Instagram 12
Instamonth giugno 2015
Ah giugno, tu sì che sei un bel mese, mica come quella figasecca di aprile o quel voltagabbana di maggio. Ho fatto tante cose, foto, libri, auto, viaggi, fogli di giornale. Insomma, come accade solitamente con l’arrivo della stagione calda (capito, maggio? “Calda”, non “tiepida” come l’abbraccio prezzolato di una gattamorta arrampicatrice) mi è tornata la voglia di vivere, fare piani, rompere i coglioni, fotografare l’inutilità. Ecco a voi Instamonth giugno, il risultato di questo afflato di vitalità.
#FARECOSE
Sono andata al Torino Pride e ho anche scritto un post sul tema. Ho letto 2 libri e ne ho iniziati altri 2. Ho anche comprato due e-book di argomenti tecnici (branding-social-reserarchmarketing-business-something) per far finta di essere una giovane professionista up-to-date. Li leggerò in vacanza, durante i trasporti.

Dall’alto a sx: David Foster Wallace, Calvino, biglietti d’amore e transgender sfranta durante il #torinopride
#TRAVEL
Un po’ di trasfertine: sono andata a Roma per una conferenza stampa alla quale ho conosciuto, in ordine crescente di importanza, Miss Italia e (altro…)
instamonth maggio 2015
Bentrovati a Instamonth Maggio, l’appuntamento con il superfluo ma pur sempre colorito report delle foto che ho pubblicato su Instagram nel mese appena concluso, opportunamente divise in famiglie e collage. Perché le riepiloghi? Perché ogni giorno che dio manda in terra ogni tanto ho la sensazione che il tempo mi passi tra le mani senza che io faccia nulla per godermelo. A fine mese, ripercorrere ciò che ho vissuto -tipicamente istanti significativi, altrimenti non li avrei fotografati- mi serve a farmi recriminare meno, a essere più riconoscente, a proiettarmi verso il “bello a venire”. Questo è il lato romantico, mentre quello prosaico è che vorrei che mi seguiste su Instagram, razza di miscredenti.
Quindi, a noi.
#copenhagen. La prima cosa importante che ho fatto è visitare Copenhagen e -a parte essermi sentita bassa, grassa, malvestita e oltremodo povera- mi è piaciuta da morire. Ho anche scritto un post sull’irragionevole tasso di ottimismo degli abitanti di questa città.

Dall’alto a sx: parco divertimenti Tivoli, Stattua della sirenetta, ciliegio in fiore, bici col contropedale, altalena hippie a Christiania.
#books. Grandi passi avanti!!! Giubilo e speranza! Ho letto 2 libri dopo che mi ero paralizzata tutto aprile sulla raccolta di racconti “Da dove sto chiamando”. Perché ti fossilizzi su Raymond Carver, gran maestro del racconto, visto che -tranne rarissimi casi come questo– non hai mai amato un racconto che fosse uno, pezzo di cretina che non sei altro?
Instamonth Aprile 2015
Credevo di no, e invece mi sto divertendo pure su Instagram. Sarà che ho cominciato a seguire dei profili interessanti, sarò che il numero dei miei followers è cresciuto (ovviamente parliamo di cifre ridicole, ma da qualche parte si deve pure iniziare), ma ci ho preso gusto. Sono arrivata a pubblicare anche 2 foto al giorno. E sì, i nuovi filtri mi piacciono. Ecco a voi Instamonth Aprile.
#food. Siccome io dico la verità e nient’altro che la verità, non me la menerò dicendo che in questo mese mi sono preparata alla prova bikini con una disciplina rigida e impeccabile. Non dirò nemmeno che ho fatto qualche strappo alla regola, o che ho ceduto alla mia golosità. Dirò la verità, cioè che ho mangiato come un rinoceronte bulimico, sono ingrassata di 2 kg e mi sto ammazzando di drenanti al sapor di alghe&morte. E’ stato deleterio un weekend di visita da parte dei genitori di voi-sapete-chi, forieri di cibi proibiti nel Gynepraio. Per mascherare la mia vergogna, ho fotografato anche cibi sani, tra cui un cavolo romano che ha ottenuto più likes di qualsiasi mio selfie degli ultimi 3 anni.

