
Le 5 regole della convivenza (con la D)
Alcune persone, che evidentemente hanno un sacco di fiducia in me, mi hanno chiesto come gestire una convivenza perché sono in procinto di sposarsi o di vivere per la prima volta insieme a una persona. Non so bene come funziona in casa d’altri, ma io sono abbastanza felice della mia convivenza (è doveroso specificare che è la seconda, perché repetita iuvant) e non è mai davvero stata un problema*. Ho fatto un rapido recap mentale delle regole della convivenza che hanno reso la mia un esperimento (finora) riuscito: e no, non è nulla del tipo “fatevi piccole sorprese”, “praticate uno sport insieme” e “celebrate gli anniversari”. Per quello leggetevi i post-lista di Cosmopolitan.
Le 5 regole della convivenza con la D: Donare tempo ed energia
Stare con un’altra persona vuol dire mettere in conto dei cambiamenti all’agenda. Bella scoperta, eh? Eppure ci sono un sacco di persone che si illudono, una volta iniziata una convivenza o un matrimonio, di mantenere lo stile di vita precedente. Io non sono una monopolizzatrice e ho un partner molto tollerante, ma dopo che siamo andati a vivere insieme ho dovuto dare una sfoltita a cene a casa d’altri, inviti a casa mia, visite last-minute di amici e parenti, domeniche in pigiama a vedere B-Movie. Ho limato un pochino l’agenda, di mia iniziativa, senza che mi venisse imposto niente, e nel tempo che si è creato ho inserito momenti di condivisione del nulla assoluto: stare a casa a leggere, guardare la TV, scrivere sul divano mentre lui guarda una partita. Erano momenti di innegabile valore, e ora mi mancano un sacco perché quando hai un bambino (spoiler sulla maternità) non riesci più a cazzeggiare.
Le 5 regole della convivenza con la D: Darsi un limite
L’intimità ha un terribile downside: la sciatteria. Secondo me c’è un quid di mistero che conviene conservare: tutti, uomini e donne. Perché ci pensa già la sorte a farvi calare le braghe e tirare fuori i lati meno poetici dell’essere umani: aspettate la prima epidemia di influenza intestinale, tanto per dire, oppure di diventare genitori. Non ci vuole molto: niente capelli sporchi, peli irsuti, pigiami in pile e mutandoni. Il problema non è tanto mostrarsi brutti: quello che va evitato è l’effetto domino che si crea a grido di “allora vale tutto”. E quando vale tutto, diventa tardi per tirare i remi in barca e tornare alla disciplina. Se la prossima volta lui non si fa la barba e scoreggia come un oboe non lamentatevi, io vi avevo avvisate.
Le 5 regole della convivenza con la D: Distinguere tra cos’è importante e cosa non lo è
Io non sono molto brava a lasciar correre e la mia indole sarebbe quella di montare un processo di Norimberga per ogni cosa (ok, con certi ex lo facevo), ma la verità è che non ci si può attaccare a tutto. Litigare e discutere è utile fino a un certo punto, oltre il quale diventa uno spreco di tempo ed energie. Io spesso dico che se mettessi in fila tutti i minuti spesi da mio padre a lagnarsi del pane che compra mia madre e mia madre ad alzare gli occhi al cielo mentre lo ascolta lagnarsi avrebbero trovato il tempo di laurearsi, rispettivamente, in fisica nucleare e lingue orientali. In altre parole, non incazzatevi per le stronzate e fate in modo di non commettere continuamente quelle microazioni che fanno incazzare il vostro partner. Risparmierete tempo, che potrete investire litigando sulle questioni succose.
Le 5 regole della convivenza con la D: Dividere le competenze
Lo so che l’aspettativa stupidamente instillataci dalla visione di La Famiglia Cuore by Mattel è quella di fare le cose insieme, condividere, maturare decisioni, progredire mano nella mano verso l’obiettivo comune.
La mia esperienza dice invece che è meglio dividersi la vita per sfere di competenza. Gioia, sei una maga della partita doppia? Il dare e l’avere sono i tuoi verbi del cuore? A te spettano bollette e 730. Tu, invece, hai le mani d’oro e ti sorridono i rubinetti? Voilà, hai vinto i lavoretti di bricolage. Cara, sei affetta da OCD e adori i tensioattivi? Ti sei aggiudicata i lavori domestici. E tu, cucciolone, sogni di rinascere Cracco? Inizia a cimentarti con le padelle. Una volta divise le competenze, vale la regola Dirty Dancing: “Questo è il mio spazio e questo, invece, è il tuo spazio: io non entro nel tuo e tu non entri nel mio”. Però poi vi dovete fidare, altrimenti siete come quel mio fidanzato che controllava come mettevo le cose nel frigo dopo che avevo scaricato dall’auto e portato in casa 8 sacchetti della spesa. Ovviamente (spoiler sulla mia vita privata) non stiamo più insieme. Guess why.
