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By gynepraio10 Aprile 2017In Personale

La top 3 dei miei rimpianti

Come ormai sapete, sono sempre in cerca di segnali. Sono giorni che sento parlare di rimpianti, cioè di cose che avrei dovuto fare e che non ho fatto. Io sono del partito di chi ha tanti rimpianti (=cose che non hai fatto preferendo forse contarti le doppie punte) e pochi rimorsi (=cose che hai fatto e invece facevi meglio a farti un giro al parco). Forse perché, col senno di poi, vedo un senso in tutti quelli che a caldo sembravano errori madornali e che col tempo si sono rivelati gesti provvidenziali. Per dire, non mi pento di aver fumato per 15 anni, perché sono stata felice di aver smesso e aver dimostrato a me stessa che nulla è impossibile.

Il rimpianto, invece, apre un ventaglio di possibilità, una gamma di what if, un almanacco di scenari tutti da immaginare. Quale occasione migliore per fare un punto della situazione e rimettere ordine tra i miei rimpianti? Io dico, se devi ripensare al passato con la nostalgia di ciò che non è mai stato (una specie di saudade), almeno fallo con senno, discernimento e senso delle priorità.

la top 3 dei miei rimpianti: numero 3, non aver imparato il francese

Io ero portata per le lingue, probabilmente lo sono ancora. Per una serie di eventi, ho studiato il francese a rate, cioè in seconda e terza media, poi ho interrotto completamente per anni, poi ho ripreso per sei mesi a quasi 29 anni. Perché avrei dovuto studiarlo da giovane? Perché le lingue europee e soprattutto neolatine, se studiate insieme, si possono portare avanti parallelamente e, se come me non si è soggetti al fenomeno del mash-up linguistico, non producono confusione bensì beneficiano l’una dall’altra. Senza contare che fino ai 19 anni, avendo fatto il classico, ho dovuto mandare a memoria zillioni di desinenze, suffissi, prefissi, coniugazioni, paradigmi che, a ripensarci, il francese ci sarebbe stato tantissimo. Il francese mi piace un sacco, ascoltato e parlato, eppure ora sento che è tardi, che non avrei più la capacità di apprendere velocemente (che è la mia modalità di apprendimento, ndr). Quando lavoravo nel gruppo l’Oréal c’era un’altra stagiaire che aveva origini parigine e sfoggiava questo francese perfetto, non diceva Lancome, lei diceva proprio Lancôme. Che invidia, amici. Il francese mi starebbe molto bene addosso. Lo capisco intuitivamente ma a me non piace fare le cose intuitivamente. Qualcuno ha imparato il francese da adulti? Come avete fatto? Che scuole avete frequentato? Non mi dite di fare le vacanze studio a Juan-Les-Pins, lo sapete che tengo famiglia e non posso.

miei rimpianti

Il massimo di francesitudine cui sono arrivata

la top 3 dei miei rimpianti: numero 2, non ESSERMI APPASSIONATA AL MOVIMENTO fino ai 30 anni

Io da 13 anni sono sempre stata leggermente sovrappeso e pigra. In terza media, non so bene cosa sia successo ma ho mangiato troppo, ecco, e alle soglie dell’estate ero 10 kg più dell’anno precedente. Solo che non ero cresciuta in altezza, ecco. Dalla terza media sono stata quel tipo di ragazza che, pur trovando quasi sempre i vestiti che voleva, pur non essendo vittima di bullismo o discriminazione, si sentiva sempre un po’ meno a proprio agio degli altri. Però ecco, avrei potuto essere davvero carina: ero bionda naturale, non avevo l’acne, avevo le tette. Sarebbe bastato prendere per le corna il problema e imparare a trarre benessere dal movimento. Ecco, nella mia famiglia non c’è l’amore per lo sport: cioè mio padre conosce i regolamenti di qualsiasi disciplina, le formazioni di calcio di serie A dal 1955 in poi, la bio di atleti da tutto il mondo ma non mi ha mai spronato a fare sport. Quindi sapete cos’è successo? Sono sempre stata una binge eater -non diagnosticata e probabilmente non patologica- e sono stata pigra fino ai 30 anni almeno. Non scherzo se vi dico che sono più in forma adesso di quando ho dato la maturità. Sono anche meno aggressiva (sì, meno di ora: pensate com’ero a 19 anni) e permalosa.

