Instamonth giugno 2015
Ah giugno, tu sì che sei un bel mese, mica come quella figasecca di aprile o quel voltagabbana di maggio. Ho fatto tante cose, foto, libri, auto, viaggi, fogli di giornale. Insomma, come accade solitamente con l’arrivo della stagione calda (capito, maggio? “Calda”, non “tiepida” come l’abbraccio prezzolato di una gattamorta arrampicatrice) mi è tornata la voglia di vivere, fare piani, rompere i coglioni, fotografare l’inutilità. Ecco a voi Instamonth giugno, il risultato di questo afflato di vitalità.
#FARECOSE
Sono andata al Torino Pride e ho anche scritto un post sul tema. Ho letto 2 libri e ne ho iniziati altri 2. Ho anche comprato due e-book di argomenti tecnici (branding-social-reserarchmarketing-business-something) per far finta di essere una giovane professionista up-to-date. Li leggerò in vacanza, durante i trasporti.

Dall’alto a sx: David Foster Wallace, Calvino, biglietti d’amore e transgender sfranta durante il #torinopride
#TRAVEL
Un po’ di trasfertine: sono andata a Roma per una conferenza stampa alla quale ho conosciuto, in ordine crescente di importanza, Miss Italia e Enrica Bonaccorti. Sì, lei, quella della 1° edizione di Non è la Rai: c’è mancato poco che la prendessi in disparte e le dicessi “Hai sbagliato tutto, amica, dovevi prendere me”. Sono andata (di nuovo) a Expo, ma soprattutto ho visto la Carmen in Piazza San Carlo a Torino, evento questo che mi ha riempito di aspettative puntualmente riversate in un post.

Dall’alto a sinistra: padiglione di Expo, tombini romani, la Carmen in piazza San Carlo a Torino, facciate in piazza della Consolata
#BLOG
Questo mese, bene ma non benissimo: 5 post contro un media di 4. A proposito, cosa sbaglio secondo voi? Cioè, come mai sono improduttiva e scrivo così poco? Forse perchè tendo a produrre articoli troppo lunghi e verbosi ed eccessivamente editati (cioè dei pistolotti, digiamogelo)? Dite che se scrivessi cose più snelle riuscirei ad essere più assidua? Se vi avanza tempo scrivetemelo nei commenti, ricambio in rotelle Haribo.
#FITNESS
Insieme al bel tempo mi è tornata anche la voglia di fare del movimento. Siccome sono una tipa temeraria sfido tutto: l’autocombustione, correndo al parco della Colletta con 39 gradi, ma anche l’assideramento, andando a camminare in Val Germanasca con 40 cm di neve e gli shorts. Sfido anche il buon gusto: mi concio come una giocatrice di basket e giustamente nessuno mi prende sul serio, infatti i runners che incrocio manco mi salutano.

Dall’alto a sx: corsa al parco della colletta di Torino, regina delle nevi, trekking in Val Germanasca, aspirante playmaker dei Chicago Bulls
#FOOD
Questo mese ho cucinato poco (ma mangiato parecchio, sostiene la bilancia). Solo 3 dolcini innocenti, e 14 kg di polpette, il comfort food di voi-sapete-chi.

Dall’alto a sinistra: plumcake di carote e zenzero, torta di mele, piovono polpette, doppio clafoutis di ciliegie
#HOME
Anche a casa si sono fatte cose: per vendicarmi della sconvolgente bruttezza del ramo secco africano impostomi da voi-sapete-chi, ho comprato da Tiger un inutile libro fotografico di Yoko Ono (foto più brutte delle mie, non aggiungo altro) e un numero non meglio precisato di creme e maschere all’argilla. Siamo stati coinvolti nella cena di condominio (che, contrariamente alle assemblee, non è stata affatto spiacevole) svoltasi nel cortile, sotto i nostri fili del bucato e le scarpe stese.

