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By gynepraio1 Febbraio 2016In Personale

meno focaccelle, più bagel

Ho lavorato per oltre 5 anni come product manager in una azienda alimentare e con la tronfia presunzione degli addetti ai lavori vi posso dire che replicare industrialmente degli alimenti nati per essere freschi è molto difficile. Ricerchi, ingrassi 4 kg a furia di assaggiare i prodotti della concorrenza, lavori tu e fai lavorare le persone in R&D, blocchi la produzione per fare i tuoi esperimenti e alla fine ottieni una cosa che è solo la pallida copia di ciò che avevi in mente: la pastorizzazione l’ha reso opaco, il sottovuoto l’ha deformato, il trasporto l’ha spiaccicato. Però, come si dice in gergo marketing, se non ci provi non lo saprai mai. La maturità professionale non sta nel boicottare preventivamente le proprie idee brillanti, ma nel rendersi conto, sempre ricorrendo al gergo marketing, quando esse sono delle cagate pazzesche.

bagel

Per questo io non inveisco contro i produttori quando s’incaponiscono su prodotti che sanno di fallimento lontano 10 km, anzi do sempre loro una opportunità: purtroppo è spesso fiducia mal riposta. Caso da manuale: la prima volta che ho aperto una focaccella Mulino Bianco sono stata assalita da un odore di alcol e di azoto che avrebbe stordito un uomo di 90 kg, per non parlare del gusto e della texture. Insomma, la mia chance l’hanno ricevuta, ma al banco di prova hanno fatto pietà e quindi mai più.

Ma io dico, amici di Barilla, i bagel che male vi hanno fatto? Sono semplici, durano, sono facili da conservare, non contengono olio di palma quindi non vi mette in croce nessuno, il 90% delle volte vengono tostati quindi non serve che siano ipersoffici, non dovete fare le monoporzioni né spremervi il cervello con ricerche di naming (anche perché se poi dovete chiudere a chiave 16 copywriter in una stanza per tirare fuori la parola “focaccelle”, anche no) . Sono trendy, sono instagrammabili, almeno per ora non c’è concorrenza (certo, non è come da Walmart che ne propone uno zillione). E voi cosa fate? Le cazzo di focaccelle. Allora non vi interessa il successo, scusate se ve lo dico!

Bagel: come li mangio?

Io ho vissuto un anno negli USA e, almeno 5 volte a settimana, mangiavo un bagel. Mi sono fatta una cultura. A colazione, con il Philadelphia, oppure burro d’arachidi e marmellata Smuckers al mirtillo, accompagnati da yogurt e succo d’arancia. A cena, con hummus&pomodori, oppure prosciutto di Praga&formaggio a fette, oppure con una frittatina di funghi&cipolle, accompagnati con chips tipo San Carlo Rustiche e cetriolini sottaceto (ndr: per gli Yankee, le patatine San Carlo costituiscono regolare contorno vegetale al pari dei broccoli bolliti).

bagel salmone

Il mio favorito

Il mio favorito -che ovviamente al ristorante del college non era presente perché troppo chic- è con formaggio spalmabile (da me aromatizzato al pesto), salmone scozzese affumicato, erba cipollina e spinaci crudi (a Torino, da provare quelli di Barbiturici). Questo è stato il nostro brunch di domenica, che peraltro abbiamo consumato in 16 minuti perché Michele alle 12:30 doveva appartarsi a vedere Chievo-Juventus.

bagel tavola

1 solo bagel a testa? Sì, è saziante.

 

Bagel: quali sono i contro dell’operazione?

Probabilmente in questo momento non sono molto lucida. I bagel mi danno quella botta glucidica che è quanto di più simile alla felicità mi venga in mente. Ma, facendo ricorso a quel poco di razionalità che mi resta, eccoli qua.

