “hey leggi qui! forse ti interessa” <3
Barbs
gynepraio
Aprile 8, 2015 at 11:25 am
A me non è mai successo che qualcuno linkasse un mio post nei commenti. Io invece spesso rimando a interventi altrui che ho trovato intelligenti, oppure suggerisco risorse. E’ la mia idea romantica della condivisione…
gynepraio
Aprile 8, 2015 at 11:21 am
Ehi, ma se hai scritto religiosamente per 10 anni, il tuo blog non può essere il surrogato di un quaderno, non ci credo! Al massimo, è l’embrione di un romanzo…
siboney2046
Aprile 8, 2015 at 7:52 pm
Non solo sei saggia, ma hai anche un’estrema delicatezza (molto apprezzata) nell’esprimere la tua saggezza!
gynepraio
Aprile 9, 2015 at 1:57 pm
grazie, ricciolidoro
Enrica
Aprile 9, 2015 at 1:11 pm
Grazie 🙂
Pingback: La noia, questa sconosciuta - Gynepraio
virginiamanda
Giugno 4, 2016 at 1:13 pm
Oh mon Dieu, mi sono vergognata tantissimo leggendo questo tuo post, in quanto ho scoperto di rientrare nella categoria “Blog che fanno pietà”…
me ne farò una ragione e annegherò il dispiacere in un bicchiere di Bordeaux.
Ok, magari una bottiglia.
gynepraio
Giugno 5, 2016 at 2:59 pm
Il tuo blog è invece ben scritto, niente affatto sconclusionato e originale. Non dire sciocchezze.
virginiamanda
Giugno 11, 2016 at 1:02 am
Grazie 🙂
(Però intanto la bottiglia me l’ero già bevuta)