Playlist 8
Ai miei nemici auguro la sindrome premestruale
Sono ormai 20 anni che assisto mensilmente agli sconvolgimenti di cui il mio corpo è protagonista. Crescendo, ho letto materiale informativo in merito e ho condotto sondaggi informali tra persone a me vicine e non (tra perfette sconosciute, quale migliore domanda per rompere il ghiaccio di “Ma a te in sindrome premestruale cosa fa male?”). Ma soprattutto ho imparato ad auto-osservarmi, abitudine che nella mia famiglia d’origine non mi è stata inculcata: ricordo a voi tutti che mio padre è convinto di saper aggiustare le ossa, e che in casa dei miei si cura tutto -dall’herpes zoster alla febbre tifoide- con il VivinC. I risultati di questa osservazione sono tutti qui, e li potete leggere con il sottofondo della playlist Spotify predisposta ad hoc che trovate sotto.
sbalzi d’umore AKA bipolarismo. Si può essere allegre e subito dopo tristi, lacrimare come agnelli e poi ridere come iene. Ma non è detto: ci sono mesi in cui il corpo sceglie un mood, che può restare costante per svariati giorni. Tale mood, badate bene, non sconvolge l’indole della donna ma ne esacerba caratteristiche che essa già possiede in forma lieve, latente o comunque socialmente accettabile. Ad esempio, (altro…)
vale la pena
Vale la pensa di osservare la propria casa virare progressivamente verso un porcile. Di avere pallette di polvere negli angoli, pile di abiti da piegare alte un metro e ottanta. Ben vengano i cuscini da sprimacciare, le superfici da raschiare, i bucati da caricare, i cani da spazzolare, le maniglie da lucidare. Ma soprattutto, le aspirapolveri da passare. Perché si può mimare Freddie Mercury in I want to break free. Baffi inclusi, perché le disgrazie non vengono mai da sole.Di vivere una storia d’amore dura, asimmetrica, una lotta ad armi impari in cui uno solo ha il coltello dalla parte del manico ed, ehi, non sei tu. In cui hai sempre torto e ti si ritorce tutto contro. Perché si può cantare (altro…)
hai paura del buio?
La playlist è sotto. Giovedì sera sono stata all’Alcatraz di Milano a vedere l’ultima data 2013 del Festival Interculturale “Hai paura del buio?”, organizzato da un pool di musicisti, artisti, performer ed il cui ricavato sarà devoluto all’organizzazione umanitaria Soleterre per sostenere il “Programma Internazionale di Oncologia Pediatrica”. Oltre agli Afterhours, erano presenti Piero Pelù, Il Teatro degli Orrori, Giuliano Sangiorgi, Marta sui Tubi, Antonio Rezza, Paolo Giordano e gli altri ve li leggete qui.
Vi ringrazio per la domanda. (altro…)
vai in africa, celestino
Per chi vuole, la playlist è al fondo.
Ho imparato ad amare l’Africa nera leggendo Karen Blixen, sdraiata sull’amaca, in un torrido pomeriggio d’agosto. CAZZATA. Ho amato l’Africa quando ho limonato furtivamente con un Kenyota su una spiaggia di Malindi, nell’aprile ’99, sentendomi una colona inglese bionda e lentigginosa. Ma soprattutto sentendo mia madre che qualche palma più in là urlava a mio padre di non comprare dagli ambulanti un’altra giraffa in finto ebano, che in casa siamo già pieni di ciapapuer*.
Un masai bello come il sole (Felix, che Dio ti benedica): ero persino riuscita a immortalarlo in una delle poche foto decenti della storia del Gynepraio, immediatamente sbandierata con le compagne di liceo e poi incollata all’anta del mio armadio dove è rimasta finché non mi sono seriamente fidanzata nel 2005.