  • vanno conservati in frigo. Il che, se avete un minifrigo da seconda casa, potrebbe non essere l’ideale visto che (vedi punto seguente)
  • ne dovete acquistare almeno 12 per volta (confezionati in sacchetti da 4). Vi rassicuro: il rischio di buttarli è remoto. Dd esempio, i miei sono stati prodotti il 25 gennaio e scadranno il 25 febbraio. Anche qualora 12 bagel in 30 giorni fossero troppi, potete sempre mettervi d’accordo con qualche amico/a, dimezzare i costi di spedizione e godere il doppio.
  • non sono particolarmente buoni a temperatura ambiente, quindi non si prestano al consumo fuori casa. Il trucco è tagliarli a metà, tostarli leggermente, guarnirli e mangiarli poco dopo.
  • il costo di 83 cents a bagel non è bassissimo, ma visto che finora li mangiavo fuori a botte di 10 euro al piatto non è neppure troppo. Se li facessi in casa, si tratterebbe di una preparazione di difficoltà media e lunga durata: 30 minuti di impasto + 2 ore di lievitazione + 30 minuti di (doppia) cottura*. A scriverlo, mi è già passata la voglia. La fame, quella no, mai.

 

*”Meno focaccelle, più bagel” non è un articolo sponsorizzato

 

svgDiscovery Channel Gennaio 2016
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svgInstamonth gennaio 2016

7 Comments

  • AliceOFM

    Febbraio 1, 2016 at 4:20 pm

    Prima volta che ho assaggiato un bagel è stato solo un paio di anni fa, in una specie di bar/torteria vicino al Valentino. Amore a primo morso.
    Invece le mie papille non hanno mai incontrato le focaccelle, anche a causa del “saranno soffici anche domani…e dopo, e dopo, e dopo” (e poi il bambino doppiato da un’inquietante voce troppo adulta mi fa paura).

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    • gynepraio

      Febbraio 2, 2016 at 4:50 pm

      Alice non cadere nella trappola delle focaccelle. Praticamente uccideranno la tua infanzia.

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  • la funambola

    Febbraio 1, 2016 at 9:46 pm

    adoro i bagels e concordo, li fanno pagare troppo ( almeno a milano, già farciti!!) e quello liscio costa 1,50 -.-
    cmq. Grazie per avermi dato l’idea di cosa mangiare di secondo stasera, non ho mai mangiato frittata con funghi e cipolla. Ho mangiato le mazze di tamburo in frittata, ma non avevo mai considerato altri tipi di funghi 😀 grazie grazie!!

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    • gynepraio

      Febbraio 2, 2016 at 4:49 pm

      Com’è andata? Sti funghi hanno dato soddisfazione?

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  • Koala - http://koalainnamorato.iobloggo.com

    Febbraio 2, 2016 at 5:08 pm

    Mmmm….ho già l’acquolina! E confermo che mia figlia seienne schifa le Focaccelle ed ora mi spiego il perché. OT. Vicino al mio ufficio hanno aperto un locale specializzato in toast, JOHN TOAST. ed io che modestamente mi blasonavo del fregio di Regina Dell’Universo di Cene a Base di Toast Multiformi mi domando: ma ci si può “specializzare” in toast..? Capisco il bagel, ma il toast…?? E sono curiosissima di sapere come vedi tu questo tipo di locali a tema (oddio…) che pare stian spuntando come funghetti qui a Sabaudolandia. enjoy your meal!

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    • gynepraio

      Febbraio 2, 2016 at 5:20 pm

      Ho appena dato un’occhiata a Capatoast -che comunque non è un brutto nome!- che credo sia simile e il menù è molto attraente.
      Forse nel toast ci sta l’impossibile, siamo noi a incaponirci su prosciutto e sottiletta.
      A me i ristoranti a tema, sulla carta, piacciono molto e vorrei andarci spesso (in verità vorrei andare più spesso al ristorante, ed essere ricca e magra come una ereditiera russa). Ma alla fine, quelle sporadiche volte che vado al ristorante, poi non scelgo uno di quelli, ma un luogo normale dove fanno antipasti, primi, secondi, dolci. Vuole dire qualcosa per forza.

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      • Koala - http://koalainnamorato.iobloggo.com

        Febbraio 8, 2016 at 4:36 pm

        Capatoast è veramente carino! John Toast (anziché Wayne..?) un po’ meno. Ma ce l’ho sotto il naso, dovrò provarlo per forza…anche per diversificare la mia offerta casalinga che almeno una volta a settimana coincide con la parola cena;-)
        E personalmente la penso come te, w antipasti, primi, secondi, tutto ma non il mono-tono-piatto….:-D

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