
Posta del Cuore febbraio 2020
POSTA DEL CUORE FEBBRAIO 2020: SHANNARA
Shannara è stata improvvisamente e brutalmente lasciata dal fidanzato dopo 3 anni e una storia d’amore fiabesca, da manuale, cominciata per motivi professionali e proseguita con forte trasporto da entrambe le parti. Quest’uomo ormai ultraquarantenne, dopo due matrimoni alle spalle (e altrettanti figli ormai grandi), sembrava arrivato alla storia definitiva: per via della distanza si vedevano nei weekend ma il tempo trascorso insieme era felice. Shannara con lui si sentiva compresa, bella, unica, fortunata, una persona più forte e migliore; a detta del fidanzato e delle conoscenze comuni, molto diversa dalle altre ragazze che questi aveva frequentato negli anni. Negli ultimi due mesi di relazione, pare che una delle ex mogli del suo fidanzato continuasse a inondarlo di richieste e che questo avesse stressato lui e di conseguenza anche Shannara, che ne soffriva come se la cosa riguardasse anche lei. In seguito a queste interferenze è divenuta più distaccata e meno amorevole, ha espresso opinioni negative e preso delle posizioni che evidentemente gli hanno dato fastidio.
Tanto da indurlo a lasciarla con un messaggio senza darle nessuna spiegazione successiva. Shannara ha sofferto a morte e dopo vari messaggi e mesi è riuscita a estorcergli una giustificazione: “crisi di mezz’età, desiderio di fare ciò che vuole, improvviso sopravvento del suo pessimo carattere”.
Sembrava dovessero rivedersi per un chiarimento ma a ridosso della data stabilita lui le ha rivelato di un’altra donna: un’amica che ha iniziato a frequentare proprio all’epoca della rottura con Shannara e che poco dopo troneggiava nella sua foto profilo di Whatsapp.
Shannara si sente scartata e rimpiazzata, cancellata con facilità, gelosa e triste per non aver potuto chiarire: sente di essere stata una delusione, o di non avergli fornito quel quid di emozioni di cui lui aveva bisogno: ammette di sentirsi poco sensuale, intrigante o fatale, si sente semplice e timida. Se solo lui le avesse detto di cosa aveva bisogno, si sarebbe migliorata per diventare simile a ciò che lui voleva! Si chiede dove ha sbagliato: lo ama ancora e non riesce a trovargli difetti. Sono passati quasi 2 anni e sente che nessun altro uomo sarà mai come lui: non le sorride l’idea di rimettersi in gioco per trovare qualcun altro, o di adottare modalità che non sono le sue.
Allora, io ho pensato a lungo se questa era una (lunghissima: l’ho riassunta almeno di 3/4) lettera fake, scritta per mettere alla prova il mio autocontrollo e vedere se sbotto, o se era vera e quindi meritava le delicatezza che solitamente riservo alle altre. Ho deciso di rispondere in ogni caso, perché se anche fosse un falso clamoroso ci sarà da qualche parte una donna che sta in una situazione simile e ha bisogno di due parole.
Amica mia, io potrei fare un’orazione ciceroniana di 7 ore ma fisserei 4 punti.
l’amore non funziona in base al merito. Non c’è corrispondenza biunivoca tra quanto “sono brava” (amorevole, attenta, brillante, sexy, soda, simpatica, maga ai fornelli, ricca, professionale) e l’amore che ne ricevo, perché se no io a quest’ora starei ancora col mio fidanzato dei 18 anni e invece guarda un po’, m’ha mollata davanti a scuola e si è rimesso con la sua ex. La fine di una storia non si imputa all’insufficienza di una persona, al massimo è conseguenza di una volontà carente di tenerla in piedi, lavorarci, ridefinirla: ma qui, quella manchevole non sei certo tu. La coppia è matura quando si riesce ad accettare le défaillance dell’altro, non quando si passa il tempo a studiare manuali per compiacerlo, mi capisci? Cito una tua frase: “Penserai che devo valere molto poco come donna se non sono riuscita a tenere al mio fianco un uomo così innamorato e pieno di parole e gesti meravigliosi per me. Oramai, quando vedo una coppia, mi chiedo sempre se le donne sono davvero tutte migliori di me, se hanno tutte un carattere amorevole e comprensivo o se anche loro ogni tanto sbagliano, ma hanno la fortuna di non essere lasciate per questo.” Io non penso niente di tutto ciò, né di te né di nessun altra donna, e non lo pensano nemmeno le tue amiche e chi ti vuole bene.
