Post Image

Posta del Cuore Agosto 2019

posta del cuore agosto 2019: scotty

Scotty ha 32 anni e un fidanzato importante con cui è stata 8 anni. La loro storia è stata inizialmente minata da un anno di lontananza forzata durante il quale costui ha iniziato una relazione con un’altra. Scotty lo ha scoperto e, non si sa per quale ragione, ha deciso di instaurare una relazione con l’amante del suo fidanzato. Costei si è fortunatamente eclissata, cosicché Scotty e il suo fidanzato hanno deciso di voltare pagina insieme e sono andati a convivere: questo già ci insegna che le decisioni importanti spesso scaturiscono dal caos. La convivenza non però ha subito volato altissimo, sia perché questo fidanzato non era abbastanza collaborativo a livello pratico sia per la parziale dipendenza economica dalla famiglia di lui, visto che entrambi sono lavoratori precari.

Spinti dall’esempio delle coppie a loro vicine e nel tentativo di svoltare. decidono di sposarsi per avere figli, ma questa scelta suscita reazioni così perplesse o ostili da parte dei parenti tali da convincerli a posticipare il passo: è in questa fase di sospensione del giudizio che Scotty re-incontra un collega di università di 10 anni più grande, con il quale ha scoperto una grande intesa. Spinta da questa nuova storia, Scotty lascia l’ex e inizia una nuova vita: interrompe la convivenza, torna a vivere dai suoi, frequenta il nuovo amore con assiduità e ne è pienamente contraccambiata. Eppure non riesce ad archiviare “mentalmente” la relazione con l’ex, considerarla cosa chiusa e credere fino in fondo in questo nuova amore. La famiglia le pone pressioni e la fa sentire in colpa per aver mandato a monte una storia avviata, ma lei stessa si sente impantanata e in between.

Scotty, ci sono una serie di cose che mi lasciano molto perplessa e no, non parlo del fatto che sei andata a letto con l’amante del tuo fidanzato perché questo si meriterebbe una stagione di terapia psicanalitica tutta sua. Mi riferisco al fatto che hai insistito (affermi tu stessa di esserti incaponita, uso parole tue) per sposare una persona con la quale c’erano problemi, con l’intento di avere con costui dei figli che sapete di non poter mantenere (quindi, immagino, contando sul supporto economico delle famiglie d’origine). Quando, dopo aver legittimamente cambiato idea (aggiungerei: ragionevolmente, visto che le cose tra voi non andavano perfettamente e avevate già qualche precedente tentennamento), ti sei immediatamente infilata in una nuova storia. Il che di per sé non è positivo né negativo, ma quanto meno indicava che in quel momento -anche inconsciamente- tu eri recettiva a nuovi stimoli, eri alla ricerca di soluzioni “altre”, in breve volevi toglierti da una situazione. Aver chiuso la convivenza poteva essere l’occasione per stare sola, pensare a te stessa e al tuo futuro: mi sembra invece che tu non abbia colto questa chance, anzi ti sei subito immersa in un’altra storia che è bella, appagante ma che come ogni relazione ti assorbe energie fisiche e mentali. A peggiorare le cose, il ritorno a casa con i tuoi genitori che -pur essendo forse un passo necessario per questioni economiche, quindi non mi permetto di giudicare- ti espone a pressioni, critiche, e ti costringe a essere ancora piccola o in qualche modo dipendente. Che è quello che a 32 anni non dovresti essere, a prescindere dall’essere parte di una coppia o avere figli.

Per fare chiarezza dubito basti la mia risposta: vedo che desideri andare oltre ma lasciar andare ti costa fatica. Probabilmente staccare da tutto e tutti ti farebbe bene, ma mi rendo conto che è una soluzione radicale, poco percorribile e molto costosa. Forse parlarne con un terapeuta sarebbe meglio e ti aiuterebbe a essere più lucida.

Suggerimenti di lettura: Le assaggiatrici, che racconta la storia d’amore tra una giovane donna e un uomo carismatico, nata però nel peggiore dei luoghi e dei momenti possibili

posta del cuore agosto 2019: florence and the machine

Florence. dopo molte discussioni e burrascosi rapporto adolescenziali, ha un rapporto positivo con sua mamma e suo papà: da quando è andata via di casa per studiare si sente apprezzata, amata, stimata. Da qualche mese sta facendo uno stage post-laurea a Parigi che con probabilità si trasformerà in una grande opportunità professionale, ma da quando ha scoperto che suo papà ha un tumore sta rivedendo la sua posizione di figlia lontana.

