Sigaretta 1
lasciare andare: l’amore e la lavastoviglie
Un anno fa stavo frignando durante una pausa pranzo con una mia collega. Scelta a caso, perché ero in una fase molto lacrimosa, in cui parlavo con le piante e avevo allestito una toilette da make-up nell’archivio dei packaging, metti mai che mi veniva da piangere e mi dovevo rifare la faccia a metà mattinata.
Questa collega -che, poverina, voleva solo fumarsi una sigaretta prima di rientrare- mi disse che lasciar andare è la cosa più difficile del mondo. Lasciare andare è accettare che ci sono cose che non dipendono dalla nostra volontà e che, a prescindere da quanto brava tu sia stata, ci sarà sempre qualcosa e qualcuno che scappa al tuo volere.
Una volta mi piaceva pensarmi come una lottatrice. Col senno di poi, questo c’entra molto con l’esser figlia di comunisti con l’assuefazione alla lotta: contro colleghi logorroici e capi tirchi, cacche di cani sul marciapiede, mezzi pubblici lenti e impiegati delle poste, cellulari che svengono, unghie spezzate, complessi edipici, clienti che non pagano, maionesi che non montano, bilance fedifraghe, arbitri cornuti, lavastoviglie che non scaricano (la mia battaglia persa di oggi NDR). Tutta questa energia convogliata in battaglie più o meno utili, è figlia dell’indignazione, dello stress, del bisogno (è questo il caso della mia lavastoviglie). (altro…)