Area cibi grassi: torta cioccolato&pere, colazione con cheesecake, muffii ai semi di papavero, mix di crescioni&piadine. Area cibi magri: cavolo romano, bacche di goji, mix di muesli&cereali per colazione
#casa. Nel mese di aprile, abbiamo scampato una tragedia annunciata:
Instamonth Marzo 2015
Continuano i miei pazzi pazzi esperimenti su Instagram, aiutati questo mese da 2 importanti accadimenti:
- L’ingresso di un nuovo specchio del selfie, acquistato in saldo in un Brico Center e strategicamente collocato nella seconda -attualmente inutilizzata- camera da letto.
- L’arrivo della primavera, che sicuramente mi rende socievole come Venerdì quando vide Robinson Crusoe, ma che offre maggiori opportunità di uscire. Laddove uscire significa andare a correre al mattino presto senza rischiare l’assideramento, e quindi fotografare pezzi di città disabitata. Inizierei quindi l’instamonth marzo da lei.
#torinoèlamiacittà. Angoli del centro di Torino, fotografati all’alba e col fiatone. Pur non essendo una brava paesaggista, sono le foto che hanno ottenuto più like, assai più dei miei selfie. Ne deduciamo che la mia città è molto bella? O che io sono un soggetto così così? Preferisco pensare la prima.

Ponte della Gran Madre, Conservatorio G.Verdi, Insegna burlona di agenzia immobiliare, Piazza San Carlo
#selfie. In effetti, ho molto da imparare. (altro…)
I segni di compleanno
Oggi è il compleanno di voi-sapete-chi, e domani è il mio compleanno. Io compio 33 anni, lui 41 (questo per acclarare che io sono incredibilmente giovane e che lui ha vinto un terno al lotto mettendosi con me). Stasera andremo a cena fuori, e gli darò il mio regalo che però non posso dire cos’è perché, anche se non ha mai letto una sola riga di questo blog, quello di fottermi la sorpresa non è un rischio che mi sento di correre. Ma nei prossimi giorni lo metto su Instagram così se volete sapere cos’è vi tocca seguirmi. Che vecchia faina che sono.
E per me, anche quest’anno, niente wishlist di compleanno. C’è già uno sciame di sogni e desideri che
Instamonth Febbraio 2015
Circa un mese fa ho avuto l’ardire di impegnarmi di più su Instagram. L’obiettivo era ed è quello di abituarmi a vedere il bello, almeno per 5 minuti al giorno, e di rendere il non-bellissimo almeno decente. Il secondo obiettivo era, rivedendo gli scatti, di trovare dei trend e quindi comprendere quali cose mi piacciono o eccitano il mio traballante senso estetico.
Against all odds, ho mantenuto fede a questo proposito per un altro mese intero, quindi ecco qui il mio Instamonth Febbraio 2015.
#farecose. Ovvero io che esco dalle mura di casa e porto il mio culone in giro per la città.

Degustazione di tè presso Namastè, acquisto cosmetici lowcost, corsa mattutina, passeggiata al mio ex-liceo, camminata sul lungo Po che sembra Lochness, spesa alla spina presso Negozio Leggero
#throwbackthursday. Ovvero foto recuperate dai miei archivi pre-instagram, esposte al pubblico ludibrio (grazie a Dio solo di) giovedì.

