La frase “sei un accollo quando si tratta di Natale”, in tutte le sue più o meno colorite declinazioni, mi viene ripetuta da sempre. Da quando vivo sola, liberatami dal giogo laico, anticonsumista e -diciamolo- pure un po’ comunista dei miei genitori, mi sono dotata di un crescente e a tratti vergognoso numero di gadget per la decorazione domestica. Abete da 2 metri con puntale visibile da Marte, vari set di decorazioni per albero in diverse sfumature di kitsch, decorazione per la porta d’ingresso, catene con giochi di luce à la Stranger Things, presepe in ceramica con Gesù bambino che sfoggia un poncho peruviano, svariati kit per creare calendari dell’avvento.
Figuriamoci se quando mi hanno proposto di visitare il Magico Paese di Natale non ho annullato tutti gli impegni. Il Magico Paese di Natale è una manifestazione che da 11 anni si svolge a Govone (CN), un piccolo comune a poco più di 1 ora da Torino che nei weekend compresi tra il 18 novembre e il 26 dicembre diventa teatro di un villaggio a tema natalizio. La cittadina, che si trova su una collina, si presta particolarmente all’atmosfera sognante del Natale: c’è un castello sabaudo, ci sono le salite, un parco pieno di alberi secolari, le strade di acciottolato dove le auto non passano.

Il castello di Govone
Il Magico Paese di Natale nasce per le famiglie: l’auto si lascia in apposite aree fuori dal centro, che si raggiunge tramite delle navette. L’ideale sarebbe non avere nessun passeggino, sia per evitarne l’ingombro sia per fruire del parco sotto il castello: poiché Elia è troppo piccolo per camminare a lungo, io mi sono portata un marsupio marca Manduca e uno sherpa marca Michele che ha trascinato il passeggino in quelle aree in cui non poteva andare. Io mi sono trovata benissimo con questo sherpa, ma credo che uno di qualsiasi altra marca vada bene comunque.

Esempio di acciottolato su cui uno sherpa fa comodo
Una volta giunti nel fulcro del Villaggio, ci sono numerose opzioni. Per i bambini più grandi (direi dai 3 anni in su) ci sono le “Officine”, una serie di laboratori di cucina che si replicano più volte durante la giornata: si preparano l’omino Pan di Zenzero, i pasticcini al Cacao, la Polenta. Io purtroppo non ho potuto portarci Elia perché si sarebbe infilato in bocca l’impasto crudo, ma penso costituiscano la parte più divertente e interattiva dell’esperienza del Magico Paese di Natale. Per bambini ancora più grandi ci sono dei laboratori con il Playmais e con i Lego, all’interno di un laboratorio Bricks4kidz.
Per capirci, visto che non tutti sono genitori: il Playmais è una pasta modellabile colorata, atossica ed ecologica mentre un labotatorio Brick4kids si propone di insegnare le materie scientifiche a partire dalle costruzioni. Ai miei tempi mia madre a) mi dava un panetto di pongo marroncacca intimandomi “occhio che se lo ingoi poi muori” e b) mi invitava a fare le addizioni usando i fagioli. Vedi come cambiano le cose.
Dicevamo, scartati nostro malgrado i laboratori, abbiamo deciso di effettuare una visita guidata al Castello di Govone (siamo noiosi ma abbiamo pur sempre fatto il classico) seguita da ben due Live Show. Si tratta di minimusical a tema natalizio della durata di circa mezz’ora ognuno: datemi due elfi, un vecchietto con la barba in coppa a una slitta e io sarò felice. Niente spoiler che qui non siamo degli infami, ma qualche anticipazione sì. In uno, c’è Mamma Natale che canticchia in piemontese e insegna ai francesi miscredenti come si prepara il pane mentre nell’altro troviamo Babbo Natale colto da amletici dubbi: ai bambini del 2017 farà piacere ricevere i classici giocattoli di una volta, oppure vorranno solo tablet e console per giocare?
Lo stesso quesito che mi sono posta io poco dopo: Elia apprezzerà il carosello vintage che si trova in Piazza Baratti&Milano, oppure mi toccherà diseredarlo perché a lui piace solo stare sulla groppa di Max il CarroAttrezzi parlante? Per fortuna gli è piaciuta, così come l’altalena del parco del Castello al quale abbiamo fatto ricorso, lo confesso, con il solo scopo di farlo addormentare e consentire a me di andare al mercatino.
Gli stand del Mercatino di Natale sotto il castello sono organizzati in casupole di legno: l’offerta include crepes, birre artigianali, ciambelle, caldarroste, liquori alpini, biscotti, vin brulé, miele, conserve e altre simili amenità. Se non volete nutrirvi di soli dolci -fate voi, a me andrebbe benissimo- troverete anche degli stand di Street Food (farinata, hamburger di carne piemontese, pasta fresca ripiena). Infine, se siete di quelli che amano mettere i piedi sotto il tavolo, potete recarvi alla risto-gastronomia “La Locanda” oppure farvi un cadeau e mangiare al ristorante Le Scuderie, dove sono stata ospite con mio grande piacere.

É la cucina di Langhe e Roero, baby
Dinanzi al castello, invece, intorno alla giostra, ci sono degli stand di abbigliamento e giocattoli vintage. Io li ho visitati mentre il mio sherpa marca Michele portava in giro il piccolo per la piazza. Ma non ho fatto in tempo ad allungare la mano verso la scatola di latta che bramavo perché sono stata praticamente travolta da un’orda di bambini che gridava É ARRIVATO TOPO TIP. Altro che Directioners, sono le Topotipers quella da ammirare. Quando il cosplayer che impersonava l’illustre roditore si è rintanato nel castello seguito dalle urla della sua fandom, abbiamo ritenuto giusto tornare a Torino e siamo scesi alla volta dell’auto. Lo dico con rammarico, perché penso che il Magico Paese di Natale dia il meglio di sé dopo le 17, cioè quando il buio permette di apprezzare l’atmosfera creata dalle luminarie natalizie. Ma eravamo in quella fase in cui il sonno rende Elia molle come un budino ma anche più scalpitante di una renna di Santa Klaus.
In verità, esistono numerose altre attrazioni e valide ragioni per fare un salto nel Magico Paese di Natale: una enoteca con vini locali, il temporary store di Baratti&Milano e di Galup (da pronunciare Galüp come i veri piemontesi, altrimenti vi sgamano subito che siete forestieri), diversi minispettacoli di teatro di strada, le bellezze dei vicini comuni di Canale e Monticello.
Govone è il luogo in cui andare se amate il Natale e volete insegnare ai bambini ad amarlo a loro volta. Esiste un senso di attesa gioiosa che va ben oltre i regali, che si può provare solo un mese l’anno. Mi riferisco a quell’atmosfera festosa che fa tornare tutti bambini e che nei centri commerciali non c’è. E a Govone invece sì, gne-gne-gne.
Per informazioni e prenotazioni: magicopaesedinatale.com
L’esperienza al Magico Paese di Natale mi è stata offerta, foto e opinioni sono mie.