
Il piacere di fare le cose da soli
Qualche giorno fa, ho letto questo articolo molto interessante apparso su Il Post, che affronta un argomento che mi sta molto a cuore: la solitudine, intesa come “fare le cose da soli” ma anche sviluppare una indipendenza di pensiero tale da riuscire a gestire il proprio tempo in libertà senza diventare (o credersi) vittime del giudizio degli altri.
Ci sono cose che prediligo fare da sola semplicemente perché mi vengono meglio: ad esempio, durante lo shopping amo assecondare i miei riti e ritmi che -lo riconosco- possono essere pesanti per il prossimo (iter classico: passo e ripasso svariate volte dinanzi allo stesso capo, lo afferro e lo poso a più riprese, lo provo facendo le faccette, dico che lo prendo e poi arrivata alla cassa, dopo 20 minuti di coda, scappo via mollandolo a terra perché mi è apparsa la Madonna nera di Czestochowa ordinandomi di fare così).
Ho sempre studiato da sola, per analoga ragione. In palestra, quando la frequentavo, ci andavo da sola. Ho provato, in alcuni casi, anche a “forzarmi” un po’, alzare l’asticella e provare alcune esperienze: ad esempio, quando ero in Erasmus ho fatto alcune gite da sola, per visitare luoghi dove nessuno mi avrebbe accompagnata. Un’altra volta, ho fatto un viaggio di una decina di giorni in Canada dove sono stata sola per oltre metà del tempo. Non mi è piaciuto molto, devo dire. Non mi piace pianificare gli itinerari urbani, perché non ho senso dell’orientamento. Non amo uscire la sera da sola, a causa di una sovraesposizione ai film-dossier di Italia1 che tanto andavano negli anni ’90. Quelli che parlavano di stupri, scippi, rapimenti, furti d’identità, organi sottratti e cadaveri di bambini ritrovati nel fosso senza le cornee.
I viaggiatori solitari sostengono che lungo il percorso incontrano molti altri consimili e che la vera solitudine è merce molto più rara di quanto si pensi. Inoltre, l’onere “organizzativo” è ampiamente compensato dalla libertà di scelta, deroga e improvvisazione. Sono una categoria che mi affascina tantissimo, ma temo non sarò mai con autentico piacere una di loro. L’idea di fare il giro del mondo da sola mi eccita molto meno rispetto a progettare un viaggio con un’amica, con il mio fidanzato o, alla peggio, con un team di sconosciuti tipo Avventure nel Mondo. Desidero una parvenza di condivisione-mutua sopportazione-comprensione reciproca, che tra l’altro si manifesta in un modo molto cameratesco: in viaggio, anche in compagnia, sto spesso zitta e mi faccio i fatti miei.

Come mi sento io quando sto tre giorni in viaggio da sola
Ma -a parte il viaggio- esistono attività per le quali la presenza di altri non costituisce un boost, ma che in molti non fanno perché convinti, a priori, che sia meglio viverle “insieme a”. L’articolo parla appunto di un esperimento condotto da due docenti di marketing, volto a misurare il piacere provato dai partecipanti nel fare le cose da soli rispetto a farle in compagnia: nella maggior parte dei casi, non c’è beneficio. Senza ricorrere a metodi di valutazione scientifica, volete veramente farmi credere che una mostra di Matisse diventi davvero più bella se ci andate con un amico? A meno che costui non sia un esperto di arte contemporanea in grado di teletrasportarvi nel suo Atelier Rosso, probabilmente indosserete le audioguide e non vi direte nulla. Oppure ognuno girerà tra le opere secondo il proprio ritmo, e vi ritroverete poi al bookshop per commentare la bruttezza dei souvenir. Idem per un film, o uno spettacolo teatrale, e in generale per tutte le attività silenziose che, eventualmente, si possono condividere a posteriori.
