
Posta del Cuore n.6
Posta del Cuore n.6: thunberg
Thunberg ha 21 anni e a ottobre ha terminato una storia pluriennale. Single e felice, ha iniziato un flirt con un compagno di corso noto per essere un tombeur de femmes che infatti, dopo un bacio furtivo, le confessa di essere fidanzato. Nonostante la confessione l’abbia spiazzata e delusa, sono andati a letto insieme senza particolari faville ma soprattutto senza che Thunberg provasse senso di colpa. La storia è finita, Thunberg non si spiega la propria assenza di pentimento.
Non sei anomala, il senso di colpa non è qualcosa di innato o congenito: anzi è un sentimento culturalmente indotto e spesso “figlio” del fatto che conosciamo la persona tradita. Il fatto che tu non sappia chi sia questa donna, e che tu non abbia alcun tipo di affetto nei suoi confronti rende più facile derubricare questo episodio come, appunto, una parentesi neanche così entusiasmante.
È diverso, invece, quando la relazione parallela è lunga, piena di implicazioni sentimentali; o quando conosci i compagno o la compagna ufficiale e sei quindi, in qualche modo, complice del tradimento. Nel tuo caso, la fidanzata è una creatura solo nominata, non è una persona in carne d’ossa e ha senso che tu non ti senta così partecipe né colpevole. Non penso che, in caso contrario, resteresti così fredda.
Suggerimento di lettura: mi autocito con questo post sul ruolo dell’amante. Ebbene sì, sono la tipica persona che, in questi casi, si ossessiona e si sente in colpa fino a non dormire la notte.
Posta del Cuore n.6: EMIGRATA
Emigrata nel 2017 in Erasmus conosce un ragazzo di Singapore che, finito il semestre ma ancora innamorata, va a trovare in Oriente. Quando si laurea, Emigrata sceglie di lavorare a Hong Kong per vederlo con una frequenza accettabile anche se la famiglia di lui preferirebbe che sposasse un’altra persona.
Emigrata riesce persino a fargli conoscere la sua famiglia e gli propone un trasferimento in Europa ma lui, incerto sul da farsi e condizionato dalla madre, declina, tanto che 2 anni dopo si lasciano.
Emigrata cambia vita, conosce un altro ragazzo con cui vive felicemente ma il vecchio amore ricompare attorno a lei in modo sottile -prevalentemente telematico- ma sufficiente da infastidirla al punto da farla sbottare. Lui si difende e innocentemente si chiede cosa abbia mai fatto di grave. Emigrata è cattiva a invitarlo a togliersi di torno e a bloccarlo? Oppure è lui indelicato a manifestarsi proprio ora che entrambi hanno una vita diversa e apparentemente felice?
No, non sei né cattiva né pretenziosa ma semplicemente vorresti evitare di introdurre nella tua vita degli elementi che ti destabilizzano o turbano la tua quiete. Sarebbe bellissimo se fossimo tutt* così brav* da uscire dalle relazioni complicate (=lunghe, belle, sentite, vissute, dolorose) con la schiena dritta, guarit*, rigenerat*, resettat* ma quasi mai succede. Spesso usiamo le nostre energie per “costruire” una relazione che ci somigli, più che per “guarire” da una relazione che ci ha destabilizzato: bravissim* a chi fa entrambe le cose, ma spesso per disintossicarsi da una relazione la distanza e la discrezione sono già ampiamente sufficienti (specialmente se, come nel tuo caso, è finita da relativamente poco tempo). Se ti avesse ricontattato a 8 anni di stanza, direi che si è trattato di un gesto amichevole e ti inviterei a non essere così “permalosa”, ma visto che vi siete lasciati da un anno e siete entrambi in una fase di assestamento trovo che tu sia nel pieno diritto di allontanarlo ed essere indispettita da questa superficialità. Bloccalo, lo sbloccherai se e quando ti andrà.
Suggerimento di lettura: il mio romanzo del cuore, cioè “Le opinioni di un clown“. Un ex che ritorna, o che almeno ci prova, ma non spinto da superficialità o narcisismo, ma solo da amore autentico (è anche il primo romanzo che ho recensito su questo blog)
Posta del Cuore n.6: nene
Nene fino a un anno fa era reduce da una relazione importante, seguiva un dottorato e frequentava un collega di cui era innamorata. Questi si mostra per un periodo contrario all’idea di diventare una coppia stabile, ma a un certo punto sembra voler aderire ai progetti di Nene e di voler addirittura vivere con lei: è allora che Nene -inspiegabilmente, diciamolo- lo lascia.
Rimasta sola e anche un po’ pentita, incontra un nuovo ragazzo con cui forma una coppia praticamente perfetta: sono simili, compatibili, complementari, adeguati. La relazione parte in sordina, lentamente, con alcune battute d’arresto ma si assesta.
Anche con il collega scaricato sembra aver raggiunto un ragionevole equilibrio, che lui interrompe confessandole di averla sempre amata anche se a distanza, sapendola felice in una nuova relazione
Nene e il suo fidanzato trascorrono insieme una burrascosa quarantena, durante la quale occasionalmente sente il collega che forse ancora ama e apprezza pur non volendo imbastire con lui una vera storia d’amore per i suoi limiti caratteriali: decide quindi di trattarlo come un amico speciale.
Coso speciale che quest’estate va a letto con lui, episodio dopo il quale lui torna a fare l’amico e lei parte per le vacanze con il suo fidanzato, appesantite dalla presenza della di lui numerosissima famiglia e comitiva. Al ritorno, Nene rivede la sua opinione in merito a questa relazione della quale non è più così convinta. Non sa se lasciarlo, visti questi dubbi; non sa se ama ancora il collega, o questo fidanzato. Non sa se è sincera.
Nene, sinceramente io penso che questo tuo fidanzato che dipingi così adeguato ti abbia già pesantemente stracciato la minchia: lui, la convivenza forzata da quarantena, la sua famiglia e il suo stile di vita non ti piacciono. Sarà a modo, opportuno e grazioso dopodiché mi sembri un po’ troppo intenta a compilare la checklist delle cose che detesti per vederci dei presupposti sani per un futuro insieme. Una storia agli inizi deve profumare di futuro e promesse, tu stai facendo la conta delle rogne.
Quanto al collega, il grosso del problema sta nel fatto che il potenziale della vostra relazione è ancora e in gran parte inespresso: in altre parole, intravedi i suoi limiti ma ancora non gli hai dato modo di mostrarli appieno. Il tuo intuito ti dice no, e secondo me, come sempre del resto, ti dice bene (anche perché quello scarico di responsabilità si chiama gaslighting: io starei con te ma purtroppo tu sei una instabile davvero non si può sentire).
Io forse lascerei perdere entrambe le opzioni, entrambe allettanti ma carenti a modo loro, e mi libererei della paura di invecchiare single che è una malattia brutta di per sé ma che il Covid, me ne sono resa conto, ha contribuito a diffondere. Puoi stare sola, puoi esplorare le infinite opportunità che ti offre la vita, forse tra un po’ si potrà anche ricominciare a flirtare e limonare con gli sconosciuti, non hai bisogno di accontentarti e pianificare la tua vita. Hai tutta la vita davanti, hai tempo per chiarirti le idee.
Suggerimento di lettura: “Confidenza” di Starnone. Il classico caso, anche se a parti invertite, di un’amante soppiantata da un’altra, nonché della difficolta di operare una vera scelta.