
Carla Perotti: tre ricordi
Qualche giorno fa è mancata Carla Perotti, un’anziana signora torinese che ho avuto la fortuna di conoscere nel 2001. Una moglie, una mamma, una vedova, una nonna, una bisnonna. Filosofa, saggista, scrittrice, ha diretto per anni “Essere”, una rivista dedicata alla spiritualità; nel 1958 fondò Sadhana, uno dei primi Centri Yoga della città. Decisione presa in seguito a una illuminazione che è ben narrata qui.
Conobbi Carla Perotti perché divenni amica di sua nipote, e perché nell’estate del 2001 trascorsi qualche giorno presso la residenza che la sua famiglia possiede a Zena, un minuscolo comune nella campagna piacentina.
Somewhere in Northern Italy, diciamo: in un tardo e torrido agosto io, la nipote di Carla e i nostri di allora boyfriends ciondolavamo per il castello, il mulino, il giardino, il porticato, il frutteto, alla disperata ricerca di qualcosa da fare. Piantavamo le sdraio, fumavamo una sigaretta, tiravamo ai dadi per decidere chi dovesse alzarsi a prendere l’acqua, ci schizzavamo con la canna per innaffiare il giardino, giocavamo a Scala Quaranta e Machiavelli. C’era molto “Call me by your name”, nelle nostre magliette a righe, nelle stanze buie per non far entrare il caldo della bassa, nei rumore della ghiaia sul viale d’accesso quando ci passavamo sopra con la Fiat Tipo che io -unica patentata- potevo guidare fino a Carpaneto City per concederci, che so, un panino farcito con la coppa. Forse c’era anche un pianoforte, ma potrei aver fatto un mash-up guadagninesco.
Anche l’atmosfera multilingue era quella di Call Me By Your name: c’era un professore con il quale conversavamo in inglese due ore al giorno, Carla amava parlare francese per rispolverare le regole. Nel giro di qualche giorno il castello si riempì a dismisura per un workshop di yoga diretto da un maestro indiano che -appresi origliando le chiacchiere degli altri ospiti a colazione- era celeberrimo. Ma che ci importava a noi di questo Sai Baba, dico, noi che volevamo solo fregare le birre dal frigo della cucina e bercele nel patio ammazzando le zanzare con la mano libera? Insomma, forse durante quella vacanza non ero lucidissima, ma 3 cose me le ricordo bene.
3 RICORDI DI CARLA PEROTTI: “SCUSAMI PER PRIMA”
Uno di noi ragazzi era convalescente e doveva stare a dieta. Carla gli aveva fatto preparare dalla cuoca un puré di zucca, che fu mangiato nel giro di 27 secondi. Quando il ragazzo ne chiese ancora un po’, Carla gli rispose che ne aveva già ricevuto abbastanza e che stava solo assecondando la sua golosità. La conversazione proseguì oltre, ma circa un’ora dopo Carla ritornò di sua iniziativa sull’argomento scusandosi per essere stata aggressiva con lui. Io non avevo mai visto un anziano scusarsi spontaneamente con una persona più giovane (anzi veramente non ho neanche mai visto mio padre scusarsi con me, neppure quando non era anziano). Ci sono persone al mondo che decidono di trattarti alla pari, anche se ci sono 50 anni di differenza e anche se forse non te lo meriti visto che -prendiamo il mio squisitissimo caso- ami passare le giornate spalmata su una sdraio a sventagliarti con l’Enigmistica incurante della tua sciocca anima.
3 RICORDI DI CARLA PEROTTI: QUANDO SONO STANCA
Il giorno dei grandi arrivi Carla era ovunque: aveva organizzato personalmente tutto, supervisionava sistemazioni, accoglieva, rispondeva a quesiti, soddisfaceva richieste con quell’attitudine al servizio che hanno solo i grandi leader (e le grandi nonne, aggiungerei: sì, io m’infatuo sempre delle nonne degli altri, perché delle mie non sono mai riuscita davvero ad innamorarmi).
Quando verso sera ci rendemmo conto che non aveva cenato, le dicemmo di sedersi e mangiare qualcosa. Lei rispose “No grazie, non mangio quando sono stanca”. Pensai fosse una sorta di autoimposizione, ma col tempo credo di aver capito. Mangiare senza intenzionalità, senza un sincero desiderio, senza autentica attenzione nei confronti del piatto era uno spreco: meglio andare a riposare. Perché per Carla mangiare era accogliere molecole di carboidrati, complimentarsi per la loro bontà, ringraziarle per la loro funzione. Non era trangugiare e passare ad altro.