Ammazzarsi di spaghetti, abbracciare bambini senegalesi con il desiderio di rapirli, cavalcare dragoni balinesi, scendere scale indiane usate come stendibiancheria: solo di giovedì
#ootd. Una volta mi fotografavo molto di più davanti allo specchio, e questo mi aiutava a capire cosa c’era di migliorabile nei miei outfit. In occasione del decluttering ho indossato per tre settimane i miei vestiti peggiori. Credetemi, non era il caso di fotografarli. E poi niente, sono diventata una persona più forte e matura, l’apparenza mi annoia, la moda pure, il narcisismo è la malattia del nostro secolo. (altro…)
instamonth gennaio 2015
E’ innegabile che io abbia una passione per i social media: ne ho scritto in due occasioni (qui e qui) e li utilizzo regolarmente. Ho capito i meccanismi che li regolano, e penso siano tutt’altro che banali. Buona osservatrice, pessima utente: non sono sintetica, elaboro costrutti troppo complicati, sono incostante e anche inspiegabilmente timida. Ci sono alcune talentuose persone che padroneggiano la tecnica (l’arte?) di “scrivere breve” e di “scrivere lungo”, e riescono a comunicare il proprio sé (professionale, artistico, personale, emotivo) in 140 o 1400 caratteri, senza perdere in stile e coerenza. Ma io no, e devo dire che -considerata la mia sindrome da prima della classe e la mia propensione alla frustrazione disperata- la sto prendendo piuttosto bene.
Gente che ha vinto, ovvero i grandi sì di fine anno
La mi’ mamma
Ha vinto mia madre che per Natale mi ha regalato l’oggetto del desiderio che ancora non sapevo di desiderare: il Dr. Scholl Velvet Soft Roll, cioè quella specie di macchinetta che leviga la pianta dei piedi fino a renderla di velluto. Il suddetto gadget, mentre espleta la sua funzione, produce un rumore a cavallo tra un sibilo del demonio e una risata di Gollum, che vi procurerà un altro beneficio, cioè quello di allontanare i curiosi durante il delicato momento della pedicure.
CORO GRECO. Ma come, tu non hai i piedi morbidi come quelli di un neonato? Porto i tacchi 365 giorni l’anno, ho i piedi piattissimi e l’alluce valgo. Non solo non li ho morbidi, ma li ho brutti come la morte e con una propensione a indurirsi, incartapecorirsi e diventare simili a zampe di gnu. (altro…)
volevo fare l’archistar: i bagni
Sì, lo prometto, è l’ultimo post sulla casa nuova. Ma, se per caso voleste leggere i miei primi due deliri da archistar, li trovate qui e qui.
Se pensate che i bagni non si meritino un post a se stante solo perché li ritenete delle stanze accessorie, beh, sbagliate. Sono stanze di uso quotidiano, destinate a momenti felici, liberatori: la doccia, il bagno, il bidet, la cacca e le sue letture. Anche a momenti rognosi e preparatori, come il make-up e la piega, ma comunque significativi. Gli ospiti probabilmente non si coricheranno sul vostro letto in posizione fetale, ma una puntatina al cesso la faranno: il bagno dice molto del padrone di casa e dei suoi gusti. Ho appreso che è una deformazione molto italiana, probabilmente perché vantiamo l’industria ceramica migliore al mondo. Negli Stati Uniti, ad esempio, il bagno è una stanza di serie B (lo dimostra il fatto che le ragazze di A beautiful Mess sfornano continuamente idee per le “working stations” e raramente pubblicano interventi creativi per “bathroom”). Ma voi non fate cazzate, (altro…)
Volevo fare l’archistar – la zona notte
Continuo con il fotoracconto del progetto della casa nuova. Se morite dalla voglia di leggere come sarà la zona giorno, ecco qui il link.
Il metodo Gynepraio (analisi delle necessità e delle restrizioni, definizione di uno stile, scelta della palette colori e della shopping list) è stato applicato anche qui, con maggiore libertà perché la zona notte era mia squisita competenza. Ho totalmente accantonato la camera da letto dei bambini (chè non ci sono ancora i bambini quindi figuremose la loro stanza) e per gli altri ambienti mi sono ripromessa di riciclare tutto ciò che già ho collezionato nella mia convivenza vita precedente.
LA CAMERA DA LETTO
C’era poco da fare l’archistar, insomma. Questo è un collage di foto della mia camera da letto attuale, che verrà riprodotta integralmente nella casa nuova, manco fosse la Tomba di Kha nel Museo Egizio di Torino. La frangia feng-shui dirà (altro…)