Newcastle 3
dietrologia spiccia: dillo con un dono
Siamo stufi dei doni che parlano di noi; siamo stufi degli altri che parlano (male) di noi, se ci presentiamo con un dono di cattivo gusto. Vogliamo regali che parlino PER NOI e che ci risparmino la fatica di pronunciare a voce alta discorsi complessi, parole difficili, richieste pretenziose.
I VINILI. I vinili, salvo quelli da collezione, costano poco. C’è un mercatino vintage ad ogni angolo della strada. Vostra madre ne avrà milioni. Sono belli, si possono ascoltare, esporre, incorniciare. Fanno chic. Dicono cose.
Ad esempio questo, che ho regalato ad una certa persona a Natale dell’anno scorso, cosa voleva dire? “Ti amo”? No. Voleva dire (altro…)
alla conquista di Albione
La funzione del viaggio, l’ho sempre detto, è principalmente quella di superare dei limiti. In alcuni casi, però, ne fa emergere e financo incancrenire di nuovi. Benvenuti al post in cui faccio riaffiorare antiche pruderie, atavici pregiudizi e millenarie presunzioni, complice un weekend lungo tra Edimburgo, Newcastle e Durham.
La moralizzatrice. Femmine d’Albione, cittadine d’oltremanica, figlie del demonio, COPRITEVI. Forza, spiegate a zia Gyne per quale arcana ragione, con 2 gradi, l’umidità oltre l’85%, una brezza vichinga che perfora gola, timpani e costato, ve ne andate in giro poco men che nude. Rigorosamente senza collant, in décolleté preferibilmente peep toe e soprattutto senza giacca. Bianche come il latte, color Laura Palmer, praticamente fluorescenti. Eppure gioconde, ridanciane, e diciamolo, profondamente arrapate. Una futuristica visione sul fenomeno delle nudità fuori stagione ce la propone la mia amica, meravigliosa ospite in quel di Newcastle: “Fidati, prima dei quarant’anni saranno piegate dall’artrite, storte come punti interrogativi e piene di protesi”. Affermazione questa, sottolineata da un partigiano e vigoroso sfregamento di mani visto che l’amica in questione è ingegnere biomedico. (altro…)
everything is possible in India
Quando sono arrivata a New Delhi, un tassista guercio mi ha portato a bordo di un Apecar dall’aeroporto all’ostello dove mi aspettavano da 2 giorni i miei compagni di viaggio. Gli ho chiesto se era possibile fumare e lui mi ha risposto “Everything is possible in India”. Aveva ragione.
Animal House. Ho visto un esercito di 12 scimmie distruggere nottetempo un roof-top bar di Varanasi per puro dispetto, topi trattati come divinità e coppiette bovine che pomiciavano sul lungo fiume.
(Dirty) finger food. Una spruzzata di curry e passa la paura. Un frittino alle 7 del mattino e la giornata di sorride. Un’aggiunta di oppio allo yogurt e la serata prende tutta un’altra piega: una stanza diventa un cinema, Pushkar diventa Goa e la tua amica un angelo del Signore.
Una faccia, una razza. Condividiamo la stessa passione per le rappresentazioni kitsch, per i pic-nic pantagruelici, per il gioco d’azzardo. (altro…)