
Posta del Cuore Novembre 2018
Posta del Cuore Novembre 2018: lucy van pelt
Lucy Van Pelt è fidanzata da oltre un decennio con un ragazzo a modo, calato nel suo ruolo e mai venuto meno ai suoi doveri. Lucy, al contrario, con il tempo è diventata meno romantica e affettuosa, in particolare quando ha inteso che un amico del suo ragazzo è interessato a lei, pur non avendole mai fatto avances esplicite: lei ci pensa spesso, quando lo vede è palesemente felice e desiderosa di stare con lui, ed è anche nervosa e più litigiosa del consueto col suo ragazzo. Vorrebbe allontanarsene, per capire se questo motivo di confusione è una sbandata o se lascia presagire qualcosa di più grave, ma d’altro canto non si sente così pronta al distacco ed è fidanzata da così tanto tempo che, in sua assenza, non saprebbe letteralmente dove sbattere la testa, figuriamoci ricominciare una vita da sola visto che non ha nemmeno 30 anni ed è sempre stata con lui.
Lucy, mi sono già abbastanza fatta detestare da tutti facendo la Cassandra e dicendo che difficilmente le storie nate in giovinezza riescono a durare in età adulta. Secondo me l’innamoramento dei 17 anni è bellissimo e irripetibile, ma è innegabile che durante la fase di formazione più intensa che ci sia (adolescenza e degli early twenties) la condizione di libertà è quella che consente di sviluppare l’autonomia pratica e di pensiero. Non che le due cose non possano convivere ma è abbastanza improbabile trovare un equilibrio: non ci riescono gli adulti, figuriamoci i diciottenni.
Io mi chiederei se il tuo timore è restare sola: perché ciò che io ho percepito dalla tua lettera è una gran paura del vuoto, dell’assenza e indirettamente di essere l’unica vera incaricata di te stessa. Se è così, mi duole dirti che tu sei già l’unica responsabile delle tue azioni e artefice del tuo futuro. Tra l’altro lo sarai per tutta la vita, quindi hai un sacco di tempo per abituarti al nuovo status di non-fidanzata, se sceglierai di porre fine alla tua storia. Non ti sto esortando a farlo, ma la condizione di solitudine, di unicitudine è molto più normale di quanto tu possa credere (leggi qui, è illuminante), semplicemente non l’hai mai provata di recente.
Se invece deciderai di restare fidanzata, sappi che le sbandate e le infatuazioni più o meno estemporanee nei confronti di altri ragazzi possono accadere ancora. Succedono pure ai sessantenni, figuriamoci ai giovani. So che ti ho depresso, ma non ho nessuna risposta per te se non quella di assecondare il tuo istinto. Se al momento vuoi stare un po’ da sola -visto che non avete un mutuo né 5 figli a carico- spiegagli le tue ragioni e fallo.
Suggerimento cinematografico: 6 years, la storia -davvero delicata e ben narrata- di un amore iniziato in tenera età e del sua progressivo spegnersi.
Posta del Cuore Novembre 2018: CABIRIA
Cabiria ha poco meno di quarant’anni, ha due bambini ed è reduce da un divorzio, che ha accolto tutto sommato serenamente in quanto conclusione di una lunga crisi. Da Milano, città che amava follemente ma nella quale le era impossibile vivere da sola, si è trasferita in una città del Sud, dove abita la sua famiglia che la sta anche supportando nel nuovo ménage di madre separata. Purtroppo non ama questa città, ne vede soprattutto i lati negativi, la sua routine è diventata poco emozionante (lavoro al mattino, bambini al pomeriggio, incombenze domestiche) e si interrompe solo nei weekend in cui i figli stanno con il padre.
Si sente sola e con le vecchie conoscenze non si trova a suo agio. Aveva una relazione con un ragazzo, che ha rallegrato i tempi bui della sua crisi matrimoniale ma che si è dichiarato indisponibile a una storia duratura: infatti non si sentono più anche se Cabiria ogni tanto lancia qualche sasso nello stagno sperando invano che lui reagisca. Cabiria vorrebbe trovare crearsi una rete di amici non sa da che parte iniziare, e diciamolo, è parecchio scoglionata.