Dall’alto a sx: libro fotografico, lavaggio delle scarpe, new entries in bagno, pianta morta non voluta da me, beauty farm in bagno, cena di condominio in cortile
#TBT
Piccoli omaggi a India e Indonesia, e soltanto due momenti imbarazzanti: io che rivelo -a soli 15 mesi di età- cosa penso realmente delle espadrilles e che anticipo una indole da automobilista finta-tonta, utilissima nel suscitare imbarazzo e colmare di pena gli occhi dei carabinieri ai posti di blocco.

Dall’alto a sx: espadrillas e perplessità, mercato fluviale nel Borneo, modella di sari in India, primo bolide
#OOTD
Per chi si chiedesse cosa diavolo ho fatto in 3 giorni, la risposta è: selfie. Non sono orgogliosa di questo roboante rigurgito narcistista, ma giugno è un mese che invita a tirare fuori vestitini e prendisole, blusine scollacciate, canotte da vrenzola e collane ornate di uccelli, e soprattutto a bere acqua e granatina gettate a 90 sulla penisola della cucina.

Dall’alto a sx: pigiama con volants color sciroppo di granatina, collana discreta, grigiore, matchymatchy con l’auto, blusa bianca finto virginale, tappezzeria anni ’60, collana della LIPU, blusa campagnola, finalmente un po’ di color ruggine, vestitino vintage crivellato dalle tarme
Ne avete abbastanza, probabilmente. Ma se invece così non fosse, seguitemi su instagram (@gynepraio) e…che dire per non essere overpromising? Ne vedrete di cotte e di crude? Ne vedrete delle belle? Diciamo che qualcosa vedrete, ecco.
5 Comments
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la funambola
Luglio 8, 2015 at 9:01 pm
a me piacciono i tuoi post ( e ho una particolare predilezione per i riassunti, penso si noti dal fatto che mi ritrovo sempre a commentare questo), non so se ti verrebbe naturale fare post più spesso. Credo che tu scriva non perchè hai una scaletta rigida da seguire, quindi scrivi in modo naturale, sarebbe da vedere che tipo di post riusciresti a scrivere per raggiungere il tot. mensile, se ti danno soddisfazione!
ps ho tentato di evitare la ripetizione della parola post ma è stata una battaglia persa
gynepraio
Luglio 10, 2015 at 9:29 am
Il fatto che io non abbia un vero e proprio piano editoriale è evidente, anche perchè sono una blogger della domenica! Il problema è che se io ho tempo, e mi siedo, sono in grado di scrivere e approfondire anche per 5 ore consecutive. Insomma, mi manca il tempo.
Se ci fosse un benefattore misterioso tipo Papà gambalunga che mi passa un mensile e mi permette di stare a casa, produrrei un post al giorno. Che bella vita sarebbe.
marghe ✿
Luglio 9, 2015 at 3:16 pm
Secondo me non stai sbagliando niente, a me piace il tuo stile e sicuramente leggerei volentieri post più frequenti ma mi dispiacerebbe se il prezzo da pagare fosse un calo nell’accuratezza o la comparsa di refusi.
Se scendessi a meno di un post a settimana temo che finirei per distrarmi e seguirti meno ma non è necessario aumentare il numero se la qualità è buona e c’è interazione giusto?
gynepraio
Luglio 10, 2015 at 9:24 am
Temo che scrivere più spesso implicherebbe lavorare di notte e quindi fare errori sintattici a volontà.
Ciò non toglie che vorrei anche sperimentare altri modi di comunicare, appunto tipo post brevi e molto “focalizzati”, anche un po’ lapidari secondo me. Ci sono alcuni blogger che secondo me sono maestri in quest’arte, e la sintesi torna utile in molte occasioni.
Ci penserò.
Lucurucu
Luglio 12, 2015 at 2:53 pm
io ti leggo da poco ma mi piaci un sacco, verbosità e tutto… ché tanto di blog in stile comunicati stampa ce ne stanno già un sacco in giro