Jovanotti 2
La mia verginità perduta
Quando tornai dalla mia vacanza dell’amore, cioè quella in cui mi innamorai davvero su serio realmente, passai nella ridente Romagna a trovare mia nonna e sua sorella, la zia Wilma. Scritto proprio con la W, come quella dei Flintstones: e tra tutti mi miei antenati, non me ne sovviene una più cinematografica. Magra come un chiodo, ipocondriaca, un matrimonio lampo alle spalle, capelli lunghi rossi, svariate parrucche nell’armadio, sempre con una sigaretta lunga in bocca, costantemente rintanata in una mansarda dove cuciva su una Singer degli anni ’50 (che lei chiamava “il mIo atelier”) tranne rare comparsate nel pollaio dove era solita ammazzare a mani nude galline e conigli.
Mi vide e disse. (altro…)
disdicevoli
Tutti abbiamo letto e comprato libri disdicevoli. Sono sicura che se andassi a casa di Baricco e mi mettessi a ravanare nella sua libreria -una Enzo Mari?- troverei anche lì dei titoli vergognosi, collocati ad arte ripiano più alto. Sono sicura che se una persona in visita gli chiede “Ale, ma cosa ci fa “Il grande Boh” di Jovanotti lassù?”, il nostro scuote i riccioli tutto imbarazzato e gli risponde “Figurati, mica l’h0 letto, me l’ha regalato il giardiniere un po’ di anni fa.”
Secondo me anche Paolo Giordano, nella sua libreria -una Billy Ikea?- ha almeno un libro di Fabio Volo, regalatogli da una fidanzata del liceo. Vi ho mai raccontato di quando abitavo nella mia casa vecchia e ho scoperto che Paolo Giordano sarebbe andato a vivere nell’appartamento a fianco, allora con la complicità del direttore lavori che gli seguiva la ristrutturazione sono andata a perlustrarlo? Non sono una stalker morbosa, volevo solo vedere se aveva scelto un pidocchioso parquet industriale come il mio, ecco. Sta di fatto che quando Paolo Giordano vi si trasferì, decisi di accoglierlo con tutti i crismi, facendo una retromarcia delle mie e mancandolo per un pelo. (altro…)