Ci ho messo un po’ di anni, ma anche io ho smesso di mangiare quando sono stanca (fonti attendibili mi dicono che invece Carla sia diventata più vorace con l’avanzare degli anni: mi piace pensarlo come uno scambio d’abitudini.)
3 RICORDI DI CARLA PEROTTI: IL DOLORE
Poche settimane dopo quella vacanza piacentina, successero due cose brutte: caddero le Torri e si scoprì che Carla era così stanca perché era malata. Aveva un tumore che riuscì a sconfiggere in un semestre combinando una tradizionale chemioterapia con alcune tecniche di guarigione spirituale: lo yoga, la meditazione, la preghiera. In lei nulla era miope: ha riconosciuto l’utilità della medicina occidentale e l’ha fatta dialogare con quella spirituale. In questa mediazione, ha fatto appello alle sue capacità spirituali più profonde: attivare la consapevolezza e visualizzare una direzione per poi arrivare a destinazione con passo leggero.
Sono passati 17 anni da allora, e Carla nel frattempo ha subito altre prove, senza perdere mai quel suo incedere delicato tra le perdite e le macerie. Carla sapeva prendere il dolore, proprio o altrui, non come un grattacapo o un dente marcio da estrarre, ma come un semplice coprotagonista dell’esistenza.
Non si riempiva la bocca di parole gravose come “sopportazione”, “sacrificio”, “sforzo”; non faceva ricorso a nessuna catto-morale. Accoglieva il dolore come un vecchio amico che periodicamente si autoinvitava a cena e si lamentava pure del menù. Ma vedete, Carla era così inscalfibile e gentile che il dolore decideva volontariamente di tornarsene a casa.
É di questi tempi che, per la prima volta, mi sto confrontando con la malattia e con quel tipo di sofferenza che non si risolve distraendosi con le amiche o aspettando che passi. E non c’è giorno in cui non ripensi a Carla, al suo modo elegante di patteggiare col dolore, alla sua capacità di non farsene fagocitare ed essere disperatamente felice comunque. Perché credo che così si sia sentita Carla per la maggior parte dei quasi 90 anni che ha trascorso da queste parti.
Ma sono certa che nell’altra stanza, come dice lei, sia felice e basta.
Irene
Febbraio 26, 2018 at 8:25 am
Grazie per aver condiviso bei ricordi con belle parole
gynepraio
Febbraio 26, 2018 at 10:39 am
Grazie a te per averli letti!
Adele
Febbraio 26, 2018 at 12:25 pm
Doveva essere davvero una donna assai bella, grazie per averne raccontato un po’.
gynepraio
Marzo 2, 2018 at 12:14 pm
Era una persona incredibile, davvero, anzi da farci una pagina Facebook dal titolo “persone segnanti”
Nicole
Febbraio 26, 2018 at 2:18 pm
Bellissimo, amo scoprire storie di persone particolari. Vero ciò che dici, spesso gli anziani rendono a nonna scusarsi mai anche quando hanno torto. Dalla foto trasmette tutta quella energia che racconti!
gynepraio
Marzo 2, 2018 at 12:13 pm
Era davvero così come sembra, te lo assicuro
Silvia
Febbraio 26, 2018 at 4:22 pm
Dolore co-protagonista dell’esistenza, me la segno, me la devo ricordare, in questo momento dove, la mia vita sembra popolata in gran parte da dolore ed incedo come un topo che cammina sulla ruota veloce, senze andare da nessuna parte veramente. faccio del mio meglio per esistere, ma non é abbastanza per chiamarla vita.
