
una vita di stenti e procrastinazione
- l’ansia di possesso, che ci porta a bramare l’inutile e riempire la nostra vita di impegni e pensieri non essenziali
- la resistenza alle abitudini positive tipiche di uno stile di vita sano: dieta, meditazione, attività sportiva, silenzio
- l’assenza di senso delle priorità e del tempo che scorre, che ci condanna irrimediabilmente a mancare l’obiettivo
- raccogliere il bucato, piegandolo con cura certosina
- stendere il bucato, eliminando attentamente le grinze
- svuotare la lavastoviglie, ivi incluso scrupoloso controllo dei bicchieri in trasparenza
- caricare la lavastoviglie, previa rimozione e re-incastro dei piatti impropriamente messi dentro da voi-sapete-chi
- spremere arance e apparecchiare la tavola per la colazione che manco la principessa Sissi di domenica
- riordinare la casa e raccogliere oggetti fuori posto di cui in condizione normale non noterei neppure l’esistenza
- raddrizzare quadri, sprimacciare cuscini
- ripulire cartella delle foto su Iphone
- rimpolpare cartella della foto su Iphone
- fissare muro
- ripassare vecchi successi di Nada e coreografie di Non è la Rai
- sfidare me stessa, riaprire il libro di matematica finanziaria e cimentarmi in uno studio di funzione
- varie ed eventuali
Quando voi-sapete-chi mi vede mettere in piedi tutto ‘sto teatrino, gli si riempiono gli occhi di una pena infinita, perché capisce che sto facendo di tutto per non uscire di casa. Allora s’intenerisce e cerca di prendermi con le buone “Dai, Vale, basta consultare quel manuale di botanica, lo scoprirai stasera come si potano gli alberi da frutto, che poi noi manco ne abbiamo uno, su, da brava, che se entri prima, torni prima e stiamo insieme”, tutto questo tirandomi delicatamente per la giacca fino alla porta, per poi spingermi fuori al momento giusto e sbattermi sul pianerottolo con un colpo secco. Me lo immagino che si richiude la porta alle spalle e tira un sospiro di sollievo all’idea che per 10 ore andrò a disseminare altrove la mia ansia di produttività inespressa.
Ma io sono furba come una faina e certe volte, per sfuggirgli e impedirgli di porre fine alla mia deriva procrastinatrice, mi chiudo in una stanza. So che mi sta cercando per casa, e che a breve mi troverà. E quando alla fine mi recupera e riesce a farmi uscire, tutto ciò che rimane di quei minuti di terrore sono 329 provini di orridi selfies che non vedranno mai la luce.
PS Manco a farlo apposta, su Zenhabits è appena uscito questo post: pura casualità? Noi non lo crediamo affatto.
giulia
Giugno 8, 2015 at 5:58 am
hahahahha idem!! Vestirsi e truccarsi mai, passiamo l’aspirapolvere e spolveriamo il cassetto delle posate che toh, è un po’ sporco
Lady V
Giugno 8, 2015 at 7:10 am
Hai descritto me, alla perfezione!
Barbs LeCupcake
Giugno 8, 2015 at 8:45 am
Mi riconosco al 100% nella tipologia MA solo quando si tratta di fare i bagagli. Il mio problema non è il “packing” ma il “picking” cosa portarmi dietro. E nel frattempo ho aperitivi, serate film, beach party, parrucchiere e ceretta, finire un libro, farmi le unghie,… e la valigia è ancora in cantina.
Barbs
http://www.300daysofengland.blogspot.com
Marghe
Giugno 9, 2015 at 4:30 am
Ho dato un’occhiata a quei siti ma non sono così masochista da seguirli!
Ti confesso che nella mia testa commento ogni tuo singolo post ma poi rimando la scrittura fino a quando mi sembra passato troppo tempo perché abbia ancora senso commentare 😛
A lavoro uso la tecnica procrastinatrice in modo efficacissimo, ogni giorno c’è un nuovo merdone che non ho voglia ma devo affrontare e nel frattempo faccio tantissime altre piccole cose… A casa invece sono un disastro, dovrei prendere appunti da te!
siboney2046
Giugno 11, 2015 at 7:26 pm
Mi ha stancato solo leggere cosa fai la mattina. Vorrei avere le tue energie (anche se poi tardi a lavoro!)!
Paola
Marzo 5, 2016 at 1:33 pm
Quando lavoravo di mattina entravo alle 9 e mi svegliavo alle 5.30 con la scusa che impiegavo 2 ore di tragitto auto. Facevo di tutto in casa anche guardare una puntata di Grey’s Anatomy e il momento di uscire era sempre un trauma. Ora esco alle 13.30 ed il procastinare/trauma è invariato. Il fatto è che adoro stare a casa e prendermene cura per cui mi giustifico così. You’re not alone!