A differenza del francese, in questo caso pago uno scotto culturale e famigliare: ma, a discolpa dei miei genitori, devo dire che avrei potuto prendere il problema per le corna assai prima. In compenso prendevo per le corna tutto il resto, perché ero arrabbiata, prepotente, gelosa, insicura.

miei rimpianti

Una rapida diapositiva sul mio tipico buonumore adolescenziale

la top 3 dei miei rimpianti: numero 1, non aver avuto fratelli

Non è propriamente colpa mia, ecco, ma l’esperienza della condivisione di gioie e dolori con un altra persona mi sarebbe stata utile. Forse avrebbe reso l’atmosfera domestica meno ovattata, meno noiosa, meno routinaria. Avrei imparato a non essere gelosa. Se avessi avuto un fratello maggiore, mi avrebbe presentato i suoi amici carini. Una sorella maggiore mi avrebbe prestato i suoi vestiti, mi avrebbe evitato di farmi i capelli color carota in prima liceo, mi avrebbe portata fuori con sé e avrebbe fatto -prima di me!- con i miei genitori le orride battaglie per la libertà. Se avessi avuto fratelli più piccoli, avrei imparato a sopportare la gelosia e la mancanza -temporanea- di attenzioni, forse avrei sviluppato un po’ di senso dell’accudimento, sicuramente li avrei schiavizzati un sacco. Ma soprattutto ora, che i miei genitori sono quasi settantenni e stanno vivendo un momento difficile, condividerebbe con me questo durissimo processo di sgretolamento delle certezze.

Illustri esclusi dalla top 3 dei miei rimpianti, in ordine sparso

non aver fatto esperienze di lavoro volontario da piccola, non aver imparato a sciare, non aver avuto un’esperienza lavorativa all’estero, non aver imparato a cucire pur avendo entrambe le nonne sarte, non essermi mai messa insieme a un certo tipo.

svgInstamonth Marzo 2017
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svgLe 5 regole della convivenza (con la D)

25 Comments

  • Marta - https://strafanti.wordpress.com/

    Aprile 10, 2017 at 9:20 am

    ciao, al contrario di te uno dei miei rimpianti più grandi è di non aver studiato inglese al posto del francese in età scolare. Tra l’altro francese lingua stupenda, neanche da paragonare alla lingua anglofona…ma nel lavoro sapere francese non serve praticamente a na cippa. Quindi ho iniziato a studiarla dopo i 30 con estrema difficoltà perché, pur essendo portata per le lingue, non mi piace e faccio fatica a capirla perché appunto come scrivi tu il francese è una lingua latina c’è un continuum con il latino e l’italiano studiati al liceo (quanto sono stronzi i verbi inglesi nella loro apparente semplicità, quanto).

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    • gynepraio

      Aprile 12, 2017 at 2:13 pm

      Sull’inglese devo dire che i miei genitori si sono prodigati ma soprattutto che ho potuto studiare all’estero. Ma vedrai che recupererai al volo

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  • Giada

    Aprile 10, 2017 at 9:38 am

    Io e le lingue viaggiamo su due binari paralleli ma quando c’è stata opportunita di trasferici all’estero le opzioni erano il fiammingo in olanda e il francese a ginevra. Ha vinto quest’ultima. Partivo avvantagiata dal fatto che lo capivo perché d’estate frequentavo da sempre cugini di madre francofoni ma parlarlo anche no. Dopo 3 anni sono un utente autonomo b1/2 di sicuro con accento italiano, che non è un bene ,ma si fa quel che si può e accetto i consigli di figlio 8 enne oramai bilingue. Molti insegnanti qui consigliano questo sito http://apprendre.tv5monde.com che aiuta con video ed esercizi mirati ad apprendere la lingua magari riesci a dire la famosa ô senza problemi in poco tempo 😉
    Per contro il poco inglese scolastico che sapevo per sopravvivere faccio fatica a tirarlo fuori perché il mio cervello non è capace di fare lo ‘switch’ tra le due lingue e vabbe aspetterò un trasferimento in un paese anglofono!