Carissima, tra i miei incubi c’è quello di trasferirmi in una nuova città in età adulta e mandare a ramengo i miei rapporti faticosamente costruiti e coltivati in 36 anni: quindi, hai tutta la mia solidarietà. Quando sento le mogli che seguono i mariti trasferitisi in Corea fino a data da definirsi per volere della multinazionale per cui lavorano mi sale il magone per loro, quindi volevo dire a tutte le aziende prestigiose ansiose di offrirmi una scrivania con vista su Central Park, che no, niente, da qui non mi schiodo.
Detto tutto ciò, se hai deciso di cambiare città non lo hai fatto salendo su un barcone ma si sarà trattato di una scelta con dei risvolti positivi: l’aiuto pratico o economico della tua famiglia, la vicinanza dei tuoi cari. Immagino che restare a Milano, conducendo la vita della madre single con un lavoro poco sicuro ti sia parsa sul momento una alternativa più fosca. Non sono qui per giudicarti né per farti la lista dei motivi per cui la tua città, nonostante i suoi limiti, sia un luogo in cui si può condurre una vita soddisfacente e che, tra i molti luoghi in cui avresti potuto trasferirsi, non è probabilmente il più “ostico” o freddo. Quello che ti voglio dire è che un anno è un arco di tempo molto breve per creare ex novo una rete di rapporti: sarebbe troppo breve anche se tu fossi single, con dieci anni di meno e senza bambini. Sarebbe insufficiente anche se fossi a Manhattan o Rio de Janeiro. Io non mi sono mai trasferita -anzi, rilocata come dicono i recruiters di Michael Page- in età adulta, ma al tuo posto percorrerei 5 strade:
- colleghi. Le persone che lavorano con te
- colleghi #1. Le persone che condividono la tua condizione genitoriale: le mamme dei compagni dei tuoi figli
- persone con passioni simili alla tua. Palestra, tiro con l’arco, campana tibetana, quello che ami fare
- persone impegnate in cause sociali che ti appassionano. Politica locale, ONG, Onlus, fundraising: solitamente chi è attivo in questi campi ha un’elevata propensione ai rapporti interpersonali di qualità
- botte di culo, cioè persone interessanti incontrate in coda alla cassa della Conad o all’anagrafe
Per me la condizione imprescindibile è mettersi in gioco, cioè uscire dalla tua zona di comfort -paroloni che volano, eh!- e avvicinarti ad ambienti che non sono proprio il tuo pane quotidiano oppure chiedere il numero di telefono a chi conosci da poco, e magari richiamare per prima per proporre una passeggiata, anche se ti sembra di elemosinare attenzioni o di essere il ragionier Filini che organizza le gite di condominio! In realtà la maggior parte delle persone ricambieranno la tua disponibilità e si instaurerà un circolo virtuoso di cui tu per prima sarai stata il motore. Io penso che tu possa farlo e ricreare una vita che sia bella come quella che conducevi a Milano. In più, col mare.
Consigli di lettura: “Faremo Foresta” di Ilaria Bernardini, la cui protagonista rifiorisce letteralmente dopo una separazione.
POSTA DEL CUORE NOVEMBRE 2018: LIKE A VIRGIN
La nostra protagonista ha più di 25 anni ed è vergine. É (e sa di essere) carina, ma si sente socialmente inetta, insicura, timida, soggetta alle gaffes, con una certa tendenza ad autosabotarsi: le sue caratteristiche positive si manifestano solo dopo molto tempo e le fasi di approccio iniziale sono sempre difficili. L’età l’ha resa più esigente e quindi non sopporta superficialità, ignoranza, misoginia. Quindi, il campo dei papabili si restringe drammaticamente: il suo stile di vita -lavora da casa come freelance- non agevola molto le interazioni; infine, una malattia cronica limita ulteriormente la sua vita sociale.
Sorprendentemente -ma che bello!- Like a virgin è molto concentrata sulla propria carriera e non sente il bisogno di trovare un soulmate. È con ammirevole franchezza che dichiara il suo desiderio: vorrebbe divertirsi e scopare. Però non si sente in grado di frequentare sconosciuti o semisconosciuti: forse sarebbe più facile se provasse del coinvolgimento emotivo, ma dovrebbe a quel punto dichiarare il proprio status di vergine e teme di morire di vergogna (?).
