
Gelosia retroattiva, o sindrome di Rebecca
Questo blog ha 3 anni e mezzo, e sono 3 anni e mezzo che voglio parlare di gelosia retroattiva. Ma ormai i segnali sono troppi, è giunto il tempo di tagliare la testa al toro e scrivere questo post. Tanto per cominciare, ho ricevuto delle domande esplicite alla posta del cuore di Snapchat. Eh sì, amici, da tempo immemore aspetto invano che Oggi mi dia la rubrica che fu di Susanna Agnelli e che, immodestamente, merito. Allora me la sono creata da me. Se volete farmi domande e presentarmi scabrosi casi da risolvere, potete aggiungermi e scrivermi un messaggio (@valeria_fiorett).
Ma non solo: ho visto una sfilza di film a tema ex, che trovate tutti su Netflix. La scelta è stata assolutamente casuale: dal bellissimo e da me inspiegabilmente mai visto prima “Two days in Paris”, sono passata, nel giro di 2 giorni al low budget indipendente “LuTo”. Nel primo, un giovane americano scopre che la sua francesissima e indipendentissima fidanzata ha un passato sessuale assai frizzantino e mantiene ancora dei rapporti-cordialmente-ammiccanti-seppur-non-propriamente-peccaminosi con una sfilza di ex che, manco a dirlo, sono belli e interessanti.

I protagonisti di “Two days in Paris”
Nel secondo, Tomás, un giovane messicano in crisi professionale inizia a ossessionarsi con il passato della sua innamoratissima e innocentissima fidanzata Luisa, vede suoi ex partner ovunque ed estende questa paranoia anche alle sue amicizie presenti.

I protagonisti di LuTo
Il fil rouge tra queste due pellicole è proprio l’incapacità, da parte di un membro della coppia, di accettare di aver avuto dei predecessori: tanti, pochi, importanti, irrilevanti. É indifferente: perché le vittime della sindrome di Rebecca, sul conto di questi ex intesseranno comunque dei film. Mi avvalgo di qualche esempio:
- la ex del mio fidanzato è bella, magra, brillante —> oddio ma che ci fa con me, che sono flaccida, faccio l’impiegata alle Poste e non so giocare a bridge? É evidente che se lei non l’avesse lasciato starebbero ancora insieme, e che lui si è messo con me perché non può avere lei e non vuol morire solo in una gelida casa di riposo dell’astigiano.
- la ex del mio fidanzato è bruttina, bassa e disegna benissimo —-> ecco, vedi, a lui interessava quello, il talento, l’arte, l’ispirazione e invece sta con me che non so nemmeno unire i puntini della Pista Cifrata. Lui l’ha lasciata perché non reggeva il confronto con tutto quel genio, è chiaro: insomma, sta con me perché sono poco faticosa.
- la ex del mio fidanzato è un tipo avventuroso, grande viaggiatrice —-> visto perché mi sembra sempre spento? Al confronto con lei sono divertente quanto un tour della Mini Italia. Poverino, gli dev’essere rimasto dentro quel desiderio di scoperta dell’ignoto che lei gli ha risvegliato: invece con me si annoia a morte.
- la ex è molto simile a me —-> lui la cercherà negli occhi delle donne che nel mondo incontrerà
- la ex è l’opposto di me —-> la mia sola funzione è aiutarlo a dimenticarla
E così via, verso l’infinito e oltre. Ma cosa c’è dietro questo fenomeno?
Gli esperti dicono insicurezza: una persona è incapace a riconoscere il proprio valore (non i propri meriti, ma il proprio valore intrinseco in quanto essere umano dotato di sentimenti) e si sottopone a confronti impietosi con un’antagonista. Questa antagonista, però, è virtuale o quanto meno evanescente: in questo modo è possibile romanzarne il personaggio -basandosi su poche e non verificate informazioni ricevute da misteriose fonti o ottenute tramite uno stalking certosino- e spesso idealizzarla in un senso o nell’altro. In alcuni casi estremi, si trasforma questa figura in un capro espiatorio: è per colpa sua se la storia non è mai decollata, se lui è assente, se siamo infelici, se ho la dermatite atopica.
