Discovery Channel Maggio 2016: Soya Drink alla vaniglia Vivo meglio
Io sono una fan dei Discount, e non dell’ultima ora. Ancora mi ricordo quando tutti avevano paura che mangiando quel cibo ti venisse un terzo occhio in mezzo alla fronte e io, invece, vi avevo già ampiamente individuato i dolcetti perfetti per abbattere la fame chimica pomeridiana. Anzi, io nei confronti del Lidl ho un debito morale: quando ero in Erasmus, per un errore valutativo che non starò a spiegarvi perché sarebbe solo un inutile sfoggio di deficienza, rimasi con 50 euro sul Conto Corrente che dovetti farmi bastare per tre settimane (cioè prima che i miei genitori mi fornissero nuovi fondi, come da accordi presi prima della partenza). Riuscii a rifiutare le profferte di strozzinaggio delle mie coinquiline, non morire di fame e mangiare 3 volte al dì (e avanzare 15 euro per una ceretta d’urgenza in occasione dell’aneddoto n.3 raccontato qui!) solo grazie ad un Lidl sotto casa. Per cui, se appartenete alla frangia di chi non frequenta i discount per principio, sappiate che ho degli elementi di natura logica per far crollare il vostro castello di pregiudizi. Ma non è di filiera che voglio parlare, bensì del fatto che mi sto drogando di questo Soya Drink alla vaniglia che trovo presso le insegne MD e LD (fanno parte dello stesso gruppo) e che ha una serie di innegabili pregi.

Ottimo con fiocchi d’avena, muesli e cornflakes
Prima di tutto, sa di vaniglia -per esattezza, sa di Danette- quindi se ci mettete dentro i fiocchi d’avena che sanno di biada, ne esce un porridge dolce e gustosissimo. In secondo luogo, costa circa 1,90€ al litro, quindi decisamente meno rispetto alle altre bevande di soia aromatizzate di buona qualità (essenzialmente Alpro, perché Valsoia non la prendo nemmeno in considerazione).
Ho anche fatto un rapido confronto calorico/nutrizionale con Alpro e Provamel (che è il brand biologico di Alpro venduto nei negozi di alimentazione naturale): non ci sono scostamenti da segnalare, sono tutti gluten free,contengono tutti zucchero.
Costo: 1,90 euro per 1 litro
Discovery Channel Maggio 2016: Vipera delle pellicine
Quello delle pellicine è un problema per me abbastanza annoso: ma non credete, non è che io ne abbia tante! Io più che altro sono titolare di una produzione di pellicine su scala industriale. Le mie pellicine, se me le pagassero a peso, varrebbero più di uno chalet a Cortina d’Ampezzo. Se fossero commestibili, risolverebbero i problema della denutrizione in Rwanda. Se fossero bambini, ripopolerebbero le steppe della Mongolia. Se i miei capelli crescessero quando le mie pellicine, sarei la testimonial di Bioscalin.
Se non tengo a bada le pellicine, le mie unghie, di per sé abbastanza tozze, diventano sempre più piccole, sempre più insignificanti, sempre più brutte. E non ditemi che basta spingerle indietro con il bastoncino in legno, perché le mie pellicine sono più resilienti di Ercolino sempre in Piedi, e nel tempo di un amen si sono riassestate nel punto da cui le avevo sfrattate. La soluzione, per me, è tranciarle via di netto con la vipera.

Prima magari ammorbiditele con l’olio Mavala, o con olio di mandorle
A quanto pare, il vero nome di questo oggetto è “rimuovicuticole”. Nome che trovo orribile, al pari di svuotatasche o portaoggetti. A me fa pensare alla lingua di una vipera, e da sempre la chiamo così. (Ma in fondo, cos’è un nome? Quella che chiamiamo “vipera” anche con un altro nome taglierebbe via le pellicine altrettanto bene). Sapendo che è uno strumento quasi chirurgico e che io sono maldestra quanto Topolino Apprendista Stregone, la domanda da fare è: ti sei tagliata? Sì, ma solo all’inizio, poco e pochissime volte (sicuramente meno volte rispetto a quando usavo questa arma bianca.) Il segreto, come mi hanno spiegato, è “percorrere” la lunetta dell’unghia in 2 fasi e sempre con moto centrifugo: dal centro dell’unghia verso destra, poi dal centro dell’unghia verso sinistra. Se non peccherete di ὕβϱις sfidando gli dei e tentando di fare a) tutta l’unghia con un solo movimento oppure b) un moto centripeto, non si farà male nessuno. Parola di Valeria Manidimerda.
Costo: 2,90 euro da Kiko
Discovery Channel Maggio 2016: Applicazioni/servizi di home office
Ne avevo parlato velocemente su Snapchat una volta in cui, incazzata come un puma, mi era toccato difendermi dall’ignominiosa accusa di non aver pagato un ticket per un pronto soccorso di cui ho fruito presso l’ospedale CTO di Torino nel lontano 2013 (che è un ospedale con un buon reparto di ortopedia: infatti ci ero andata perchè mi ero fatta male- di nuovo? che strano!- sullo snowboard). Nemmeno per un secondo ho pensato di non aver pagato, perché notoriamente io ho paura della Pubblica Amministrazione, del Fisco, dell’Agenzia delle Entrate e di Equitalia, del Ministro delle Finanze e pure dello sceriffo. Quindi, recuperata l’attestazione di pagamento dai miei dossier magici, si trattava solo di farla pervenire a quella gente di malafede.
Per scansirlo, ho scaricato l’applicazione gratuita Camscanner, che funziona esattamente come un normale scanner con la fotocamera del telefono, sia per file monopagina sia pluripagina. Converte in jpg o pdf, con un solo limite: inserisce in basso a destra un watermark “scanned by Camscanner”, cosa che, come potrete intuire, a me risulta del tutto indifferente. Per inviarlo, visto che il Sistema Sanitario italiano pensa che l’email sia stregoneria e che se -pazzo!- scarichi un allegato, la sera stessa a mezzanotte ti appare la Madonna che parla al contrario in aramaico, ho dovuto fare un fax. Ma dove cazzo siamo, nel 1998? A Beverly Hills 90210? Siccome non avevo nessuna intenzione di scendere in tabaccheria ho testato Faxalo, un servizio che -previa registrazione- consente di mandare gratuitamente fino a 3 fax al giorno (ricevendo la relativa conferma di invio). E anche questa volta, ho salvato la mia reputazione e non verranno a pignorarmi il cassettone della nonna.