Non voglio recitare il ruolo della misantropa, ma la verità è che in molti casi gli altri non solo non sono realmente utili, ma costituiscono una zavorra bella e buona. Ad esempio, negli ultimi mesi in cui sono stata in maternità mi sono dedicata a esplorare lo street food cittadino -che bazzicavo poco visto che da anni lavoro in una zona molto decentrata e raramente pranzo in centro-: se avessi aspettato di avere compagnia per farlo non sarei minimamente riuscita a testare tutti i posti in cui sono stata, con i miei tempi e assecondando le mie gravidiche voglie. Due anni fa mi sono messa in testa di correre 5 e poi 10 km, e sarebbe stato impossibile vincolare qualcun altro al mio schema di allenamento (anche se fosse stato molto più bravo e motivato di me!). Come raccontavo qui, evito di portarmi dietro Michele ai matrimoni di persone che lui non conosce: sarebbe una piaga perché lui non ne guadagnerebbe niente mentre a me la sua noia, anche se dissimulata, rovinerebbe la festa.
Eppure, in diverse occasioni ho rinunciato a fare una cosa perché non ho trovato adeguata compagnia e me ne sono pentita assai. Sabato scorso non ho approfittato della Notte Europea dei Musei e non sono andata (gratis!) al Planetario, dove desideravo recarmi da tempo, perché non ho trovato nessuno che volesse accompagnarmi, e mi sono nascosta dietro la scusa che avevo mal di stomaco: che è appunto una scusa perché è un mese che ho sempre mal di stomaco, e distrarmi visitando un museo nuovo mi avrebbe solo aiutato a farlo passare. Analogamente, nelle vacanze di Natale non ho visitato la mostra di Vivian Maier, perché Michele ha lavorato diversi giorni e non si è voluto/potuto unire, quando in realtà dovevo approfittare proprio dei giorni in cui era impegnato per saltare sul primo regionale in partenza.

Accidenti a me e al fantasma del Natale passato
In questi casi -quando la motivazione vacilla un po’- la soluzione che funziona su di me è inserire il pilota automatico, puntare la sveglia, fare la borsa e preparare i vestiti sulla sedia. Perché poi, superato quello scoglio iniziale di pigrizia e buttato il cuore oltre l’ostacolo, sono ipersoddisfatta della mia scelta.
L’articolo parla del pregiudizio -molto maschilista- che una donna persona che va al cinema da sola sia una creatura triste e solitaria, che puzza di broccoli bolliti e moquette pisciata dai gatti. Non credo di essere migliore della media nazionale, ma vi assicuro quando vedo esseri umani intenti a fare le cose da soli io li ammiro, vorrei segretamente essere come loro, ne invidio il coraggio e la consapevolezza.
Molti di noi sono (auto)convinti che la solitudine attiri gli sguardi costernati del prossimo: per quanto mi riguarda, questo “effetto riflettore” è veramente uno delle peggiori piaghe della società moderna, perché è socialmente invalidante e profondamente egoriferito. Ma davvero credete la gente si crucci per voi? Io spero di non peccare di eccessiva fiducia nel genere umano, ma davvero non mi riesce di immaginare una persona intenta a struggersi di pena per me che vado sola ai matrimoni. Certo, se me ne stessi zitta e occhi bassi tipo Baby messa in un angolo, allora forse sì, sareste legittimati a dubitare del mio benessere.
Ma siccome sono più il genere Jep Gambardella che guida il trenino cantando A-E-I-O-U-Y-meu-amigo-charlie-brown, direi che non c’è di che turbarsi, ecco.