cerca confronto e conforto dai tuoi pari. Le tue amiche cosa dicono? Avevano intuito di che pasta era fatto ‘sto stronzo? Si stanno prendendo cura di te? Cercheranno di metterti in guardia dalle prossime travate che prenderai in testa se non sviluppi un po’ di scorza e di intuito? Non è pensabile che lui, in seguito a un periodo di (relativo) stress (relativamente) breve, rimetta in discussione una storia pluriennale. Il fatto che fosse la tua prima storia importante, e che si sia svolta prevalentemente a distanza, sicuramente non ti ha aiutata a elaborare una visione completa di questa persona: la prossima volta dovrai essere più disincantata, cauta, innamorata di te stessa prima ancora che del tuo partner. Di questo devi preoccuparti, non di come farai a trovare un altro uomo come il tuo ex. Anche perché, e con questo arriviamo al punto successivo.
lui è un poveretto. Devi uscire dalla logica “avevo per me mani un gioiello e me lo sono fatto sfuggire”. Quell’uomo non è merce rara che ti è capitata per dono del Signore: è un pacco clamoroso, è come la truffa della scatola di un’autoradio che contiene un vecchio mattone. Stai capendo la metafora? Hai accolto con candore e senza pregiudizi un uomo che ha fatto un sacco di danni prima di trovare te e continuerà a farne senza procurarsi una vera educazione emotiva. È un uomo che non ha imparato un cazzo dal suo passato, non ha sviluppato sensibilità e ricade continuamente negli stessi meccanismi viziosi. E mentre inanella cazzate balla la tarantella sui sentimenti degli altri: “io vivo di emozioni ” ti ha detto. Perché secondo lui tu di cosa vivi? Di cruciverba? Quindi sulle tue emozioni può anche pisciarci? Capisci che non funziona, Shannara? Sono pose: se le emozioni sono così importanti, sono importanti quelle di tutti, non solo le sue. Si chiamerebbe egoismo ed è una malattia dalla quale si può anche guarire, volendo. Ma chi glielo fa fare? Del resto, lui vive di emozioni, ahahah! Lui non desidera emozioni: cerca eccitazione e novità, come i bambini che vorrebbero che Babbo Natale passasse una settimana sì e l’altra pure. I bambini, appunto, ma non quelli che vanno per i 50. Esiste anche un verbo per quelli come lui, l’ha inventato Ester Viola ispirandosi a Elena Ferrante
La coppia è matura quando si trova un modo per lasciarsi che non sia un gelido colpo di spugna: smettere di amare è lecito, anche innamorarsi di un’altra lo è, ma comunicarlo con parole mature non è cortesia! È umana decenza, è rispetto, è onorare le migliaia di parole d’amore che sono state dette. Si può sempre scegliere come uscire dalle situazioni, e sparire è definitivamente la peggiore. Ma ecco la buona notizia…
per te Miss italia continua! La tua carriera sentimentale non è giunta al termine, non ti sei giocata tutte le tue cartucce. Arriveranno altri amori, speriamo ispirati da motti meno patetici di “io vivo di emozioni”. Non li conquisterai, né ti conquisteranno loro, non è un percorso a ostacoli in cui dovrai meritarteli, non devi apprendere l’arte di lasciarti andare, tingerti i capelli e iscriverti a pole dance: dovrai solo fiutare i narcisisti, tenerli a distanza e pensare a te stessa. Se non ce la fai da sola, chiedi aiuto a qualcuno.
Suggerimenti di ascolto: forse ti aspetti un suggerimento intelligente ma è meglio sdrammatizzare… La protagonista del mio romanzo “Se tu lo vuoi” è una che dell’arte di compiacere ha fatto una disciplina olimpica. Il 14 febbraio è uscito per Storytel l’audiolibro letto dalla bravissima Valeria Perdonò: Puoi ascoltarlo (dura circa 7 ore) beneficiando di 30 giorni di prova gratuita: basta registrarsi da questa pagina.
posta del cuore febbraio 2020: sfinge
Sfinge ha poco meno di 30 anni ed è figlia di immigrati egiziani nata a Milano, laureata, lavoratrice, indipendente, padrona di un gatto. Brava Sfinge, così giovane e così orientata all’obiettivo.