Quando sono tornata in Africa, si è trattato di un ripiego. (altro…)
Cronache da un matrimonio: gareggiate nello stimarvi a vicenda
Il matrimonio è come il maiale: non si butta via niente. Ma io non mi riferisco al matrimonio in quanto contratto! Parlo del colorito ricevimento che suole seguire la cerimonia e che -complice qualche bicchiere di troppo, nonostante i buoni propositi– diventa occasione di scoperta.
E no, non alludo a quelle leggende metropolitane in cui a funerali&matrimoni nascono mille storie d’amore. Mi riferisco alle interessanti dinamiche che scaturiscono dalla combinazione di persone attorno ad uno stesso tavolo -di solito assemblato con logiche cabalistiche – che diventano conversazioni, poi confessioni, dopo comizi, quindi riflessioni e infine post.
Prendi un dato di fatto, cioè che tantissime persone hanno tantissimo da dire e da dare. Aggiungi il libero arbitrio, per cui ognuno può scegliere la sua rete di rapporti e dare ad essi una impronta originale, creando amicizie bellissime, fatte di fiducia e reciprocità. Ma poi, (altro…)
Terima Kasih – Grazie mille
ATTENZIONE! CONTIENE AFFERMAZIONI PREGIUDIZIOSE E GENERALISTE. Trovo i travelblog incredibilmente noiosi, perché sono poco più di cronodiari conditi da descrizioni paesaggistiche. Non provo alcun piacere a leggere le avventure degli altri: preferisco viverle, diciamo. Poi, statisticamente, molti travel blogger sono ottimi organizzatori ma pessimi storyteller. Resto in attesa che mi facciate ricredere indicandomene uno che sappia scrivere. Ma siccome diverse persone mi hanno chiesto un resoconto delle vacanze, ho comunque fatto del mio meglio. Inizialmente volevo fare un diario il cui leit motiv fossero i bagni pubblici, ma poi ho pensato che un mix fosse meglio -oltre che meno blasfemo-. Al fondo del post trovate anche una piccola playlist Spotify, fatta apposta appostino.
INDONESIA: ITINERARIO
A dispetto del mio spirito iniziale e della scarsa pianificazione, si è trattato di un percorso molto razionale. (altro…)
Wake me up when september ends
Sono tornata al lavoro, con tutto l’entusiasmo che ne consegue. Sono venuti giù dei chicchi di grandine grossi quanto prugne (ma come sapete, finché non piovono rane nel mio mondo va tutto bene).
Sembrava ieri che facevo l’appello dei buchi di cellulite in vista della prova bikini, e sabato è iniziato il CAMPIONATO DI CALCIO. Posso puntare i piedi, battere i pugni, rintanarmi in posizione fetale sotto il letto, ma la sostanza delle cose è che è praticamente settembre. Per aiutarvi ad accettare la cosa, vi ho messo al fondo una piccola playlist Spotify che potete ascoltare mentre leggete.
Settembre, fino a quando studiavo, era uno dei miei mesi favoriti, per ragioni disparate. (altro…)
MI STAI DILUDENDO
L’altra volta ero buona e ho parlato di redenzione. Oggi invece sono triste e inutile come la foto del presidente nell’atrio dei licei, quindi parlo di rabbia. Se siete giocondi come Pollyanna, andate pure a intrecciare canestri di vimini da un’altra parte. Vi consiglio, come colonna sonora, Giovanni Allevi che esegue “Io penso positivo” con la pianola Bontempi, chissà che senso del ritmo. Per tutti gli altri, invece, c’è in fondo una playlist Spotify by me medesima dall’evocativo titolo Nonciovoglia. Se non avete Spotify, unitevi pure al team degli intrecciatori di canestri, ma in silenzio. Oggi sono profondamente arrabbiata con chi mi ha deluso. La prezzolata signora a cui racconto i fatti miei un’ora a settimana si è presto resa conto del drammatico effetto di 3 anni di Scuola Salesiana in età preadolescenziale sul mio lessico emotivo. Uno dei primi vocaboli che ho studiato è DELUSIONE. Se pensate che sia “disappunto dinanzi ad aspettative non soddisfatte”, (altro…)