Anche ribaltandola, si tratta di una idea falsa: cioè, voi veramente mentre siete in coda al botteghino pensate a quant’è poverella la ragazza sola davanti a voi? Perché se avete tempo di notarla, prendere atto che è sola e dispiacervi per la sua cattiva sorte mentre voi siete così fortunelli da essere in compagnia, beh, forse la vostra compagnia non vi sta intrattenendo granché.
clovette
Giugno 13, 2016 at 9:48 am
Ah wow, aspirazione massima e molta invidia per chi lo riesce a fare con totale disinvoltura. Le volte che ho provato ad alzare la mia asticella ho dovuto fare i conti con un certo disagio e talvolta con qualche attacco di panico ma è decisamente cosa virtuosissima e assai soddisfacente!
gynepraio
Giugno 13, 2016 at 6:22 pm
Come ti dicevo su FB, secondo me è un esercizio da ripetere con costanza finchè non diventa routine!
giulia
Giugno 13, 2016 at 10:02 am
Concordo completamente, infatti vado quasi sempre al cinema da sola, perché se devo aspettare i ritmi degli altri non si va più, se devo assecondare i gusti di tutti non vedo mai quello che mi piace e poi perché francamente mi piace farmi i fatti miei, pensare al film mentre vado verso casa senza nessuno che mi dica “allora? Ti è piaciuto?”.
Non ho mai affrontato un viaggio lungo da sola, solo weekend (e mi sono trovata benissimo: prendo il bus turistico per non perdermi ed entro in tutti i negozi che voglio senza alzate di occhi altrui), ma quest anno potrebbe essere la volta buona. Bell articolo come sempre!
gynepraio
Giugno 13, 2016 at 6:24 pm
Ecco, se devo dire la verità quelli che devono fare retrospettiva e recensione subito dopo la visione di un film non entrano nella top10 delle mie persone favorite. Di solito hanno anche dei gusti di merda, ma non esiste correlazione statistica, prendila come una mia osservazione.
Elle
Giugno 13, 2016 at 10:26 am
Io allora lo confesso vado all’opera, a teatro e anche ai concerti rock o a eventi a tema da sola. Anche alle mostre. Diciamo 9 volte su 10. Questo è dovuto a un motivo molto pratico: abito a Londra e quando vedo uno spettacolo/evento che mi interessa compro il biglietto, perché in molti casi se aspettassi di chiamare qualcuno e che la persona in questione si decidesse a rispondere, i biglietti sarebbero esauriti.
Poi per le vacanze. Sono stata in vacanza da sola almeno 3-4 volte e altrettante a visitare amici che lavoravano tutto il giorno e quindi effettivamente facevo la turista da sola. Però sempre per periodi abbastanza brevi, diciamo 5 giorni massimo. E ho fatto sia vacanze tipo road trip noleggiando macchina sia vacanze del tipo città d’arte sia l’estate scorsa un paese sperduto sulla costa inglese. Le vacanze da sola sono di nuovo dovute a: periodi di scazzo contro l’umanità o amici inutili che non riesconon a organizzarsi le ferie o al trovarsi in posti fighi per lavoro e approfittarne per restare altri giorni. Però mentre le vacanze da sola sono sempre state ottime fonti di racconti bizzarri e allucinanti, mi trovo, dopo 4-5 giorni di poca interazione con il genere umano, a volere compagnia. Quindi mi sa che le vacanze lunghe le continuerò a cercare di fare in compagnia.
gynepraio
Giugno 13, 2016 at 6:25 pm
Insomma, la vediamo in modo abbastanza simile.
tat
Giugno 13, 2016 at 10:37 am
io faccio tutto da sola, separata a 40 anni, con due figli da crescere, per me i momenti di solitudine sono diventati preziosi come l’aria…
concordare con amiche sposate, impegnate, fidanzate un’uscita era quasi come prendere un appuntamento alla casa bianca, così sono diventata bravissima a gestirmi, andare al cinema, visitare mostre, trovare eventi e spunti interessanti, tant’è che ora ho spesso amiche che mi chiedono di essere avvisate “se vai a fare qualcosa di bello”…
fatico solo un po’ al ristorante, così, perché mi piacerebbe commentare il cibo, dato che amo particolarmente la cucina…
per le vacanze, ormai morirei senza la mia settimana di fuga all’anno, che comunque è corredata anche da qualche we, in giro, in totale autonomia… alla fine, non è vero che ho compagnia, mi capita spesso di attaccar bottone con le persone o che lo attacchino con me, con il vantaggio che poi saluto e procedo allegramente secondo i miei piani …
certo, lo ammetto, sono single e fresca gattara, quindi, forse, faccio poco testo 🙂
gynepraio
Giugno 13, 2016 at 6:28 pm
E niente, hai vinto tutto, sei al livello indipendenza PRO.