Andrò dritta al punto: Sfinge, seppur amata e coccolata da mamma, papà e fratello, detesta i suoi genitori con i quali ha un rapporto molto scarno. Sa che i suoi non si sono mai amati e lo hanno reso noto più volte; considera suo padre ignorante e sua madre vittimista, una passivo-aggressiva olimpionica che le ha trasmesso un senso di colpa dal quale Sfinge non riesce a liberarsi. In più, è giudicante e invidiosa. Non ama nemmeno il modo con il quale i suoi genitori comunicano, e che volte adotta anche lei: rabbioso e urlante.
Sfinge conosce e apprezza i moltissimi sacrifici compiuti dai genitori per crearsi una vita migliore lontano dal Paese d’origine, ma questi sacrifici non sono però una consapevolezza che li rende “pacificati” o orgogliosi: anzi, spesso questo percorso faticoso le viene rinfacciato. A volte è usata come capro espiatorio nei litigi dei genitori, che la accusano sdegnati di “essere come tuo padre” o “essere come tua madre”, risvegliando la sua paura atavica: diventare come loro, rinforzando un coinvolgimento ombelicale che lei vorrebbe invece limitare al massimo. Sfinge ha coraggiosamente proposto una sorta di terapia famigliare, ovviamente rifiutata e declinata. Sfinge pensa che se potesse non li “sceglierebbe” mai e poi mai, sente a volte di non amarli o di provare solo una sorta di tenera compassione per la loro situazione (ricavandone ulteriore senso di colpa per il proprio egoismo o irriconoscenza).
Sfinge, io credo che questi sentimenti ibridi e contrastanti siano tipici delle famiglie in cui esiste un forte divario scolastico e culturale tra genitori e figli: questo gap, che nel tuo caso c’è ed è pure bello ampio, andrebbe colmato con uno sforzo di avvicinamento e comprensione reciproca che forse tu fai, ma loro no. Di casi come il tuo è piena la letteratura: pensa solo a Lenù de “L’Amica Geniale” e al disprezzo che ha per sua madre, ignorante e ipocrita. È un odio che resiste e dura decenni, finché Lenù capisce che è mal riposto e si trasforma in una sorta di compassione rispettosa.
Amare in modo disinteressato, spogliarsi dell’egoismo, pensare sempre al bene dell’altro sono propositi bellissimi che tutti i genitori dovrebbero darsi, ma che in senso pratico pochissimi riescono davvero a tradurre in gesti senza fare passi falsi: i tuoi falliscono solo in maniera più clamorosa e, se vogliamo, più sincera degli altri genitori. Alcuni sforzi nella direzione giusta sono stati compiuti: hai studiato, hai ottenuto e difeso una tua indipendenza credo anche con l’aiuto dei tuoi genitori, se non materiale almeno morale, o con l’esempio o, banalmente, senza interferenze. So che a te sembra “normale” ma visto il contesto da cui provengono i tuoi genitori sono grandi risultati, e se sei una persona totalmente e orgogliosamente diversa da tua mamma è anche perché hai potuto differenziarti da lei!
Io credo che in tutte le relazioni ci sia una persona che ha più strumenti e una che ne ha meno: hai indovinato chi ne ha di più? Brava, sei tu. Quindi penso che dovresti sforzarti di prendere ciò che passa il convento senza sperare di ottenere grandi cambiamenti: non è tuo compito raddrizzare valori e mentalità consolidate in decenni, ed è davvero un po’ ambizioso sperarci. La psicologa che mi segue mi ha detto che per le persone oltre i 60/70 anni -posto che ci vadano spontaneamente- la terapia può essere molto più dolorosa e frustrante: una volta che capiscono di aver vissuto male, qualunque cosa questo significhi, si rendono conto di aver sprecato la propria vita, di essersi private di opportunità, di aver disseminato dolore e di avere pochi, pochissimi anni per rifarsi -posto che ci riescano-. Quando la dottoressa me l’ha detto, ho pensato al peso di questa consapevolezza e mi sono messa a piangere.
