
Posta del Cuore Maggio 2019
Posta del Cuore Maggio 2019- BRIDGET
Bridget ha iniziato a tradire il compagno (con cui ha un figlio) con un collega a sua volta sposato con figli. Non riesce a mettere a fuoco come sia finita in questa relazione extraconiugale supereccitante. Per alcuni mesi la storia prosegue -senza volontà da parte loro di lasciare i rispettivi partners ufficiali- finché è proprio l’amante a comunicarle di voler troncare il legame per non compromettere la famiglia.
Bridget, che si trova in un difficile momento per motivi di salute dei famigliari acquisiti, vorrebbe tornare alla sua vita di coppia ma -comprensibilmente- non riesce a riprendere la sua relazione là dove l’aveva lasciata. A tal fine ha anche iniziato una psicoterapia, ma vedere l’ex amante ogni giorno non aiuta.
Questo è il punto dal quale partirei: credo che esporti a forzati rapporti con questo ex amante non ti faccia bene. Non è vero che lontano dagli occhi equivalga a lontano dal cuore, ma aiuta ad acquisire una maggiore lucidità: oltre a chiedergli di interrompere messaggi o email personali, io limiterei le occasioni di interazione al minimo igienico (per non dare eccessivamente nell’occhio). Io penso che le relazioni tra colleghi siano eccitanti, ma le controindicazioni sono evidenti agli occhi di tutti.
In ogni caso, che sia collega o vicino di casa, ti farà bene prendere le distanze dall’oggetto del desiderio: ma poi, è lui che desideri? È bizzarro, lo straniamento di chi si ritrova invischiata in una relazione clandestina senza sapere come! Io penso che questo sia il nocciolo della questione da affrontare con la terapeuta. Cosa andavi cercando, anche inconsciamente? Ciò che andavi cercando si può ritrovare o riprodurre nella tua famiglia “ufficiale”? Oppure no?
Quanto al senso del dovere che ti chiama a stare a fianco del tuo compagno ufficiale in un momento difficile, per quanto mi riguarda, ti fa onore. Ci sono circostanze nelle quali è indecente defilarsi facendo venire meno il proprio supporto pratico-morale: non penso che ci si debba prendere cura di una persona che non si ama più per un mero senso di fedeltà canina, ma una reciproca promessa di sopportazione e abnegazione, entro certi termini, fa parte dell’accordo tacito tra due persone che hanno deciso di essere famiglia (anche se non se lo dicono davanti a un prete o un sindaco).
Bridget, prenditi cura del tuo bambino, continua la terapia, fatti domande e non ti colpevolizzare.
SUGGERIMENTI DI LETTURA: mi autocito, vanesia come un pavone, ma quando ci vuole ci vuole. In questo post parlo dell’utilità della psicoterapia e di come i suoi benefici si manifestino poco per volta.
Posta del Cuore Maggio 2019- HORNBY
Hornby è sposata da 17 anni con un uomo generoso nonché ottimo padre, ma colpevole di spegnere i suoi entusiasmi e la sua energia. Lei ha tentato di fargli comprendere che le occorrono maggiore considerazione, dinamismo: che il sentirsi scontata la demoralizza e demotiva. Hanno già affrontato l’eventualità di una separazione, che però nessuno desidera davvero, e -anche in nome dei figli e del loro benessere- sono tornati alla consueta serenità famigliare. Hornby si chiede se il vero amore sia quello maturo, che deve essere protetto dalle difficoltà attraverso una quotidianità rassicurante.
Cara Hornby, anche io come te e come tutte le donne detesto essere data per scontata, detesto annoiarmi, detesto che i miei appelli restino inascoltati. Non sono il tipo che ti direbbe di ripagare con la stessa moneta il tuo compagno: a volte funziona (la scoperta di come ci si sente ad essere “ignorati” può risvegliare un certo istinto trasformativo) ma spesso no. Il motivo per cui non funziona è che mentre tu dai molta importanza a questo aspetto, tuo marito potrebbe darne pochissima e non percepire la “lezione” che vorresti impartirgli.
