É arrivato come al solito il momento di fare il gran recap dell’anno passato, e io non ne ho molta voglia. La sensazione è che quest’anno, che per me in quanto Valeria Fioretta è stato abbastanza positivo, sia iniziato male e finito ancora peggio. Mi piacerebbe “separare i poteri” e fare un bilancio davvero laico, ma nessun uomo è un isola e non è possibile stare bene se chi si ama non sta bene.
La tentazione di liquidare il 2017 come un anno di merda è prepotente ma figlia della fretta. Mi è stato d’aiuto fare questa post-analisi che ho trovato sul blog di Anuschka Reese e che ho tradotto qui per voi. Lei ha reso disponibile anche un worksheet per rispondere per iscritto alle domande ma io, che sono donna di sostanza e soprattutto non c’ho tempo, ho risposto a voce. Sembra indecifrabile ma è un file impostato per la stampa in A4 quindi se lo scaricate (tasto dx, salva immagine) e lo stampate si leggerà benissimo.
Vi interessa sapere cosa ho risposto?
Allora iscrivetevi alla mia newsletter perché penso che condividerò le mie risposte lì. Da qui sono partite anche delle riflessioni sul 2018, che per ora non mi sta regalando gioie ma cui voglio fornire quanto meno il beneficio del dubbio, razza di stupido anno che hai già messo il piede in fallo prima ancora di decidere che piega prendere. Quindi, eccomi qui con tre propositi.
tre parole per il 2018: inclusività
Quest’anno vorrei provare a fare le cose insieme. A chi? A tutti. Vorrei fare esperienze con il mio bambino e con il suo papà, possibilmente tutti e tre insieme e non “a coppie” per far riposare l’altro. Quello di “Io tengo il piccolo così tu riposi” e viceversa é stato un ménage utile per consentirci di riprendere fiato e sonno in questi mesi, ma sento che è arrivato il momento di unire le forze e fare squadra (cosa che peraltro ci riesce piuttosto bene). Voglio essere più propositiva con i miei amici e le mie amiche, cercando di creare più occasioni di vicinanza e condivisione: quest’anno, complice il carico mentale e la solita stanchezza, non l’ho fatto abbastanza (me l’hanno dimostrato le domande sul 2017 e le amicizie). Infine, voglio essere inclusiva con i miei genitori, cercare di prodigarmi per loro quanto essi hanno saputo prodigarsi per me.
tre parole per il 2018: lamentela
Nella mia newsletter di dicembre spiegavo come avvengono in me i grandi cambiamenti. Ho spiegato che importante ruolo abbia la fase della lamentela nell’innescare il famoso momento dello “scrollamento” e della rivoluzione. Per questo motivo io non sono fan del “vai avanti senza mai lamentarti, zitto e mosca” perché per me la lamentela -chiaramente se non fine a se stessa- ha un valore. Quest’anno non mi auguro di lamentarmi -anche perché sono un Gremlin bagnato e appeso ai coglioni, quando mi lagno- ma mi auguro di lamentarmi per le cose giuste e solo quando serve. Mi auguro che le mie lamentele servano a innescare il cambiamento.
tre parole per il 2018: tentativo
Quest’anno deciderò quale ruolo e importanza ricopriranno nella mia vita le mie passiuncelle. Mi riferisco al blogging, alla scrittura, alla presenza online, ad una serie di attività che sono belle, divertenti, rilassanti ma anche time consuming. Penso che sia arrivato il momento di capire se possono diventare parte stabile della mia vita, contribuire al mio sostentamento ed essere portate a un livello superiore, oppure se devono restare quello che sono. Nel primo caso, andranno integrate in qualche modo; nel secondo, andranno ridimensionate e le priorità ristabilite. Ovviamente, nulla si sbloccherà da solo perché io sono nata povera e mi devo sempre fare il culo come una cazzo di Cenerentola qualsiasi. Si tratterà di fare un tentativo serio, e di fare appello alla mia talvolta vacillante forza di volontà.
Buon inizio a tutti
14 Comments
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giulia
Gennaio 8, 2018 at 11:32 am
ottimi propositi, bravissima! Non posso condividere il primo ma la penso esattamente come te sul secondo e sul terzo, anzi prenderò esempio soprattutto dal secondo, che io mi lamento solo per il gusto di farlo. Grazie per averli condivisi con noi!
gynepraio
Gennaio 18, 2018 at 3:57 pm
Giulia Lamentiny
M.