Insomma, non sentirti in colpa, e non dibatterti come un’anguilla per cambiare qualcosa che non cambierà. Resta nella tua zona di comfort: incontra i tuoi genitori con la frequenza che ti risulta sostenibile e condividi con loro solo le esperienze nelle quali sei a tuo agio, o quelle a cui proprio non puoi sottrarti. Se proprio devi lavorare su qualcosa, che sia la comunicazione: adotta toni positivi, evita i trigger di rabbia e contrasto. Andrà meglio.
Suggerimenti di ascolto: meglio ridere, anche qui. Prova “Heidi” di Francesco Muzzopappa, letto dalla voce strepitosa di Tamara Fagnocchi: è la divertentissima storia di una figlia che detesta suo padre ma che è costretta a prendersene cura. Puoi ascoltarlo su Storytel (dura circa 7 ore) beneficiando di 30 giorni di prova gratuita: basta registrarsi da questa pagina.
posta del cuore febbraio 2020: galassia
Galassia non sopporta più la gente e la sua superficialità, egoismo, mancanza di senso comune, maleducazione. È sconfortata e sofferente dinanzi ai piccoli e grandi episodi che costellano la sua vita di romana, che vive circondata da immondizia gettata dai cittadini e mal gestita dagli amministratori pubblici; di condomina, che assiste a una faida fantozziana tra vicini di casa; di guidatrice vittima del traffico; di paziente e utente di servizi pubblici che si trova a fronteggiare inefficienze dei medici o la maleducazione di chi dovrebbe prendersi cura della sua salute.
Galassia è turbata, e anche io un po’ lo sono, dall’importanza che lei stessa attribuisce alla maleducazione altrui, dal peso di questa frustrazione sul suo livello di benessere. Io relativizzerei un po’, tanto per cominciare. Questi sono first world problems, diciamocelo, perché sono preoccupazioni che ti concedi solo perché i tuoi bisogni di base sono stati già soddisfatti: intendo dire, i medici sono maleducati ma intanto a) ci sono e b) il SSN ti agevola nel curarti, oppure gli automobilisti sono cafoni ma intanto a) hai un’auto e b) hai un luogo di lavoro da raggiungere. Pensare a chi vive dove non ci sono medici, o a chi è costretto in casa perché un lavoro non ce l’ha ti è di scarso aiuto? Non volermene, ma un tour in qualche Paese in via di sviluppo ci farebbe bene. Per me, ad esempio, un po’ di giretti in India e nell’Africa continentale sono stati un toccasana, e infatti giuro che mi incazzo molto meno rispetto a 10 anni fa (pensa quanto mi incazzavo allora!) Questo per dirti che esistono maniere per modificare l’atteggiamento che hai dinanzi ai contrattempi, ai malfunzionamenti dolosi e non, ai gesti cattivi:
difenderti. Se ti fa sentire bene reagire, sviluppa un tuo modo di rispondere alla maleducazione: scegli una tua crociata (unirti ai gruppi di raccolta della spazzatura nei parchi?) e portala avanti con allegria. Educa i tuoi figli a essere diversi dalle persone che detesti, anche se sono sicura che lo fai già.
costruire una bolla che ti somigli. Crea una valida alternativa ai maleducati: seleziona le persone da frequentare e i professionisti cui rivolgerti e tieniteli ben stretti. Qualche giorno fa sentivo Maddalena narrare una pessima esperienza in un grande negozio di una catena in cui si è recata suo malgrado, dello stress e dell’insoddisfazione che le ha messo addosso; questo le è servito a rafforzare la sua scelta, già presa in precedenza, di frequentare solo negozi piccoli e di vicinato che le garantiscono il servizio e l’affetto di cui ha bisogno.
sviluppare un antispam personale ovvero ignorare alcuni comportamenti per proteggersi. Se il vicino cospiratore ti si avvicina per parlarti, digli la verità: “No, grazie, in questo momento non posso ascoltarla”. Idem se cercano di tirarti in mezzo a polemiche o scaricarti addosso responsabilità che ti mettono ansia: diserta le assemblee condominiali e le chat dei genitori. Sei autorizzata, non hai mica firmato col sangue.
