
Posta del Cuore Marzo 2019
Posta del Cuore Marzo 2019: Aura
Aura ha una figlia piccola, una coppia stabile e una carriera soddisfacente. Il suo problema è il rapporto con la suocera, adesso che c’è una bambina. Dei limiti di questa persona si era già resa conto prima di diventare mamma: pur essendo giovane, sua suocera ha una mentalità chiusa e provinciale. Permalosa, si sente spesso calunniata per la sua eccessiva bontà, contrapposta alla malafede e invidia altrui; ha sofferto in passato di depressione senza mai decidere di curarla in maniera efficace. Vista la cadenza “sopportabile” con cui la frequenta, Aura ha considerato questi limiti accettabili fino a quando un episodio, che non riporterò per amor di brevità ma avvenuto in corrispondenza del delicato momento del parto, ha dimostrato un’assenza di maturità e un egoismo davvero rimarchevoli.
Superato questo episodio, rimane il problema dell’inquietante e morboso attaccamento sviluppato da sua suocera nei confronti della nipotina e delle maniere inopportune in cui esso si manifesta. A parole (pronunciando frasi responsabilizzanti come “sei la nostra unica ragione di vita”, preoccupandosi smodatamente e inutilmente per la sua salute, riguardandone continuamente foto e video), con la fisicità (pretendendola vicino a sé, manifestando un culto del suo piccolo corpo un po’ esagerato), con i gesti (esternando gelosia nei confronti di chi vuole prenderla in braccio, acquistandole di propria iniziativa molti oggetti spesso inutili) e con le opinioni (criticando apertamente le scelte educative come ad esempio l’asilo nido).
Aura si chiede se affrontare la questione con l’interessata, rischiando di offenderla; analogamente ha paura di parlarne apertamente al compagno, che ha con la madre un buon rapporto e forse -poiché la mela non cade mai lontana dall’albero- ha a sua volta ricevuto simili attenzioni e quindi non le trova così anormali.
Mammia mia che terreno delicato! Credo che, se anche tu trovassi modo+luogo+tempo+parole perfetti per comunicarle come ti senti, tua suocera non possiederebbe gli strumenti emotivi e cognitivi per capire il tuo punto di vista, né l’umiltà per accettarlo. Il tentativo cadrebbe nel vuoto e ti annovererebbe tra le persone malpensanti che la calunniano, capisci? Io credo che in questo caso, più che alle parole, si debba ricorrere ai gesti: cioè creare una distanza -anche fisica se necessario- tra la tua famiglia e la sua. Che non vuol dire impedirle di vedere la piccola, ma porre dei limiti con fermezza: usare parole assertive e gesti risoluti, ad esempio. Se decidi che alle 17:00 si va via, alle 17:00 si va via. Se non vuoi regali, o al contrario hai bisogno di qualcosa in particolare, lo dici in anticipo. Se ci tieni a farla addormentare tu, semplicemente alzati con la piccola in braccio e annuncia “ci assentiamo e andiamo di là”.
Non dire “Preferirei di no”: è meglio dire “No, grazie”. Io credo sia un atteggiamento nel quale in primis devi credere TU: cioè devi TU persuaderti che occorre ed è giusto porre una distanza e dettare le regole prima che la situazione dilaghi, prima che la piccola capisca la portata delle parole che le vengono dette, prima che tua figlia percepisca il tuo disagio e non sappia bene cosa “farsene”. Il trucco per mimetizzare questo cambio di rotta (che tua suocera interpreterà come una riduzione del suo ruolo) è compensarlo con dei riconoscimenti: preparale una torta fatta da te che sai piacerle, portale un piccolo cadeau dicendole che l’ha scelto la piccola per lei, spiazzala invitandola a comprare insieme a te il nuovo passeggino spiegandole che hai bisogno del suo aiuto. Funziona, credimi.
Comprendo anche il tuo garbo nel non voler eccessivamente coinvolgere il padre di tua figlia, ma trovo che il tuo pensiero debba essergli spiegato per quello che è: non una critica a sua madre (anche se ne avresti ben donde, eh!) ma la manifestazione di un tuo disagio e di un tuo bisogno. Dinanzi a questo non può restare totalmente passivo, credo. Una manifestazione di solidarietà -ancor prima di prendere provvedimenti seri!- sarebbe un grande contributo: sopportare da sola non equivale a sopportare insieme, mi spiego? Se tu sai che lui gioca nella tua squadra, pazientare diventa più facile: significa dirsi con gli occhi “Paghiamo il nostro obolo perché i genitori purtroppo non si scelgono, ma una volta tornati a casa vedrai che tutto rientra perché questa è la famiglia che ci siamo scelti”
Io non ti esorterò mai a rompere i rapporti o diventare fredda, perché sotto sotto sono una cerchiobottista e non è nel mio carattere, ma credo che l’assertività sia la prima caratteristica da coltivare e, quando sarà il momento, da insegnare a tua figlia. In bocca al lupo.
