Instamonth settembre 2017
Instamonth settembre 2017: libri e film
Ho finito “Swing Time” di Zadie Smith, che avevo cominciato ad agosto e che mi è piaciuto molto. Non voglio ripetermi perché l’ho già recensito su Instagram Stories, ma dirò solo che è una storia di amicizia tra donne: cioè il mio tema preferito. Come penso di aver già detto in diverse occasioni, i romanzi d’amore sono sopravvalutati. Capito, mondo dell’editoria? Più pacche sulla spalla, meno baci con la lingua.
Per continuare sul tema amicizia, seppure con grande un ritardo sul resto del mondo, ho iniziato e quasi concluso “Le otto montagne” di Cognetti. Per ora apprezzo ma non ho ancora fatto la videorecensione quindi tocca attendere e seguirmi (@gynepraio: una foto al giorno e massimo 5 minuti di stories che non c’ho tempo).
Il documentario “What the Health” presenta vegetarianesimo e veganismo come scelte salutistiche più che animaliste/ambientaliste. Con me ha sfondato una porta aperta ma è stata una utile full immersion nel lifestyle americano, Continuo a pensare che si possa -e si debba- praticamente azzerare il consumo di carne, attenersi a una dieta mediterranea che privilegi gli alimenti di stagione possibilmente non provenienti da Marte. Sul tema vi invito anche a leggere questo articolo, provocatorio ma intelligente.

Da sx a dx: romanzo “Swing time”, documentario “What the Health”, romanzo “Le otto Montagne”
Instamonth settembre 2017: ootd
A settembre ho potuto indossare alcune cosine comprate fuori stagione: una maglietta con le ciglia che hanno tutte le adolescenti d’Italia, un vestito a quadretti Vichy, un pigiama in cotone “color Rovagnati” e una camicia in seta bianca. Il mio nuovo gioiello favorito, insieme al choker di cui ho parlato qui, è questa collana d’oro con medaglietta liscia appartenuta a mio nonno. Avevo già dedicato la mia personale ode al rosso e ai miei chiassosi stivaletti, che sto indossando e abbinando al rossetto, al foulard, ai miei occhi quando c’ho sonno. Come temevo, non sono esattamente un guanto ma mi è accaduto di acquistare scarpe low-cost ben più scomode.

Dall’alto a sx in senso orario: stivaletti rossi Stradiviarius, abitino Vichy HM, pigiama da uomo scovato al mercato, camicia in seta And Other Stories, ciondolo del nonno, t-shirt Stradivarius con le ciglia
Instamonth settembre 2017: office life
A inizio agosto sono stata spodestata dalla stanza in cui lavoravo prima e sono stata ricollocata in un’altra: ci ho guadagnato un vicino di stanza che ama la musica pop anni ’80, un parquet grigio, un sacco di luce e pareti non di cartongesso dove ho potuto mettere di tutto. Della memoboard in rete metallica avevo già scritto qui, mentre la inspoboard in sughero che sta dietro alla mia testa l’ho riempita di foto in BN delle mie donne favorite. I cactus in ceramica e la cancelleria pastellosa (le clips dorate!! le puntine da disegno dorate!!!) sono sciocchi vezzi, oltre a rappresentare il motivo per cui non sarò mai ricca. E va bene così, senza denari (semicit.)

Dall’alto a sx in senso orario: cactus in ceramica Ikea e amenità, cancelleria pastellosa di Tiger, lampadario Trittico by Creative-Lampshades, Inspo-board di sole donne
Instamonth settembre 2017: food
A me settembre piace: ci sono ancora le verdure colorate e si possono mangiare le insalate estive. Ci sono l’uva, i funghi, i primi cachi. Tra i più bei ritorni del mese, il cavolo rosso saltato in padella insieme alla pasta integrale, i toast con burro d’arachidi e banana. Ho fatto una pasta al pesto usando una farina di pistacchio e una insalata Caesar all’avocado. La quiche ripiena di riso viene dal ristorante “Il Deposito”. La barretta raw è -per quanto mi riguarda- un lusso evitabilissimo.

