
Libri in 3 parole: “Parlarne tra amici”
La rubrica Libri in 3 parole affronta “Parlarne tra Amici” di Sally Rooney, una tizia così poco mainstream che se scopre che la definisco “enfant prodige della letteratura d’oltremanica” viene qui e mi fa un culo a capanna. Io seguo le scrittrici esordienti non perché mi piaccia essere una lettrice à la page e up-to-date, ma fondamentalmente perché sono invidiosa come una delle sorellastre di Cenerentola e vorrei essere una di quelle per cui gli editor si picchiano nel fango.
“No, del suo romanzo voglio occuparmente io!” “Non ci provare, sgualdrina, l’ha già promesso a me!“. Ecco, scene così. Appurato che non si verificheranno mai, mi affretto a comprare i grandi romanzi d’esordio per scoprire il segreto che sta dietro un successo internazionale. Se invece voi siete alla ricerca di un romanzo d’esordio non internazionale ma che so, italiano, potreste leggere il mio: nessuna editor è stata maltrattata per farlo uscire, al massimo le è toccato correggere i miei strafalcioni grammaticali. Ma andiamo al sodo.
la storia
Frances e Bobbi, due amiche ed ex amanti poco più che ventenni, iniziano a frequentare la casa di una coppia costituita da Melissa, scrittrice e Nick, attore di teatro. Frances diverrà amante di Nick e si troverà invischiata in un rapporto che le farà rimettere in discussione i suoi principi, i suoi gusti sessuali, le sue ambizioni e la sua torbida amicizia con Bobbi.
parlarne tra amici: gioventù
L’autrice di Parlarne tra amici è giovanissima, e a mio parere talentuosissima. Non riesco a non pensare che Frances, la sua protagonista, le somigli: carina ma non bellissima, intelligente, brillante, appassionata di scrittura e teatro, non timida ma sicuramente riservata. Il romanzo è costruito sulla contrapposizione tra giovani –con tutta la strada davanti, una vita da scrivere, talenti da sfruttare, cosa da imparare– e non più giovani –disillusi, sfiduciati, talvolta depressi, ma più spavaldi e dotati di uno speciale savoir vivre-. Sarebbe però sbagliato dire che Melissa e Nick sono vecchi: Nick ha forse 32 anni quindi è a tutti gli effetti un giovane uomo.
Nick rappresenta per Frances un territorio completamente nuovo: non è solo la sua prima relazione eterosessuale, ma è anche la sua prima full immersion nel dorato mondo della borghesia. Gli amici di Frances appartengono alla working class, così come la sua famiglia d’origine: Sally Rooney, fedele alla tradizione letteraria irlandese, ci tiene ad appiopparle pure un padre alcolizzato. Nick è bello, biondo, sportivo, ha buon gusto, veste bene, flirta con eleganza. Cucina, si prende cura della casa, sa comportarsi. A mano a mano che si procede nella storia, si scopre che in realtà lavora poco, che ha periodiche crisi depressive, che vive all’ombra della moglie la quale spesso lo lascia solo per motivi professionali.
Il mio dubbio è: Nick è mai stato davvero innamorato di Frances, oppure era solo innamorato della gioventù? Credo che il ritratto più bello di quest’uomo e dei suoi turbamenti ce lo offra sua moglie Melissa, in una lettera a metà strada tra il materno e l’intimidatorio. Ma non vi anticipo troppo: io, nel leggerla, ero così ammirata e confusa che non sapevo se solidarizzare con la moglie tradita o con la giovane amante del marito.
parlarne tra amici: velleità
Parlarne tra amici è un romanzo sul talento: tutti i protagonisti fanno qualcosa ad alto tasso artistico. Frances e Bobbi scrivono e recitano poesie in giro per i pub di Dublino, Melissa fotografa e sforna saggi, Nick recita a teatro. Insomma, come cantano I cani, le velleità ti aiutano a dormire, a scopare, a campare quando i soldi sono troppi o troppo pochi, o quando mancano sei giorni all’analista. In questo romanzo c’è un mondo bellissimo in cui è possibile vivere di arte e letteratura, in cui ancora si scrive in rima, si fanno conversazioni stimolanti a proposito di politica, femminismo e cultura contemporanea. In cui delle studentesse brillanti ottengono borse di studio presso un college prestigioso, in cui una illustre sconosciuta scrive di getto un racconto che viene pubblicato su una rivista e lei viene contestualmente e lautamente pagata (!!!). Sembra fantascienza, nevvero?
Insomma, si capisce chiaramente che l’ha scritto una ventenne non italiana. Eppure, in tutta questa iniezione di irrealtà, c’è un sacco di verità: ci sono malesseri psicologici e fisici, ci sono ristrettezze economiche, conversazioni spicce, bassezze e piccoli dispetti, dettagli rivelatori di un mondo vero. Insomma, è un mondo piacevolmente romanzato.
parlarne tra amici: amici
Ma la vera protagonista di questo romanzo è l’amicizia. Ci sono due ragazze diverse e innamorate, che commettono l’errore più grande in cui una coppia scoppiata possa cadere: rimangono profondamente amiche e si frequentano ancora quotidianamente. In questo modo, si verifica il famosissimo paradosso dell’amore che si trasforma in amicizia: finisce la parte bella del rapporto (basta sesso, basta ammiccante complicità) ma resta vivissima la parte peggiore (i conflitti, le invidie, le sopraffazioni, il senso di inferiorità, la bieca gelosia). Pensateci bene, care lettrici, la prossima volta che volete fare le persone civili e restare amiche dei vostri ex.
A Frances e Bobbi tocca quindi un percorso di accettazione: che ognuna prenda altre strade, scopra altri interessi, decida la sua vita a prescindere da quella dell’altra, e si scopra anche migliore. In particolare Frances, che delle due è la meno appariscente ma la più talentuosa, riuscirà a tagliare il cordone che la unisce a Bobbi, dominante e prevaricatrice, per tornare da lei più libera e più autoconsapevole.
Barbara
Luglio 23, 2018 at 5:08 pm
Appena finito di leggere: anche io ci ho trovato un sacco di umana verità, nonostante il dorato mondo culturale che, da noi, è pura fantascienza. E, se devo essere sincera, ho provato una certa empatia-simpatia per Frances. Non sono riuscita ad odiarla, nè per il talento mostruoso, nè per la relazione con Nick. Mi è sembrata il personaggio più fragile, più contorto e, forse proprio per questo, quello più realistico.
Nel complesso l’ho trovata una lettura molto scorrevole, quasi avvincente. Credo mi sia piaciuto.
gynepraio
Luglio 26, 2018 at 9:29 am
Io Frances al massimo l’avrei scrollata un po’, ma odiarla no, perché dai.