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    • gynepraio

      Aprile 12, 2017 at 2:15 pm

      Questa opportunità di resettare il cervello a ogni trasferimento non va sottovalutata!

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  • Adele Meccariello

    Aprile 10, 2017 at 9:44 am

    Ho iniziato a studiare giapponese a trenta-e-passa-anni. Se sei portata per le lingue, il francese non è impossibile! Farlo da autodidatta però magari no, ecco: cerca un buon corso (io ho avuto la fortuna di trovarne uno ottimo, che seguo ormai da più di un anno), anche con un solo appuntamento a settimana, e ritagliati un po’ di spazio per mantenerti in esercizio (anche semplicemente il giorno prima della lezione per fare i compiti assegnati). Questo può essere sufficiente per rimettere in moto quella parte del cervello. Per il resto, vale quello che vale per tutti: leggere/scrivere/ascoltare/parlare il più possibile in quella lingua e cogliere ogni occasione per approfondirne lo studio. Sembra il solito luogo comune, ma aiuta sul serio 😉 Tifo per te, Valeria!
    A.

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    • gynepraio

      Aprile 12, 2017 at 2:15 pm

      Pensa che un po’ di anni fa mi dissi: “beh quando sono a casa in maternità studio franceseehehehehehehhahahahahahahahah”.
      Madonna, che povera illusa.

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      • Adele Meccariello

        Aprile 12, 2017 at 8:58 pm

        Ecco, magari un po’ più realistico di così, ma secondo me ce la puoi fare 😀 <3

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  • Alexandra

    Aprile 10, 2017 at 11:27 am

    Alle medie ho studiato francese. Alle superiori ho avuto un’insegnante di inglese che mi ha detto che al massimo avrei potuto arrivare alla sufficienza ma non lo avrei mai imparato davvero (era una che adorava la grammatica ma di comunicazione sapeve una cippa, come si suol dire, e non solo in inglese). Oggi traduco da e in inglese. Lo adoro e verbi stronzi a parte è una loingua che ha conoscerla davvero è incredibilmente bella (a me basterebbe sapere che è quella con più parole al mondo, visto il mio amore per le parole, ma poi ha delle frasi idiomatiche fantastiche). Ma insomma, per dire che in realtà l’ho imparata da adulta, ed è stato un percorso tortuoso perché per anni non l’ho curata molto, ci sono tornata in maniera sistematica oltre i trenta. E’ stato un colpo di fulmine a scoppio ritardato, potrei dire. E… ecco, la passione aiuta. Se di una cosa ti innamori davvero, credo non ci sia né l’età né alcun altro ostacolo che possa fermarti. Guardati un po’ di film in lingua originale (magari coi sottotitoli), video leggeri, divertenti, temi che ti interessano… Bonne chance! 🙂
    Un saluto
    Alexandra

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    • Alexandra

      Aprile 10, 2017 at 11:29 am

      ehm… ho fatto un bel po’ di e(o)rrori! quel “ha conoscerla” grida vendetta, ma insomma, ci capiamo. Sono un po’ stanca, diciamo… 🙂

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    • gynepraio

      Aprile 12, 2017 at 2:16 pm

      Grazie mille, la tua testimonianza mi dà forza.

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  • Antonia

    Aprile 10, 2017 at 11:38 am

    Purtroppo io appartengo ad un’altra generazione, quello delle lingue è il mio stesso rimpianto. Ai miei tempi non sembrava poi così importante imparare le lingue tanto più se, come me, c’era da usare i numeri nel lavoro, numeri che ho imparato a domare anche piuttosto bene. Quello che invece vorrei toglierti è il rimpianto di essere figlia unica. Io ho un fratelli con il quale attualmente non ho ottimi rapporti, fratello che è sempre stato il preferito di casa e che non mi ha mai dato nè mi dà alcun conforto emotivo e/o di aiuto con i genitori anziani salvo il “minimo sindacale”. Quindi stai serena, poteva andarti peggio di così.