virginiamanda
Giugno 13, 2016 at 1:48 pm
Non ho letto, volevo solo dirti: congratulazioni! Benvenuto Elia 🙂
gynepraio
Giugno 13, 2016 at 6:29 pm
Grazie mille! Glielo riferisco
Alessandra
Giugno 13, 2016 at 2:02 pm
Anch’io quando vedo qualcuno da solo in situazioni come spettacoli, concerti, viaggi, lo ammiro moltissimo.
Ho rinunciato a molte cose in passato perchè non sapevo con chi farle, poi mia madre è stata male, ha dovuto spostarsi in un’altra regione per le cure, ed essendo figlia unica non avevo molta scelta, ho dovuto fare tantissime cose nuove da sola che prima mi spaventavano, e al di là della situazione poco felice che fortunatamente si è risolta, mi ha fatto sentire molto capace, orgogliosa e soddisfatta. Ho imparato che posso e ora che il mio lavoro non mi permette spesso di godere del tempo libero con gli altri cerco comunque di organizzarmi da sola, una gita in montagna per i fatti miei qualche anno fa mi sarebbe sembrata impensabile, invece l’ho trovata bellissima e rigenerante. Certo non tutto riesce facile subito o è piacevole in solutidine, ma sicuramente vale la pena impegnarsi e provare.
gynepraio
Giugno 13, 2016 at 6:30 pm
Complimenti perchè la montagna in solitaria è veramente per i cuori impavidi.
Giulia
Giugno 13, 2016 at 11:08 pm
Sono scoppiata a ridere quando ho letto la tua modalità dello shopping solitario! Io faccio la stessa cosa,e di solito schizzo fuori dal negozio portandomi strascichi di umiliazione per chi immagino mi abbia visto fare la mia danza della pazzia! Comunque, preferisco fare acquisti da sola più che in compagnia,vado focalizzata, procedo con un certo ordine, non devo aspettare/consigliare/sbrigarmi per nessuno. Unico contro, é che inizio a mandare foto dal camerino quando mi sento particolarmente indecisa, e ultimamente mi capita troppo spesso. Lo odio!
Anche io preferisco lo studio in solitaria, ma nella facoltà che ho scelto quasi tutti gli esami si preparano in gruppi di lavoro, il che spesso ha contribuito solo ad aumentare la mia misantropia.
Per il resto, vorrei provare il cinema, o un concerto. Provo molta invidia per le persone che riescono a partire in solitaria per quei bellissimi viaggi zaino in spalla, ma onestamente non so se ce la farei, in questi casi preferisco la condivisione, e poi mi cagherei francamente addosso. Mi piace ballare e purtroppo alle mie amiche non piace danzare, e non voglio obbligare il mio fidanzato, peró ho saltato tantissime serate interessanti, e le rimpiango. Non so se riuscirei mai ad andare da sola, anche se mi piacerebbe molto. Non reputo poverine le persone che vedo sole in un cinema o in un ristorante, anzi le stimo molto, soprattutto se sembrano a loro agio. Non amo invece vedere il contrario, ovvero persone con lo sguardo smarrito, che fingono disinvoltura e che giocherellano compulsivamente col telefono per fingersi impegnati, o che si guardano continuamente attorno forse per vedere se qualcuno li sta guardando. Bruttissimo, a volte lo ammetto è capitato anche a me.
gynepraio
Giugno 14, 2016 at 10:52 am
Confesso che a volte, quando sono sola e non sono 100% concentrata su qualcosa, anche io tendo a pasticciare col telefono. Quando invece sono chic, mi porto un libro e nell’attesa leggo. Mi do un tono, ok, ma comunque è cultura!!!
