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By gynepraio11 Marzo 2019In Books

Libri in 3 parole: “Affari di cuore”

Anche “Affari di cuore” giunge da un suggerimento della rete, cioè da Valentina Aversano che ogni mese tiene una rubrica e un book club a tema culinario chiamato #leggiecucina. Questo romanzo di Nora Ephron è stato oggetto della sessione di febbraio e potete fiondarvi a leggere la sua recensione.

Due parole su Nora Ephron, che -correggetemi se dico sciocchezze o parlo solo in base a mie impressioni- nei Paei anglofoni è una istituzione mentre in Italia è ingiustamente bistrattata: i suoi saggi e romanzi non vengono tradotti, editati né ristampati da tempo (per dire, la mia è del 2008!) e spesso introvabili in italiano. È più nota come sceneggiatrice (“Harry ti presento Sally”, non so se avete presente) e regista (“Insonnia d’amore”, “C’è posta per te” e più recentemente “Julie and Julia”). “Affari di cuore” è il suo primo e vero romanzo, da cui è stato tratto un ben più famoso film con Jack Nicholson e Mary Streep, che non ho visto ma che recupererò.

Purtroppo nella traduzione italiana, la sottile ironia del titolo in inglese è andata perduta: in originale si chiamava “Heartburn” cioè “bruciore di stomaco”. Uno di quei false friends di cui solo le lingue anglosassoni sono capaci: un dolore che sembra figlio della disperazione, ma che è solo rabbia. Insomma, è una storia di rinascita, di donne forti che superano un dolore e risorgono pronte ad affrontare il mondo: vi ricorda qualcosa?

Ah, ma certo, il mio romanzo! Si chiama Se tu lo Vuoi, che parla proprio di una giovane donna scaricata da uno stronzo e che potete procurarvi agevolmente con un clic! Come dite? Il 99% dei romanzi usciti nel XXI secolo parla di giovani donne scaricate da uno stronzo? Beh, che vi devo dire, il mio però fa più ridere.

LA STORIA

Rachel, newyorkese ebrea che si occupa di libri e programmi TV dedicati alla cucina, scopre che il marito Mark -che lei ama autenticamente- ha una tresca con una comune conoscente -che lui ama autenticamente-. Poiché ha già un bambino piccolo ed è in procinto di sfornarne un altro, Rachel è combattuta tra il desiderio di mantenere in piedi questo matrimonio e quello di ribaltarlo prendendo in mano la propria vita. Prima di giungere a una decisione, quella per la quale ovviamente tutte faremmo il tifo fin dall’inizio, peregrina tra New York -la sua città natale- e Washington -quella dove si è suo malgrado trasferita per amore- piange, si dispera, ironizza, chiede consiglio al suo variegatissimo e folle parterre di genitori, parenti, amici, nemici, gruppi di sostegno psicologico, partorisce ma soprattutto cucina, o ricorda ciò che ha cucinato. È un gioiello, regalatevelo.

affari di cuore

affari di cuore: cucinare a caso

Rachel avrebbe voluto fare la giornalista ma è finita a occuparsi di cucina: “i miei libri di cucina hanno un discreto successo, forse perché sono scritti in modo colloquiale e poi perché, più che elenchi di ricette, sono resoconti di esperienze personali.” Deve trattarsi di un mix perfettamente funzionante perché qualche anno dopo le viene affidato anche un programma TV.  Insomma, Rachel è una parvenu che poi se la cava bene, è una che ci prova e si mette in gioco, è una che supplisce alle carenze tecniche con l’umanità. Inizialmente fa la modesta ed è restia a spiegare il segreto del suo successo: ma, un po’ oltre, prende coraggio e dice le cose come stanno.

Capita a volte che qualche professionista in campo gastronomico venga a dare un’occhiata e a me non sfugge mai il sogghigno sprezzante con cui mi sta a osservare mentre affetto. I veri professionisti non mi prendono mai sul serio e io li capisco. Sono finita a occuparmi di cucina quasi per caso e, prima ancora che gli specialisti del ramo decidessero cosa fare di me, io ero già lì che scrivevo articoli, facevo dimostrazioni e comparivo in televisione, privandoli così di una fetta dei loro incassi.”

È una che su Instagram, se qualcuno la accusasse di non saper fare un cazzo, prima risponderebbe “Sì, ok, hai ragione” come una passivo-aggressiva ma due secondi dopo premerebbe il tasto “Blocca e segnala”.

affari di cuore: scrivere per guarire

Rachel si fa amare principalmente per il suo mix di arguzia e disperazione: io trovo che ci siano alcune fasi della vita, spesso in concomitanza con grandi traumi o dolori, in cui l’ironia raggiunge vette che non vengono mai più toccate. Insomma, siate grate al dolore, tenetevi care il vostro cuore spezzato: è quando le cose vi vanno malaccio che tirerete fuori un grande romanzo ironico-drammatico.