Suggerimenti di visione: questo video di Luca Mazzucchelli credo che illustri bene -anche se in modo semplicistico- il concetto di assertività
Posta del Cuore Marzo 2019: MINOTAURA
Minotaura, 22 anni, dopo essersi trasferita a Milano ha conosciuto Cesare, un compagno di università con il quale ha fatto sesso il giorno del di lui compleanno (ottimo regalo, gran gusto). Questa liaison continua anche quando il compagno rivela di avere una storia con una fiorentina (non la bistecca) che però lo lascia finalmente libero di frequentare chi vuole. Seguono numerosi incontri, manifestazioni di tenerezza, sparizioni, supposte avventure di lui con altre, pomeriggi di studio, momenti di tenerezza, sesso folle, incazzature e messaggi notturni: la vicenda finisce con Minotaura che cerca di capire in quale direzione andare e lui che tergiversa facendole presente che la loro amicizia è preziosa. Purtuttavia, Cesare non è disposto a prendere posizione: Minotaura è dispiaciuta per aver perso un amico e un potenziale fidanzato, e si pente quasi di averlo messo alle strette.
Allora, io penso semplicemente che dovresti mollare Cesare al suo destino e farti la tua vita: avete tutte le condizioni per essere felici insieme (giovani, belli, sani, liberi, vivete soli in una città ricca di opportunità) e lui non sembra volerne approfittare nello stesso modo in cui lo desideri tu. Quindi, siccome l’amore non è sorta una contrattazione in cui ci si trova a metà strada (NDR: al massimo lo è il matrimonio) direi che non ci sono spazi per risolverla democraticamente. Ci terrei però a farti una ramanzina da vecchia trombona cagacazzi su 3 espressioni che hai usato:
-ho paura di essermi immaginata tutto: no, non ti sei immaginata tutto perché ci hai dormito, cucinato, studiato, riso, fatto spese, chiacchierato, condiviso. Il punto non è esserselo immaginato, il punto è che, ottenebrata da molti indizi incoraggianti, tu hai scelto di non vedere i deterrenti: aveva una relazione pre-esistente, ci provava con le altre, ti chiamava alle ore che facevano comodo a lui.
-alla fine in vino veritas, no? le parole di una persona che ha bevuto non sono verità distillate. In vino cazzatas, e se penso al fiotto di cose false ed esagerate che ho detto quando avevo bevuto troppo, o che mi sono state dette da qualcuno che aveva bevuto troppo potrei scrivere un libro. Le persone ubriache fanno sciocchezze e, peggio ancora, tendono a dimenticarsele una volta rinsavite.
-vorrei tornare alla normalità: una storia discontinua con uno che non sai se è il tuo ragazzo, che non sai se a fine serata tornerà a casa con un’altra, che all’inizio del pomeriggio è un compagno di studi e che dopo le 23 diventa il tuo amante, che ti costringe ad arrovellarti e chiederti se “ti sei immaginata tutto” non è la normalità. Iniziamo a chiamare le cose col loro nome: se considerassi normale o salutare questa altalena non saresti tormentata e non avresti scritto a una Posta del Cuore.
Suggerimenti di ascolto: Minuetto di Mia Martini (che infatti la normalità non sapeva manco cos’era)
POSTA DEL CUORE MARZO 2019: venere
Impiegata, 40 anni, molti amici, Venere si è fidanzata molto giovane per poi sposarsi e separarsi dopo solo 3 anni. Finito il matrimonio si è sottoposta a un periodo di psicoterapia, è rinata, ha allargato molto la sua cerchia di conoscenze ma è uscita con pochissimi uomini: non la invitano in molti, e meno ancora le interessano. Poco dopo la separazione ha iniziato a vedersi con un uomo sposato: dopo anni di monotonia e tristezza, desiderava darsi una scossa e quest’uomo era sicuramente un soggetto stimolante. La storia si è poi interrotta perché Venere ha cominciato a frequentare un altro uomo, a sua volta sposato con una donna che zitta zitta, lo tradisce a sua volta.