Isa
Giugno 14, 2016 at 9:01 am
Non ho capito, è già arrivato Elia?
gynepraio
Giugno 14, 2016 at 10:53 am
Ebbene sì, giovedì 9 giugno alle 11:51, in tempo per l’ora di pranzo!
Taurus_Littrow
Giugno 14, 2016 at 10:14 am
Io ballo da sola. Vale?
Ho mangiato spesso al ristorante da sola e fatto tutto da sola nel periodo in cui ho vissuto a duemila kilometri da mio marito, certo facevamo e ci mandavamo molte foto, ma ero sola e non é stato un drama. Viaggio sola da quando ho 8 anni, tuttavia camminare a Milano da sola alla sera non mi é mai piaciuto e non lo raccomando affatto.
gynepraio
Giugno 14, 2016 at 10:54 am
In realtà, camminare sola al buio è una cosa che non mi piace nemmeno a Quarto Oggiaro, nemmeno a Passerano Marmorito. Pensa che io ho un’amica così sprezzante del pericolo -non sbruffona, proprio impavida- che dice che le mie sono solo remore. Chapeau anche a lei.
Em
Giugno 17, 2016 at 10:45 am
Passserano Mamorito!! :-DDDD ti adoro.!
Ho stampato il post con tutti i commenti, lo metterò nel mio quaderno delle cose belle.
gynepraio
Giugno 20, 2016 at 12:29 pm
Ehi ma mi fai commuovere! (sono una specie di palla di prolattina ed estrogeni…)
Taurus_Littrow
Giugno 14, 2016 at 11:20 am
Oddio a me hanno dato fastidio piú volte per la strada, anche in pieno giorno e sono stata rincorsa.
Speriamo che alla tua amica continui la buona sorte!!! Ma tu ascolta me 😉
gynepraio
Giugno 20, 2016 at 12:29 pm
Senz’ombra di dubbio, io sono cagasotto inside
Lucia
Giugno 14, 2016 at 12:14 pm
Io ho iniziato gradualmente a fare molte cose da sola: prima un viaggio (10 giorni), poi il cinema, poi altri viaggi, anche in posti non sicurissimi (tipo Albania -> nessun problema!) fino allo scoglio più grande: il concerto da sola. Ecco, l’attesa che il concerto inizi senza qualcuno con cui scambiare 2 parole è un po’ ostica! E ora che sono fidanzata non riesco a trascinare il mio ragazzo a vedere cose che so che non apprezzerebbe e tendo a saltarle pure io, che è un gran peccato 🙁
Benvenuto Elia! Il tuo snap dall’ospedale in cui si intravedeva il piccolo era dolcissimo!
tat
Giugno 14, 2016 at 1:13 pm
io invece vorrei fare un concerto da sola, dopo aver fatto campovolo in compagnia l’anno scorso, mi sono resa conto che … è impossibile non trovar qualcuno con cui attaccare bottone se ti va! invece io sono un po’ chiusa, e mi vergogno un po’ a farmi vedere saltare come una matta dalle amiche (che peraltro, saltavano più di me…) e quindi, un concerto, di quelli con ore di prato sul telo mare da sola, lo farei proprio volentieri 🙂
(concerti in teatro, invece, già fatti in solitaria … e sono stati piacevolissimi)
ecco, girare per le città da sola di notte, richiede qualche attenzione in più… devo dire che una notte a Cardiff, dopo una breve perlustrazione, ho preferito battere in ritirata…questo mi spiace, che a noi donne sia sempre richiesta un’attenzione maggiore, in certe circostanze.
e comunque, a posteriori mi chiedo perché io e il mio ex marito non ci fossimo presi i tempi e gli spazi per fare le cose da soli prima, perché a posteriori capisci che non è una cosa negativa, anzi, bella… e quindi, complimenti a te valeria, per la scelta intelligente!
gynepraio
Giugno 16, 2016 at 1:27 pm
Anche nel mio caso, si è trattato di una scelta e di una consapevolezza arrivata dopo. Anni fa mi sarebbe parso inimmaginabile andare al cinema sola, mannaggia a me.
gynepraio
Giugno 16, 2016 at 1:23 pm
Grazie mille per gli auguri e accetta una raccomandazione (posso, sono madre e dall’alto dell’esperienza acquisita in ben 7 giorni mi sento di farlo).
