Copenhagen 2
instamonth maggio 2015
Bentrovati a Instamonth Maggio, l’appuntamento con il superfluo ma pur sempre colorito report delle foto che ho pubblicato su Instagram nel mese appena concluso, opportunamente divise in famiglie e collage. Perché le riepiloghi? Perché ogni giorno che dio manda in terra ogni tanto ho la sensazione che il tempo mi passi tra le mani senza che io faccia nulla per godermelo. A fine mese, ripercorrere ciò che ho vissuto -tipicamente istanti significativi, altrimenti non li avrei fotografati- mi serve a farmi recriminare meno, a essere più riconoscente, a proiettarmi verso il “bello a venire”. Questo è il lato romantico, mentre quello prosaico è che vorrei che mi seguiste su Instagram, razza di miscredenti.
Quindi, a noi.
#copenhagen. La prima cosa importante che ho fatto è visitare Copenhagen e -a parte essermi sentita bassa, grassa, malvestita e oltremodo povera- mi è piaciuta da morire. Ho anche scritto un post sull’irragionevole tasso di ottimismo degli abitanti di questa città.

Dall’alto a sx: parco divertimenti Tivoli, Stattua della sirenetta, ciliegio in fiore, bici col contropedale, altalena hippie a Christiania.
#books. Grandi passi avanti!!! Giubilo e speranza! Ho letto 2 libri dopo che mi ero paralizzata tutto aprile sulla raccolta di racconti “Da dove sto chiamando”. Perché ti fossilizzi su Raymond Carver, gran maestro del racconto, visto che -tranne rarissimi casi come questo– non hai mai amato un racconto che fosse uno, pezzo di cretina che non sei altro?
Folgorazione Copenhagen
Con questo post di qualche mese fa credo di aver reso nota la mia posizione nei confronti della maggioranza dei Paesi del mondo: bello, ma non so se ci vivrei. Ho l’impressione che a idealizzare altri Paesi -badate bene, non a esprimere apprezzamenti o preferenze- siano sempre le persone che tendenzialmente non hanno viaggiato o che non hanno mai vissuto da nessuna parte.
Non difendo a spada tratta nessun luogo, ma questo non m’ impedisce di invidiare apprezzare lo stile di vita di altri Paesi Europei, e di parlarne con desiderio. Ma non in forma di diario di viaggio, oh no! Se tra i miei favoriti non c’è neppure un travel blog, un motivo c’è: li trovo noiosi come una Quaresima di pioggia. Non è mai transitata per questo cervello l’idea di scrivere un crono-racconto o una raccolta di consigli: solo poche idee, ma ben confuse.
Il viaggio non è iniziato benissimo, perché (altro…)