Messico 5
Messico, ovvero Gynepraio goes latina
Sabato 25 luglio parto e torno a Torino il 16 agosto. Vado in Messico, anche se dopo questo post non mi converrebbe tanto, eh. Come nelle migliori tradizioni, la settimana pre-partenza è costellata di rogne lavorative, impegni sociali, acciacchi che hanno richiesto l’intervento di un team di osteopata+fisioterapista, nascite di nipoti, ritorni di genitori, clima e temperature pestilenziali e tante, tante coloritissime parolacce. Insomma, non ho ancora mangiato un solo jalapeño e già mi brucia il culo.
messico: Cosa è stato fatto?
- leggere la guida, ma velocissimamente, come faceva Supervicky (voi-sapete-chi)
- elaborare un programmino excel a scopo puramente ansiolitico (io)
- comprare l’Imodium (voi-sapete-chi)
- brevettare un interessante&innovativo packing method (io)
- prenotare le prime 2 notti a Città del Messico (io)
- delinare innumerevoli e nerissimi pronostici su quanto litigheremo in viaggio (voi-sapete-chi)
- annunciare alla mia amica Pilar che in una data generica compresa tra il 28 e il 30 luglio le faremo visita (io)
Uomini che sono vessati dalle donne
Continuano gli arditi parallelismi basati su assolutamente casuali scoperte cinematografiche del Gynepraio. Voi direte: scegli i film ad hoc, a chi vuoi darla a bere? Prima ti vedi due film consecutivi con ricche donne che non c’han voglia manco di darsi lo smalto; due settimane dopo, doppietta di sorelle isteriche con un irrisolto grande quanto una Panda.
Questa volta, tocca a uomini con una certa propensione a farsi insultare e trattare di merda dalle donne. Badate bene, non voglio parlare delle donne che vessano gli uomini! Quello è un fenomeno assolutamente normale: le donne devono tiranneggiare il loro compagno, schiavizzarlo, comunque indurlo a fare cose contro la sua volontà. Questa abilità assume forme eterogenee: la più classica contrapposizione è tra misure coattive e misure proibitive.
Nel primo caso, ci sono le imposizioni: portami a fare shopping, accompagnami a incontri con i parenti, siedimi a fianco e conversa amabilmente durante cene noiose, esegui incombenze domestiche, mangia controvoglia cibi sani o presunti tali, lavati. Nel secondo gruppo, ci sono i divieti: non guardare il culo alle altre, non ruttare, non brandire il coltello a tavola (questa l’ho sentita fresca fresca domenica sera), quando tagli il coltello deve stare sopra la forchetta e non sotto (anche questa è di domenica sera), non toccarmi quando ho il ciclo, non usare quello shampoo che per te è troppo caro, non toccare le ante d’acciaio della mia cucina Dada autentica che lasci le ditate e a toglierle ci vuole il maggiordomo secondo te le maniglie cosa le hanno inventate a fare poi dico ti costasse tanto fare un minimo di attenzione oltretutto dico fossi una cazzo di maniaca della pulizia ma visto che non ti rompo mai i coglioni potresti pure darti una regolata (nelle ultime righe, vi è stato offerto un saggio del metodo Stanislavskij).
In “A proposito di Davis”, ultimo lavoro dei fratelli Coen, assistiamo (altro…)
GYNEPRAIO UNISCE I PUNTINI
Avete mai la sensazione che vi siano arrivate delle avvisaglie dai piani superiori? Che ci sia un significato sotteso a tanti aneddoti, apparentemente isolati ma che fanno parte di un messaggio divino? E’ arrivata l’ora di unire i puntini.
1. conosco uno, carino, intelligente, brillante e anche piuttosto a modo. Parte per una vacanza in Spagna, ci salutiamo con la promessa di rivederci al suo ritorno. Ritorna, ci vediamo, apparentemente gran serata. Sparisce, chiedo ad un’amica comune che fine abbia fatto e lei mi dice che in viaggio ha conosciuto una ragazza spagnola con cui sta continuando a sentirsi. Anche a vedersi, evidentemente, perché pochi mesi dopo lei si trasferisce nella nostra città. Si sposeranno a maggio 2014. Io porto bene, ma la Spagna mica tanto.
2. conosco uno, molto interessante, ci piacciamo, ci frequentiamo pochi mesi. (altro…)
Gynepraio goes East
Nel caso in cui vi stiate mangiando le unghie fino alle nocche dall’ansia di sapere dove vado quest’estate, sciolgo subito il dubbio dicendovi che vado in Indonesia dal 27 luglio al 20 agosto. Difficilmente potrei annunciarlo con meno entusiasmo, ma dietro il mio dito (seppur grassoccio) non riesco a nascondermi: IO VOLEVO FARE ALTRO.
Il mio sogno era andare in Messico a caccia di chupacabras con il mio non-più-innamorato, ma avendomi costui scaricato ho scartato la meta: ad ogni cucchiaiata di chili avrei pensato a lui e SO che avrei fatto una pessima fine. Mi sarei fidanzata per ripicca con un narcotrafficante, o avrei finito con l’unirmi ad una compagnia di Mariachi.
Occorreva una decisione rapida, era luglio, mio padre mi invitava a levarmi dai piedi che il prossimo step è il TSO (sic), tutti si erano già organizzati con i loro apparentemente-ancora-innamorati. E’ lì che sono partiti gli incubi, colorite rielaborazioni della mia fervida immaginazione diurna. (altro…)
il proverbio perduto: l’effetto Chupacabras
In periodi di grande stanca come quello che vivo, amo ancor di più i proverbi e le espressioni già pronte che mi evitano di elaborare pensieri autonomi.
I proverbi non piacciono solo a me, comunque. Ho un amico ed una amica che trascinano da anni una competizione amichevole alla ricerca dei detti piemontesi più significativi. Così, per il vostro sollazzo e con il loro aiuto ne ho fatto un piccolo florilegio. Se vi va, potete stamparli su cartoncino e attaccarli sul frigo con i magneti a forma di Mole Antonelliana. Non la trovate un’idea magnifica?
Tornando a bomba, da alcuni giorni ho detto basta ai soliti chiodi fissi (mi piace di più il Roquefort o il Gorgonzola? Chi troverà per primo il mio cadavere? Starei bene mulatta?) e mi sto dedicando alla ricerca del proverbio perduto. Il proverbio deve descrivere un comune fenomeno: (altro…)