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    • gynepraio

      Aprile 12, 2017 at 2:18 pm

      Me l’avevi raccontato, di questo rapporto non proprio idilliaco. Ma esiste un modo per essere fratelli e amarsi davvero, io l’ho visto -e invidiato- in molti miei amici.
      Ci andrà meglio nella prossima vita.

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  • RobertaG

    Aprile 12, 2017 at 11:36 am

    Rimpiangi di essere figlia unica al punto che sei certa di fare un fratellino/sorellina ad Elia?
    Alice, la mia bimba, compie due anni fra pochi giorni. È una bimba straordinaria, ma anche tremendamente impegnativa.
    Devo confessare che la maternità mi ha sfiancato. I primi terribili mesi piangevo tantissimo (maledetto baby blues!); ora va sicuramente molto meglio, ma non riesco a ritagliarmi del tempo per me. Lei dorme davvero poco (con ancora qualche risveglio notturno, ahimè) e durante la giornata è poco indipendente e ad alto contatto (soprattutto con me). Gli unici momenti “miei” sono quelli che trascorro a lavoro (ho un contratto part time in una casa editrice), ed è tutto dire.
    Fatte tutte le dovute considerazioni (e premettendo che solo gli stupidi non cambiano idea), io e mio marito di fare il secondo non abbiamo alcuna intenzione.
    Da un lato mi “rincuora” il fatto che i miei genitori, pur avendo numerosi fratelli e sorelle, con loro non hanno alcun rapporto (saremo una famiglia strana, lo so); lo stesso mio marito con i suoi; io ho una sorella, davvero molto diversa da me, che adoro, ma non so come saranno tra noi i rapporti in futuro (al momento lei vive ancora con i miei, nella stessa villetta bifamiliare in cui vivo io); insomma, anche se le dessi un fratello/sorella, non è detto che ci andrebbe d’accordo.
    Dall’altro mi chiedo se sia giusto, a causa di una mia inadeguatezza, privarla di un compagno di vita. E questo mi fa sentire in colpa.

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    • gynepraio

      Aprile 12, 2017 at 2:20 pm

      Mi consola sapere che ogni figlio è una esperienza a sé, e il secondo potrebbe essere radicalmente diverso dal primo. Detto tutto ciò, sono ancora troppo stanca per pensare di fare un altro figlio e capisco perfettamente la tua posizione di non-dormiente.

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  • Marghe ✿

    Aprile 12, 2017 at 12:31 pm

    Anche io ho un sacco di rimpianti, abbinati a senso di colpa per non aver fatto e alla tendenza a pensare “ormai sono troppo vecchia per”… sigh
    Per una serie di motivi devo anche io riprendere inglese e francese in modo intenso e sto raccogliendo le idee per organizzarmi, il top del top sarebbe frequentare un corso all’Alliance française di Torino, ma come dici tu “tengo famiglia e non posso”. Uno dei metodi più efficaci che mi han consigliato fin dal liceo e che dovrei proprio applicare consiste nello studiare a memoria una frase al giorno/alla settimana, con la frequenza più adatta alle proprie esigenze (c’è una famosa scuola che insegna l’american english così, a botte di migliaia di euro a corso…)
    ho letto da qualche parte “tra un anno sarai felice di aver cominciato oggi”, frase molto incoraggiante ma che per ora non ha funzionato 😛

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    • gynepraio

      Aprile 12, 2017 at 2:28 pm

      Conosco quel metodo e devo dire che lo trovo alienante, così, a istinto. Ma pensa che la mia insegnante di inglese delle medie, che era brava, ci faceva usare il quaderno delle copiature, dove COPIAVAMO i dialoghi del libro.
      Forse nella ripetizione c’è la chiave del successo, boh

