
Posta del Cuore Luglio 2018
Come ho già detto e scritto ovunque, la Posta del Cuore Luglio 2018 è l’ultima prima dell’autunno perché ad agosto ho disperato bisogno di staccare e riposarmi. Per questo motivo ho cercato di includere dei suggerimenti di lettura che potessero entrare bene in valigia.
Posta del Cuore Luglio 2018: SCOTTISH
Scottish durante una vacanza studio conosce un ragazzo che frequenta per una settimana e che ha tutto quello che i fidanzati dovrebbero avere: è più giovane, è francese e come tutti i francesi bacia alla francese. Si limitano appunto a un french kiss, anzi un french lemon. Per 7 anni restano in sporadico contatto ma quest’estate si propone l’opportunità di rivedersi a Parigi: sono entrambi fidanzati e Scottish, seppure tentatissima, teme che questa fuga d’amore potrebbe segnare un momento di rottura col suo fidanzato con quale sta peraltro comprando casa.
Scottish, in 7 anni c’è gente che sforna 4 figli (true story) quindi ci sono buone chance che tu riveda il tuo french lemon e lo trovi ingrassato, noioso e con un principio di calvizie. No? Te ne sei accertata dalle foto che ti manda? Io te lo dico, occhio perché ognuno manda in giro le foto che seleziona: io ad esempio sono più carina in un selfie di 3 settimane fa che in certe foto a 19 anni con le tette che sfidavano la gravità.
Comunque, no, dai. La parte scema di me ti direbbe di comprarti un wrap dress a pois, un secchiello in paglia, dei sandali in corda e farti un fuga d’amore parigina come dio comanda, ma penso che questo desiderio nasconda una sorta di nostalgia per le pazze cose che avresti potuto fare e non hai fatto perché hai scelto (ripeto e sottolineo: scelto e voluto) che la tua vita andasse in un’altra direzione. Nella direzione di una relazione di coppia seria, stabile, con un tuo conterraneo con il quale hai probabilmente dei progetti famigliari a lungo termine, no?
Forse stai caricando questo povero French lemon di grandi aspettative, no? Forse varrebbe la pena di accettare che, se per molti anni hai scelto di viaggiare su binari relativamente sicuri, è perché quella è la strada che preferisci percorrere. Ma su una cosa ti do ragione: saranno sempre i frutti non colti quelli che suscitano maggiore desiderio. Io ad esempio ne ho uno in particolare, al quale non penso perché non ho tempo, ma se ci penso mi mangio le mani fino ai gomiti.
Consigli di lettura: “L’amore ai tempi del colera” di Gabriel Garcia Marquez, in cui un innamorato riesce a conquistare il suo amore adolescenziale a soli 50 anni di distanza
Posta del Cuore Luglio 2018: ELENA FERRANTE
Elena Ferrante è una trentenne partenopea che vanta alcune caratteristiche svizzere: è precisa, puntuale e pignola. Questo la porta a osservare in modo obiettivo e, diciamolo, pessimista, la vita che conduce: vive in una casa piccola insieme al fidanzato, lavora indefessamente e responsabilmente nello studio professionale di suo padre, prenderebbe a cinghiate i colleghi approssimativi e i suoi concittadini a volte troppo “accomodati” nello status quo.
Elena Ferrante resta nella situazione in cui si trova perché ama, riamata, il suo fidanzato e perché ci tiene a contraccambiare la generosità con cui suo padre le ha permesso di studiare e condurre una giovinezza felice. In questo intuiamo che Elena Ferrante al momento non è altrettanto felice perché tutto questo lavorare, non adeguatamente remunerato, non le permette di vivere con serenità la sua età e di godersi il fiore dei suoi anni.
Cara Elena, la situazione che descrivi non è facile ma mi sembra che tu non abbia chiare alternative: posto che tu riesca a comunicare a tuo padre che desideri fare un altro lavoro, che lavoro potresti fare? Pensi che lavoreresti molto meno? Forse avresti meno responsabilità, ma pensi che la qualità della tua vita (introiti ed equilibrio tempo del lavoro vs tempo per te) migliorerebbe? Non è una domanda retorica, te lo chiedo candidamente perché non lo so: i collaboratori degli studi professionali hanno orari più umani rispetto ai soci? Quanti tuoi colleghi conosci che alle 18:00 spengono il PC e se ne vanno a fare aperitivo a Chiaia? Te lo chiedo, forse tu lo sai.