Ti faccio un esempio: il mio fidanzato è taciturno, io sono ciarliera. Se io, stanca di tanto silenzio, decido di stare zitta 3 giorni di fila, lui non fa una piega. Ovviamente se ne accorge, ma si limita a pensare che in questo momento ho poco da dire e preferisco tacere: parlerò quando ne avrò voglia. Ecco fallito il mio tentativo.
Se pensi che tuo marito abbia spazio di miglioramento e vuoi ottenere qualcosa, la strada giusta è chiedere. Spiegando cosa ti avrebbe fatto piacere in una determinata circostanza, essendo d’esempio e guidandolo tu nella giusta direzione.
Ma provo a suggerirti un’altra chiave di lettura: sei certa che il quid di emozione, di entusiasmo, di imprevedibilità di cui hai bisogno debba per forza derivare dal tuo matrimonio? So che condividere con il proprio compagno tutte le gioie e i dolori è un’aspettativa legittima, ma non è obbligatorio. Se la sicurezza dell’àncora matrimoniale è qualcosa alla quale non vuoi rinunciare, lascia che sia tuo marito a offrirtela con l’affidabilità di cui ha dato prova. Se vuoi imprevisti, riconoscimenti professionali, confronti verbali stimolanti, discussioni animate, litigi, cercali altrove. Non vuol dire che devi trovarti un amante, ma che ci sono altri fronti dai quali trarre felicità: il lavoro-per l’aggressività e la sfida-, lo sport-per l’aggregazione-, i viaggi-per il divertimento e la scoperta-, il volontariato-per il senso di utilità-. Non sto soltanto suggerendoti di “tenerti impegnata” ma forse il tuo bisogno profondo di emozione può essere soddisfatto diversamente, riservando a tuo marito il compito di accoglierti e curare le tue ferite. È un lavoro ingrato, ma a lui viene bene.
Suggerimenti di lettura: potresti provare “Felici i felici” di Yasmina Reza. Come capirai, la felicità coniugale perenne non è di questo mondo.
Posta del Cuore Maggio 2019- MENNEA
Mennea ha 36 anni, vive in una grande città straniera, utilizza dating app, ha uno stile di vita attivo, brillante e curioso, viaggia ed è indipendente. Ma nonostante tutte le buone intenzioni non trova l’amore e inizia a credere che non ci sia un lieto fine per questa ricerca.
Vorrebbe una famiglia, un figlio ed è in un Paese che le permetterebbe anche di adottarlo eppure continua a desiderare la complicità di un compagno. Non riesce a rassegnarsi, smettere di sperare e accettare di crearsi una famiglia senza una coppia. Teme di diventare triste, cinica, rassegnata, egoista come alcune persone che conosce e che arrivano da un cammino di vita simile.
Mennea, non è facile risponderti: conosco solo 2 persone inspiegabilmente single (solo 2, di numero, non è una cifra a caso) mentre tutte le altre single a oltranza che conosco sono tali per motivi piuttosto evidenti -evidenti a tutti tranne che a loro, ovviamente- che rendono non dico impossibile, ma molto difficile trovare per loro un partner disposto a restare. Non so chi sei e posso solo basarmi sulla tua email, ma credo che tu sia più assimilabile alla categoria delle “inspiegabilmente single”. Non so cosa dirti, se non che forse nella vita ti è andata meglio alla lotteria della salute o quella dell’economia. Avresti potuto avere una grave disabilità o nascere nella parte sbagliata del mondo: non voglio dirti che al peggio non c’è mai fine, né che dovresti ridimensionare la tua visione guardando chi ha una vita ancora più dura della tua perché entrambe le opzioni non sono di alcuna consolazione. Voglio solo dirti che ci sono fenomeni e situazioni che non sono un merito né un demerito, ma semplici casi fortuiti. Non c’è un momento in cui smettere di sperare, non c’è una scadenza, non c’è neppure una garanzia che, una volta trovato, l’amore resti. Ci sono solo persone che si incrociano, fondamentalmente per caso, e che questo caso può essere forzato aiutato creando delle condizioni particolari: mettendosi in gioco, ma anche a a disposizione e a servizio dell’amore, per fargli trovare un pasto caldo quando arriverà. Sperando che non rompa i coglioni e che gli vada bene una minestrina.
