Shopping Amazon personalmente testato
Questo vuole essere una post in progress che raccoglie i prodotti d’uso quotidiano sui quali ricevo più domande: ogni tanto lo aggiornerò con le new entries in modo che, in caso di necessità, potrò rimandare tutti a questo articolo. Per ogni prodotto che viene comprato tramite questi link di affiliazione io ricevo una commissione, in percentuali variabili a seconda del tipo di prodotto che viene acquistato: pochi centesimi se è un libro, qualche euro se è un elettrodomestico. Quando raggiungo una certa cifra, Amazon mi fa un bonifico o un mi dà un buono acquisto da spendere sempre sul marketplace, a seconda dell’opzione che scelgo.
Ci sono però un paio di ragionamenti che credo sia utile puntualizzare:
- L’affiliazione, in generale, è una fonte di “passive income”: io non lavoro, propriamente, ma percepisco un piccolo reddito sfruttando la mia -minuscola e irrisoria- popolarità. Ci tengo però a smentire in parte questa affermazione: c’è stato un investimento a monte, di denaro e tempo. Infatti, tutti i prodotti elencati di seguito sono stati pagati di mia tasca e personalmente testati più volte. Quindi preferisco dire che sto capitalizzando sulla mia esperienza pregressa.
- La mia popolarità non è tale da permettermi di “contare” su questo reddito: non genero insomma così tante vendite da trarne una sicurezza economica. Preferisco quindi usare questi introiti per fare fronte ai costi che sostengo per mandare avanti il blog e la newsletter. Come dice Austin Kleon nella sua magnifica newsletter, i contenuti che produco sono FREE BUT NOT CHEAP: non smetterò comunque di crearli perché farlo mi rende felice, ma un riconoscimento economico mi consentirebbe di dedicarmici con maggiore serenità senza pensare, ad esempio, che potrei usare queste ore per fatturare e invece sto qui a blaterare.
Recensioni beauty per reclusi
recensioni beauty per reclusi: Crema mani Mediterranea Cosmetics
Questa quarantena sarà per me il periodo in cui mi sono lavata le mani e ho pulito. Noi tre non abbiamo mai vissuto così tanto insieme: una volta stavamo tutti fuori dalle 8 alle 7, quindi io procuravo di lasciare la casa a posto prima di uscire al mattino, poi la sera sbattevo giusto due pentole&piatti in lavastoviglie e ciao. Nel weekend c’era anche il pranzo, ok, ma era un’eccezione e quasi mi piacevaahahahahah stolta, idiota, stupida che non sono altro.
Quando a settembre ho iniziato a lavorare da casa, qui dentro c’ero solo io. Che non solo sono iperordinata ma che mi muovo come un ninja per non sporcare. Mi pettino a testa in giù con il capo sul water per non spandere capelli, mi lavo le mani tipo una damina del 700 per non schizzare schiuma ovunque, mangio in 30 cm quadrati evitando pane e cracker per non sbriciolare e gli intingoli per non raccogliere l’olio, anzi, lo confesso, se nessuno mi guarda raschio rumorosamente e meticolosamente il piatto col cucchiaio e se necessario lo lecco pure per metterlo in lavastoviglie senza manco sciacquarlo. Potrei mangiare dalla pentola ma non lo faccio per la stessa ragione in nome della quale non lavoro in pigiama: per scongiurare il rischio di abbrutimento totale (al liceo, quando tornavo a casa alle 14:30 comunque lo facevo e intanto guardavo pure i Simpson come una barbara qualsiasi)
Quindi, dopo oltre 2 mesi (altro…)
Posta del Cuore aprile 2020
PREMESSA
Con la Posta del Cuore Aprile 2020 ho chiuso alcuni casi vecchiotti, anche email che stavano lì da mesi e che mi spiaceva lasciare senza risposta. Ne ho tantissimi in attesa e altrettanti continuano ad arrivare: ne approfitto per chiedervi se abbia senso impostare diversamente la rubrica, ad esempio rispondendo a più casi in modo breve oppure intensificando la frequenza (che attualmente è di 1 al mese) rispondendo magari a una domanda ogni settimana. Insomma, se avete delle idee scrivetemi nei commenti o privatamente. A presto!
