
Posta del Cuore Dicembre 2019
Posta del Cuore Dicembre 2019: MOIRA
Moira e il suo compagno hanno avuto un figlio e, nonostante si sia trattato di qualcosa di non pianificato, le cose sono andate così bene da decidere di averne un secondo; stavolta però la gravidanza non è giunta a buon fine, con tutto il carico di dolore che ne è conseguito. Moira e il suo compagno hanno deciso di riprovare ma, a distanza di 8 mesi non sono riusciti nell’intento: a parere di Moira, il mancato concepimento è dovuto al fatto che non facciano sesso nei giorni giusti. Al contrario, il suo compagno vorrebbe prenderla con tranquillità e aspettare che “i figli vengano da soli”. Moira, in questa reticenza, vede una volontà da parte di lui di posticipare la questione, forse per timore di provare nuovamente il recente dolore della perdita; di tanto in tanto ne parlano, ma Moira si fa sempre più nervosa nei giorni fertili, arriva a detestarlo e se ne dispiace moltissimo. Si sente in una gabbia, una situazione provvisoria che le impedisce di essere felice.
Bene Moira, mi sento molto vicina al tuo compagno e spontaneamente empatizzo con lui perché in alcune storie di gravidanze stroncate sentite di recente, i padri escono molto -ma mooooolto- peggio. Insomma, se la tua sensazione è quella che in lui il dolore della perdita sia ancora troppo forte o tale da inibirgli un nuovo desiderio di paternità, penso che dovresti rispettare questo suo bisogno come -auspicabilmente- lui rispetterebbe il tuo a parti invertite. Mi sembra di sentirti dire: “Veramente quella che dovrebbe essere traumatizzata e dolorante sono io, che quella bambina ce l’avevo in grembo.” Forse avete risorse diverse, forse la perdita ha toccato corde e tasti differenti in te e in lui. Ma penso che la sensibilità vada premiata e accolta, specialmente quando è inaspettata: il patriarcato ci ha così distorto le aspettative che un uomo che asseconda il suo bisogno di “rallentare” sembra fuori luogo, o addirittura inadempiente, mentre in realtà sta solo esercitando il diritto di prendersi cura di sé.
Se il tuo istinto ti dice che dietro questo suo “sottrarsi” non ci sia altro, lascialo stare e accoglilo. Quanto alla tua rabbia, analizzala, canalizzala, esorcizzala, parlane con qualcuno se pensi di averne bisogno.
Suggerimento di lettura: “Bambini nel tempo” di Ian McEwan. Racconta di una perdita, del percorso per elaborarla ma soprattutto della rinascita.
Posta del Cuore Dicembre 2019: violetta
Violetta e il suo ragazzo avevano un’amica stretta con cui hanno interrotto i rapporti: era invadente, insinuante, denigratoria, prevaricatrice. Faceva affermazioni non propriamente da amica sul conto del ragazzo di Violetta (nonostante questa amica abbia un fidanzato a sua volta); a fronte delle confidenze che Violetta le riservava, l’amica spariva per lungo tempo.
Violetta soffre per aver chiuso questa amicizia -si salutano appena, sebbene frequentino la stessa università- e si arrovella su cosa sia andato storto, forse nella speranza di ricucire un giorno e tornare a un rapporto normale o cordiale. In più, sa che l’ex amica vede le sue foto e video Instagram e non desidera essere seguita, specialmente nel momento in cui l’ex amica non pubblica nulla e non la dà modo di stabilire una situazione di parità del tipo io-vedo-te-ma-anche-tu-vedi-me.
Allora Violetta, la questione di Instagram è un finto problema: bloccala. Sapere che lei ti guarda potrebbe condizionarti ed è solo una rogna in più alla quale pensare. La vita online non è diversa dalla vita vera: se nel mondo reale non vuoi averci a che fare, su Instagram è uguale. Ripeto, bloccala.
La mia impressione è che tu abbia vissuto una relazione tossica ma che in qualche modo non la riconosci ancora come tale: il punto è che le persone tossiche non sono merde umane prive di doti, lati positivi o sentimenti! Anche se tu allontani dalla tua vita una persona perché ti fa soffrire, il bene che vi siete fatti o le belle esperienze vissute non smettono di esistere o di essere memorabili. Questa persona, forse, è stata per te importante per alcuni versi ma se nel suo agire tu ravvisavi gesti di aggressività o acrimonia dolorosi, hai fatto bene a separartene. Non è una persona cattiva o immeritevole, semplicemente non ti fa stare bene.