Sulla questione della maternità, io penso -da persona molto mainstream quale spesso mi rincresce essere- che la genitorialità sia figlia della coppia, che è figlia della progettualità, che è figlia dell’amore, che è figlio di una botta di culo etc. Quindi, se io fossi nella tua situazione, continuerei a desiderare ardentemente un compagno con cui costruire una sodalizio e poi una famiglia. Ma una parte di me -quella open minded, possibilista e cittadina del mondo- ti direbbe di assecondare il tuo desiderio di maternità a prescindere dall’esistenza di un compagno, che sì, ma certo, si può fare. Mi sembri una persona adulta e lucida, in grado di valutare i pro e i contro di questa scelta: l’unica cosa che credo conti è farla con allegria. I bambini vengono su benissimo anche senza papà, ma ci deve essere allegria.
Suggerimenti di lettura: questo articolo di Giovani Genitori parla dell’esperienza di una madre single mia concittadina. Se io fossi in te, mi confronterei con altre donne che hanno fatto questa scelta, per esplorare il tuo desiderio, se la tua sensazione istintiva è di entusiasmo o di paura.
Valentina
Maggio 23, 2019 at 8:32 am
La prima parte delle riflessioni di Mennea la capisco e condivido in pieno. Ho 36 anni anche io, vivo all’estero, sono -inspiegabilmente?- single e ho perso la speranza. Ho paura di diventare acida, egoista ed egocentrica (la classica zitella, anche se non si può più dire). Il desiderio di maternità non mi preoccupa troppo: non lo avverto così forte, ma solo perché per me viene dopo la coppia. A 25 anni, col fidanzato di allora, avrei fatto 5 bambini a occhi chiusi. Ma sono certa che una persona in gamba possa crescere un figlio benissimo da sola. Anzi, spesso ci si ritrova così nonostante si sia partiti in 2.
Insomma, in bocca al lupo Mennea 🙂
gynepraio
Maggio 24, 2019 at 12:08 pm
In bocca al lupo anche a te, però.
Valentina
Maggio 27, 2019 at 3:33 pm
crepi. E grazie <3
Giulia
Maggio 25, 2019 at 10:53 pm
Sembra mia la prima storia..collega , relazione, io sposata con bambino piccolo, matrimonio fortemente in crisi.,,con la differenza che lui è già separato con figli e vorrebbe stare con me…tornerò per la terza volta dalla psicologa che in passato mi ha tirata fuori dal dolore come nessuno ha saputo mai fare…con la speranza che mi aiuti.
gynepraio
Giugno 10, 2019 at 3:12 pm
Lo farà se glielo permetterai. Un abbraccio
Lolitaebarracuda
Maggio 27, 2019 at 10:37 am
Idem come Bridget.
Trovo molto costruttiva la tua domanda: “ciò che andavi cercando si può ritrovare o riprodurre nella tua famiglia “ufficiale”?
Oppure no.
Nel mio caso era “oppure no” e la domanda mi è stata posta durante la terapia (che, come te, consiglio veramente a tutti!).
Buona giornata Valeria, è sempre un piacere leggerti!
gynepraio
Giugno 10, 2019 at 3:11 pm
Grazie a te per la fedeltà!
Sis
Maggio 31, 2019 at 8:47 am
Sei veramente brava, Valeria!
gynepraio
Giugno 10, 2019 at 3:10 pm
Grazie mille!
Ale
Giugno 10, 2019 at 8:42 am
Quali sono i motivi tanto evidenti per cui una persona rimane “single a oltranza”?
gynepraio
Giugno 10, 2019 at 3:07 pm
Banalmente, è avara di sé, non ha voglia di condividere, è inaffidabile, non è collaborativa. In altri casi, sta semplicemente meglio da sola. Insomma, non mancano le motivazioni.