Posta del Cuore aprile 2020: bettina
Bettina ha 24 anni, è fidanzata e innamorata da 7 (!!!) ma ha da poco flirtato con un ragazzo straniero conosciuto anni prima, che è ovviamente bello e piacevole: altrimenti, che so, Bettina avrebbe guardato qualcuna delle dirette Instagram che ci sono in questo momento anziché chattare con lui.
Sono geograficamente distanti, lui vorrebbe che lei andasse a fargli visita manifestando la voglia di vederlo: Bettina partirebbe pure (ma dove vai che c’è la quarantena?) ma teme di (altro…)
Libri in 3 parole: Olive, ancora lei
Olive, ancora lei scritto da Elizabeth Strout ed edito da Einaudi arriva 10 anni dopo l’amatissimo Olive Kitteridge e ne è l’attesissimo seguito. Quindi rispondiamo subito alla domanda di rito: “è una pallida copia del primo?”.
Siccome la mia regola dice che si usano i propri canali di comunicazione per parlare solo delle cose belle e non per denigrare (ok, forse per Matteo Bussola ho fatto un’eccezione) confermo la mia posizione: questo seguito è assolutamente all’altezza di Olive Kitteridge, altrimenti non ne avrei parlato. Esattamente come dieci anni fa, mi chiedo se esista un genere letterario per designare un’opera a cavallo tra romanzo e raccolta di racconti, proprio come questo: una serie di vicende, in sequenza vagamente cronologica, con protagonisti diversi ma tenuti insieme da un fil rouge. In questo caso, le costanti sono due: la presenza di Olive Kitteridge -talvolta protagonista, talvolta comprimaria, altre volte solo menzionata- e lo sfondo di Crosby, piccola città balneare del Maine. Amici della letteratura, se questo genere ha un nome fatemelo sapere.
Il mio consiglio è quello di recuperare Olive Kitteridge e leggere poi questo seguito: non che la comprensione vi sia preclusa ma ci sono alcuni antefatti utili a interpretare meglio il seguito: il rapporto col primo marito e con il figlio, ad esempio. Se volete, potete anche fare una petizione su Change.org affinchè Netflix compri i diritti e trasmetta la strepitosa miniserie TV con Frances McDormand (la mia sosia, come molti amano dire) ispirata proprio al romanzo e che finora ha trasmesso solo Sky Cinema 1 per una settimana a gennaio 2017 e poi ciao, adios, goodbye.
Poi, se Elizabeth Strout vi piace e concordate con me sul fatto che sì, quel Pulitzer nel 2009 han fatto bene a darglielo, attaccate Mi chiamo Lucy Barton, uno dei romanzi più commoventi su cui abbia avuto il privilegio di mettere le mani.
LA STORIA
Eh, niente, se volete la storia basta una riga altrimenti finisco dritta dritta su uno spoiler: Olive Kitteridge, insegnante in pensione, moglie e quindi vedova del farmacista di Crosby, è alle prese con un nuovo e stavolta maturo amore. Attorno a lei, una piccola comunità di provincia costituita da coppie in sfacelo, famiglie sbandate, cittadini che tornano e altri che scappano. Ritroviamo suo figlio, sua nuora e moltissimi suoi ex allievi: Olive è stata infatti insegnante di matematica. In tutte le vicende, anche quelle delle quali non è diretta protagonista, la ritroviamo come comprimaria, fonte di ispirazione, personaggio a suo modo chiacchierato e amatissimo. Rimangono intatte le sue caratteristiche peculiari, direi quelle dell’antieroina perfetta: è (altro…)
Attività contro la frustrazione da quarantena
Ho volutamente intitolato questo post “Attività contro la frustrazione da quarantena” per prendere le distanze dalla positività tossica che si è respirata in giro nelle ultime settimane, in base alla quale avrei dovuto intitolarlo “La quarantena è bella se sai come massimizzarla”. Sto cercando di non lamentarmi -anche se la mia indole mi porterebbe in quella direzione- perché devo mantenere un profilo decente (non alto eh, decente) nei confronti, in primis, delle due persone che vivono con me in questo momento. Ma in realtà sono frustrata.