Visto com’è anni ’90 il logo Faxalo?
Costo: gratuito
9 Comments
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giulia
Maggio 30, 2016 at 10:31 am
come sempre bel post:
– in erasmus facevo spesa solo alla LIDL e con 10 euro alla settimana avevo abbastanza da mangiare per due persone (ok, forse quei 10 wurstel a 1 euro non erano il massimo ma sono ancora qui)
– stesso problema di cuticole e unghie tozze ma ammetto che ho smesso di tagliarle (se vado a fare la manicure dico all’estetista di fare lo stesso) su consiglio di mia nonna 86enne che non le ha mai tagliate in vita sua e ha mani assolutamente perfette. Non sono sparite ma tengo duro per vedere che succede e poi è una schiavitù in meno (basta tenerle idratate! Uso anche io il tuo olietto, oppure un aggeggino di Essence che secondo me è più idratante perché al posto del pennellino erogatore ha una specie di spugnetta, tipo applicatore del gloss)
gynepraio
Maggio 30, 2016 at 6:54 pm
Ogni tanto le spingo indietro con la spatolina assassina, ma poi si riposizionano al punto di partenza e mi viene l’omicidio nelle mani
Anna
Maggio 30, 2016 at 10:56 am
Adoro le tue discovery! Sarebbe bello leggere un post di “consigli sugli acquisti” al discount. Io, ahimè, faccio parte degli scettici e riesco a comprarci pochissimissime cose!
gynepraio
Maggio 30, 2016 at 6:51 pm
Sotto vedi già altri suggerimenti di Michela relativi al Lidl, ma il suggerimento è di provarli perché alla fine l’investimento è talmente limitato che non andremo in rovina per così poco…
Per andare ancora più sul sicuro, puoi anche partire da prodotti monoingrediente, tipo: farina, zucchero, sale fino e grosso, burro, che sono spesso di produzione nazionale e difficilmente sono deludenti!
Micamichela
Maggio 30, 2016 at 6:28 pm
Io ho comprato il latte di riso al Lidl, mi pare fosse la stessa marca ma non sono sicura, ma forse era una promozione perché ricordo di averlo pagato meno di 1 euro ed era buono. Ma soprattutto, faccio scorta dei miei cereali preferiti della Crownfield che sono buonissimi e hanno lo zucchero tipo al quinto posto, che è un miracolo per i cereali da colazione.
Oltre poi all’abbigliamento da palestra.
gynepraio
Maggio 30, 2016 at 6:44 pm
Io amo il Lidl ma non ne ho uno davvero comodo e vicino a casa. Negli anni ci ho comprato anche degli elettrodomestici tipo minipimer, bollitore, fruste per la panna, e li ho ancora dopo 10 anni. Affidabilità tedesca, insomma.
Micamichela
Maggio 30, 2016 at 8:22 pm
Ma sì, diciamo che non compro carne o pesce, anche perché il nostro responsabile Quality mi ha detto delle cose, però i secchi finché vuoi.
La Strega
Maggio 31, 2016 at 12:03 pm
Mmmm… CamScan la devo provare! Potrebbe risolvere parecchi dei miei problemi. Com’è la qualità dei documenti ottenuti?
Io confesso di non essere una grande fan delle bevande di soia (altra cosa è il latte di mandorla), ma questo lo provo! Hai ragione, a volte siamo troppo scettici nei confronti dei discount, non ricordandoci, probabilmente, che i responsabili di ciò che mettiamo nel carrello siamo noi, con tutta la pigrizia del non leggere le etichette.
Tutti gli uffici pubblici hanno questa fobia inspiegabile verso le e-mail! Pensa che, quando lavoro per la Grande T e devo presentare la richiesta per il mio compenso, devo farlo in formato elettronico sul server nuovo di pacca che si sono fatti fare. Fatto ciò – e attenzione, perché qui c’è del genio – devo stampare la ricevuta che attesta la presentazione della richiesta e portarla a mano all’ufficio competente. Lì, manco il fax. -.-‘
gynepraio
Maggio 31, 2016 at 12:19 pm
La qualità è assolutamente decente, prova a scaricarla -tanto non costa nulla- e scansire un documento qualsiasi (sappi solo che il watermark in basso a destra, nella versione free, non è eliminabile!).
Quanto al fare la spesa e confrontare le etichette, beh, è la sola e unica azione “probatoria”. Oltre al gusto, ma quello ovviamente è soggettivo!