Suo papà è in cura e le cose sembrano migliorare ma è difficile per Florence avere fiducia nel futuro. Oltre a dispiacersi per la limitata assiduità degli ultimi mesi, si rende conto che dovrà prima o poi (le mancano solo un esame e la tesi) decidere se vivere lontana dai suoi genitori e si chiede se riuscirà a seguire i propri piani professionali senza cadere vittima del tarlo del senso di colpa.

Florence, mi dispiace un sacco. Ho vissuto da vicino due malattie gravi di mio padre e, sebbene mi siano entrambe pesate da morire (la prima, tra l’altro, in un momento in cui avrei avuto bisogno della massima concentrazione e presenza cerebrale) non so come avrei potuto viverle da lontano. Al contrario, conosco care amiche che hanno vissuto a distanza la malattia di un genitore e spesso mi sono chiesta come facessero a condurre la loro vita di ogni giorno -lavorare, studiare, preparare la cena- senza contorcersi a terra dal dolore. Io credo che tutto stia nella capacità della tua famiglia di capire e accettare la tua scelta senza giudicare, e nella tua fiducia nei loro confronti: insomma, tu e i tuoi genitori dovete essere certi di guardare nella stessa direzione.

Tu potresti decidere di portare avanti il tuo percorso professionale con la massima determinazione, ma se ogni ritorno a casa fosse intriso di senso di colpa dovresti continuamente rimettere in discussione la tua scelta. Oppure potresti rinunciare e tornare al Paesello per supportare tua madre nell’assistenza a tuo padre, ma covare intimamente un dispiacere che ti renderebbe il compito ingrato e insopportabile. Penso che tu possa credere loro quando t’invitano a perseguire i tuoi obiettivi e crearti una posizione altrove: è ciò che dagli anni ’60 migliaia e migliaia di figli del Sud si sono sentiti dire quando hanno lasciato le loro case d’origine. Se non fosse stata la malattia, sarebbe stata la vecchiaia a darti pensieri: è naturale che col passare degli anni i genitori generino preoccupazione nei figli.

Oltretutto, se hai ancora un esame e la tesi, hai tempo per vedere come si muovono le cose. Puoi studiare a casa dei tuoi. Su altri aspetti puoi lavorare: telefonare più spesso, qualche videochiamata Skype, tornare giù ogni 6 settimane anziché ogni 6 mesi (a maggior ragione se avrai un buono stipendio!). Pretendi correttezza da parte dei tuoi, richiedi di essere regolarmente aggiornata sulle visite mediche e gli esami.

Non devi scegliere tra essere brava o degenere: dovete scegliere tutti insieme se essere una famiglia solidale.

Suggerimenti di lettura: questo articolo della tua conterranea Stella Pulpo, che parla della nostalgia di casa

POSTA DEL CUORE AGOSTO 2019: PLACIDIA

Placidia è reduce da una felicissima storia di 10 anni di cui 4 di convivenza, interrottasi dopo una difficile ricerca di casa che ha lasciato la coppia spossata, snervata e forse disamorata. Il suo compagno le ha annunciato di non voler più proseguire in questo percorso di “consolidamento”. Dopo un po’ di titubanza, hanno intrapreso un fruttuoso percorso di terapia di coppia al termine del quale Placidia ha di nuovo timidamente proposto di acquistare un appartamento. Si è però riproposta la stessa situazione: insicurezza, nessuna voglia di fare passi economicamente impegnativi, paura del futuro, fino a una definitiva ritirata: lui è tornato a casa dei genitori e le ha annunciato di non sentirsi nello spirito di fare grandi passi.

Placidia e il suo compagno sono costretti a interagire per alcune questioni tecniche, ma al netto di ciò la discussione non è stata approfondita: la sua percezione è che lui non abbia un’amante ma che voglia soprattutto godersi la libertà e avere i propri spazi, che nella mia lingua si traduce in farsi i cazzi propri. Placidia si trova a vivere sola, a doversi trasferire in un’altra casa più piccola, ma soprattutto a immaginarsi un modo per gestire questa delusione, ricostruire la sua fiducia nell’amore e disegnarsi un futuro. A breve arrivano le ferie e Placidia partirà per una vacanza in barca a vela, e chissà se si divertirà?

