Discovery channel febbraio 2017: Camicia su misura
Con le varie settimane della vergogna* degli ultimi mesi, ho scartato un sacco di indumenti tra cui diverse camicie. Il problema di noi tettone con un fisico normale è che le camicie skinny tirano sempre sul davanti, quindi non si riesce a indossarle senza metterci sopra qualcosa. Se per preservare la virtù ne compro una più abbondante, mi sta larga su collo, spalle, vita, polsi. Al grido di “Sono stufa, stufa, stufa di vestiti che mi stanno male”, ho deciso di farmene fare una su misura. L’esperienza è stata gratificante, anzi direi che è partita col botto perché quando la signora mi prendeva le misure sono risultata 90 cm di seno e 92 cm di fianchi. Ci siamo guardate entrambe con gli occhi speranzosi e trepidanti: Cindy, Claudia, Linda, eccomi amiche, sono qui, sono una di voi! Ma poi niente, mi ha misurato la vita e sono risultati 71 cm e sono tornata la ragazza tracagnotta di sempre, che deve farsi fare le cose su misura perché si son scordati di fabbricarle il punto vita. Ci siamo ritrovate entrambe tristi e smontate: addio sogni di gloria, addio passerelle, addio milioni di dollari. Dopo questo bagno di realtà, ho scelto il tessuto (cotone azzurro), il modello, i bottoni. Una prima prova dopo 1 settimana, consegna definitiva 3 giorni dopo.

Bella bella in modo assurdo
Apparentemente, per ora tutto ok. Non c’è bisogno di dire cosa mi aspetto da questo esperimento: una camicia che mi stia bene e che mi duri 5 anni, visto il prezzo decisamente superiore a quanto spendo solitamente per questo tipo di capi. Questa scelta fa parte della lista di acquisti che sto facendo recentemente e che possiamo raggruppare sotto la categoria “Smettere di comprare cose da 4 soldi che mi stanno di merda ma piuttosto scegliere capi evergreen che non si distruggano in un amen”.
Ho fatto tutto presso la sartoria L’Orlando Furioso, consigliatami da 2 ragazze. Sono brave professioniste, e in autunno ci tornerò per fare dei pantaloni grigi e -se mi sentirò davvero spavalda- dei jeans.
Costo: 120 euro
Discovery Channel febbraio 2017: The real
Sto seguendo, purtroppo non con la regolarità che vorrei visto l’orario, questo programma TV in onda dalle 16 alle 18 su TV8, che, come recita Wikipedia, è un canale di proprietà di Sky Italia “caratterizzata da una programmazione dedicata ad un target semigeneralista”. Insomma, è un canale pubblico e non eccessivamente targettizzato, di quelli che ahimè non esistono più perché adesso si preferisce creare dalla sera alla mattina un canale a pagamento per proprietari di alani albini residenti in Molise piuttosto che proporre dei format fatti bene che possano rendere felici sia me sia mia madre.
Perché vi consiglio di guardare The Real? Prima di tutto perché vanta una conduzione corale. Il che non significa che c’è un conduttore con una spalla ma ci sono 5 donne che si dividono il lavoro: il che, in Italia, è davvero una novità. Le 5 donne, che sono Daniela Collu, Filippa Lagerbäck, Marisa Passera, Ambra Romani e Barbara Tabita, sono tra loro molto diverse per età, origine geografica, percorso professionale, linguaggio e tipo di contributo.
Questo programma dimostra che è possibile parlare di argomenti soft in modo intelligente E ANCHE di argomenti intelligenti in modo soft. Che è possibile intervistare degli ospiti senza sottoporli alla solita sequela di domande stupide o quando va bene inutili, che la l’imperfezione e la normalità possono -oddeeeeeo- essere anche dei valori.
A me nello specifico, ha anche insegnato che Filippa Lagerbäck è capace, elegante, intelligente e simpatica, dandomi così l’opportunità di ricredermi il che, come sapete, a me fa sempre un sacco piacere.
Costo: gratis
Precisazione doverosa per i nuovi arrivati: i brand menzionati nel Discovery Channel Febbraio 2017, o in qualsiasi altra edizione passata e futura di questa rubrica, non mi danno del denaro tintinnante per parlare positivamente di loro. No perché sono post sì consumisti, ma anche spontanei. No perché se venissi pagata per recensire e raccomandare un prodotto o un servizio lo farei in maniera più creativa, approfondita e professionale (#ilmioblogèdifferente)
3 Comments
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giulia torelli
Febbraio 27, 2017 at 12:43 pm
HAHAHAHAHA morta sulla frase finale
Giulia
Marzo 8, 2017 at 11:37 am
Sui 71 cm di girovita abbinato al “tracagnotta” spero sia una battuta. Io ho le stesse misure e siamo MAGRE (lo dico a gran voce)
gynepraio
Marzo 8, 2017 at 10:07 pm
Sei l’iniezione di autostima di cui oggi avevo bisogno. Grazie