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By gynepraio19 Febbraio 2021In Personale

Risposte assertive per domande imbarazzanti Vol.3: amore e futuro

Dopo la prima puntata dedicata a corpo&figli, e quella dedicata a soldi&lavoro passiamo a “domande imbarazzanti Vol.3: amore e futuro”. Mi ripeto con i soliti disclaimer: per me rispondere per le rime è accettabile nella misura in cui sapete di accettare le conseguenze di un comportamento liberatorio ma diplomaticamente poco previdente. Fate ciò che volete, ma sappiate che essere pur* e dur* ha un prezzo: valutate anche la strada di essere smart e moralmente superiori.

Spesso inondare il prossimo con la propria inossidabile assertività ha l’effetto di ridurre le distanze e guadagnarvi un rispetto che in un mondo ideale dovrebbe spettarvi di diritto ma che a volte è giusto andare a prendersi con le unghie e con i denti. Ma sempre con carelessness, cioè dando la sensazione che sia una passeggiata nel bosco.

domande imbarazzanti: amore

D. Perché vi siete lasciat*/separat*?

R0. Perché non eravamo più felici (non è mai una bugia)

R1. È una domanda che richiede una risposta complessa e al momento non so dartela.

D. Perché non ti trovi un* ragazz*? Perché non ti sei (ancora) fidanzat*? Quando ti fidanzi?

R0. Quando avrò trovato la persona con cui sarò felice.

D. Quando vi sposate?

R0. Quando le circostanze lo richiederanno e lo permetteranno; per ora siamo felici così.

D. Perché viaggi sola nonostante tu sia fidanzata?

R0. È un’esperienza che mi rende felice e non lede il mio fidanzamento.

D. Perché ti sei sposata così giovane?

R0. Eravamo felici e ci sentivamo pronti.

D. Quando vivrete vicini? (detto a coppia costretta alla distanza)

R0.Quando le circostanze lo richiederanno e lo permetteranno.

D. Non ti piacciono in maschi?

R0. No. (se volete palesare le vostre preferenze sessuali)

R1. Diciamo che non mi piace la maggior parte di essi.

Nota: l’utilizzo del verbo al plurale non è casuale. Se vi viene chiesta ragione di decisioni non individuali (es. il matrimonio) l’utilizzo del noi riduce la percezione che si sia trattato di un “caso”, anzi, aggiunge intenzionalità alla scelta. Come vedete ho fatto ampio ricorso al concetto di felicità. La felicità è autenticamente disarmante, nessuno osa andarle contro. Si discutono i gusti, il sesso degli angeli, la teoria evoluzionistica ma non la felicità. Se smettete di dire “mi piace giocare a bridge” e dite “giocare a bridge mi rende felice” state dando al vostro interlocutore l’opportunità di stare zitto, ricolmo di meraviglia e compreso nella sua invidia per voi che, fortunelli, sapete giocare a bridge. Appena vi girerete starà googlando “imparare a giocare a bridge”, parola mia.

Cliccate pure per scaricare utili risorse

domande imbarazzanti: futuro

D. Quando ti laurei? Quando finisci l’università?

R0. Sto seguendo la tabella di marcia che mi ero data (risposta pigliatutto, sia che siate puntuali, sia che abbiate un ritardo recuperabile, sia che siate fuori corso perché avete deciso deciso di fare altro nel frattempo).

R1. Al momento non ho ancora fatto una proiezione.

D. Qual è il prossimo passo ora?

R0. Ho diverse opzioni e le sto valutando (quasi sempre vero)

D. Non hai buttato la tua laurea?

R0. No, anzi, si sta rivelando utile anche se in modo meno diretto e più tangente (sempre vero)

D. Quando prendi la patente?

R0. Quando ne avrò davvero bisogno. (scusate, qui apro una parentesi: salvo problemi di salute o traumi come da risposta R1, PRENDETE ‘STA CAZZO DI PATENTE. L’unica categoria di persone al mondo che guardo con sospetto, ve lo giuro, sono quelli che non hanno la patente. Fatevi scarrozzare tutta la vita, sposatevi un* tassist* ma PRENDETE ‘STA CAZZO DI PATENTE)

R1. Quando avrò superato dei blocchi e mi sentirò a mio agio alla guida.

D. Che lavoro vuoi fare allora?

R0. Sto valutando diverse opzioni (quasi sempre vero)

D. Vivi ancora con i tuoi?

R0. Al momento sì.

D. Perché fai un mestiere da uomo?

R0. È un lavoro che mi rende felice, mi capita raramente di pensare che sia da uomo.

D. Come va l’università? (chiesto in un periodo in cui non si sta dando esami)

R0. Non come vorrei.

Le “domande imbarazzanti Vol.3: amore e futuro” sono state raccolte con un box Q&A via Instagram: se anche solo una persona mi dice che ha trovato invadente la domanda “come va l’università?” per me quella persona ha ragione a sentirsi in qualche modo violata. Tuttavia non escludo di averla rivolta anche io, con noncuranza e come semplice conversation starter, a qualche studente di mia conoscenza e certamente non avevo intenzione di metterl* in imbarazzo. Diciamo che con mia nipote -che vedo 3 volte l’anno e della quale so poco- non ho una enorme rosa di argomenti dei quali chiacchierare, a meno di non addentrarmi in un terreno ancora più intimo (“Sei autenticamente felice?” “Hai riflettuto sul riscaldamento globale e su quanto male si stia comportando la generazione che ci ha preceduti?”) oppure traballante (“Che ne dici dell’ultimo romanzo della Lattanzi?” che sicuramente non ha letto) oppure becero (“Come si chiamerà la secondogenita dei Ferragnez?”). Quindi a volte si finisce su questi temi non animati da indiscrezione, ma solo da assenza di argomenti migliori: insomma, frustate a colpi di assertività gli indiscreti ma abbiate anche pietà delle zie che vi tocca avere come commensali la cena della vigilia.

Piuttosto, se sapete che la conversazione potrebbe finire su argomenti spinosi o dolorosi, abbiate già pronto qualche tema alternativo di cui parlare: “la trap: trend o genere?” o “commedie di Natale indie” o tutto ciò che vi rende felici.

 

 

 

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One Comment

  • susanna

    Febbraio 25, 2021 at 7:39 pm

    io non ho la patente… sorry not sorry

    svgRispondi

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