Se vuoi fare una cosa senza il tuo ragazzo, a meno che questo non crei disastri di ordine diplomatico, falla e non privartene. SEI NEL GIUSTO.
gynepraio
Giugno 20, 2016 at 12:31 pm
Grazie mille per gli auguri e accetta una raccomandazione (posso, sono madre e dall’alto dell’esperienza acquisita in ben 7 giorni mi sento di farlo).
Se vuoi fare una cosa senza il tuo ragazzo, a meno che questo non crei disastri di ordine diplomatico, falla e non privartene. SEI NEL GIUSTO
Jole
Giugno 14, 2016 at 4:55 pm
Valeria nulla di più vero di quello che hai scritto,che ho avuto il piacere di leggere.
gynepraio
Giugno 16, 2016 at 1:28 pm
Sono contenta che ci si ritrovi d’accordo! A presto
Eleonora
Giugno 17, 2016 at 1:35 am
Caspita!! Questo articolo è bellissimo, avevo letto anche io quello su Il Post e mi era sembrata un’idea quasi utopica quella di fare qualcosa da sola! Forse perché ho solo 20 anni, forse perché vivo in un paesino sperduto dove per fare qualsiasi cosa devo armarmi di pazienza e di macchina, forse perché i miei non sarebbero proprio tranquilli a sapermi guidare per più di un’ora per arrivare al primo museo disponibile, mi sono sempre mossa “in branco”. O forse sono solo scuse, perché sinceramente io mi cago sotto e mi sento terribilmente fuori posto anche solo all’idea di andare a fare da sola un’ora di pilates. Chissà che per l’estate anziché la prova costume (che tanto non supero) io non riesca a preparare la prova solitudine!
Ah, la tua amica che ti ha regalato una pianta di lamponi mi ha fatto venire voglia di comprarne una anche per me.. Magari la uso come metafora della mia indipendenza che cresce! Un bacio grande a te e al tuo bimbo!
gynepraio
Giugno 20, 2016 at 12:32 pm
Grazie mille! E spero che con la pianta sarai più diligente di me, io mi sto limitando a fissarla pregandola di non creparmi tra le mani…
Roberta
Giugno 19, 2016 at 8:49 am
Ciao Valeria, grazie per aver sollevato un argomento che mi sta molto a cuore. Dopo anni a trovare scuse per non fare le cose da sola, ora sono al punto che non mi viene più di chiedere se qualcun altro viene con me! Mi privavo di fare nuove esperienze solo per un blocco mentale e che diventa solo una paura in più da gestire, no grazie! E quando la mente si intestardisce su un cavillo, allora ho un mantra: pensa come una crucca! Cioè pensa come se fossi Una tedesca o una nord europea, che non stanno li’ a farsi mille seghe mentali ( o almeno quelle che ho conosciuto io!).
Un bacio
gynepraio
Giugno 20, 2016 at 12:33 pm
Abbandoniamo la nostra complessità greco-romana, abbracciamo la bidimensionalità barbaro-germanica. Mi hai convinta al 101%
Alessandra
Novembre 18, 2016 at 4:07 pm
Potrei averlo scritto io questo articolo (se solo avessi il tuo lessico e capacità), davvero, mi ci rispecchio in tutto.
Talmente indipendente che il giorno del mio 18esimo compleanno alle 9 ero a consegnare i documenti in motorizzazione al posto di iniziare ad accumulare riserve alcoliche per la sera. Sono sempre uscita sola e non faccio shopping con nessuno che non sia mia madre (l’ultima volta che ho fatto shopping in un negozio fisico ho lasciato la giacca che avevo in mano direttamente in cassa e con il bancomat in mano, per dire).