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  • Silvia

    Aprile 12, 2017 at 6:12 pm

    Sono la classica lettrice assidua di blog che non commenta mai (sebbene ti apprezzi molto come autrice), ma il tema ‘apprendimento di una lingua in età adulta’ mi costringe a palesarmi. Lo scorso anno mi sono trasferita in Brasile e ho dovuto imparare da zero il portoghese: qualche mese prima di partire, ho comprato il libro dell’Assimil e ne sono entusiasta. Il metodo richiede costanza, ma è sufficiente dedicare una mezz’ora al giorno allo studio. Ho un marito e una cognata che amano studiare le lingue, e fra tutti abbiamo sperimentato con soddisfazione anche il manuale di francese, latino e neo-greco. Quando sono arrivata a São Paulo riuscivo a capire quasi tutto, a fare discorsi semplici e sorprendentemente conoscevo un sacco di parole utili in molte situazioni d’uso. In bocca al lupo e complimenti per il blog! Silvia

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    • gynepraio

      Aprile 13, 2017 at 1:05 pm

      Ma sai che ho indagato un po’ e ho scoperto che la sede italiana di Assimil è in provincia di Torino. Posso chiederti quale pacchetto hai preso? Solo libri oppure libri+cd oppure solo app? Forse potrei anche chiamarli e chiedere direttamente a loro, in effetti…
      (Invidia per il tuo coraggioso trasferimento)

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      • Silvia

        Aprile 16, 2017 at 10:38 pm

        Ho preso libro + cd perché l’ascolto dei dialoghi è fondamentale, anche se è possibile che le tracce audio si riescano a recuperare sul web. Il pacchetto è abbastanza caro, ma se si segue il metodo diligentemente è molto più economico di un corso. Non conosco l’applicazione, quindi su quella non posso pronunciarmi!

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  • Valentina

    Aprile 13, 2017 at 6:17 am

    Ciao! Ti seguo da poco però ci tenevo a dirti che mi piace tanto il tuo modo di raccontarti e di analizzare le questioni, hai una capacità di argomentare molto bella e piacevole per chi ti ascolta/legge!
    A questo punto sono curiosa di sapere come hai iniziato a prenderti cura del tuo corpo e ad essere super in forma!(magari lo hai già raccontato in qualche post precedente)

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    • gynepraio

      Aprile 13, 2017 at 1:03 pm

      Niente di che, davvero. Ho cercato di includere nella mia settimana tipo qualche attività fisica, in particolare mi sono appassionata alla corsa alla quale spero di ritornare presto appena sarà passato 1 anno dal parto (consiglio per il benessere del mio perineo, dice il dottore): ne avevo parlato in 3 post che si chiamano corsa #1 corsa #2, corsa #3.
      Quanto all’alimentazione, cerco di non esagerare e di compensare. In questo, avere un compagno molto coscienzioso e timoroso di ingrassare mi aiuta. Sono sempre stressata e nervosetta, quindi non ingrasso più (ma quest’ultima parte non è un bene, diciamo!).
      Cucino soprattutto con la vaporiera e non tengo in casa cibi tentatori.
      Spero continuerai a seguire il blog, a presto e grazie per le tue parole!

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  • Taurus_littrow

    Aprile 14, 2017 at 10:08 am

    Aver smesso di pattinare, aver smesso di pattinare, aver smesso di pattinare. E’ infantile, sì, non voler andare avanti da uqesta cosa, non riuscirci, ma io me ne frego. Sono così brava a tagliare i ponti con tutti, con tutto che almeno una cosa, una nella vita, vissuta come la vivono tutte le persone normali, con malinconia, con nostalgia, quella me la voglio tenere.
    Non aver imparato un’altra lingua straniera oltre all’inglese (anche se I’ve made it up to it moving to another country e credimi che tra sapere bene l’inglese e vivere in Italia e sapere l’inglese in Inghilterra è quasi come imparare un’altra lingua anche se nessuno ci crede e tutti continuano a dire “CHEN” credendo si tratti di inglese britannico).
    Non avere un figlio.