Amica mia, mi dispiace un sacco che tu debba ritrovarti come la povera Margherita alla soglia delle vacanze con un macigno nel petto ma rispetto a lei sei più furba perché se non altro hai prenotato le ferie. Io non so come mai il tuo ex fidanzato fosse allergico ai mutui ventennali, oppure a te, oppure all’idea di voi sessantenni con la dentiera nella vostra casetta. L’unica cosa che ho notato -che mi spiace rimarcare perché in questo momento non hai bisogno delle mie puntualizzazioni e preferiresti parole di speranza- è che lui è tornato a casa dei genitori. Forse ha travestito questa mossa come una “scelta di comodo”: tieni pure tu la casa che è vicino al lavoro, Placidia, io invece posso stare nella dépandance dei miei, ma no dai non spostiamo il cane che altrimenti soffre, e solidi ragionamenti simili. Quello che posso dirti è che se il mio fidanzato mi lasciasse io non tornerei mai a casa di mia madre, anche se lei ne sarebbe felice, anche se di sicuro mi farebbe la spesa e mi conforterebbe, anche se c’è tanto spazio e il bagno con vasca: capisci cosa intendo? Secondo me non lo faresti neanche tu. Perché sei adulta, e lui no.

La rispettabilità di certe scelte -ad esempio smettere di amarti- non prescinde dalle modalità e dalla “classe” con cui esse vengono ponderate e comunicate, e lui l’ha fatto male. Io sarei molto delusa da questo, esattamente come lo sei tu. La delusione però è un importante motore del cambiamento, non sottovalutarne il potenziale salvifico.

Ora parla il Bob Breszny che è in me: il mio arditissimo forecast è che ci vorrà un po’ di tempo (mesi, forse anni) per accettare l’abbandono e il crollo di una storia che ti ha tenuto impegnati corpo, cervello e cuore così a lungo. Il percorso però sarà istruttivo e a tratti divertente. La prima lezione che ti porterai a casa è diffidare dalle persone abitudinarie, inquadrate e prevedibili. Alla fine dirai “meno male che quella casa non l’abbiamo presa”. Le tue vacanze saranno strane e bellissime.

Suggerimenti di lettura: ti occorre un libro divertente come Affari di cuore di Nora Ephron. La protagonista se la passa peggio di te, perché l’ex marito è pure un narcisista (qui c’è la mia recensione)

svgSaggi e manuali per l'estate 2019
svg
svgSforzarsi di vivere eco-friendly e plastic-free

6 Comments

  • giulia torelli

    Agosto 2, 2019 at 10:59 am

    come sempre, risposte saggissime e azzeccate. La mia rubrica preferita!!!

    svgRispondi
  • Lucia

    Agosto 2, 2019 at 3:32 pm

    “Anche se c’è tanto spazio e il bagno con vasca”, morta! Quanta saggezza 🙂

    svgRispondi
    • gynepraio

      Settembre 10, 2019 at 4:11 pm

      La vasca ha il suo fascino, mi sento di dirlo.

      svgRispondi
  • virginiamanda

    Agosto 6, 2019 at 8:23 pm

    Mi permetto di intervenire per confortare Florence, in qualità di esperta del senso di colpa da espatrio.
    Il senso di colpa per “non esserci” non se ne andrà mai. Punto. Però si può cambiare la frase che si fa seguire: il senso di colpa nasce perché senti che non ci sei “quando dovresti”. E invece non è vero che “dovresti” esserci e anche se ci fossi (nel senso di stessa città) non è detto che ci “potresti” essere.
    Inoltre il babbo in questione non è solo: ha sua madre. E questo veramente non è poco.
    Oltretutto da Parigi si possono organizzare dei weekend a casa facilmente, con un po’ di sana pianificazione di tempo e finanze.

    Scusa se mi sono permessa, ma il tema del “senso di colpa per genitore malato lontano” mi tocca molto e negli anni ho capito che nelle famiglie sane si fa così: ci si vuol bene, ci si supporta, e si è felici per le scelte che portano i membri della famiglia ad essere felici, indipendentemente da dove siano.
    Un abbraccio e grazie per la tua rubrica!

    svgRispondi
    • gynepraio

      Settembre 10, 2019 at 4:11 pm

      Ascolta Virginiamanda che ha vissuto in Australia per anni, di distanza ne sa un sacco!

      svgRispondi

Leave a reply

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.