Io penso che, entro un certo limite, sia legittimo chiedersi che cosa abbia fatto il nostro partner prima di imbattersi in noi, con chi usciva, da che tipo di percorso sentimentale giunge. In primis per conoscerlo, per comprendere il perché di alcune sue scelte, per entrare nel suo mondo. Una volta appresi gli eventi per sommi capi, indagare non solo non è utile: è anche dannoso. Io, di solito, ricordo a me stessa questi pensieri:
- se l’ha lasciata/è stato lasciato/si sono lasciati, un motivo ci sarà, no?
- se ha scelto me, un motivo ci sarà, altrimenti starebbe ancora con lei, no?
Queste due domande retoriche, di per sé, dovrebbero fugare ogni dubbio. Se non basta, e se invece pensiamo eresie del tipo “lui sta con me in assenza di migliori alternative”, sostanzialmente stiamo dando del meschino a lui e dell’idiota a noi. Stiamo dicendo che le basi sentimentali della nostra coppia non esistono, e che sarebbe meglio lasciarsi. In sostanza, dovremmo lasciarci perché sospettiamo di non essere all’altezza di un rapporto amoroso che si è svolto anni fa quando noi neppure esistevamo. C’è una contorta perversione in questo ragionamento, o sbaglio?
Adesso so che farò un detestabile discorso di genere, basato, lo anticipo a mo’ di disclaimer, sulla mia misera esperienza eterosessuale occidentale, ma la mia impressione è che sia un tipico pensiero femminile. Gli uomini, quando pensano agli ex della propria compagna, sono più che altro concentrati su numeri e performance: al limite si chiedono quanto abbia flirtato prima di conoscerli. La gelosia retroattiva è femminile, e io, almeno per quanto riguarda me stessa, me la spiego così: crediamo che sia normale pensare molto agli ex perché noi, in primis, ci pensiamo un sacco. Non per forza in modo nostalgico, romantico, ricolmo di desiderio: spesso è solo un riaffiorare di ricordi e immagini. Per esempio, io sono una che raramente sublima il passato, anzi, molto più spesso lo tragifico e tendo a dimenticarne gli aspetti positivi in favore di quelli negativi. Tuttavia mi succede spesso di avere dei veri e propri guizzi sinaptici: “questa sciarpa me l’ha regalata X”, “in quel ristorante sono stata con W”, “quel libro l’ho letto su consiglio di Y”, “mi ricordo che Z aveva una buona opinione su questo argomento”. Cioè non mi arrovello assolutamente né mi struggo di ricordi, ma scaturiscono dalla mia mente un sacco di collegamenti e connessioni legate alle persone che hanno popolato il mio passato. Una pensa: “Beh, ma se succede a me accadrà anche al mio fidanzato! Vuoi mica dire che lui pensa alle sue ex con la stessa frequenza con cui lo faccio io?”.
Ecco, non per denigrare gli uomini, ma io non credo che essi -in media, eh!- vantino tutta questa attività cerebrale: e meno male, perché la gelosia retroattiva è una maledizione della quale io farei volentieri a meno.
Il mio invito, qualora la gelosia retroattiva diventasse un handicap invalidante, è quello di parlarne con una figura competente. In ogni altro caso, è un fenomeno che si può mantenere sotto controllo frenando la curiosità e soprattutto il masochismo: per capirci, quell’istinto autodistruttivo che ci porta a chiedere al partner degli inutili dettagli, o a procurarci informazioni attraverso lo stalking matto e disperato. Considerate questa ignoranza, questo non sapere, un investimento sul futuro della vostra relazione.
A ridimensionare il problema aiuta avere dei rapporti equilibrati con i propri ex. Intuitivamente, mi aspetterò che il mio partner abbia rapporti irrisolti, se io in primis ho mantenuto relazioni torbide con i miei. A questo proposito, la terza pellicola che ho visto a tema è il (pretenziosamente) hipster “Blue Jay”: una coppia di quarantenni si ritrova casualmente 20 anni dopo la fine della loro storia e rimembrano i bei tempi passati, confrontandoli col triste presente.

