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By gynepraio22 Dicembre 2022In Personale

Dilemmi etici di fine anno

Periodo di liste, recap, selezioni, best nine. Potrei fare l’elenco dei libri che ho letto durante l’anno. Peccato che già ci sia, pure aggiornatissimo e diviso per genere. Forse meglio quello dei migliori acquisti? Figuriamoci, esiste ed è pure pubblico. I migliori podcast? Mi dispiace, sarei troppo di parte.

Perché non fare il riassuntone dei dilemmi etici del 2022? I temi sui quali mi sono interrogata per un anno, cercando di venire a patti con i miei principi, tentando di mettere d’accordo coscienza e business, dondolando tra regole e tentazioni, finalmente presentati in forma di flowchart.

Spero che il diagramma renda l’idea dei bivi ai quali mi siedo meditabonda praticamente ogni giorno, e i ragionamenti di convenienza che compio praticamente ogni giorno quando mi chiedo: “vale la pena aprire bocca su questo tema?” “se lo fai, a quali accuse o conseguenze vai incontro?” “stasera riuscirai a guardarti allo specchio dopo quello che hai fatto o detto?”.

Il dilemma della privacy

Family time, rispetto dei minori, diritto all’immagine, tempo libero. Insomma, cose sulle quali mi ero già detta dubbiosa in passato.

dilemma della privacy

Il dilemma delle amicizie

A proposito di questo: mi sono resa conto che le persone che mi conoscono e mi capiscono di più, inspiegabilmente, sono quelle che non mi seguono. Chiedo a colleghə se è vero o è solo una mia impressione.

dilemma delle amicizie

Il dilemma del privilegio economico

Se continui ingenuamente a sciorinare ciò che per te è normale o “dovuto” dinanzi agli occhi di chi non ce l’ha, forse non te ne stai bullando ma sicuramente pecchi di superficialità. Se poi sei piemontese e quindi letteralmente terrorizzatə all’idea di fare showoff, questo dilemma lo vivi ancora peggio.

dilemma del privilegio

Il dilemma dell’abilismo

L’amore e la cura per il corpo sono compatibili con l’intelligenza e con la coscienza? Curare il corpo equivale a parlare di corpo, a renderlo oggetto di conversazioni e opinioni? Tra l’altro, se sei natə negli anni ’80 e cresciutə con Non è la Rai e le veline, il pensiero al corpo è una candela che non si spegne mai, neanche se ci soffi sopra per ore.

Il dilemma del consumismo

È possibile apprezzare -e volte pure predicare- il downshifting ma scoprire letteralmente ogni giorno qualcosa di interessante da provare, comprare, collezionare, regalare e che in più ti consente pure di guadagnare? Dilemma questo reso più doloroso dal trasloco di mia madre: un evento che mi ha messa di fronte alla capacità della “roba” di succhiarti soldi, tempo ed energie.

Il dilemma della felicità

È vero che, come diceva Max Gazzé a quella poveretta di Valentina, chi s’innamora non deve dirlo a nessuno? È possibile tenere per noi l’euforia quando in verità, con la nostra gioia, vorremmo tappezzarci la città? Si può essere felici quando nel mondo c’è così tanto dolore? E ancora: tutto questo cantar vittoria non porta una sfiga fotonica? Chiedo.

Grazie di avere letto e di esserci statə. Ci vediamo nel 2023, scissə e dubbiosə as usual.

 

svgCome flirtare e smettere di perdere tempo
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svgLibri dell'anno 2023

3 Comments

  • pollywantsacracker

    Dicembre 27, 2022 at 4:07 pm

    Secondo me i dilemmi che elenchi non sono affatto di facile soluzione per chi fa il tuo lavoro.
    Credo che la soluzione potrebbe essere il compromesso: che cosa sei disposta a sacrificare? Mi permetto di rispondere per me perché anche se non faccio l’influencer, lavoro anche sui social e metto la mia vita online da parecchi anni, in forme diverse da Instagram e in modalità che mi hanno fatto guadagnare soddisfazioni, competenze, contatti e soldini ma che NON mi danno il pane quotidiano.

    Non sarei disposta a sacrificare la privacy della mia famiglia per il semplice fatto che non è giusto e non posso: la maggiore età e la capacità di intendere e di volere dei coinvolti arriva prima di quanto si immagini. E soprattutto arriva molto presto il momento in cui ti rinfacciano qualunque cosa tu abbia fatto o non fatto o fanno cazzate e tu muori di sensi di colpa per quella volta che.
    Eventualmente sarei disposta a sacrificare la pura verità dei fatti per fini artistici: l’abilità di chi fa storytelling è creare una storia che sta in piedi, che emoziona, convince, tiene agganciati. NON riterrei di DOVERE la totale verità a chi mi legge (ma neanche le menzogne, ecco. Alcun* influencer che seguo, tra cui tu, mi sembra riescano molto bene a raccontarsi senza rendere “liquido” il confine tra ciò che raccontano e ciò che non raccontano).
    Personalmente NON sarei mai disposta a sacrificare i miei momenti di NON lavoro con lo stress del posting a ogni costo, dunque se avessi scelto questo lavoro forse cercherei delle strategie per poter staccare: lo scheduling del post di natale, se proprio è necessario, con un set pre-organizzato; mi pare pure che alcune piattaforme permettano di schedulare le story.

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  • pollywantsacracker

    Dicembre 27, 2022 at 4:13 pm

    Ah, e NON sacrificherei i miei valori profondi (come l’anti-consumismo) per un piano editoriale che piaccia al più alto numero di persone possibili. E in questo caso i casi sono due: o diventi un profilo, come dire, valoriale, come ad esempio i Tlon, oppure sacrifichi qualcosa che per te non è poi così importante, con contenuti interessanti per il tuo pubblico.
    Per quanto riguarda la questione “corpo”, sono conforme anche io e no, non mi sento in colpa; no, non mi sento abilista; no, non mi sento anti-femminista. Mostro il mio corpo quanto e come voglio, cioè pochissimo :). E non sono felice ma le persone felici non mi danno per niente fastidio, non vedo perché dovresti nasconderlo 🙂

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    • gynepraio

      Dicembre 28, 2022 at 10:58 am

      Diciamo che nel tuo caso si legge una tensione ai valori molto più solida della mia, che anticonsumista non posso definirmi.
      Io più che altro mi sento in colpa a istigare gli altri al consumismo; quando si tratta di me stessa sento di avere elaborato delle forme di compensazione mentre ho paura che le mie parole, messe in mano agli altri, diventino occasione per sprecare, finire squattrinati e reietti senza futuro.
      Quando vedo le community che eseguono scrupolosamente quello che dice il creator di riferimento, sento una specie di paura, di terrore, di vedere in giro gente vestita come me, pettinata come me, col mio stesso anello al dito (e ti assicuro che succede, ad altre creators ovviamente). Tipo Essere John Malkovich.
      Ho paura che se continuo a dire al mondo le scelte che faccio io, smetterò di ricordarmi perché le sto facendo. Oggi momento irrazionale, sorry. E buone feste a te e famiglia!

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