Le 5 regole della convivenza con la D: Delegare a terzi ciò che non sapete e volete fare
Questa è la mia regola del quieto vivere: siccome la vita fa già abbastanza schifo di per sé, perché ci sono le malattie incurabili la gente sui mezzi pubblici che non si lava la minaccia di una imminente guerra nucleare le doppie punte e Salvini, io non vedo il motivo di avvelenarsela ulteriormente sobbarcandosi compiti ingrati quando si può farli fare a un professionista pagandolo il giusto. La cosa bellissima è che potrete incazzarvi con questa persona se fa male il suo lavoro, mandarla via, sostituirla: tutte cose che col vostro partner inadempiente non sono possibili. In altre parole, prendete un commercialista, una signora delle pulizie, una stiratrice, un ometto tuttofare che vi attacchi i tasselli. Non aspettatevi che lo faccia lui o lei se non ha voglia o non è in grado: non perdete tempo a litigare sulle manchevolezze del vostro partner. Pagando qualcuno, al massimo perderete denaro, che alcuni sostengono essere gravissimo ma (spoiler sulla vita in generale) nell’aldilà i soldi non ve li porterete e una mattina tutti ci sveglieremo freddi comunque.
*non nel senso che non discutiamo mai e ci guardiamo con gli occhi grondanti di amore&tolleranza. Nella fattispecie, discutiamo per cose che trascendono il fatto di stare sotto lo stesso tetto e delle quali discuteremmo anche se vivessimo a 5 km di distanza
Antonia
Aprile 17, 2017 at 7:12 pm
Approvo applaudendo. E no, non sempre ci riesco. Ma ci provo continuamente. Il primo marito l’ho sbagliato ma con il secondo la convivenza dura da più di 25 anni quindi direi che le tecniche di sopravvivenza le ho affinate.
gynepraio
Aprile 28, 2017 at 10:56 am
Repetita iuvant, io l’ho sempre detto. Non sono una da “buona la prima”
Paola
Aprile 18, 2017 at 9:29 am
Saggi consigli Vale! Proverò a metterli in pratica quando sarà il momento è magari inizio da subito nei prossimi periodi di convivenza. Per ora la sciatteria la evitiamo entrambi ma è facile perché possiamo sbragare quando siamo soli. L’aiuto celo già così lui quando torna deve solo dedicarstal riposo e AMME’. Devo limare il mio temperamento guerrigliero e imparare la tolleranza
gynepraio
Aprile 28, 2017 at 11:01 am
Secondo me sarà più facile del previsto, siete persone indipendenti e con un’agenda abbastanza piena direi.
AliceOFM
Aprile 18, 2017 at 10:08 am
Post giusto al momento giusto: abbiamo convissuto diverse volte, ma sempre per meno di sei mesi. Ora che abbiamo comprato casa insieme sono terrorizzata – ed essendo la regina delle discussioni superflue, so già che avrò problemi con la terza regola.
Alice
gynepraio
Aprile 28, 2017 at 10:54 am
Vale la regola ulteriore che ho condiviso con Susanna: ascolta sempre ma non sentire tutto. Sviluppa ascolto selettivo, altrimenti si litiga anche per un passerotto che passa in cielo.
Silvia
Aprile 18, 2017 at 11:42 am
Bel post, dovrebbero mettere questo su Cosmopolitan anzichè quelle stupide liste!
Ah già, ma se fosse stato su Cosmopolitan non l’avrei letto… 🙂
Scherzi a parte, sembra proprio il pentalogo di ciò che non facevo durante la mia prima convivenza, e infatti è finita malamente… speriamo di aver imparato abbastanza per la prossima!
gynepraio
Aprile 28, 2017 at 10:54 am
In effetti, anche io molte di queste regole le ho apprese sulla mia pelle sensibile, visto che sono al 2 giro!
Susanna
Aprile 19, 2017 at 12:05 pm
Concordo su tutta la linea! La cosa più importante che ho imparato dalla convivenza e che condivido con le amiche quando mi dicono “ma come fate ad andare d’accordo” è riassumibile nella frase “ricordati che l’altro non è te”. Credo che valga in generale nella vita, ma solo la convivenza te lo insegna veramente. Buona giornata Vale!
gynepraio
Aprile 28, 2017 at 10:53 am
Una regola ulteriore è: ascolta sempre ma non sentire proprio tutto tutto tutto, ecco.
virginiamanda
Aprile 20, 2017 at 4:40 pm
Ma anche, ogni tanto, il consiglio bonus numero sei, che inizia sempre con la d.
😉
gynepraio
Aprile 28, 2017 at 11:05 am
dirsi le cose in faccia? ahahaha scusa
virginiamanda
Aprile 28, 2017 at 4:15 pm
Che simpatica burlona! 😀