Psicologa 5
Infingarda vuol dire pigra
Non mi piacciono le persone che si lamentano, eppure recentemente sono diventata una di loro. Non so mai cosa manca nel frigo, ma in compenso ho sempre pronta una lista di luoghi in cui preferirei trovarmi, cose che preferirei fare. Tra i bersagli più gettonati delle mie lagnanze, le numerose mansioni che sono costretta a fare controvoglia -solitamente per compiacere o quanto meno non dispiacere a persone che peraltro non mi piacciono- anziché dedicarmi con entusiasmo e metodo alle cose che fanno di me la persona che voglio essere. Nel brodo primordiale delle cose che mi interessano, galleggiano i libri, i corsi di formazione, lo yoga, i film, il blog, le serie TV, la corsa, le mostre, dormire, le conferenze, i social network, le torte, il nuoto, le riviste stupide e anche quelle intelligenti, le telefonate alle amiche, la navigazione scriteriata su Pinterest, i reality. Ma anche quelle cose, meno piacevoli e interessanti, che mi riguardano da vicino e alle quali vorrei dedicarmi con attenzione maggiore: la burocrazia, le pulizie di casa, riordinare l’hard disc.
Probabilmente non sono così improduttiva. Che io sia ipercritica verso me stessa, cronicamente insoddisfatta, tanto attenta alle performance degli altri da perdere di vista le mie, son tutte cose risapute. La vera, grande novità è che (altro…)
Test: che tipo di scema sei?
Mi danno o mi do della scema almeno 19 volte al giorno, ma è bene che sappiate che le sceme non sono tutte uguali. A voi un test di autodiagnosi, da condividere con le amiche. A onor di cronaca, la maggior parte dei casi sottoraccontati fa riferimento ad aneddoti realmente accaduti, ma magari ne parliamo un’altra volta.
DOMANDA 1. Durante un incontro di lavoro, devi convincere gli altri partecipanti a non intraprendere una certa azione. Dalle tue corrette e scrupolose analisi, è un’idea avventata e poco profittevole.
A. Sciorini un excel, ma ti avvedi che (altro…)
cosa voleva dire guccini con vedi cara
C’è questa abitudine, tristemente maschile, di immaginare che la distanza che separa una persona in grado di amare da una incapace sia puramente intellettuale. Come a dire, tu sai amare perché sei un animo semplice mentre io ti amo alla speraindio perché la mia intelligenza mi condanna a ciò. La mia anima è troppo tormentata perché io possa abbandonarmi a cose come la tenerezza, la progettualità oppure, udite udite, le questioni pratiche. Son troppo impegnato a farmi domande, quindi vedi di non scassare il cazzo. Un esempio molto calzante, secondo me, è Vedi Cara di Francesco Guccini, una canzone apparentemente d’amore che ho cantato a squarciagola ad almeno 5 concerti tenutosi all’allora Palastampa. Ma in cui, anni dopo, ho trovato un inno al narcisismo maschile, cioè ad uno dei veri grandi mali del nostro tempo. (altro…)
chat-room
Rimpolpiamo la rassegna delle conversazioni o chat più inopportune con alcune novità: un regalo quasi-natalizio, una sessione motivazionale, una giovinetta traviata e la mia ennesima figura da stordita.
Chiedi Fonzie e ti danno avanzi. Dinanzi alla furia androcida di un’amica si ricorre a tutto: “pensa a papà, lui sì che è un bravo uomo”. Ma non serve, perché devono morire tutti, e subito. A Natale, dinanzi all’albero sarai sola con un Dildo nuovo di zecca.
Pazza pazza serata. A forza di gridare “al lupo al lupo”, da te ci si aspetta sempre le stesse cose. Che tu sia in ritardo, incazzata e vagamente depressa, un po’ Loredana Bertè, un po’ Mia Martini. Quando sei di buon umore, insomma, nessuno ti crede. (altro…)
la pioggia di rane
L’unica cosa che mi terrorizza più del sistema Start-&-Stop è l’eventualità che si verifichi una pioggia di rane. Ma ho scoperto che alcuni hanno paura delle matasse di capelli, dei pesci rossi e delle bistecche di carne rossa.
Ne è uscito un dialogo con una psicologa giovane e brava (questa qui!), coraggiosamente pubblicato su quella fantastica webzine che è Soft Revolution.
Per leggerlo cliccate qui: La pioggia di rane: una spiegazione semplice delle fobie umane. Se volete cercarvelo sul sito, non sarà difficile trovarlo in quanto correttamente inserito nella categoria “disagi”.