Appartengo a quella frangia di persone che non sta sfruttando queste settimane per diventare la versione migliore di se stessa. Non sto imparando a usare un software, non sto facendo community building, non sto migliorando la mia comunicazione professionale su LInkedin. Non sto seminando per quando uscirò e ricomincerò a fatturare, non sto inventando entusiasmanti progetti da proporre ai miei clienti né mi sto portando avanti per il futuro. Non sto recuperando i libri arretrati, continuo a detestare la pratica del binge watching e a pagare 3 servizi streaming senza guardare quasi niente. Ho 4 numeri del New Yorker arretrati e leggo solo le vignette.
Non ho seguito webinar o dirette Instagram: ça va sans dire non ne ho organizzata nemmeno una. Sono un caso miracoloso, tipo (altro…)
Recensioni Beauty Incoronate
Recensioni Beauty Incoronate: Crema corpo Amàla
L’accento è al punto giusto, così non sembra l’inno dell’Inter. Amàla significa speranza in arabo ed è una linea cosmetica creata dal Gruppo Abele in collaborazione con l’azienda Reynaldi. I prodotti sono realizzati a partire da estratti vegetali di rosmarino, salvia e lavanda cresciuti su terreni confiscati alle mafie o in comunità che offrono alle persone in difficoltà una possibilità di riscatto.
La presenza degli olii essenziali si sente: il profumo è molto erboristico, molto naturale e quindi a me piace molto. La texture è leggera e si assorbe in fretta: questa crema appartiene a una linea di prodotti, tutti caratterizzati da un pack molto piacevole e prezzi onestissimi che vi invito ad acquistare quando dovete andare a casa di qualcuno con un cadeau e vi coglie il malsano pensiero di prendere un cestino Bottega Verde.
Prezzo: 10 € per 150 ml, in vendita sulla bottega di Gruppo Abele
Parlare del e con il Gruppo Abele è un piacere, ma di quelli (altro…)
Posta del Cuore Marzo 2020 – Quarantena Edition
Posta del Cuore Marzo 2020: valentina
Valentina mi ha scritto a San Valentino, ha 31 anni, sta facendo un dottorato che l’ha già portata in giro per il mondo e, dopo una storia di 5 anni dolorosamente interrottasi, conosce un tizio su Tinder che le piace molto. Tempo una settimana lo incontra, poi si perdono per un mese causa impegni lavorativi di lui, si rivedono a Capodanno, segue altro mese di distanza per impegni lavorativi che però a sorpresa lui tramuta in una occasione di vicinanza regalandole un volo per raggiungerlo (lei può: the perks of being a precaria). Tutto bellissimo a tratti perfetto.
Costui esce a sua volta da una storia lunga, interrottasi per divergenze di piani: vuole pensare alla sua carriera creativa e punta a trasferirsi in Turchia, mentre la ex voleva casa&figli. Valentina è innamorata (lo sarei anche io, la combo talento+viaggi è micidiale) e si sente ricambiata: lui tuttavia, in uno degli ultimi incontri le dice che, nonostante la profondità di ciò che vivono, non vuole finire nello stesso cul-de-sac della relazione precedente perché le sue priorità (lavoro e viaggio) sono rimaste le stesse. Ha anche bofonchiato qualcosa contro (altro…)
Inglese per bambini: il programma Kokoro lingua
In queste ormai 5 settimane senza scuola di cui ben 2 in totale isolamento mi sono sentita contenta di me ben più spesso di quanto pensassi. Ma più che della mia ricchezza di risorse, mi piacerebbe parlare di quella di mio figlio. Sebbene mi renda conto che bearsi della prole è un atteggiamento fastidioso -e sono io la prima a trovarlo tale quando lo riscontro negli altri- scriverò comunque le prossime righe come promemoria per quando avrà 15 anni e sarà imbruttito da un’ombra di baffi, nonché scontroso come un capriolo di montagna.