Dall’alto a sx in senso orario: peanut butter&banana toast, Caesar salad all’avocado, texture di cavolo rosso, barretta raw, quiche di riso presso “Il Deposito”, pastasciutta al tofu e verdura, pastasciutta al pesto di pistacchio e pomodorini
Instamonth settembre 2017: fare cose
A settembre, in vista di un guestpost che vorrei scrivere per un blog di cui non dico niente ma parla di ristoranti, ho continuato l’esplorazione dei bistrot torinesi con tre nuovi luoghi: Da Varsa, Il Deposito e Dogana Grimm. Mi sono piaciuti tutti -altrimenti non ne parlerei- ma ne scriverò più diffusamente a breve. Il prezzo dei ghiaccioli esposto su una vetrina di via Napione, è fermo agli anni ’90: tutti d’accordo che Vanchiglia è il quartiere più bello di Torino, si?
Il 21 settembre ha inaugurato il flagship store torinese di Creative-Cables: li conoscete? La smettete di comprarvi le lampade minimal finto scandinavo su Etsy mentre potete farvele fare da loro a metà del prezzo? Io non vi ho detto niente, eh.
Sempre in tema di lampade, fino al 30 settembre ho divulgato un codice sconto per l’acquisto dei paralumi in tessuto Creativ-Lampshades: li conoscete? Mi raccomando eh, continuate a comprare le lampade nei negozi di arredamento che vi pelano vivi e hanno 4 colori in croce, bravi, avanti così.

Dall’alto a sx in senso orario: cavi colorati all’inaugurazione del Creative-Cables store, le mie nuove lampade hackerate Ikea, consumare ghiaccioli come negli anni ’90, bistrot “Da Varsa”, bistrot “Il deposito”, bistrot “Dogana Grimm”
Instamonth settembre 2017: blog
Sono abbastanza soddisfatta di ciò che ho scritto: le solite rubriche (Discovery Channel, Posta del Cuore, Instamonth e recensioni beauty) e qualche cosa in più. La recensione delle nostre vacanze in Trentino, uno sproloquio su downloading&streaming illegale e un breve sfogo autobiografico sul “carico mentale”, scritto in vista di un dibattito sulla maternità e i servizi alla famiglia tenutosi presso la Festa de l’Unità di Torino e al quale ho partecipato con piacere il 15 settembre. Andate a recuperare, fate schizzare alle stelle le mie povere views.

Non spoilero niente, se leggete siete cattivi e fate piangere Elia
Instamonth settembre 2017: baby
Questo mese Elia ha fatto passi avanti: non nel senso che cammina, per quello occorrerà fare qualche novena a San Giacomo e fare voto di arrivare a Compostela rimbalzando sulle ginocchia. Gli ho comprato delle sneakers, sbagliando clamorosamente il numero nonostante attente misurazioni. Anche col sonno va meglio: abbiamo trovato un integratore, strutturato una routine che non può essere disattesa pena la morte, e che probabilmente ci impedirà di uscire tutti e tre a cena da qui a mai più, ma sinceramente non dormivo da così che non mi sento di lagnarmi. La new entry più bella è stata la mia cucinetta Ikea corredata di stoviglie, macchina del caffé e vettovaglie di plastica che ho trovato su Subito.it e ho acquistato previo scambio di banconote in un parcheggio di Chivasso.

Da sx: trucchetti per dormire, nuove e discretissime sneakers, minicucina Ikea
Instamonth settembre 2017: tbt
Pochi ricordi ma ben circostanziati: un weekend lungo alle Cinque Terre, con tanta pioggia ma anche tanta bellezza e soprattutto dei capelli inquietanti. La visita di Città del Messico, i murales didascalici di Diego Rivera (cui ho ripensato la mattina successiva al sisma di Puebla), Elia in una delle sue prime volte sull’altalena. Il ricordo più meh sono gli spartiti di quando, giovane e scema, credetti di avere del talento musicale. Ho scoperto che no, non ce l’ho e che la mia unica abilità è imparare a memoria i testi delle canzoni e non dimenticarmeli mai, mai, mai e poi mai. Per il resto, no: il setticlavio mi confonde, il dettato melodico ciao proprio, il solfeggio parlato mi addormento, le scale mi scogliono. La teoria ti annoia, ma che t’importa? I veri musicisti se ne fottono del pentagramma, suonano per istinto e bisogno, giusto? Giustissimo, peccato io non sia tra di loro.
Negli anni mio padre mi ha comprato tre o quattro strumenti, che sono lì in attesa di scoprire se Elia è dotato. Se non lo è, li metterò su Depop. (Qualcuno è interessato a un sax contralto? Mi scriva).

Dall’alto a sx in senso orario: a Manarola nel 2008, murales di Diego Rivera a Mexico City, Elia in altalena, i miei spartiti di quando suonavo