Lo ha fatto anche Nora Ephron, che ha scritto “Affari di cuore” quando il secondo marito Carl Barnstein la lasciò proprio mentre era incinta del secondo figlio. Nella bellissima postfazione del romanzo, Nora Ephron si toglie una serie di sassolini dalla scarpa dicendo che sì, il suo romanzo è ricco di riferimenti riconducibili all’ex marito il quale se ne adirò profondamente anziché esserle grato, lo sciocco, perché lei riteneva di essersi addirittura contenuta e di avergliene risparmiate parecchie! Però, obietta, anche Philip Roth ha ampiamente attinto dalla storia dei suoi matrimoni finiti eppure nessuno ha mai osato affermare che le sue opere fossero sfoghi sottilmente camuffati da romanzi.

affari di cuore: NEVROSI EBRAICHE

Rachel -e credo anche Nora Ephron, viste le comuni origini- potrebbe essere un membro della famiglia Tenenbaum, una cugina di Barney oppure un personaggio a caso di Woody Allen. Per le sue nevrosi personali, per lo straordinario spirito di osservazione ma soprattutto per la capacità di tratteggiare personaggi comici al limite della credibilità: il primo marito di Rachel e il suo amore smodato per i criceti Shirley, Mandel, Manny e Fletcher, ad esempio. Sua madre, scappata per unirsi a una comune guidata da un soggetto convinto di essere Dio. Oppure la signora delle pulizie latinoamericana che cerca di insegnare lo spagnolo al suo bambino facendogli recitare “Va’ a letto con i cani e ti alzerai con le pulci”. 

Ho sempre ammirato quel sentire, quella radice culturale che accomuna gli ebrei, anche quelli che non hanno mai messo un piede in Sinagoga, e che evidentemente dona loro la capacità di inglobare le altrui diversità e stramberie nella vita di ogni giorno senza farsene sovrastare. Anzi, sembra quasi che ne abbiano bisogno per giungere a uno stato di accettabile “benessere” : come dice Rachel, “il guaio di Washington era il fatto che c’erano troppo pochi ebrei”.

 

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6 Comments

  • giulia torelli

    Marzo 12, 2019 at 12:38 pm

    che recensione stupenda 🙂 e mi fa molto piacere vedere il mio film prefe (I tenenbaums) e il libro prefe di Beppe (la versione di Barney) nella stessa frase hehehehe
    concordo sul fatto che in Italia sia bistrattata, così come Fran Lebowitz! Penso che i suoi romanzi non esistano da noi

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    • gynepraio

      Aprile 8, 2019 at 10:10 am

      Adesso voglio leggere il saggio “il mio collo mi fa impazzire”, devo solo finire un altra venticinquina di cose e poi mi dedico…

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  • Valentina Aversano

    Marzo 12, 2019 at 12:42 pm

    Che bella questa recensione! La aggiungo al mio post, team Nora sempre. 🙂

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    • gynepraio

      Aprile 8, 2019 at 10:09 am

      Grazie mille (anche perché non l’avrei mai letta senza il tuo suggerimento)

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  • Le Sorellastre

    Marzo 19, 2019 at 3:17 pm

    Ogni volta che si parla di Nora Ephron ho gli occhi a cuoricino. “Harry ti presento Sally” è di sicuro tra i miei dieci film preferiti, ho adorato “C’è posta per te”, e in generale ogni volta che vedo o leggo qualcosa di suo mi sembra di tornare a casa.
    Ho appena finito di leggere “Il collo mi fa impazzire-Tormenti e beatitudini dell’essere donna”, e sebbene non sia stato illuminante o esilarante come mi aspettavo (avevo alte aspettative, sì), conserva la sua buona dose di ironia, lucidità, onestà e tenerezza, che sono le qualità che più mi piacciono di Nora (ormai la chiamo per nome… :D).
    Hai ragione, in Italia si conosce poco il suo lavoro di scrittrice! A Londra infatti ne ho approfittato per prendere un paio di libri suoi mai visti prima…E non vedo l’ora di leggere “Affari di cuore”, perché ancora mi manca!!
    Silvia

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    • gynepraio

      Aprile 8, 2019 at 10:05 am

      Se lo leggerai dimmi cosa ne pensi! Io l’ho amato, che dire.

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