In queste settimane è stato allegro e collaborativo, tranquillo e sereno. Nonostante le mie manifeste difficoltà dinanzi a tutta questa condivisione di tempi e spazi (ricordo che frequenta una qualche forma di scuola full-time dai 7 mesi di vita), all’insofferenza per non riuscire a lavorare e alla difficoltà nell’inventare ogni giorno attività ricreative, è stato sempre dolce e a volte anche docile. Mi ha regalato un sacco di risate e piccoli stupori: ha lucidato nicchie, lavato vetri, scolpito palle di pongo. È diventato un orgoglioso fruitore di water, un lavatore matto di mani, un impastatore di passatelli. Un giorno ha aperto una scatola e si è messo a fare un puzzle da solo. Inspiegabilmente, visto che detesta i puzzle.
Ma siccome la mia fissazione per la produttività non si ferma certo davanti a un virus, abbiamo anche iniziato Kokoro Lingua, un programma per imparare l’inglese. Che dirvi? A me piace, come in generale mi piacciono le (altro…)
Slip assorbenti per il ciclo: un post verità
Io non considero il ciclo mestruale un argomento per stomaci forti: non capisco le persone che ne parlano come se fosse roba per società segrete di carbonari. Forse perché mia madre ne ha sempre disquisito apertamente come di un qualcosa di normale e fisiologico, cambiandosi e lavandosi davanti a me: non ricordo di averla mai vista rinunciare al bagno al mare. Come mia madre, sono una privilegiata: non ho atroci dolori invalidanti e, a parte essere vittima di tremendi sbalzi d’umore, riesco quasi sempre a condurre una vita normale. Quindi per me è stato piuttosto naturale sperimentare soluzioni per agevolare la vita in quei giorni: ho iniziato a sostituire gli assorbenti esterni con i tamponi fin da ragazzina e, da quando è uscita dall’immaginario eco-hippy in cui era originariamente relegata, sono passata alla coppetta mestruale.
Si è trattato di una scelta ecologica ed economica: trovo irritante spendere denaro per fare fronte a una necessità fisica che non ho scelto e produrre rifiuti non recuperabili. Ho utilizzato, per un certo periodo, (altro…)
Libri in 3 parole: Naturalmente Intelligenti
Naturalmente Intelligenti di John Medina fa parte di una serie chiamata “Brain Rules”, interamente dedicata a esplorare il funzionamento del cervello nelle varie fasi della vita (infanzia, età adulta e terza età). Questo saggio vuole essere d’aiuto a genitori ed educatori nell’incanalare gli sforzi e selezionare adeguatamente le azioni da compiere per allevare bambini intelligenti: perché sì, nella storia della pedagogia e della puericultura sono stati messi a punto molti metodi ed escamotage, ma solo alcuni di essi si sono rivelati davvero efficaci. L’autore non è un medico né un educatore, ma un biologo molecolare che si è dedicato a studiare i geni coinvolti nello sviluppo cerebrale e nei disordini psichiatrici. Ha fondato istituzioni, ne dirige altre, ha collaborato con le più prestigiose istituzioni ma credo che la sua biografia sia d’aiuto a capire i capisaldi del suo approccio: lo studio della genetica e dell’evoluzione, la biologia del sistema nervoso e la statistica. L’approccio di Medina prende in considerazione gli unici studi epidemiologici realizzati su vasta scala che hanno evidenziato risultati concreti, reali correlazioni e rapporti di causalità. Il tutto raccontato con un linguaggio semplice e ricco di contributi personali perché sì, John Medina è anche un papà.
naturalmente intelligenti: la storia
Naturalmente intelligenti è un manuale e non un romanzo, quindi più che di storia parlerei del contesto in cui è nato: quello statunitense, dove la sicurezza economica, in assenza di un sistema previdenziale e di ammortizzatori sociali, è raggiungibile solo grazie a un lavoro ben pagato. Negli USA, i lavori ben pagati sono riservati a chi consegue una laurea: oltretutto, il prestigio dell’istituzione universitaria determinano in maniera molto più che probabilistica lo stipendio dei laureati e quindi la loro sicurezza economica. Tradotto in italiano, è nell’interesse di qualsiasi genitore americano che i suoi figli siano (altro…)