Post Image
By gynepraio22 Marzo 2018In Posta del cuore

Posta del Cuore Marzo 2018

POSTA DEL CUORE MARZO 2018
Posta del Cuore Marzo 2018 ORLANDA FURIOSA

Orlanda Furiosa è stata lasciata dal suo compagno dopo oltre 5 anni di relazione e 4 di convivenza, in gran parte felici. Lui l’ha lasciata dicendole di non essere più innamorato e di voler stare solo. Orlanda spera in un suo ravvedimento ma si rende conto di essere impotente, oltre che innamorata.

Per sua stessa ammissione, è la prima volta che soffre così tanto per la fine di una storia: il che forse è stato un bene -perché ha patito poco- ma d’altro canto le è mancata quella palestra emotiva rappresentata dalle delusioni medio-piccole, che fanno male ma preparano alle clamorose inculate della vita adulta. Quindi scoprirsi abbattuta e annichilita è una sensazione nuova, dinanzi alla quale non sa cosa fare; in più, è arrabbiata con se stessa per aver concesso a un’altra persona il diritto di farla soffrire.

Adesso però stai esagerando, Orlanda. Gli anni che avete vissuto insieme sono stati belli, quindi non gli hai concesso il diritto di farti soffrire: gli hai concesso quello di renderti felice, e lui in gran parte ci è riuscito. Quindi la negazione non serve a niente: come dice De André, “è stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati”.

Purtroppo la delusione portata dalla fine di una storia tende a ripetersi e ha bisogno di ristagnare per un certo periodo: se il dolore ti scivolasse addosso, saresti un automa o forse non sarebbe dolore autentico. Il mio suggerimento è quello di sostare in questa situazione: non dico di approfittarne, che mi sembra quanto meno un termine fuori luogo, ma di viverla con tutto ciò che può significare. Sentirsi soli, essere svogliati, farsi coccolare dai parenti e farsi portare un po’ di comfort food cinese dalle amiche. Piangere davanti ai film, sfogarsi, essere arrabbiati. Io credo che, entro un certo limite, sia giusto assecondare il proprio istinto alla tristezza e assaporare questa sensazione.

Per ridimensionarla, per rialzarsi e guardare oltre. Nella consapevolezza che è una fase, quella acuta, che ha una fine e che termina quando l’istinto alla sopravvivenza torna prepotentemente. Nel frattempo, cosa fai? Mah, io qui avevo stilato un vademecum in 10 step: magari è carta straccia, ma la mia nutrita esperienza di scaricata dice che funzionano tutti, in combinata o da soli.

Suggerimenti di ascolto: l’ormai celeberrima playlist Gatto nel Fosso

Posta del Cuore Marzo 2018 KAREN BLIXEn

Karen ha una storia con un ragazzo musulmano di origine africana: hanno entrambi circa 30 anni e, nonostante il diverso background culturale, la loro storia è stata finora felice e solida. Questo ragazzo le ha recentemente detto chiaramente di non essere interessato a diventare padre e di volersi sottoporre ad una vasectomia a breve. Karen vorrebbe che lui ritornasse sui suoi passi e sospetta che questa presa di posizione così tranchant sia figlia di una storia famigliare anomala, caratterizzata da poligamia, discontinuità e dispersione. La storia è finita, ma lei non se ne fa una ragione e pensa che si tratti di un grande spreco.

Difficilmente il tuo amato abbandonerà la sua posizione per rendere felice te: se lo facesse, sarebbe un “accontentarti” nel breve periodo. Il problema si ripresenterebbe nel momento in cui un figlio, da eventualità, si trasformerà in un desiderio (legittimo, tra l’altro). D’altro canto, una decisione così perentoria andrebbe analizzata e sviscerata in profondità, e questo non è un percorso che puoi guidare tu. Io, come al solito, non faccio mai questioni di orgoglio e presa di posizione: se pensi che possa servire, cercalo e parlagli. Spiegagli un’ultima volta il tuo desiderio: quello che lui sospenda il giudizio, rimandi la sua decisione e si confronti con un terapeuta.