Io non sono un sostenitrice del “manda giù e non lamentarti”, anzi, sostengo la lagnoterapia anche fine a se stessa ma penso che debba portarti a una consapevolezza superiore. Se, fatta una indagine e compilato con grande obiettività uno schemino dei pro&contro delle due alternative ti sembra che una delle due sia migliore dell’altra in modo schiacciante, compi una scelta. Se rilevi che sostanzialmente si equivalgano, io credo dovresti imparare a stare nella situazione in cui sei: che non significa accettarla tout-court ma plasmarla progressivamente a tua immagine e somiglianza, in un’ottica anche imprenditoriale. Come? Non lo so, la baracca è tua. Ci sono corsi e manuali, consulenti e professionisti che insegnano come ottimizzare le risorse, lavorare meno e magari guadagnare anche di più. Si tratta di far diventare la tua azienda una emanazione di quello che tu sei e della vita che desideri, ed è una delle grandi differenze che esistono tra il lavoro dipendente e quello autonomo. In bocca al lupo.
Consigli di lettura: “L’amore è eterno finché non risponde” di Ester Viola. La protagonista è un avvocato napoletano, libera professionista, che lavora al Centro Direzionale. Al contrario di te, ha una casa bella con un terrazzino, ma non ha l’amore.
Posta del Cuore Luglio 2018: bisognosa
Bisognosa ha 32 anni, una mamma scomparsa precocemente e un lungo amore con un ragazzo fantastico ma malato dalla nascita di una malattia grave e difficilmente conciliabile con una vita normale, con una carriera impegnativa e con la genitorialità. Dopo essersi faticosamente lasciati, Bisognosa intraprende un percorso di accettazione e gestione del suo senso di colpa al termine del quale si innamora di un altro che ha apparentemente tutte le caratteristiche per diventare un fidanzato coi controcazzi. Bisognosa rileva però che questi da molti anni non ha una relazione durevole, che tende a stancarsi in fretta, che comunica poco e comunque non con la regolarità cui gli smartphone ci hanno abituati. Pur essendo un amante attento e avendole riconosciuto il ruolo di “ragazza”, in pubblico non si prende propriamente cura di lei con la scusa che è disinvolta e socievole, mentre lei vorrebbe una maggiore presenza, assiduità e condivisione.
Allora Bisognosa, parliamoci chiaramente: vi frequentate da pochi mesi, solo nei weekend perché non siete concittadini, eppure io vedo parecchi gesti di avvicinamento da parte sua, no? Quello che tu hai descritto è l’approccio di una persona normale: se a 30 anni e oltre uno si gettasse nelle storie con lo stesso entusiasmo di quando ne ha 23 secondo me ci sarebbe da preoccuparsi. Non sto affermando che la passione sia sopravvalutata, sto solo dicendo che mi insospettiscono gli amori che cominciano con un fuoco d’artificio perché spesso tendono a rivelarsi un petardino da nulla. Le persone sono diverse: non tutti si buttano a capofitto in ogni esperienza, non tutti sono disposti a rinunciare spontaneamente ai propri tempi e spazi, non tutti sono capaci di “fare posto” alle novità con la stessa prontezza. Insomma, io sto povero ragazzo non mi sento di biasimarlo e se fossi al tuo posto mi godrei la girandola emotiva del momento, la meravigliosa scoperta dell’altro, il piacere di avere una storia da scrivere ex novo.
Questa mia risposta ragionevole e razionale non tiene conto di un dettaglio cioè il tuo “sentire”: se tu, a un livello non pratico ma intuitivo avverti che lui è lontano, lontano in modo a tuo parere inavvicinabile, devi esternare questa tua sensazione con i mezzi che tu saprai, perché appunto tu lo conosci e io no. Più che di riaffermare un bisogno, io descriverei la tua “constatazione” e gli lascerei l’opportunità di dirti che ne pensa, e di dimostrarti che forse ti sbagli.
Consigli di lettura: in un rigurgito di autoreferenzialità ti consiglio “Se tu lo vuoi“, il mio romanzo d’esordio la cui protagonista ha una storia con uno che potrebbe proprio somigliare al tuo ragazzo e decide di mettere a tacere il suo intuito finché lui, provvidenzialmente, non si rivela per quello che è. Un po’ di info qui
Momo
Luglio 24, 2018 at 4:58 pm
Mi chiedo sempre cosa si possa fare con i frutti non colti (oltre mangiarsi i gomiti): scrollare le spalle e fingere di fregarsene, tornare indietro per vedere se sono ancora buoni, o dare per scontato che ormai siano andati a male?
gynepraio
Luglio 26, 2018 at 9:29 am
Io cerco di non pensarci altrimenti ESCO PAZZA
giulia
Luglio 25, 2018 at 6:28 pm
sempre la piu saggia 🙂
gynepraio
Luglio 26, 2018 at 9:28 am
È l’età Torelli