Spotify 4
Corsa #3: tricks&tips per correre bene e non morire
Appurato che tutti abbiamo delle motivazioni e che esistono metodi per imparare, è innegabile che si possa rendere la corsa una attività più piacevole attraverso alcuni semplici accorgimenti.
Siccome sono una persona votata alla sostanza e all’essenziale, la mia prima preoccupazione è stata cosa mettermi. Purtroppo o per fortuna, ho una struttura fisica morbida che si presta alle scenette erotiche, ma che mi condanna irrimediabilmente ad essere ridicola quando faccio sport (ad esempio, un amico mi vide in tenuta da snowboard e mi definì “un omino Michelin con le tette”). In aggiunta a ciò, mi ero data l’obiettivo di non spendere nulla o quasi. Per fortuna possedevo già tutto quello che mi serviva -è possibile che il mio armadio contenga anche una muta da palombaro, ve lo dirò quando trasloco- ma da un rapido calcolo è un investimento da 40 euro: 2 shorts (Cisalfa), 2 canottiere (H&M), 2 reggiseni sportivi (Decathlon). Per lo stesso motivo -cioè la mia tendenza a comprare cose quando non ne ho realmente bisogno- avevo già ben 2 paia di scarpe da corsa. In ogni caso, nessuna delle 2 è costata più di 50 euro perché acquistate in saldo, e quelle di sx sono ormai molto usurate. Va da sé che se avessi un (altro…)
corsa #1: perché hai iniziato a correre?
Mi rendo conto che sentirmi disquisire di benessere faccia un po’ specie, come quando Luca Giurato si riferiva ai giornalisti chiamandoli colleghi. Ho sempre avuto un atteggiamento superficiale nei confronti del corpo, che non è un tempio di cui io sono il sacerdote. Ma neanche il sagrestano, neanche il chierichetto. Io tratto il corpo come certi padri separati fanno con i loro figlioli. Indubbiamente ne sono orgogliosi e gli vogliono bene, ma se la madre glieli lascia per un weekend non sanno bene quali cibi dargli o quante ore debbano dormire, e allora finisce che ordinano la pizza alle 10 di sera e la mangiano sul divano sbriciolando ovunque, e il bambino va a letto tardissimo e il giorno dopo non si alza nemmeno con le cannonate. Allora il padre pasticcione lo ficca forzatamente nella doccia per togliergli quell’aria stropicciata. Alla seconda ora, il bambino si addormenta sul banco sotto gli occhi costernati della maestra. Non so esattamente quando il mio corpo ha cominciato a non ubbidirmi più. (altro…)
cara dea della condivisione
Cara dea della condivisione, ho pensato che fosse arrivata l’ora di scrivere anche a te. Riconosco di averti volutamente malcagata per anni, per prostrarmi su ben altri altari. In primis, il gran dio dei cazzi propri, virile divinità misteriosa che tutto può e dalla quale ci si rifugia quando non c’è nessun altro da implorare. Lo ammetto, è un tipo individualista ma in molti casi ha saputo esaudire i miei desideri. Dea della condivisione, hai poco da fare quella faccia da disappunto&delusione. Non si sputa sui desideri degli altri. Anche su un buco di casa che sembra la pagina Pinterest di Lindsay Lohan, governata da un severo principio di entropia: se compro un paio di scarpe deve uscire una pentola, se compro una pianta deve uscire il portaombrelli, se compro un tavolino devo uscire io.
Neanche su un go-kart rosso erroneamente immatricolato come autovettura, che mi ha costretta a impietose cernite degli amici: sei basso e magro, va bene entra pure. Sei basso e grasso, entri ma non respiri. Sei alto e magro, entri ma ti sdrai dietro. Sei alto e grasso, ti chiamo un taxi, ciao. (altro…)
cambiare errore
I grandi idealisti mi suscitano un mix di stima, invidia e tenerezza che mi fa sciogliere. Davvero, io se potessi riavvolgere il tempo inviterei Hegel, Gandhi e Che Guevara a casa mia, preparerei una cenetta coi fiocchi (magari senza vacca che il Mahatma si risente), metterei su una playlist di Spotify fatta da me (titolo: “Changing the world”) e farei a ognuno un bel trattamento di riflessologia plantare. Poi li manderei a casa dicendogli tranquilli ragazzi, non ringraziatemi nemmeno, macché ricambiare, ci mancherebbe, ve lo siete strameritato. Se poi con il Che scattasse qualcosina non mi tirerei indietro, che (altro…)