Venere è infastidita da questo aspetto del suo carattere: l’accettazione quasi passiva del poco o nulla che gli uomini che sceglie -sposati, in questo caso- vogliono o possono darle. Da un lato pensa di non avere desiderio di impegnarsi e che queste storie siano un ripiego che dà qualche emozione e pochi problemi. Dall’altro vorrebbe portare più rispetto per la nuova sé, nutrire ambizioni sentimentali e darsi da fare per costruire rapporti amorosi più consistenti.
La mia comprensione della tua situazione è parziale: sai cosa penso del ruolo dell’amante (ne avevo parlato tempo addietro) e quindi faccio molta fatica a capire come si possa vivere serenamente la storia con un uomo che non solo non appartiene a te ma che oltretutto appartiene a un’altra. Detto tutto ciò, molte cose -il tuo percorso, la consapevolezza e l’autoironia con cui guardi la tua situazione- mi portano a pensare che non sei affatto lontana dal tipo di persona che aspiri a essere: forse in questo momento, semplicemente, non hai voglia di andare oltre. Non penso tu abbia torto: hai passato una quota importante della tua vita a vivere una storia che non ti piaceva davvero, a fartela andare bene, a subire dei limiti ed è comprensibile che tu voglia assecondare l’istinto, la curiosità, la voglia di leggerezza.
Penso che tu sia molto giovane per privarti dell’opportunità di una nuova storia, completa di tutti i crismi tipici delle grandi storie: ma se in al momento questo è il massimo che riesci a dare (o ricevere?) io non mi forzerei. Insomma, continuerei a esplorare l’universo maschile, magari valutando di lasciar perdere gli uomini sposati: il rischio concreto è scoprirti innamorata di un tuo amante, ma non poterlo avere per via di questa pre-esistenza chiamata moglie. Perché lì sì, che sono dolori.
Suggerimenti di lettura: “Lacci” di Domenico Starnone, un romanzo che racconta la fine un matrimonio e l’innamoramento di un uomo sposato. Io l’ho trovato bello e triste.
Valentina
Marzo 22, 2019 at 9:17 am
“Lacci” è bello e angosciante, mica solo triste! Mi aveva davvero lasciato una sensazione di amarezza e angoscia. Ecco, volevo dire solo questo 😀
gynepraio
Aprile 8, 2019 at 9:56 am
Anche a me, un senso di mestizia un po’ come quando ceni con il minestrone. Triste ma necessario.
giulia torelli
Marzo 23, 2019 at 6:03 pm
come sempre applausi per la capacità che hai di dare consigli azzeccatissimi in modo garbato e gentile
se tutti ti ascoltassero il mondo sarebbe un posto migliore!!
gynepraio
Aprile 8, 2019 at 9:55 am
Grazie, anche io lo pensoahhahahahahahah
Lolitaebarracuda
Marzo 27, 2019 at 5:07 pm
Sono stata Minotaura anche io anni fa.
Hai colto benissimo il punto della questione, cara Valeria.
Non era normalità, non era una storia, non era. Punto.
Anche io ho pensato un miliardo di volte di “essermi immaginata tutto”, di aver preso lucciole per lanterne…
E invece no, era tutto vero. Semplicemente…la verità è che non gli piaci abbastanza (cit.).
Dopo Minuetto, se posso, consiglierei la visione di questo film!
Quoto in toto quanto scritto da te scritto, io stessa mi sono comportata esattamente come sopra.
Col senno di poi posso dire di aver vissuto una non-storia leggera, divertente, piena di sesso fatto ovunque e di pomeriggi e notti a parlare di qualunque cosa, mangiando gelato al pistacchio.
Rivalutando il tutto con lucidamente non è stato l’amore della vita, né una relazione sentimentale nel vero senso della parola ma, tutto sommato, mi ha fatto capire quando è il caso di mollare perché non se ne caverà un ragno dal buco.
Tuttavia c’è un lieto epilogo.
Lui ed io, passato oltre un lustro da allora, siamo diventati ottimi amici, ci vediamo molto spesso, ci confidiamo e parliamo di tutto proprio come allora.
il dessert, ora, rimane e soltanto il gelato al pistacchio.
gynepraio
Aprile 8, 2019 at 9:53 am
Alla fine non doveva essere malaccio, se siete diventati buoni amici!
Lolitaebarracuda
Maggio 14, 2019 at 10:15 am
E’ una brava persona e un amico sincero (pensa che sta insegnando a pescare a mio figlio!).
Non eravamo fatti per stare assieme, ma come amici siamo il top! 😉