
Vestire non è solo vestire
Ho avuto per molti anni un fidanzato cui piacevo soltanto quando ero vestita come sua madre oppure quando indossavo abiti che mi facevano schifo. Ricordo che un giorno stavamo andando a vedere un appartamento in piazza Bernini nel quale avremmo voluto trasferirci: io indossavo jeans stretti e Stan Smith. Il classico outfit di quando voglio punirmi di qualcosa, un gesto di autocommiserazione che mi concedo due o tre volte l’anno: la combinazione dei capi che non mi rappresentano, che mi sviliscono sia fuori sia dentro, facendomi sentire pesante e anonima.
Mentre salivamo le scale dietro all’agente immobiliare, lui mi prese la mano e mi disse: “Come stai bene vestita così”. Penso sia stato in quel momento che ho capito che non avremmo mai condiviso nessun investimento immobiliare.
Tra l’altro, costui detestava l’80% di ciò che indossavo e compravo, e me lo diceva apertamente: non amava gli stivali, i tacchi, i vestitini, le calze colorate, insomma i capi che all’epoca erano elementi fondanti del mio guardaroba. Forse un’altra ragazza non sarebbe stata toccata da questi giudizi, e forse anch’io oggi sarei meno piccata rispetto al 2010: sta di fatto che all’epoca reagivo stizzita dicendogli che non capiva un cazzo.
Il punto è che io pensavo molto -e in parte ancora lo faccio- al mio armadio. Mi è sempre piaciuto comprare vestiti e accessori: averne tanti, mixarli, scambiarli, reinventarli, accorciarli, stringerli. Interrogarmi e scegliere ciò che indosso non mi è mai parso una perdita di tempo, anzi. Insomma, poiché nel vestire investivo tanta parte di me e ai miei outfit demandavo l’onere di parlare al mio posto, era normale che soffrissi in modo sproporzionato dinanzi ai commenti demolitori. Era difficile essere guardata in quel modo e non trovarci un vero e proprio attacco personale.
Nella scelta dei capi, il mio principale driver di scelta dei vestiti è stato il desiderio di autoaffermazione. In assenza di altri talenti artistici, l’abbigliamento funzionava come una valvola di sfogo, un canale di espressione dei miei desideri, della mia natura. Oltre che per comunicare i miei gusti, usavo gli abiti per mostrarmi come volevo essere (o quantomeno sembrare): alta e slanciata, ad esempio, da cui la mia passione per i tacchi importanti. Ma anche originale e sofisticata (ihihihhihih, che tenera) e per questo ho sempre prestato attenzione ai dettagli anche se acquistavo prevalentemente capi low cost. Probabilmente non ci riuscivo, ma mi dava grande gioia farlo e l’orgoglio che provavo nell’esibire il frutto del mio pensiero, la mia piccola opera d’arte made in Zara era percepibile!
Oggi, per varie ragioni che esplorerò in qualche altro post, metto assai meno aspettative ed enfasi nella scelta dell’abbigliamento: tuttavia continuo a pensare che i vestiti non siano solo un involucro: raramente mi sono sentita attratta da persone di cui non mi piacesse lo stile, anche se profondamente diverso dal mio. Se ho provato attrazione per qualcuno disinteressato al proprio stile, o il cui modo di vestire mi creava sensazioni contrastanti, questa semirepulsione è diventata motivo per volerne sapere di più: un altro pretesto per conoscersi, per addentrarsi in quella persona. Anche il disinteresse nei confronti dell’abbigliamento -un atteggiamento che di per sé non mi appartiene- è uno statement, e in quanto tale mi incuriosisce e ci tengo a esplorarlo in quanto parte della persona che ho davanti.
Non penso che l’abito faccia il monaco -meno che mai di questi tempi in cui anything can be faked– ma non smetterò mai di ricercare nell’aspetto delle persone qualche indizio su come sono o come vorrebbero essere, e continuerò a gioire nell’apprendere che sì, ci avevo visto giusto, che c’è una corrispondenza o addirittura una sintesi tra fuori e dentro, e che sto comprendendo qualcosa su chi ho davanti grazie a ciò che i suoi vestiti mi comunicano.
Le Stan Smith le ho date via appena ci siamo lasciati, per la cronaca.
PS Usare l’abbigliamento per esprimersi è un privilegio delle persone con corpi conformi. Ci ho riflettuto tempo fa grazie a un articolo di Barbara Damiano che vi invito a leggere insieme ai numerosi approfondimenti presentati all’interno
Loretta
Maggio 24, 2022 at 10:49 am
Avevo apprezzato moltissimo anche io quell’articolo. E sì, ti posso confermare che per un corpo non conforme è decisamente più complicato crearsi un proprio stile, purtroppo!
gynepraio
Maggio 26, 2022 at 2:32 pm
Empasse che, devo dire, hai sempre aggirato egregiamente, mia regina di cuori
Loretta
Maggio 26, 2022 at 3:14 pm
Ammmmore mio! ❤️
pollywantsacracker
Maggio 26, 2022 at 10:06 am
Forse sono una di quelle persone che si disinteressano di ciò che indossano. Premetto che ho il privilegio di essere nata con un corpo versatile.
Ho comprato per molti anni solo usato, a volte anche vintage vagamente esagerato.
Poi mi sono accorta che 1) preferisco non essere notata. Non ne ho bisogno, semplicemente. Ho notato che mi notano comunque per quello che dico. Una volta parlavo molto meno. Forse le due cose vanno insieme…parlavo meno e mi vestivo più eccentricamente; oggi sono più me stessa anche con gli sconosciuti e non mi interessa più come mi vesto; 2) sono contraria al consumismo. Cerco di comprare solo ciò che è necessario.
Insomma: da anni non compro vestiti. Ho qualche capo che ho comprato in passato e che mi piace (qualche maglietta, qualche vestitino); il resto mi viene passato da mia madre, dalle ragazze, da qualche amica, e comunque non mi serve. Mi dicono comunque che ho un mio stile: probabilmente seleziono quello che mi viene passato e lo stile sta negli abbinamenti magari non scontati.
Credo sia più o meno così.
gynepraio
Maggio 26, 2022 at 2:31 pm
Anche io una volta ero più estrosa e con l’età mi sono fatta più sobria, forse perché sento di avere meno da dimostrare.
Però anche il tuo caso è tipico di uno stile che vuole comunicare, che non è neutro né casuale ma comunica un sistema di valori e scelte che ti rispecchia, e infatti ti piace!
Noemi
Maggio 27, 2022 at 9:11 am
Ti capisco, Valeria. Per me l’abbigliamento è importante e se non mi vesto con attenzione vuol dire che non sto passando un bel momento.
Tempo fa ho letto un articolo in cui c’era scritto “ricordati di vestirti per la persona che vuoi essere.” Parole sante.
Valentina
Giugno 21, 2022 at 8:45 am
Ciao, mi piacerebbe leggere quell’articolo ma non l’ho trovato.
Puoi mandarmi il link per favore?
Grazie!
gynepraio
Giugno 21, 2022 at 10:38 am
Ciao mi diresti di quale articolo stai parlando? I link dovrebbero essere tutti nei bottoni neri!