gynepraio
Marzo 2, 2018 at 12:11 pm
Ehi, vedrà che andrà meglio. Un abbraccio
Las
Febbraio 26, 2018 at 6:38 pm
Ho immaginato quanta fortuna si potrebbe avere ad avere nella propria vita delle persone così dentro la vita. Forse io non avrei commesso i miei errori e non sarei qui a cercare dopo 8 anni a riparare per non pesare sulle mie figlie. E allora viva Carla per aver camminato in questa vita è aver donato tanto di se’ a qualcuno che ne ha giovato. Grazie Valeria della Tua condivisione
gynepraio
Marzo 2, 2018 at 12:11 pm
Grazie a te per aver letto, e in bocca al lupo per tutto
Ema
Febbraio 27, 2018 at 7:01 pm
Da qualche settimana mi stavo ” nutrendo” delle parole e degli scritti di Carla Perotti.Ho appena terminato il
Suo libro ” lo yoga per chi soffre” e ho ascoltato più volte il suo intervento ( YouTube) conversazioni con Carla Perotti. Non sapevo avesse lasciato il
Suo corpo fisico proprio in questi giorni!!! Mi dispiace molto. So che nella sua concezione la morte non e’ L anti vita, ugualmente penso mi sarebbe piaciuto vederla o conoscerla meglio. Considero un privilegio aver almeno saputo della sua esistenza tramite lo scritto su Gustavo Rol, e aver approfondito la figura di Jean Klein che Carla considerava il suo
Maestro. Goodbye Carla.quando sarò guarita ti dedicherò una festa!
gynepraio
Marzo 2, 2018 at 12:09 pm
Era un’amante della birra Corona con fettina di limone, apprezzerà di sicuro!
Giulia Corradi
Marzo 1, 2018 at 1:29 pm
Grazie per averlo condiviso con noi. Lavoro da sempre con il dolore. È da allora lo studio e cerco di capire, come reagirei io, per me è per i miei cari. Ma la verità è che non lo so. Ti abbraccio e basta
gynepraio
Marzo 2, 2018 at 12:08 pm
Grazie Giulia, a presto
Federica
Marzo 1, 2018 at 3:23 pm
Bellissime parole, intense…
gynepraio
Marzo 2, 2018 at 12:07 pm
grazie mille!
Mario
Aprile 13, 2018 at 9:09 pm
Scopo ora che Carla è partita. Le mando un grande abbraccio, con tanto affetto. Sono stato molte volte da lei a fare yoga, fin tanto che ho lavorato a Torino (fine anni 90). La ricordo con tenerezza e una grande stima. Ciao Carla e grazie.
Valentina
Aprile 21, 2018 at 3:34 pm
Bellissimo! Grazie per avere condiviso questi ricordi!
gynepraio
Aprile 23, 2018 at 10:25 am
Grazie a te per averli letti!
Fabio Bruno
Agosto 22, 2018 at 12:46 am
Pochi minuti fa ho letto uno scritto di Carla Perrotti (che non conoscevo) riguardo i suoi incontri con Gustavo Rol.
Facendo una ricerca su internet per capire chi fosse Carla, mi sono ritrovato a leggere questa bella esperienza.
Grazie.
Rita Colella
Agosto 22, 2018 at 6:00 pm
Ho frequentato solo per poco tempo il suo corso di Yoga qualche anno fa, ma mi è rimasto di lei l’immagine di una donna straordinaria che ha capito anche senza parlare i miei problemi di allora ed ha saputo trovare le parole giuste per aiutarmi a superare quei momenti. La sua morte fisica mi addolora molto, ma la lettera che ho letto mi fa capire ancora di più quanto la grandezza di questa donna sia stata rilevante nella vita di tante persone. Buon viaggio Carla
Isabella
Novembre 24, 2019 at 9:26 am
Sto leggendo il libro di Carla Perotti su Gustavo Rol. Cita il castello di Zena, piccola ricerca in internet che dopo un po’ mi porta a questo blog… Internet evidenzia i fili che legano persone e cose… Ho fatto in tempo a conoscerla nel 2014 alla presentazione del libro sul quale ho la sua dedica “A Isabella, dal cuore di Carla” con la sua calligrafia ormai tremolante. Le avevo regalato il libro su mio padre, Edoardo Bresci, l’editore. Un altro essere luminoso sfiorato…
gynepraio
Gennaio 6, 2020 at 1:47 pm
Penso spessissimo a Carla, anche se sono passati quasi 2 anni
Isabella
Novembre 24, 2019 at 9:31 am
Ah… Dimenticavo! Anche io ho un blog “Voci dalla Terra… Sussurri dal Cielo” che però è una specie di diario privato che pochi leggono perchè non indicizzato: isabeau61.blogspot.it
gynepraio
Gennaio 6, 2020 at 1:47 pm
Grazie mille!