Amica mia, io appoggio in toto la tua linea dura: niente idioti, non svendersi, pensare a se stesse innanzitutto. Ahahahah, ovviamente la sostengo a parole e col senno di poi perché sono scema e nella mia vita ho passato molto più tempo a compiacere dei coglioni che a rafforzare la mia autostima. Per quanto mi riguarda, sei nel giusto: ma concorderai che questa condotta mal si concilia con il desiderio di fare l’amore qua e là, come diceva Pupo. Non ti consiglierò -come un maschio eterosessuale certamente ti inviterebbe a fare- di accoppiarti con gente a caso per superare il tuo blocco, perché a me, più che la tua verginità, ha colpito il modo in cui ti descrivi: le gaffes, l’autosabotaggio, le difficoltà relazionali in generale che ti hanno portato a essere più burbera e solitaria di quello che saresti normalmente. Io non penso che tu ti debba forzare né che si siano estinti gli uomini in grado di scavare e grattare la scorza, ma mi duole dirti che sono una esigua minoranza. Quindi, se proprio c’è un aspetto del tuo approccio sul quale vale la pena riflettere è questo: diventare più “socialmente funzionante” è un conquista che ti tornerà comoda. Come si fa? Non lo so, io ne parlerei con una psicologa ma come avete capito io andrei in terapia pure per un’unghia incarnita.
Quanto al tabù della verginità, confesso che non parlo con i maschi di queste cose -veramente da qualche tempo parlo molto poco con i maschi perché li malsopporto- quindi non ho idea di quale potrebbe essere la reazione di un uomo adulto dinanzi a una venticinquenne vergine. Secondo me, utilizzare la parola “vergogna” è un po’ esagerato e credo che tu ti stia fasciando eccessivamente la testa.
Suggerimenti di lettura: “Chesil Beach” di Ian McEwan, in cui due giovani sposi fisicamente e sentimentalmente vergini scoprono la difficoltà di incontrarsi davvero.
ChiaraTh
Novembre 23, 2018 at 9:25 am
Illuminante come sempre Valeria!
Un abbraccio 🙂
Silvia
Novembre 26, 2018 at 12:59 pm
Premetto che, un grosso abbraccio a tutte e tre ed un in bocca al lupo perche possiate abbracciare la scelta migliore per voi:
Lucy Van Pelt, mi dispiace ma io do ragione Valeria, le storie nate in un’etá con ancora l’uno come primo numero, non sono destinate a durare. Si cresce, si cambia, e spesso si ha (ed é sacrosanto) voglia di qualcosa di nuovo, come la signora dei Ferrero Rocher. Le esperienze é meglio farle in “tenera” etá e se senza grosse responsabilitá, prima di sfasciare famiglie.
Cabiria, non guardarti indietro, guarda avanti. Se ti sei traferita per amore di tuo marito, hai fatto bene, hai vissuto per un po’ da un’altra parte, allargato i tuoi orizzonti, ti sei arricchita come persona. Non ha funzionato, pazienza. Continua a guardare avanti ed in alto, hai due bambini e credimi é un dono bellissimo e per nulla scontato avere figli, coltiva un hobby od un’interesse che ti piace, magari come parte di un gruppo (ormai su internet trovi gruppi per qualsiasi cosa) e se ti ci trovi bene, consolida i rapporti con i tuoi colleghi, usa internet, vedrai che presto le cose cambieranno.
Like a Virgin, io non vorrei dirtelo ma se sei vergine ci sono buonissime chance che se ne accorgano comunque anche se non lo dici, perció fregatene in qualsiasi direzione tu scelga di andare,poi male che vada, ti inventi una balla al momento a seconda del rapporto che hai con il fortunato primo invitato. Ma a parer mio, se l’hai conservata con cura finora, perché darla via portandola a spasso con semi-sconosciuti? Dall’altra parte invece ci vuole pratica come in tutte le cose anche in questa, quindi il mio consiglio é GET ON WITH IT ma con la testa sulle spalle; ci sono mille rischi nel concedersi a persone che non si conoscono, tra cui anche il fatto che facciano pietá a letto.
momo
Dicembre 15, 2018 at 11:55 am
Ma perché inventare una balla? Like a vergin: dillo! C’è chi scapperà prima, chi scapperà dopo, chi crederà di aver trovato l’oro nero e non ti vorrà più lasciare. Se sei la prima a viverla come una vergogna, perché gli altri non dovrebbero fare altrettanto?
gynepraio
Dicembre 21, 2018 at 6:16 pm
Sono d’accordo con te, non penso che sia un grave handicap!