Magari se anziché un’amica fosse stata il tuo capo, ti avrebbe spinta a dare il meglio di te; chissà, magari a un’altra persona certe affermazioni o comportamenti sarebbero scivolati addosso o l’avrebbe buttata in caciara: ma questo non è rilevante visto che stiamo parlando DI TE! Tagliare un rapporto tossico non significa che se un giorno ti chiamerà chiedendoti aiuto tu non debba darglielo, ma vuol dire togliere dalle tue giornate un carico di negatività di cui, credimi, non hai alcun bisogno.
Suggerimento di lettura: “A cosa stai pensando” di Marco Lazzarotto. La storia di come i social e- il controllo che essi hanno sulle nostre vite- possano assumere forme a dir poco imprevedibili.
Posta del Cuore Dicembre 2019: petra
Petra è sposata con un bambino di 21 mesi, desiderato e fonte di grande gioia. Dal suo arrivo, Petra e il marito si sentono del tutto svuotati: dedicano a lui ogni attenzione, in particolare il marito di Petra che è molto dedito al ruolo di genitore. Esce pochissimo, è apprensivo, non ama assentarsi né fare piani che non includano il piccolo, salvo una partita di calcetto settimanale in cui ovviamente Petra non è inclusa.
Le proposte ricreative di Petra non vengono accolte con entusiasmo e anche la loro vista sessuale si è ridotto al minimo: essa si chiede (e mi chiede) se questa sia la norma perché nel suo giro di amici nessuno sembra disposto ad ammettere che funzioni per tutti così.
Cara Petra, mi limiterò a dirti che è abbastanza normale che i momenti a due si riducano con l’arrivo di un figlio. Quindi ho pensato che potresti analizzare insieme a tuo marito i tre prerequisiti di una vita sociale o ricreativa “normale”:
- dei piani B, cioè dei vostri sostituiti, eventualmente a pagamento. Spero tu abbia schiere di nonni giovanissimi e abili di prima che si occupino sapientemente di tuo figlio senza fartelo pesare: io non li ho, quindi per me un weekend fuori città col mio compagno è pura fantascienza. Le altre soluzioni esistono, si chiamano tate ma vanno cercate e remunerate, se si ha il budget per farlo. Ce l’hai? Bene, anzi benissimo.
- l’egoismo sano e condiviso. Lasciare il bambino ad altri e dire a voce alta senza vergogna che, per qualche ora (o giornata, se siete fortunati) preferite fare attività che non contemplino la sua presenza è un gesto sfrontato, non so se mi spiego. Non è assolutamente sbagliato, ma è una presa di posizione che richiede grande complicità: essere egoisti in due, per assurdo, è più difficile che esserlo da soli.
- il desiderio. Fare cose in coppia è bello e sano, ma deve essere un bisogno comune a entrambi i membri della coppia, un bisogno che è più importante della stanchezza, ad esempio. Vedo che lui ogni tanto fa cose da solo, quindi probabilmente non è un problema di attaccamento: forse non riesce a concepirti come una compagna di divertimento? Forse gli mancano dei lati di te che non riesce più a ricontattare? Non lo so, deve dirtelo lui.
Spero che questi tre punti siano un buon canovaccio per intavolare un discorso serio con tuo marito: spiegandogli che hai un desiderio, che vorresti sapere se lo condivide e se è in grado di assumersi la responsabilità di questo desiderio mettendosi al lavoro per concretizzarlo e soddisfarlo da un punto di vista pratico. Vedi su quale di questi punti si arena, e agisci di conseguenza. Non accettare risposte monche o balbettanti, e poi raccontami com’è andata.
Suggerimento di visione: “Marriage Story” di Noel Baumbach. Anche la protagonista è sorpresa da quanto il marito -dal quale cercherà selvaggiamente di divorziare- sia bravo e meticoloso nell’occuparsi del figlio.
Bab
Dicembre 16, 2019 at 3:50 pm
Ho adorato la tua risposta alla situazione di Violetta, mi ritrovo in una situazione vagamente simile con quello che reputavo il mio migliore amico. La girerò all’amico in questione per fargli comprendere il perchè io non voglia più avere una persona come lui al mio fianco ma che gli vorrò sempre bene e che i tanti anni di amicizia non li cancellerò mai. Grazie Valeria
gynepraio
Gennaio 6, 2020 at 1:44 pm
Grazie a te per aver letto, spero che il tuo amico capisca!