I protagonisti di Blue Jay
Si scopre che molte delle loro attuali nevrosi e insoddisfazioni derivano proprio dalla loro antica relazione, bellissima e romantica ma totalmente incompiuta. Si diventa nostalgici, per le ambientazioni molto Twin Peaks e il sapore anni ’90 fatto di canzoni di Annie Lennox. Ma ecco, se non avete un neonato che vi sveglia alle 5 del mattino costringendovi a impegnare la mente in qualche modo, potete anche fare a meno di vederlo.
virginiamanda
Gennaio 9, 2017 at 2:28 pm
Io, da esperta in materia ti darò la mia opinione più prezioso bonus limited edition di esempio tratto da episodio di vita vera.
Opinione: se l’ex è presente, allora è salutare parlarne il più possibile con il partner. Chi è, cosa vuole, perché sta lì, quanto ingombrante è e quanto lui può permettere che lo diventi. Si evita di idealizzarla (come dicevi giustamente tu) e le si dà una collocazione (è presente in quanto collega, lui l’ha lasciata perché era diventata vegetariana e lui ama la carne. Non ci potrà mai più essere niente, relazione conclusa), mettendosi il cuore in pace.
Se l’ex è assente (lui non sa più dove abiti, lei non frequenta gli stessi giri, amici, ambienti…) allora è come se non ci fosse mai stata: lontana dagli occhi, lontana dal cuore, e ci si mette il cuore in pace.
Però voglio anche dire, che al netto dalle paranoie immotivate e patologiche, se (e ripeto: se) lui non è chiaro al riguardo, tu diventi sospettosa e lui non fa niente per rasserenarti, allora FAI BENE A PREOCCUPARTI.
Vita vera:
Io sono sempre stata parecchio zen sull’argomento, anche per vanità. (“Figurati se ora che ha trovato ME si mette a pensare a una squinzia qualunque con cui stava prima”) E delle relazioni precedenti non me ne è mai fregata una cippa.
Fino a quando ho iniziato ad uscire con uno che si era lasciato da un paio di mesi (l’aveva lasciata lui, quindi per me era ok). Dopo poco mi dice che si vedono una volta a settimana perché “lei soffre molto e anche solo andare al cinema assieme la fa stare meglio”. La foto di loro due assieme rimane ben in vista in casa sua (“Perché lei se non la vede ci rimane male”), dopo qualche mese lei lo implora di tornare, lui si confonde, non sa, non capisce, poi si decide, mi dice che non la vedrà mai più, in realtà continuano a vedersi, io lo scopro, lui si offende (“Ma come? Non ti fidi?), io lo lascio.
Ora sono sposati.
(Brividi, eh?)
gynepraio
Gennaio 9, 2017 at 7:48 pm
Guarda, Virginia, a me l’ansia pazza pazza da ex mi accompagna inspiegabilmente dai 15 anni. Forse non ho fatto granchè per superarlo, ma poiché il mio grande amore a 18 anni mi lasciò e si rimise con la ex (sposati 2 anni fa), beh, diciamo che la fiducia nella categoria mi viene un po’ difficile recuperarla. Il racconto strappalacrime è qui http://gynepraio.it/2013/06/18/ci-vediamo-domani-alluna-pianto/
Diana
Gennaio 11, 2017 at 10:00 am
Allora, le ex del mio lui sono tutte donne oggettivamente molto interessanti: girano il mondo, hanno lavori di responsabilità, grandi talenti. Su di loro posso vantare solo, senza modestia, una certa supremazia estetica: me lo ricorda sempre anche il mio compagno, ignaro che questo nella mia testa significherà solo “avevo proprio voglia di una gnocca senza testa” (cit.). Le ex di lui vivono nei racconti dei suoi genitori, nelle frequentazioni dei suoi amici, una di loro lo contatta anche assai spesso – ma, mi assicura lui, in maniera unidirezionale: il problema grave è che però vivono nella mia testa.
