Calciatore 1
Banana, ovvero rivalutare i bambini ciccioni
Chi mi conosce sa che derido tantissimo i bambini ciccioni. Sì: migliaia di euro anni di psicoterapia e sedute dal parrucchiere sfogliando “Riza” di Raffaele Morelli buttati alle ortiche. Grasso = viziato = pesaculo = goffo = zimbello —> bullismo pienamente giustificato. Potrebbe essere il bambino più adorabile e brillante del mondo. Potrebbe semplicemente avere dei problemi di salute e/o una madre iperprotettiva. Nulla da fare, mi viene istantaneamente voglia di dargli gli schiaffetti in fronte al grido di “Ciccio bomba cannoniere”.
Subito dietro ai bambini ciccioni, troviamo quelli che pisciano fuori dal vaso. Questo eccesso di realismo mi è arrivato presto, purtroppo: la mia ambizione è stata ridimensionata il giorno in cui, moralmente pronta a diventare la nuova Nadia Comaneci, mi sono fratturata un braccio durante un esercizio di ginnastica artistica. Non capita a tutti di vedere un sogno infrangersi a soli 9 anni, ma forse è stato meglio così: avevo così poco talento che non mi avrebbero ammessa nemmeno a “Ginnaste: vite parallele”, figuremose alle Olimpiadi.
A completare la triade, troviamo quelli che ci credono tanto. Gli ostinati, i caparbi, gli irriducibili, cioè quelli che, oltre ad avere un grande sogno, si adoperano attivamente per raggiungerlo incuranti del giudizio altrui. Quegli ottimisti sognatori pieni di energia, spirito guerriero, volontà. A loro riservo un sapiente mix di invidia, sprezzo e compatimento, di solito accompagnato da esortazioni tipo “Stai calmo”.
Incredibile quindi che sia riuscita a non detestare visceralmente Banana, (altro…)