Gennaio 8, 2018 at 1:35 pm
Ciao Valeria, da tanto volevo e mai ti scrivevo. Ti seguo dalla scorsa estate e il tuo blog è stato una scoperta bellissima, di quelle che raramente si fanno in internet. Volevo scriverti per dirti (magari ti serve da incoraggiamento) che si, i tuoi tentativi, se con questi intendi la scrittura ed il narrare nelle molteplici forme che possono assumere, meritano senz’altro un upgrade. Perché il raccontare è senz’altro roba tua. Non so bene ovviamente in cosa possa consistere il tuo salto in questi campi, ma se ti dovesse portare a scrivere di più e per più persone fallo e senza indugi. Volevo scriverti per dirti che tante risate e pensieri mi hai portato con le tue riflessioni a voce alta via snapchat prima e instagram stories poi. Volevo scriverti per dirti che vesti benissimo e che mi hai aiutato a definire definitivamente il mio stile (avresti detto…influencer?). Volevo scriverti per dirti che forse questo anno zoppicante fa riferimento a qualcosa cui in passato facesti cenno, e per la quale io davvero ti auguro una soluzione luminosa e quanto più rapida possibile. Volevo scriverti per dirti che grazie a te (e per carità il tuo è un blog fra un miliardo e tu sei uno sconosciuto account social fra un miliardo, ma solo grazie a te e non a un altro a caso nel miliardo) ho: ripreso a leggere massicciamente, a frequentare mostre, a parlare un italiano sensibilmente più ricercato e divertente di quello che mi ero abituata a praticare. Per come la vedo io, e fa strano a me per prima dirlo ad un’estranea e non a un’amica decennale, mi hai quindi migliorata. Grazie, e ps: continua si con le newsletter, ti vengono ovviamente bene anche quelle!
gynepraio
Gennaio 18, 2018 at 3:56 pm
Ehi ma così mi piscio addosso di commozione! Grazie per quello che hai detto e scritto, spero che si presenti il giusto mix di opportunità+botta di culo spaventosa+sbattersi il giusto e che io possa scrivere di più e meglio. Un abbraccione
Ester
Gennaio 8, 2018 at 6:09 pm
Bel post davvero. Bello il sheet con tanti spunti di riflessione. Anch’io vorrei
muovermi in direzione – scrittura – in modo serio, ci provero’
gynepraio
Gennaio 18, 2018 at 3:55 pm
ti auguro di farcela, perché non esiste (almeno per me) soddisfazione più bella.
Giulia
Gennaio 8, 2018 at 8:09 pm
Post molto interessante, come tutto quello che pubblichi. Ti auguro di trovare un modo per strutturare e generare guadagno con il blog perché te lo meriti. Sinceramente
gynepraio
Gennaio 18, 2018 at 3:54 pm
Grazie Giulia, me lo auguro anche io (immaginami col simbolo dell’euro nelle pupille come Paperon de’ Paperoni)
AliceOFM
Gennaio 9, 2018 at 1:05 pm
Giusto l’altro giorno mi domandavo con Marta (Pavia) come mai ci siano blogger che pubblichino libri/scrivano articoli/facciano cose, mentre tu no. Io tifo per te.
Buon 2017!
AliceOFM
Gennaio 9, 2018 at 1:06 pm
Io invece mi auguro di riuscire ad essere al passo coi tempi. Buon 201OTTO!
gynepraio
Gennaio 18, 2018 at 3:52 pm
Sei avanti Alice, tu sei già avanti.
gynepraio
Gennaio 18, 2018 at 3:53 pm
Chissà, magari un giorno sfondo e allora c’avrò pure io la crew. A quel punto farò un team #igerstorinesi e voi ne sarete i boss.
Valentina
Febbraio 23, 2018 at 10:07 am
Perché ti scopro solo ora? La cosa buona è che ho anni di blog da recuperare (e lo sto facendo, ah, se lo sto facendo!) 🙂 Leggerti è un piacere: contenuti, stile, uso della lingua, registro… una vera boccata d’aria fresca! Faccio il tifo per te. In bocca al lupo per tutto.
gynepraio
Febbraio 26, 2018 at 10:42 am
Fai con calma che da leggere ce n’è!