Vero'
Ottobre 11, 2017 at 4:21 pm
Ho trovato l’articolo particolarmente interessante. Purtroppo. Premetto che mi sto facendo aiutare da uno psicoterapeuta per superare questa sindrome che, aimè, a volte sembra un mio problema e a volte mi appare un’ansia del tutto giustificata. Si perché il mio fidanzato è un uomo meraviglioso, che però sente ancora regolarmente la sua ex storica, l’ha assunta nella sua azienda, e le manda mail in cui dice che lei gli manca e che prova nostalgia… (Dopo ben 4 anni che lei lo ha lasciato). Poi mi guarda sorpreso e mi chiede cosa mi fa mancare… Niente, proprio niente! Lo amo ed è l’uomo perfetto per me. Vorrei tanto essere superiore a tutto questo ma non lo sono. E vorrei anche conoscerla e condividere questo sentimento di amicizia con loro due (così finirebbero le paranoie no?) ma pare la cosa sia impensabile dato che ormai sono stata etichettata come irrazionale/gelosa/ossessiva… A voi é capitato qualcosa di simile?
gynepraio
Ottobre 13, 2017 at 12:48 pm
Non mi è capitato ma conosco persone divenute o rimaste amiche (o addirittura socie in affari!) del loro ex una volta che la storia d’amore è terminata. In alcuni casi è indice di grande professionalità e maturità.
In altri casi è narcisismo puro: spero che il caso del tuo fidanzato sia il primo.
federico c
Settembre 16, 2019 at 1:40 pm
ho sofferto di gelosia retroattiva in passato e credevo di averla sconfitta ma si è ripresentata di recente da quando sto con questa persona di cui – ci tengo a dirlo – sono perdutamente innamorato. Il fatto è che nei primi tempi e’ stato un continuo di confidenze sue riguardo le storie passate. Ho un carattere tendente al moralista, non mi attirano tradimenti cose strane, scambisti, non sono mai andato con una prostituta ma non credo di avere giudizi morali a riguardo, che ognuno faccia quello che crede. Non sono mai stato particolarmente brillante con le ragazze e in adolescenza ero decisamente impacciato, guardavo i coetanei flirtare con invidia e un po’ di rabbia. In breve la ragazza mi sciorina una parata di tradimenti, rapporti occasionali con amici, lesbo, chat erotiche, senegalesi di 29 anni piu grandi incontrati per caso e compagni di appartamento nonchè sesso a tre ecc ecc.. Ad ogni racconto sentivo qualcosa che si rompeva e una specie di crampo allo stomaco, credo che le donne debbano essere libere e che non ci debbano essere ruoli prestabiliti ma anche che ci possano essere equivoci di fondo. Mi spiego: quello che per te è una cosa per l’altra persona puo’ essere diversa. Se ti dai a una persona con una mentalità e una cultura diverse puo’ esserci un equivoco.. ma tant’è, si trattava solo di divertimento. Purtroppo la cosa si è fatta strada nel mio subconscio e non riesco a non pensare a lei come una persona incline al tradimento e al sesso occasionale. Le persone cambiano ma è poi vero ? Inoltre mi sento in competizione con la persona con cui stava prima di me per circa 15 anni e da cui ha avuto un figlio.. me ne parla spesso e confrontandomici ho sempre la peggio, un disastro.
gynepraio
Settembre 17, 2019 at 10:26 am
Diciamo che convivere con un passato altrui, specialmente se ricco e burrascoso, non è mai facile. Ad esempio io preferisco non sapere cos’è accaduto prima -se non a grandi linee, il minimo necessario per inquadrare chi ho davanti- perché ho capito che questa consapevolezza mi crea ansia da prestazione e soprattutto idealizzazione, negativa o positiva. Se però il tuo giudizio è anche morale, farai fatica ad accettare questa persona per quello che è.
federico
Settembre 19, 2019 at 10:46 am
diemnticavo un particolare: viviamoa 1300 km di distanza.
Purtroppo la mancanza mi ha reso compulsivo e ossessivo e ieri mi ha detto che non lo sopporta piu, mi ha chiamato per dirmi che il suo viaggio in italia per venirmi a trovare è saltato perchè ha iniziato un corso di inglese e le ho detto che dato che ha tutti questi impegni non è il caso di continuare e se l’è presa
medito spesso su quanto sia gravoso continuare a esistere
federico
Settembre 19, 2019 at 10:50 am
“Se però il tuo giudizio è anche morale, farai fatica ad accettare questa persona per quello che è.”
Hai ragione devo astenermi dal dare giudizi: ascoltare le sue avventure con distacco, pensare al rapporto che ha avuto negli ultimi 16 anni con figlia annessa con disinteresse, insomma fregarmente, duro e insensibile come piace tanto..