Se neanche questo basta, puoi rivedere i tuoi bisogni. I dati ci dicono che i servizi pubblici funzionano meglio nelle città medio-piccole, che l’assenza di parcheggio e il tragitto casa-lavoro sono grande fonte di stress: se per te è una priorità preservare il tuo equilibrio, valuta di cambiare vita. Roma è bellissima ma è una spina nel fianco per chi ci abita e, mi duole ammetterlo, per l’Italia intera: se il dolore che ti arreca è superiore alla gioia che dà la sua luce di ottobre, prendi in considerazione l’idea di spostarti, oppure persegui la causa dello smartwork. Ci sono problemi più grandi di te, che non puoi risolvere per pura forza di volontà, e il tuo benessere deve rimanere comunque la tua priorità.
Suggerimenti di lettura: “This is water” di David Foster Wallace, un discorso che il mio scrittore preferito pronunciò davanti ai neolaureati 2005 del Canyon College. Lo trovi integralmente e dignitosamente tradotto e non occorre comprarlo. Credo che sia il testo che meglio spiega la trappola del giudizio in cui cadiamo noi Occidentali e quale sia l’unico modo per salvarsene.
Gin
Febbraio 15, 2020 at 8:55 am
Galassia!!!! Qui parla una “trasfertista” a Roma da 4 anni che, oltretutto, lavora dentro Termini, l’epicentro dei problemi che racconti!! Fatti viva ci facciamo un gruppo di ascolto e sfogo per fare pace con questa città!! Grazie Valeria, ti si vuole parecchio bene.
Angela
Febbraio 16, 2020 at 2:12 pm
Mi ritrovo in Sfinge, nonostante credo, io sia piú vicina alla generazione dei suoi genitori che alla sua. Non entro nel dettaglio delle traversíe della mia famiglia di origine, ma giungo al dunque : mia madre é depressa, rabbiosa, aggressiva verbalmente, vive male e riversa il suo rancore su chi le sta accanto, il marito e noi figli quando andiamo a farle visita, il leit motiv é la sua vita sbagliata per colpa degli altri. Ora, posto che si sta giá rendendo conto di aver sprecato la sua vita, non é che magari la psicoterapia la aiuterebbe ad apprezzare il presente? Una bella famiglia, nipoti stupendi di tutte le etá ( le mie figlie sono ottime ragazze) le mie sorelle hanno bimbi piccoli meravigliosi, e per la sua etá gode di buona salute? Ho letto il consiglio che hai dato a Sfinge, circa la terapia per i suoi genitori, ma non é per caso che nel caso di madre possa aiutarla a vivere meglio il presente? Angela
Francesco
Febbraio 17, 2020 at 1:43 pm
Solo per dire che ho ascoltato il tuo audiolibro letto benissimo da Valeria Perdonò. La storia è leggera ma si fa ascoltare, ci sono alcune incongruenze che ti fanno capire come di bambini in età scolare te ne intenda poco (tipo che per avere 5 in pagella in quarta elementare devi avere quantomeno accoltellato la maestra, inoltre un uomo che per 9 anni non ha rapporti dopo la nascita della figlia qualche problema serio deve averlo). 3 stelline e mezzo per incoraggiamento.
gynepraio
Febbraio 17, 2020 at 3:25 pm
Ciao, grazie per il tuo contributo. Tuttavia, nel romanzo io non affermo che per Ettore per 9 anni non abbia mai scopato ma semplicemente che non ha mai avuto altre storie d’amore. Riesci a cogliere la sottile differenza tra le due cose?
Se non riesci, forse il 5 in comprensione del testo dovrebbero darlo a te, chissà
Francesco
Febbraio 17, 2020 at 3:42 pm
No, ti prego, la dicotomia tra sesso e amore anche no!
https://www.elle.com/it/emozioni/sesso/news/a173630/sesso-e-amore-differenze/
Silvia
Aprile 13, 2020 at 8:54 pm
Pensare che invece questa “sottile” differenza tra sesso e amore è fondamentale per distinguere tra un vero uomo che crede nei sentimenti e un omino che necessita di sfogare i suoi istinti sessuali e non può proprio farne a meno!
Silvia
Aprile 13, 2020 at 8:55 pm
Pensare che invece questa “sottile” differenza tra sesso e amore è fondamentale per distinguere tra un vero uomo che crede nei sentimenti e un omino che necessita di sfogare i suoi istinti sessuali e non può proprio farne a meno!