Se non intende farlo, io credo che manchino non solo i pregiudizi per una famiglia, ma anche per una coppia (inteso come luogo in cui si smette di pensare solo per sé e si cerca di pensare per due). So che fa male, ma io credo che accorgersene dopo sarebbe stato peggio e avresti finito con l’accettare cose alle quali non eri disposta.

Suggerimenti di lettura:Pentirsi di essere madri” è un saggio di sociologia sulle madri che, pur amando i propri figli, rinnegano la loro scelta. Non è un saggio sulla paternità, ma magari può servire a fare luce sui tuoi sospetti

Posta del Cuore Marzo 2018: FIGLIOLA PRODIGA

Figliola prodiga, dopo anni passati a subire e accettare, ha messo sua madre alle strette chiedendole se davvero preferisce sua sorella a lei, ricevendo una risposta affermativa. Nonostante sia ormai grande, economicamente indipendente e lontana dalle vecchie dinamiche domestiche, è ancora arrabbiatissima e ovviamente dispiaciuta.

La mia è una opinione da figlia unica e madre di un figlio unico: prendila per quello che vale. Io penso che sia vero che i genitori abbiano un figlio favorito: dove favorito può significare, alternativamente, più simile a sé, oppure più diverso da sé, oppure più bisognoso di tenerezza e attenzioni, oppure più servizievole. Io penso che sia normale avere un genitore favorito, e un animale domestico favorito. Un mio ex collega, persona semplice per carità, aveva due figli gemelli uno dei quali aveva rischiato grosso durante la gravidanza: con tutto il candore del mondo mi diceva di amarlo più teneramente. La mamma di un amico, mancato prematuramente anni fa, mi disse in totale sincerità di non riuscire a trovare grande conforto nella compagnia dell’altro figlio rimastole: era più affezionata a quello morto perché tra loro c’era un legame speciale.

Quello che non è normale è che i genitori non si rendano conto di come questa naturale pulsione si possa percepire all’esterno, e pertanto non modifichino almeno un po’ il proprio comportamento al fine di mitigarne le conseguenze e limitare il dolore che questa discriminazione può provocare sui figli. Forse tua mamma ha fatto del suo meglio per controllarsi, ma non ci è riuscita. Comunque, siete in buona compagnia: ci sono decine di persone celebri che affermano di essere sempre stati visti come pecore nere, come ribelli, come difformi dal resto della famiglia.

Trovo triste che tua mamma non abbia saputo riconoscere i tuoi pregi, solo perché diversi dai suoi o da quelli che desiderava possedere, e non riconosca i tuoi successi o peggio ancora li sminuisca. Forse da questa mancato appezzamento hai tratto la forza e la motivazione che ti hanno portato a forgiarti una vita come quella che desideravi. Penso che tu debba andare avanti così come stai facendo ora: fondamentalmente lontana dalla tua famiglia, vicina se l’occasione lo richiede. Prova la giusta riconoscenza, quella che tutti i figli dell’Occidente devono ai genitori che li hanno nutriti e cresciuti fornendo loro accesso all’educazione. Non penso che tua madre si renda conto fino in fondo del male che ti ha fatto: forse un giorno capirà, tornerà sui suoi passi e ti chiederà scusa, ma sarà solo perché se ne sarà resa conto da sola.

Ciò che conta è che tu non hai niente da dimostrare, sei innamorata e pronta a vivere la vita che hai scelto per te. Se questo vuoto per te è incolmabile, parlane con un terapeuta prima che diventi invalidante.

Consigli cinematografici: “Rachel getting married” un film su figlie molto diverse seppure cresciute nella stessa famiglia: dovrebbe essere su Netflix

 

svgFesta del papà, e due o tre cose sulla maternità
svg
svgPerché i maschi non mi guardano?

2 Comments

  • giulia

    Marzo 24, 2018 at 2:39 pm

    quanto sei brava Valeria, sempre consigli saggi e giusti. Di gran lunga la mia rubrica preferita sul tuo blog! Ah e auguri!!!!

    svgRispondi
    • gynepraio

      Marzo 26, 2018 at 5:02 pm

      Per te consigli gratuiti su abbonamento, saltando pure la coda.

      svgRispondi

Leave a reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

archivio