Quando studiavo e vivevo a Parma tornavo da sola a casa a tutte le ore del giorno e della notte, ora purtroppo vivo in una metropoli e mi cago un po’ sotto quindi tendo a rifuggire situazioni che mi portino a tornar sola di sera, ma non senza sensi di colpa.
Nessun problema per mostre, ristoranti ed eventi che interessano solo me, se ne ho voglia ci vado. A volte, come te, trovo scuse mascherandomi dietro quel cattivone del mio fidanzato che non vuole accompagnarmi, ma sono, appunto, scuse, me ne pento sempre.
Credo che l’incapacità di star soli significhi molto su quanto una persona sia in equilibrio e consapevole di se stessa. L’unica cosa che non riesco a fare, come te, è viaggiare da sola. Non possiedo senso dell’orientamento, ho scarsa capacità di organizzazione e sono goffa e sbadata. Capisci che potrebbe accadere in un posto che non conosco.
Quello su cui rifletto spesso è come questo senso di indipendenza, solitudine o che dir si voglia si accompagni a una relazione. Ho un ragazzo da tre anni ed ancora alcuni colleghi mi chiedono se io sia fidanzata poiché, pur lavorando per un’azienda che organizza eventi, il mio ragazzo non si è mai visto in nessuno di questi contrariamente ai compagni delle mie colleghe, onnipresenti. Tuttavia, a volte è come se soffrissi io stessa questa eccessiva indipendenza che pur difendo con tutte le mie forze, e mi sono trovata a trascinarlo in posti a cui era evidentemente disinteressato patendo la sua noia, come dici tu. Come si trova un giusto equilibrio?
Articolo bellissimo, come gli altri che ho letto.
gynepraio
Novembre 20, 2016 at 2:04 pm
Io penso che se lui si annoia, sia sempre meglio lasciarlo a casa a meno che non ci sia un evidente ritorno di immagine per entrambi (es. cene di alta rappresentanza, pranzi di prozie ricche e prive di eredi).
Comunque se lavori negli eventi, io poverino qualche volta lo coinvolgerei specialmente se sono eventi interessanti.
Alessandra
Novembre 20, 2016 at 6:43 pm
Roba stra-tecnica per addetti al settore…se non si è dentro la materia sono una cosa molto noiosa, lo tengo fuori perché gli voglio bene 🙂
Jessica
Giugno 20, 2017 at 2:39 pm
Ciao Gynepraio! ho appena letto il tuo articolo. ho fatto questo tipo di ricerca su Google perché proprio la scorsa settimana sono andata a cena e a teatro da sola! e fino all’ultimo le voci negative del cervello mi hanno convinto e rinunciare per n motivi. ma ho resistito e non potevo fare cosa migliore. inoltre partire da zero e puntare anche al combo ristorante-teatro non è stato facile, inoltre ho puntato su un ristorante di lusso e strabellissimo che mi piaceva tanto ed era tempo che volevo andarci. in più il teatro era gratuito per un avvenimento importante c’era tutta la cream della cream della città e c’ero anche io!!!! 🙂 non volevo rinunciare a fare una cosa bella per me e con me! secondo me fare le cose da soli (senza esagerare dico) significa darsi il giusto e adeguato valore. ad esempio se fossi andata al teatro solo in compagnia di un’altra persone avrei dato molta più importanza all’altra persona che a me. oltre al giudizio degli altri la cosa che ci frena è non avere la giusta e idonea considerazione in noi stessi. dico se ci fosse un “accompagnatore” allora vale la pena andare mentre se ci sono solo io non vale più la pena?! mah….. forse tutto al contrario 🙂
gynepraio
Giugno 21, 2017 at 11:28 am
Fiera di te (e anche invidiosa perché ultimamente da sola non riesco nemmeno ad andare in bagno!)