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    • gynepraio

      Aprile 28, 2017 at 11:02 am

      Spero per me, e per te, che riusciremo a recuperare i nostri rimpianti. Fatto salvo il diritto alla nostalgia canaglia, ovviamente.

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  • virginiamanda

    Aprile 26, 2017 at 3:53 pm

    Sull’imparare le lingue io posso dirti la mia, ovvero che TUTTI i metodi del mondo sono buoni per imparare se e solo se c’è la motivazione.
    Puoi comprare tutti i libri del mondo, iscriverti ai corsi più à la page, pagare fior fior di quattrini per vacanze studio, ma se una lingua non ti serve per un motivo specifico (devi fare colpo su quel francese che ti piace tanto, devi passare un colloquio in francese per un’azienda che ti riempirà di soldi e gratificazioni, devi trasferirti in un Paese francofono dove non esiste una sola persona in grado di dire “Hello!”…) non la imparerai mai.
    Io ho studiato il turco per andare in Turchia e avevo aspettative altissime sul livello ottimo a cui sarei arrivata dopo un anno là e indovina un po’? E’ rimasto al livello base con cui ero partita. Perché una volta là tutte le persone con cui avevo a che fare (lavoro, amicizie, etc) parlavano un discreto inglese. E così ho migliorato l’inglese.
    Se non puoi ritagliarti un’oretta a settimana per un corso, cerca il gruppo dei francesi di Torino, iscriviti alle iniziative dell’ambasciata, dell’Alliance Française, quello che c’è e cerca di partecipare il più possibile. Fatti amici francesi, con cui potrai conversare e che ti saranno di stimolo ad imparare.

    Avere fratelli.
    Io ne ho due: un fratello e una sorella.
    Io sono l’ultima nata (e quella non prevista, mi confessarono i miei in un impeto di sincerità) e fidati: le lotte per la libertà le ho fatte tutte io.
    Io sono l’unica che si è trasferita per l’università, la prima ad andarsene di casa, la prima ad andarsene all’estero, la prima a mettere sul piatto quello che volevo.
    Mia sorella mi rinfaccia (come fosse una colpa) che io l’ho potuto fare perché io fin da sedici anni sapevo benissimo che lavoro volessi fare e che facoltà volessi studiare. E che vedendomi così motivata, i miei non abbiano saputo trattenermi.
    Bah.
    Ciononostante, una famosa frase di un film diceva: “Ai figli che danno meno pensieri, si dedicano meno pensieri” e io credo sia vero. I miei fratelli hanno avuto vari momenti di ripensamento, di buio e di incertezza. I miei erano sempre là a sostenerli ed incoraggiarli. Quando si è trattato di me “E vabbè, non ci pensare”.
    Questo per dire, che nonostante i miei siano due persone adorabili e due fantastici genitori, a volte io pure ho pensato che sarebbe stato diverso, e perché no, pure a tratti preferibile, essere figlia unica.
    Non è divertente trovarsi -per questioni anagrafiche – sempre “dopo”, anche se alcune cose le ho fatte “meglio”, non le ho mai fatte per prima.
    Ora che tra qualche mese mi sposerò, i miei vivono su un altro pianeta, perché mia sorella ha dato loro il primo nipotino. Non si interessano, non se ne occupano. Il mio matrimonio arriverà e pazienza. Ora hanno un nipotino di cui occuparsi. D’altronde: non sono sempre stata quella che si arrangiava da sola!?

    Tutto sto fiume di parole per dire: i rapporti idilliaci con i fratelli esistono, ma tieniti stretti i tuoi genitori per i quali sei la loro unigenita adorata figlia e pensa a che patrimonio di amore e attenzioni godi!
    Abbracci!

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    • gynepraio

      Aprile 28, 2017 at 10:49 am

      La questione sui fratelli me l’hanno detta in molti, sto cercando di convincermi che è vero…

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