Fermenti Lattici 2
cara dea della condivisione
Cara dea della condivisione, ho pensato che fosse arrivata l’ora di scrivere anche a te. Riconosco di averti volutamente malcagata per anni, per prostrarmi su ben altri altari. In primis, il gran dio dei cazzi propri, virile divinità misteriosa che tutto può e dalla quale ci si rifugia quando non c’è nessun altro da implorare. Lo ammetto, è un tipo individualista ma in molti casi ha saputo esaudire i miei desideri. Dea della condivisione, hai poco da fare quella faccia da disappunto&delusione. Non si sputa sui desideri degli altri. Anche su un buco di casa che sembra la pagina Pinterest di Lindsay Lohan, governata da un severo principio di entropia: se compro un paio di scarpe deve uscire una pentola, se compro una pianta deve uscire il portaombrelli, se compro un tavolino devo uscire io.
Neanche su un go-kart rosso erroneamente immatricolato come autovettura, che mi ha costretta a impietose cernite degli amici: sei basso e magro, va bene entra pure. Sei basso e grasso, entri ma non respiri. Sei alto e magro, entri ma ti sdrai dietro. Sei alto e grasso, ti chiamo un taxi, ciao. (altro…)
Gynepraio goes East
Nel caso in cui vi stiate mangiando le unghie fino alle nocche dall’ansia di sapere dove vado quest’estate, sciolgo subito il dubbio dicendovi che vado in Indonesia dal 27 luglio al 20 agosto. Difficilmente potrei annunciarlo con meno entusiasmo, ma dietro il mio dito (seppur grassoccio) non riesco a nascondermi: IO VOLEVO FARE ALTRO.
Il mio sogno era andare in Messico a caccia di chupacabras con il mio non-più-innamorato, ma avendomi costui scaricato ho scartato la meta: ad ogni cucchiaiata di chili avrei pensato a lui e SO che avrei fatto una pessima fine. Mi sarei fidanzata per ripicca con un narcotrafficante, o avrei finito con l’unirmi ad una compagnia di Mariachi.
Occorreva una decisione rapida, era luglio, mio padre mi invitava a levarmi dai piedi che il prossimo step è il TSO (sic), tutti si erano già organizzati con i loro apparentemente-ancora-innamorati. E’ lì che sono partiti gli incubi, colorite rielaborazioni della mia fervida immaginazione diurna. (altro…)