Film con attrici attempate
A me piace guardare i film a grappoli, diciamo. Dico “mi piace” ma è una cosa che tende a capitarmi, senza che io me la vada propriamente a cercare, come delle sincronicità jungiane. Mi era già accaduto in passato, in questo, questo e questo caso.
É un caso che abbia visto 3 film al cinema con attrici attempate? Sarà colpa del recente 34° compleanno, ma il mito della gioventù e della freschezza a tutti i costi mi ha stancato. Quando trovo dei modelli femminili più venerabili, rispettabili, completi, veramente aspirazionali mi viene da pensare: “magari fossi così”. Comunque, tranquilli, ancora non sono scema o peggio ancora ipocrita: se mi chiedono a chi vorrei somigliare vita natural durante risponderei Emily Ratajkowski con le tette ad alzabandiera, mica Charlotte Rampling con le rughe d’espressione. Sto solo familiarizzando col concetto, ecco.
FILM AL CINEMA con attrici attempate: LA CORTE
Questa produzione francese racconta di come durante un processo nasca una elegantissima storia d’amore tra il presidente della corte d’appello e una dei giurati, che si scoprirà essere un medico che in passato ha curato il presidente.
Il presidente, ragazzi, il presidente! É Fabrice Luchini che secondo me è perfetto. Ha quella faccia (e quei denti, soprattutto) che sembra sempre che si stia per mettere a ridere, eppure gli altri personaggi del film insistono nel presentarlo come un orso serio, freddo, severo e manipolatore. E invece il nostro è un affabulatore elegante e un corteggiatore delicato. L’oggetto del suo amore non è una porno-infermiera vestita tipo Angela Cavagna, ma una elegante e sobria dottoressa ultraquarantenne di origine danese (come l’attrice,Sidse Babett Knudsen, del resto) con qualche ruga, che parla a voce bassa e sorride abbassando gli occhi.
Le vicende private di questa coppia in formazione si intrecciano con quelle del processo: ci sono gli interventi di imputati, testimoni, avvocati difensori, periti. La storia piacerà a molti: sia ai giuristi sia ai non giuristi. Io appartengo alla seconda categoria, e sono rimasta deliziata da alcuni interventi del protagonista sul compito della giustizia e del giudice. Cose che ignoravo, perché a parte gli esami universitari obbligatori, non mi ero mai veramente interrogata in merito. Soprattutto, ammetterete, sentirle spiegare da Luchini non è mica come sentirsele dire da quel cariatide in decomposizione del mio professore di diritto pubblico.
FILM AL CINEMA CON ATTRICI ATTEMPATE: LA COMUNE
Film danese, presumo ambientato nei dintorni di Copenhagen negli anni ’70, parla di una coppia che decide (per le evidenti pressioni di lei, un tantino annoiata dalla routine matrimoniale sempre-io-e-te-te-e-io) di trasformare un villone ricevuto in eredità in una comune, dove inviterà a vivere amici e sconosciuti.
Ma è una comune abbastanza borghese, scusate se lo dico: non è che pratichino l’amore libero come Ruggero e Fiorenza di Un sacco Bello. Fanno lavori normali (l’architetto, la giornalista TV), le coppie dormono nella loro stanza, hanno figli e li mandano alle scuole normali. L’esperimento è bellino, porta con sé alcune quelle cosucce divertenti e tipiche del vivere insieme (fare il bagno nudi e consumare chiassose colazioni intorno al tavolone) e sembra funzionare. Non dimentichiamoci che si tratta di danesi, scandinavi, tra le genti più civili e openminded del mondo: così openminded che quando il fondatore si fa un’amante giovane&bella, essa viene invitata dalla moglie-rivale a vivere con loro. Capito, il maritino noiosetto? Gli dai un dito e quello stronzo si prende il braccio.
La nostra moglie di mezza età, interpretata da Trine Dyrholm, è troppo civile, troppo scandinava, troppo openminded per rimangiarsi la parola e dirgli “levati dal cazzo e trovati uno scannatoio, tu e quella sgualdrina con la metà dei tuoi anni con cui dormi nel mio letto”. E allora cosa fa? Impazzisce di amore, odio, gelosia. Ma con una eleganza d’antan.
FILM AL CINEMA CON ATTRICI ATTEMPATE: grandma
Un bel film americano dove non c’è una splendida ultrquarantenne ma una nonna: Lily Tomlin, infatti, si avvicina alle 77 primavere. Nel film le ha tutte: è incattivita, lesbica, vedova, squattrinata, madre di una figlia che la malsopporta, nonna di una nipote minorenne incinta e in procinto di abortire.
Tutte le vicende si svolgono nel pomeriggio precedente l’interruzione di gravidanza e sono sostanzialmente la raccolta dei fondi necessaria all’operazione. Nell’impresa -che fa molto ridere- i pregi e i difetti di Grandma vengono fuori: è una donna forte, disinibita, libera nel pensiero e nelle azioni, ma spesso aggressiva e misantropa, con una tendenza a recidere rapporti o non risolvere situazioni ambigue. Diversissime, sua figlia, carrierista e borghese, e sua nipote, fragile e insicura. In buona sostanza, dalle sessantottine passando dalle yuppies arrivando fino alle beliebers, sbagliano tutte. Molto, molto piacevole. Sarà per questo che è uscito in 3 sale clandestine di cui una a Mordor, una a Fantasia e l’altra a Frabosa Soprana?
giulia
Aprile 11, 2016 at 10:29 am
tutti e tre da tempo sulla mia lista! Il primo che vedrò è grandma perché dal trailer mi sembrava proprio divertente (e dopo avere visto lei in Grace&Frankie ho scoperto che è una super attrice con una super carriera alle spalle!)
gynepraio
Aprile 11, 2016 at 11:16 am
Grace&Frankie è l’unica serie che comincerei in questo momento. Ma io ho problemi con le serie, anzi con i telefilm, come li chiamiamo noi vecchie dentro, e quindi rimando, rimando, rimando.