Piante 2
l’arte di piangere secondo necessità
Come al solito passo da un estremo all’altro. Poco più di un anno fa, ho avuto un periodo ad alto stress emotivo durante il quale ho onorato chiunque del privilegio di vedermi piangere. In quel momento, avrei pagato qualsiasi cosa per un po’ di autocontrollo e dignità in più. Ripensandoci, però, nell’autocommiserazione e nelle lacrime, nella loro vergognosa e universale teatralità, c’è un enorme potere salvifico. Vuoi l’emicrania che segue il pianto, vuoi il cuscino caldo e umido come un grembo materno, dopo il pianto ci si rilassa completamente.
Anche adesso che sono tutto sommato felice, rimango una grande fan del piantone immotivato e ho mantenuto l’abitudine, ogni due o tre settimane, di concentrare in una sola sessione di lacrime tutte le microquestioni che mi affliggono. Teatro preferenziale di questi episodi, i viaggi di ritorno in auto, pieni di lunghe e noiosissime code ai semafori che divengono occasione per arrovellarmi su vecchi temi irrisolti e ancora meritevoli di una scenetta isterica. Il caso tipico è quando sono arrabbiata perché (altro…)
le piante stanno di nuovo morendo
Non è rilevante che sul mio pianerottolo ci siano la temperatura e la luce perfette. Non conta nulla che ogni venerdì mani amorevoli le nutrano con acqua e fertilizzante del Brico. Le piante stanno morendo.
Proprio come in quel novembre di due anni fa, quando l’altro occupante se ne andò e rimanemmo solo loro ed io. Forse non ero la roommate migliore della città, pasteggiavo a olive&parmigiano in pigiama (io, non le olive), le sottoponevo continuamente a playlist degli Smiths e tv spazzatura. Tuttavia la presi un po’ come un altro abbandono e mi risentii. Brutte ingrate, vi forse fatto mancare l’acqua filtrata con la Brita? Dracaena, ti ho pure messo le supposte contro i parassiti, cos’è quel tronco secco? E tu, Spatiphillus, dopo che ti ho riscattato dall’Ikea e tagliato le foglioline imbruttite con la forbicina delle unghie, mi ti afflosci a tradimento. Ragazze, non si fa così! Siamo o non siamo una famiglia? Quante ne abbiamo passate insieme qui dentro? Le tavolate di 30 persone, le domeniche pomeriggio in giardino, le serate di Lost? Come motivatrice dovevo essere pessima perché son crepate tutte, una alla volta. (altro…)